Ho deciso, finalmente, di rivolgermi ad un laboratorio professionale che mi è stato suggerito qualche tempo fa su questo forum.

Dal momento che sono uno che fa poche foto, di conseguenza, mi ritrovo a dover accumulare una sostanziale quantità di pellicole esposte (New Kodak Portra 400). Questo mi consente o costringe a, anche per economizzare sulla cosa, inviare il materiale da sviluppare quando ho già parecchi rulli esposti.

Fino ad ora ho conservato sottovuoto le pellicole esposte, mantenendole in frigorifero in un ulteriore contenitore.

Sinceramente non so se faccio bene o meno quindi, sono grato a tutti per nuovi suggerimenti in merito alla conservazione.

Grazie in anticipo.

Qualche tempo fa ho avuto lo stesso problema e mi sono informato in giro anche su forum internazionali (non nel senso che ne sappiano di piu' di f1.4, solo nel senso che ho cercato di fare una mini statistica). Le risposte molto consistenti sono state: (1) evitare troppi cicli caldo-freddo (non il tuo caso) e (2) non superare una durata di un anno o due tra l'esposizione e lo sviluppo. Tutti mi hanno assicurato che tenere negativi esposti per qualche mese nel frigorifero non fa assolutamente alcuna differenza. Questa e' la voce del popolo Poi magari ci sono studi rigorosi e scientifici in materia, ma in questo non posso aiutarti.

Le pellicole esposte e conservate in frigo sono come gli alimenti congelati: tirati fuori dalla nevera vanno subito cotti.

Comunque, non sono mai arrivato ad un anno o due e forse nemmeno ad un mese di conservazione. La cosa che mi preoccupa ora, è relativa alla fase di trasposto. Posso usare qualche accorgimento anche in questo caso ? Avanzare qualche proposta al corriere ?

Citazione:
Pregarlo di non perderli... , è il rischio maggiore che si corre.
Dài, stiamo parlando di pellicole, non di organi per il trapianto... non fasciamoci la testa.

Per la conservazione di pellicole esposte per tempi dell'ordine dei mesi va benissimo il frigo. Le metterei in scatole chiuse per evitare condensa, ma eviterei il sottovuoto.

Per tranquillizzarti ulteriormente ti posso dire che i miei viaggi di reportage sono stati spesso lunghi anche mesi, soprattutto quelli in climi caldi, e non ho mai avuto problemi.
Parlo, naturalmente, di mesi con temperature medie di 40 °C.
Lo stress maggiore che hanno subito 250 TriX (sia quelli non esposti che quelli che man mano venivano esposti) dentro la classica capanna con tetto in paglia e con temperature che oscillavano tra i 30 e i 58 °C, per sette mesi, in Sudan. Unico accorgimento: buste sigillate a caldo contro la sabbia sottile.
Stesso discorso anche per le Ektachrome e le Velvia.
Mai avuto problemi. Ecco un esempio (Tratto dal web e la scansione è dell'editore)

Allega:

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Grazie ragazzi