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IL LINGUAGGIO FOTOGRAFICO
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In edicola ho travato una edizione "speciale" di Progresso Fotografico serie oro2 che appunto ha come titolo il linguaggio fotografico.
In realta´ e´ la ristampa di un condensato di vecchi numeri della fine degli anni 70 e devo dire che alcune cose le trovo ancora attuali, altre mi danno il sorriso....comunque ottimo materiale su cui riflettere.


Roberto

Inviato: 31/3/2006 15:00
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Re: IL LINGUAGGIO FOTOGRAFICO
Utente non più registrato
Caro Roberto,
ricordo ancora l'effetto che hanno fatto quei due numeri di Progresso Fotografico. Angelo Schwarz, alcuni anni, fa mi ha raccontato il fermento che c'era in redazione, le discussioni, la ricerca, Preti, Salbitani, la volontà  di scuotere la cultura fotografica italiana. Gli anni Settanta, dove l'attività  di Lanfranco Colombo era consolidata con al nascita del SICOF, l'istituzione a Bologna della cattedra di Storia e Tecnica della fotografia, tenuta Paolo Monti e poi da Italo Zannier, Daniela Palazzoli e Luigi Carluccio con "Combattimento per un'immagine", gli articoli di Giuseppe Turroni, il volume "Estetica della fotografia" di Renzo Chini, sono stati tutti avvenimenti di rinnovamento della cultura fotografica italiana. Come al solito c'è stata una suddivisione ideologica tra puristi e rivoluzionari, in realtà  la grande quantità  di immagini presenti in importanti mostre (Venezia - Firenze 1979), la diffusione di libri (Idea Book), le riviste Popular Photography, edita da Colombo e P.F., hanno creato grandi discussioni nei circoli fotoamatoriali, ma formato una grande quantità  di giovani, aperto alla fotografia la scuola, ecc..
Leggere oggi quei numeri forse è utile ancora, se non altro, per tentare di uscire dalla persecuzione romantica del "fotoartista" e per darsi un metodo di lettura, elementare fin che vuoi, ma codificato secondo principi condivisi da altri settori della cultura come la poesia e la letteratura.
Ciao Candidus,

Inviato: 1/4/2006 21:21
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Re: IL LINGUAGGIO FOTOGRAFICO

Iscritto il:
26/5/2005 15:12
Da Orsay (Parigi)
Messaggi: 456
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ormai qualche settimana fa, incuriosito da questo post, mi sono comprato anche io progresso fotografico serie oro.
che sorpresa! me lo sono letto tutto dalla prima all'ultima riga, e me lo devo rileggere con calma con carte e penna. alcune considerazioni non sistematiche a ruota libera.

ho sempre sentito dire che gli anni settanta (io purtroppo sono nato quando erano già  finiti) erano gli anni dell'impegno sociale, politico culturale... che i ragazzi discutevano fra loro, capivano, imparavano e che oggi sono gli anni del qualunquismo, dell'approssimazione, della scadenza.
leggendo questi due vecchi numeri non posso che dar ragione a questa tesi semplicistica. gli spunti di riflessione sono ottimi e numerosisissim, soprattutto gli articoli introduttittivi sono di altissimo livello, già  allora davano per scontanto che quello che interessa non è "passare ore a fare la prova dell'immpianto stereo e limitarsi tutta la vita a dire uno, due, tre prova, ma farlo suonare davvero", già  veniva messo il dito sul luogo comune che la fotografia è oggettiva e rappresenta la realtà . non posso non ramaricarmi di constatare che nessuna rivista che trovi in edicola sia soddisfacente, sono tutte di basso livello, la metà  sono recensioni vendute che cmq non competono con dpreview, la parte tecnica resta sempre elementare, si vedono sempre le solite 4 foto dei soliti 4 generi e la parte artistica e estetica è uasi sempre assente. forse marco mi puo' consigliare qualche vera rivista americana? postfactory photography per esempio è stupenda.
un'altra cosa che mi ha stupito è la pessima qualtà  delle imagini riprodotte. ma con che stampavano le riviste? mentre dal punto di vista dei contenuti mi sono stupito di constatare che si facevano più manpolazioni dell'immagine in co che con ps!
insomma, grazie grazie grazie per questa sezione magnifica e per discutere anche di fotografia oltre che di macchine fotografiche
ciao
f

Inviato: 26/4/2006 9:46
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Re: IL LINGUAGGIO FOTOGRAFICO

Iscritto il:
24/4/2006 9:25
Da Torino
Messaggi: 197
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Ogni tanto io mi diverto a sfogliare le riviste di fotografia degli anni Settanta, soprattutto "Fotografare", quando parlava di fotografia e non di onomanzia, quando si rivolgeva anche ai fotografi seri e non solo a quelli che tutti gli anni a giugno vogliono sapere come si fotografa al mare.
E' vero, come dice Fabiano, che le fotografie erano stampate male (ma anche sui libri era così); è vero che sul "linguaggio" della fotografia si scrivevano cose profonde accanto a cose banali, ma la qualità  globale della pubblicazione era ben altra, rispetto ad oggi.
Il lettore era rispettato e considerato, non preso per i fondelli. Si cercava di diffondere la fotografia innalzando la qualità  del target, per usare un termine pubblicitario, educando il lettore alla "buona" fotografia. Il fotoamatore era colui che si preoccupava della qualità  del teleobiettivo in uso se voleva fare ritratto o fotonatura, della vignettatura del grandangolo... di cose, insomma, che costituiscono le conoscenze basilari per chi vuole utilizzare degli strumenti di lavoro. All'epoca si lavorava in manuale o al massimo a priorità  dei diaframmi e bisognava sapere quello che la macchina stava facendo. Gli zoom erano appena agli inizi e la loro qualità  lasciava a desiderare. Il fotoamatore leggeva, si interessava, diventando talvolta più esperto di certi professionisti (che ho conosciuto) i quali usavano la hasselblad per i matrimoni impostando l'obiettivo fisso a f/8 e il Metz sempre alla massima potenza con la negativa da 21 DIN (gli ISO erano di là  da venire e i fotografi piemontesi preferivano ragionare in DIN tedeschi piuttosto che in ASA americani).
E se è vero - come è vero - che il target di una rivista si vede soprattutto dalla pubblicità , allora il target di "Fotografare" era all'epoca piuttosto elevato, perché vi si trovavano spesso pubblicizzate la Sinar F, le Linhof, la Koni Omega e la Mamiya Press. Roba da professionisti, segno che la rivista si rivolgeva anche a loro.
Chiedete oggi a un fotoamatore, anche di quelli che leggono le riviste, che cos'è la vignettatura, poi ne riparliamo.
Ciao.

Inviato: 27/4/2006 8:46
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Fotografia non è rappresentare il mondo ma saper guardare dentro se stessi...
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Re: IL LINGUAGGIO FOTOGRAFICO
Utente non più registrato
Mi piace il tuo post Michele....in effetti hai ragione una volta il lettore lo si prendeva molto meno per i fondelli.
Oggi ci sono troppe riviste, tutti si cercano delle argomentazioni esclusive.....persino i redazionali ed il modo di fotografare culi e tette ha assunto connotazioni che vanno ben oltre il semplice concetto di estetica e di buon gusto....in questa rincorsa all´esclusivo, al sensazionale al non si sa´ bene cosa si e´ perso di vista il lettore.
Ad ogni alle riviste non importa piu´ un beato cazzo di queante copie vendono, sono molto ma molto piu´ importanti le copie stampate e distribuite ....sono i numeri che servono per gli inserzionisti.
Una volta erano i redattori i Signori, i padri padroni delle redazioni e quindi delle riviste, la redazione era il cuore pulsante delle riviste.....oggi tutto e´ cambiato i veri signori sono quelli dell´ufficio marketing, sono loro che decidono tutto persino come deve essere fotografato un culo od una tetta per essere compiacenti a quello o quell´altro inserzionista.....sono logiche di mercato abberranti quanto si vuole ma purtroppo sono le regole del marcato attuale.
Hai ragione Michele una volta in Il Fotografo si parlava molto di fotografia cosi come in Progresso Fotografico in cui si parlava molto di tecnica, al punto che molti professionisti non si perdevano un numero.
Certo era importante la conoscenza tecnica ma poi secondo me molti mediocri fotografi rimanevano la´ a farsi le seghe mentali se era meglio Canon o Nikon e poi se si andava a vedere riuscivano solo a produrre del fotografie che facevano cagare.....

Uno dei piu´ grandi e rivoluzionari fotoreporter "Wegee the Famous" usava una Speedgraphic con due tacce sulla messa a fuoco e di conseguenza usava due diaframmi per segliere quanta profondita´ voleva ...e sempre lo stesso lampo, di giorno e di notte....sviluppava e stampava a contatto in macchina.....eppure un genio, credo pero´ che alla domanda sulla vignettatura ti avrebbe risposto parlandoti di vini e di sigari....

Per quanto riguarda la stampa ai giorni d´oggi c´e´ stata una vera rivoluzione CTP o stampa stocastica, macchine tipografiche a 6 colori in linea, pressioni di stampa controllabili in modo icredibile, gestioni degli inchiostri impensabili...per non parlare degli inchiostri stessi.....una volta in tipografia stampavi in biancoe nero(retinato) oggi la domanda che ti fa´ il tecnico di stampa e´ quale nero o meglio ancora quali neri......il progresso avanza e a volte non lo si vede se non facendo dei raffronti con tecnologie preistoriche...


Roberto

Inviato: 27/4/2006 9:29
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Re: IL LINGUAGGIO FOTOGRAFICO

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9/12/2004 21:10
Da Toscana
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Forse ho fatto male, ma non sapevo piu' dove tenerle.
Avevo quasi tutti i numeri di Fotografare, dal N.2 in poi.
Da quando la rivista era' piccolina, per poi ampliarsi nel tempo. Prima di gettarle avevo dato una scorsa, ma a parte l'emozione di rivedere macchine fotografiche ormai scomparse da tempo, gli articoli e le fotograie non mi avevano emozionato piu' di tanto. Ho tenuto invece, e li ho messi in una libreria nel mio rifugio fotografico, vari numeri di Progresso fotografico, Tutti i fotografi, Foto pro e Zoom.
Moltissimi articoli e moltissime foto di queste riviste sono ancora attualissimi. Addirittura ci sono spiegazioni di come lavorare in sala di posa con il banco ottico, con disposizione del soggetto, delle luci, dei pannelli rifletttenti, che a volte non si trovano su testi specifici. Ed erano articoli di professionisti, fatti molto bene. E immagini di ritratti veramente splendide. A certi livelli la fotografia non tramonta.
A volte mi sono scervellato per riuscire a capire come certi artisti avevano potuto intonare certi ritratti al verde, al rosa. Spiegavano con dovizia di particolari di variazioni nei tempi di sviluppo e altre alchimie varie, processi per me inavvicinabili anche quando per un breve periodo ho stampato a colori. Ho tentato di ottenere risultati simili lavorando al PC, ma e' tutta un'altra cosa. Secondo me e' un mondo, una professionalita' che abbiamo perso, forse per sempre.
Ciao,
Renzo

Inviato: 27/4/2006 10:06
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Re: IL LINGUAGGIO FOTOGRAFICO

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24/4/2006 9:25
Da Torino
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Secondo me non abbiamo perso quella professionalità , l'abbiamo solo accantonata per esigenze di produttività  e rapidità . Ma i testi sono lì, le istruzioni le abbiamo, le procedure sono descritte, e finché esisteranno le biblioteche quelle informazioni non andranno perdute. Ho un amico di Genova che fotografa con la Sinar F e poi stampa le immagini su gomma bicromatata. Lui possiede un know-how che ben pochi professionisti hanno, ma solo perché il professionista di solito non ha il tempo per fare l'artista, se vede in aula il ministro Calderoli che si infila le dita nel naso lo deve immortalare con il supertele ultraluminoso stabilizzato e il sensore regolato su 3200 ISO. Non ha scelta, non puà dire aspette aspetta che adesso sperimento un'esposizione creativa. Lo stesso faceva Weegee, che fotografava la cronaca nera in grande formato. Usava il mirino sportivo della Speed Graphic e il Grafmatic Sheet Film Holder che permetteva di impressionare sei lastre in rapida sequenza senza mai estrarre il caricatore. Per forza che si doveva fare le tacche sulla slitta di messa a fuoco!
Certo che al computer è un'altra cosa, non potrai mai ottenere quello che fai in camera oscura. ma ho sempre detto che la fotografia digitale e la fotografia chimica sono cose diverse, non comparabili e solo parzialmente sovrapponibili. Ognuna delle due ha il suo linguaggio, proprio come il cinema e la televisione, che non si oppongono ma si completano a vicenda.
Ciao.

Inviato: 27/4/2006 12:00
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Re: IL LINGUAGGIO FOTOGRAFICO

Iscritto il:
9/12/2004 21:10
Da Toscana
Messaggi: 8283
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Ciao Michele,
il fatto e' che quei fotografi a cui facevo riferimento non sviluppavano e stampavano in proprio, ma facevano capo a due tre stampatori di fiducia a cui spiegavano cosa volevano e questi mettevano a disposizione la grande esperienza e professionalita' e completavano l'opera del fotografo.
Io temo che questi stampatori non esistano piu', mon esisteranno piu', perche' nessuno avra' l'opportunita' di farsi la loro esperienza. Non e' soltanto un fatto di teoria, tanti effetti sono il risultato di una grande padronanza con bagni e temperature, consapevolezza che deviando di quel tanto dalla prassi normale si ottengono certi effetti che possono essere sfruttati a scopo creativo...non credo che questo sia scritto da qualche parte.
Siamo e saremo costretti ad usare il digitale, nel bene e nel male.
Ciao,
Renzo

Inviato: 27/4/2006 16:46
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Re: IL LINGUAGGIO FOTOGRAFICO

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25/8/2005 8:38
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Io penso che 'fine art' caratterizzi una filosofia della gestione del processo creativo (quello che si chiama 'labor of love' in inglese, o se volete 'grande artigianato' in italiano). Che gli strumenti venissero usati 50 anni fa o 5 non dovrebbe contare nulla.

Non vedo francamente differenza tra chi passa notti insonni con le mani impaciuccate dentro a soluzioni al platino e chi si brucia le retine davanti ad uno schermo di PC che gira Photoshop. Entrambi stanno sudando sette camicie per ottenere un qualcosa che li renda orgogliosi della loro Arte.

Poi il mercato premiera' un metodo piuttosto che un altro perche' piu' di moda, un modo sara' piu' 'in sintonia' con quello che sente la societa' in quel momento, l'artista stesso (per motivi artistici, commerciali, o un po' di tutti e due) scegliera' un processo creativo piuttosto che un altro, ma questo e' un discorso che trascende il commento fatto nel paragrafo sopra.

Noi adesso guardiamo con reverenza le cartoline-ritratti fatte 120-150 anni fa e forse non ci rendiamo conto che allora questo genere di fotografie erano (1) un fenomeno di massa; (2) snobbate dai 'veri' fotografi; (3) infinitamente meno belle dei dagherrotipi; (4) molto meno delicate; (5) potevano essere fatte da assistenti pagati nulla; (6) si rivolgevano ad un pubblico di massa; (7) fecero la fortuna di alcuni astuti fotografi che cavalcarono la moda dei ritrattini tascabili per decenni; (8) diede un tremendo impulso allo sviluppo di processi chimici sempre piu' semplici, del quale tutti, inclusi i 'veri' fotografi, beneficiarono molto.

Mxa/Marco

Inviato: 27/4/2006 17:47
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Re: IL LINGUAGGIO FOTOGRAFICO

Iscritto il:
24/4/2006 9:25
Da Torino
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Citazione:

Falcopardo ha scritto:
Io temo che questi stampatori non esistano

Sherzi! Il mio stampatore, Lorenzo Avico, fa proprio questo. Lui è lo stampatore di alcuni grandi fotografi italiani e lavora per mostre e artisti, enti e fondazioni. Secondo me è uno dei migliori ma non è l'unico. Qui a Torino conosco almeno altri tre stampatori fine art che lavorano come dici tu.
Ciao.

Inviato: 30/4/2006 0:12
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Re: IL LINGUAGGIO FOTOGRAFICO

Iscritto il:
24/4/2006 9:25
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Citazione:

Falcopardo ha scritto:
Io temo che questi stampatori non esistano

Sherzi! Il mio stampatore, Lorenzo Avico, fa proprio questo. Lui è lo stampatore di alcuni grandi fotografi italiani e lavora per mostre e artisti, enti e fondazioni. Secondo me è uno dei migliori ma non è l'unico. Qui a Torino conosco almeno altri tre stampatori fine art che lavorano come dici tu.
Ciao.

Inviato: 30/4/2006 0:13
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