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Filmato: stampa dye transfer 30x40"
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Visto che di questa tecnica sempre più "rara" se ne è parlato recentemente sul forum, date una occhiata a questo filmato (cliccare su dye transfer).






Inviato: 26/6/2008 16:34
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Re: Filmato: stampa dye transfer 30x40"
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Da lombardia
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è davvero quel bel casino che mi ero sempre immaginato che spiega perchè questa tecnica è praticamente andata in disuso (oltre alla decisione commerciale di Kodak di mandarla in pensione, si capisce), a prescindere dalla ottima qualità  ottenibile (di cui peraltro poco si intuisce nel filmato).

Quello che proprio non riesco a capire è come facciano a sovrapporre i vari fogli che trasferiscono i pigmenti, mantenendo il registro perfetto. Apparentemente sembrano andare quasi ad occhio. Ma il registro deve essere assolutemente rigoroso, credo, e con quel sistema davvero non capisco come possano riuscire...


Inviato: 1/7/2008 7:59
Tessera C.F.A.O n. 3

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Re: Filmato: stampa dye transfer 30x40"

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Che meraviglia!

Inviato: 1/7/2008 8:34
Giuseppe
Tessera C.F.A.O. n°32......
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Re: Filmato: stampa dye transfer 30x40"
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Se non ricordo male, nel filmato di Luminous Landscape in cui si vedeva Ctein realizzare una dye transfer, le tre "immagini" a colori venivano "registrate" con un sistema meccanico di fissaggio ad una estremità , cioè Cten praticava dei fori che permettevano di fissare le immagini a dei pioli, il che garantisce una perfetta sovrapposizione.

Comunque questa è la descrizione del passaggio, tratta direttamente dal sito di Ctein:


"I must carefully register the three color images. Before squeegeeing down a matrix, I press punched holes in the film over pins set in one end of the transfer easel and then roll the matrix onto the paper starting at the pinned end. "






Inviato: 1/7/2008 9:22
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Re: Filmato: stampa dye transfer 30x40"

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Da Pistoia
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di questa tecnica non ne avevo mai sentito parlare, ho visto il video ma qualcuno me la saprebbe spiegare? grazie

Inviato: 1/7/2008 10:44


Samuele...
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Re: Filmato: stampa dye transfer 30x40"
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Da Roma
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Interessantissimo!

Comunque anche io mi chiedo come sia possibile, anche con l'ausilio di pin e fori, riuscire a mantenere durante il processo quella precisione di 1/6 di millimetro necessaria a garantire una adeguata resa dei dettagli fini... 1/6 di millimetro è veramente un'inezia, fori di registro o meno (fosse anche 1/4 accontentandosi un po').
Qualcuno ha mai analizzato da vicino i dettagli fini di una stampa dye-transfer?
O si lavora sul fatto che per il tipo di stampa, è più importante la resa complessiva di toni e colori piuttosto che la resa dei dettagli?

Fer

Inviato: 1/7/2008 11:15
Tessera C.F.A.O. n°14
Gallery (pBase)

** Si ricorda di leggere bene il REGOLAMENTO ** ....
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Re: Filmato: stampa dye transfer 30x40"
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Fernando, le uniche dye transfer che ho visto erano una serie di immagini di Egglestone, le stampe non erano grandi (circa 30x40cm) e non ho notato problemi di precisione sui dettagli fini, però devo ammettere che guardavo le stampe più da un punto di vista espressivo che tecnico, quindi magari mi è "sfuggito" qualcosa...

Per Samuele: semplificando molto, si tratta di sovrapporre 3 negativi/matrici, una "imbevuta" di cyan, una di magenta e una di giallo, al fine di ottenere l'immagine finale.
Ho visto pochissime stampe dye transfer, ma quello che posso dire è che sono rimasto stupefatto dalla purezza, brillantezza e "profondità " dei colori, raramente ho visto qualcosa del genere, qualcosa che si avvicina sono le migliori cibachrome realizzate dai migliori stampatori.

Qui un articolo di Ctein in cui spiega il processo e racconta che oramai è un arte in via di estinzione, infatti il Pan Matrix Film necessario per le dye transfer è stato dismesso dalla Kodak.






Inviato: 1/7/2008 12:00
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Re: Filmato: stampa dye transfer 30x40"

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21/4/2008 14:53
Da Pistoia
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grazie mille

Inviato: 1/7/2008 14:37


Samuele...
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Re: Filmato: stampa dye transfer 30x40"
Utente non più registrato
Ok tocca spiegare......
il filmato omette la puntigliosa ed alquanto complessa messa a registro dei film
per altro il complesso sistema dei perni di registro consente davvero la precisione necessaria, e la relativa viscosità  dei chimici impiegati rende impossibile lo slittamento della matrice...
Mi sento comunque di sconsigliare a tutti il superamento del 40x50 come formato utile.... le difficoltà  sono davvero insormontabili, oltre che gli spazi richiesti sono industriali.... quello che questo filmato omette è la difficoltà  nel mettere a registro e la difficoltà  nell'avere un laboratorio così ben organizzato.
Dye transfer, fatto sovente richiede una camera oscura dedicata con la possibilità  di lavare i pavimenti a pompa e con diverse rastrelliere per far asciugare le copie che non si possono appendere... oltre al costo di un tavolo perfettamente piano con i perni di registro per le grandi dimensioni.

Oggi invero con gli ingranditori digitali è facilissimo realizzare le pellicole e anche molto veloce e la tecnica sta subendo una enorme riscoperta.......
Premetto però che per stampare un digital dye transfer con facilità ... l'investimentoè oneroso... una per tutte il rullo di caucciu che uso per il 30x40 costa solo rullo oltre 400 euro, e ce ne vogliono per tutti i formati..... insomma attenzione a facili innamoramenti... per altro sarete ripagati di tutto... niente rende come il Dye Transfer.

Inviato: 1/7/2008 20:10
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Re: Filmato: stampa dye transfer 30x40"
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Da lombardia
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Citazione:

ellemme ha scritto:
Ok tocca spiegare......
...............................
.................................
Oggi .... la tecnica sta subendo una enorme riscoperta.......



Grazie delle utilissime info . In effetti non era possibile che la messa a registro delle matrici avvenisse nel modo approssimativo che il filmato sembra suggerire

Curiosità : ma se la tecnica Dye Transfer sta subendo questa riscoperta che dici, chi fornisce i materiali, visto che Kodak sono ormai molti anni che ne ha cessato la produzione?
Sia chiaro: non mi frullano in mente idee malsane. Non ho tempo, spazio, soldini ed anche voglia da dedicare al Dye Transfer. Ma la curiosità  credo sia legittima


Inviato: 2/7/2008 8:56
Tessera C.F.A.O n. 3

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Re: Filmato: stampa dye transfer 30x40"
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scusate a me non è chiaro come faccia il negativone ad inzupparsi di inchiostro... che materiale è? come è cerato?

comunque molto affascinante! ma si riesca con la sola tricromia ad ottenere una scala tonale completa colori saturi e neri intensi?
comunque sembra di vedere una stampa a sublimazione fatta a mano eheheheh

ciao
daniele

Inviato: 2/7/2008 9:10
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Re: Filmato: stampa dye transfer 30x40"
Utente non più registrato
Non sono "inchiostri", e nulla è "cerato", le matrici assorbono per capillarità  il pigmento puro e lo ritrasferiscono sotto l'azione di una pressione che deve essere assolutamente uniforme.....
Essendo un procedimento analogico non vi sono problemi di quantizzazione discreta della scala tonale..... se a questo aggiungiamo le qualità  visive di incredibile profondità  e ricchezza dei toni derivate da un contrasto di 500:1 che solo il dye transfer raggiunge ecco spiegato il magico mistero.......
Se qualcuno è interessato alla chimica e alla fisica del DYE rimando al solito Glafkides, edizione in due volumi.... non quella minima in un volume solo di medio formato.
Se invece siete lontani da una laurea scientifica andate sul solito sito di Ctein, ricco di info per tutte le culture e scevro di imprecisioni.....

EFKE produce ancora le matrici...... la chimica meglio farsela da se se si intende stampare molto, i costi diventano miracolosamente abbordabili.

Inviato: 2/7/2008 12:30
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Re: Filmato: stampa dye transfer 30x40"
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14/4/2007 23:27
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ops... non volevo scrivere "cerato" ben si "creato"...
dici che le matrici assorbono per capillarità , ma come? nel video sembrano negativi su acetato, immagino che sia qualcosa di diverso... sono fotosensibili e si creano sotto l'ingrnditore? assorbono i pigmenti in modo diverso a seconda delle zone perchè il materiale è più o meno denso a seconda della densità  dell'immagine impressa sulla matrice?
è veramene una tecnica affascinante!!!

ciao
daniele

Inviato: 2/7/2008 12:52
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Re: Filmato: stampa dye transfer 30x40"
Utente non più registrato
Leggete quanto scrive CTEIN sul dye nel suo sito è tutto ben spiegato.....

Thanks to Ctein by ELLE, this is the page about DYE TRANSFER.


Dye transfer prints are simply without peer. They have a richness, depth, and fidelity unmatched by any other kind of photographic print. They can show extraordinary subtlety of tone and hue, combined with a brightness range of 500:1 from blackest black to whitest white. Nothing else comes close to the magnificence of a dye transfer print.

After 70 years, dye transfer printing has become a nearly-lost art.

When museums and collectors wanted the absolute finest in color printing, they called for dye transfer. But today, only a few dozen people in the entire world still make dye transfer prints. Just a couple of artists can make dye transfer prints directly from color negatives as I do. Dye transfer printing's a very exclusive club!

How did this state of affairs come about? First, dye transfer printing is very time-consuming and expensive. Making the first 16" x 20" dye print from a negative costs me over $100 in materials and several days' time. Dye transfer printing also demands extraordinary skill, understanding, and good artistic judgement.

Second, dye transfer printing requires special materials which were made only by the Eastman Kodak Company. In 1991 Kodak discontinued a special film called Pan Matrix Film which I need to make prints directly from color negatives. In 1994 Kodak abruptly and without warning ceased production of Matrix Film (used for printing from separations) and all other dye transfer materials.

How is it that I am still making dye transfer prints? When Kodak stopped making Pan Matrix Film I faced with the possibility of never making another color-negative dye transfer print. As an artist, I couldn't stand the idea of spending the rest of my life thinking, "Gee that's a pretty nice print... it would have been so much lovelier as a dye transfer." I mortgaged myself to the hilt and packed a large amount of this unique film in a deep freeze. When Kodak ended all production, I stockpiled enough chemicals, dye and paper to allow me to continue printing. I went deeply in debt from this, but I can continue creating my art for at least several more years.

Those few of us still making dye transfer prints survive on such hoarded supplies. Kodak's decision to kill dye transfer constitutes an artistic loss of the highest order.

WHAT IS DYE TRANSFER PRINTING?

Dye transfer is very different from other modern color print processes. No other process gives you so many ways to control the look of the final print. That is what makes dye transfer so hard, and it is also what makes dye transfer print so magnificent. Dye transfer provides the photographic artist with the tools to express extraordinary subtleties and nuances. Color prints can be fine-tuned to convey exactly what the artist intended. In dye transfer printing, rarely is the printer limited by the process; dye transfer allows so much control that it is impossible to completely master all its possibilities.

Dye transfer dyes are much closer to 'ideal' than other photographic dyes. The colors are purer. For example, the yellow dye in a dye transfer print is very clean, while ordinary color prints have an orangish yellow which muddies greens and masks subtle variations in reds and oranges. A dye transfer print has better and more accurate color than any other color print. A dye print can have a brightness range of 500:1 or more; no other print, black-and-white or color, matches that.

The dyes in a dye transfer print are very stable. Some conventional color prints now have a light stability better than dye transfer, but they also deteriorate in the dark. Unless you keep the majority of your work on lighted display at all times, dark fading or staining will prove more damaging than light fading. A dye transfer print has a dark-life expectancy, at room temperature and humidity, of over 300 years-- much better than even Ilfochrome. Dye transfers are printed on a double-weight fibre-base paper stock which is known to be stable and archival.

HOW I MAKE DYE TRANSFER PRINTS

Dye transfer printing resembles the mechanical printing process that magazines use to make color pictures. A color printing press uses four separate printing plates, one each for the three primaries (magenta, yellow, cyan) and one for black. Each plate is engraved with a halftone image for one of the colors, which is coated with a thin layer of oil-based ink. The four plates then transfer their ink to the surface of a sheet of blank white paper to make the color pictures. The final picture is not 'created' chemically in the paper; it is assembled on its surface from four separate screened color images.

Dye transfer uses three continuous-tone sheet film plates called matrices. The matrices are soaked in water-based cyan, magenta and yellow dyes. The matrices are rinsed clean of excess dye and squeegeed against a sheet of gelatin-coated paper, much like regular photographic paper but without the silver compounds. The gelatin absorbs the dye from the matrix. The result is a continuous-tone dye image on paper.

The details are a bit more involved...

First, I need to separate out each of the individual color images that comprise a color negative. I use red, green and blue filters to enlarge the individual color negative images onto three sheets of Pan Matrix Film.

Pan Matrix Film is a special film that I can process to produce a "relief image": after I develop and wash the film, the thickness of gelatin left on the film base is proportional to the amount of light that hit the film.

From here on, I can work by ordinary room light. I soak the matrices in "acid-fixing" dyes. A given thickness of matrix gelatin emulsion will absorb just so much acid-fixing dye out of the dye bath. That's what makes dye transfer possible. The thickness of the matrix relief image is proportional to the original exposure, so the amount of dye carried by the matrix is also proportional. More light means more gelatin, which means more dye in the print.

The red-, green- and blue-exposed matrices go into cyan, magenta and yellow dye baths, respectively. I can adjust the contrast of each dye image by changing the acidity of that dye bath. I have sets of different contrast dyes, much as black-and-white printers have different grades of paper. Sometimes, I even use different contrasts for the different matrices to correct for some unusual color balance problem, like aerial photographs that are too blue in the shadows.

The matrices absorb all the dye they can after soaking for 5 to 10 minutes. I rinse each matrix in 1% acetic acid to remove the excess dye from the surface; because the dyes are fixed (held in place) by acid, they don't wash out. Incidentally, the large amounts of dilute acetic acid used in the process leave the prints smelling faintly of vinegar for months-to-years after printing. Don't worry; it's normal.

Now the matrix is ready for printing. I take the first dyed matrix and squeegee it emulsion-down onto a sheet of the dye transfer receiving paper. The dye molecules migrate from the matrix to the paper. After five minutes, I peel off the matrix; I now have a primary color dye image on the receiving paper and there will be almost no dye left in the matrix. I wash the matrix in hot water, after which I can either hang it up to dry or redye it for another print. I repeat the transfer process for each of the three matrices. When I am all done I have a full color dye transfer print.

But it probably won't be right. That first print will be too light or dark, too contrasty or flat, and/or off-color. The shadows may not have the right amount of detail, or the highlights may need a little more sparkle. Or etc., etc.

Dye transfer printing provides me with a daunting number of ways to control the appearance of the print. I can use masks when making the matrices to adjust the color balance, color rendition and tone scale of the print. I can control the density and contrast of each matrix individually during exposure and processing. I can adjust the acidity of the dye baths to change the image contrast and density (which looks different from changing the matrix contrast).

I can lighten or darken an image by changing the composition of the acid rinse baths, and I can add dye selectively to shadows or remove it from only the highlights. I can make additional transfers from each matrix to fine-tune the image. I can adjust each primary color image completely independently of the others, and I can use any combination of these effects. Learning how to judge what corrections will take me from a first print to that perfect final one is what being a master printer is all about.

Finally, I must do all of this with meticulous technique:

If I don't process the matrices with perfect uniformity and consistency, I will get unwanted (and possibly uncontrollable) color shifts or blotches in my prints. Freshly processed matrices are fragile beyond belief; I must work very carefully if I want useable matrices.
I must carefully register the three color images. Before squeegeeing down a matrix, I press punched holes in the film over pins set in one end of the transfer easel and then roll the matrix onto the paper starting at the pinned end.

I use a roller to press the dye-laden matrix into close contact with the paper. If I roll too lightly, I'll get dye bleeding into the liquid trapped between the film and the paper giving me blotchy, unsharp prints. If I roll the matrix down too hard, I'll warp it slightly and get color fringes in the print. Any air bubbles or dust between the matrix and paper prevent the dye from transferring at those spots, making for much retouching and spotting later. I must do everything right while handling large sheets of wet, floppy film and paper.

It's no wonder that few printers make dye transfer prints. But the results are worth all the effort and years of acquired skills.

Inviato: 2/7/2008 14:27
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