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Re: stampe Epson ...incarnati verdi?

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20/7/2005 21:55
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Roberto,
la R2400 è un'ottima stampante e se ben calibrata ed usata con i giusti profili "deve" dare risultati neutri sia a colori che in BW.
La carta che hai citato non è però il massimo per quanto riguarda gli inks K3 Epson ai pigmenti e sono molti gli utenti che hanno evidenziato il problema di una dominate verdina (peraltro molto, molto leggera).

Se hai tempo e voglia, da domenica sera sono a Trento (fino a giovedì)e potrei darti una mano, magari portando lì il mio spettrocolorimetro Datacolor, per vedere di fare un profilo ad hoc. Potrei anche mostrarti diversi tipi di carte che ho già  testato con la R2400 (anche con i K7 e i MIS) e la 3800P.
In caso fammi sapere.

Fabio

PS: i profili canned USA sono mediamente buoni, ma ogni stampante, pur dello stesso tipo, fa storia a sé e quindi non sempre con essi si hanno risultati buoni (e quasi mai eccellenti).

Inviato: 23/10/2008 23:41
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Re: Pulizia sensori camere digitale

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Il primo link era sbagliato; questo è quello giusto:
http://www.italsystem.it/mall/reportbrd.asp?Z=I&G=FC&M=VDT

fabio

Inviato: 22/10/2008 18:30
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Re: Pulizia sensori camere digitale

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Inviato: 22/10/2008 17:43
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Re: Canon 24L 1.4 II diagrammi MTF

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Ma, tenuto conto che i diaframmi che uso normalmente per il mio tipoo di fotografia sono compresi tra 5,6 e 11, devo per forza spendere tutti i soldini che Canon pretende per questo suo gioello, o mi posso contentare del 24mm f: 2,8?
O quest'ultimo è proprio una schifezza, anche ai diaframmi suddetti?
Vorrei prendere un 24mm da portare in montagna, ma non me la sentirei proprio di acquistare il Gioiello, visto il costo e l'uso per cui mi serve; ma neppure vorrei incavolarmi nel vedere bordi ed angoli poco nitidi. O è pretendere troppo (che un obbiettivo di marca sia nitido fino ai bordi se diaframmato a f:8)?
Una casa seria non dovrebbe assicurare una resa altrettanto buona con gli obbiettivi fissi siano essi extraluminosi o con apertura massima a f: 2,8 o f:4? Poi faccia pure una linea amatoriale, con zoom in plastica.
Fabio

Inviato: 22/10/2008 11:04
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Re: carte Hahnemuele

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Daniele,
le differenze non sono solo in quel che hai detto, ma soprattutto nel fatto che la Epson 4880 pro è progettata e costruita per un uso intenso (direi giornaliero e con quantitativi ragguardevoli), la 3800 Pro no (è una R2400 più grande).
Per un fotoamatore, anche piuttosto attivo, che ama stampare da sé, la P3800 va benissimo; per uno stampatore professionista che opera per conto terzi è preferibile la 4880 pro (sempre che il formato non gli stia stretto).
Ciao.
Fabio

Inviato: 21/10/2008 21:52
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Re: album self-made

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Qualche idea buona per rilegare a mano puoi trovarla sul seguente libro:
RILEGATURA, Tecnica, Idee, progetti
di Paola Rosati
Fabbri editori (collana I grandi manualieuro 19,63)
Ciao e buon lavoro
Fabio Maione

Inviato: 19/10/2008 11:58
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Re: artefatti digitali ?

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Fer, molto tempo fa avevamo già  parlato degli artefatti che trovavo nel cielo dei miei paesaggi con la mia DS1 MkII e che tu trovavi con la D5.
Lamentele simili ogni tanto si ripetono, ma è la prima volta che sento dire di una foto rifiutata per via della presenza di artefatti. Credo che sia una grossa delusione per chi opera professionalmente con la fotografia.

Ciao
Fabio

Inviato: 4/10/2008 6:37
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Re: Grandangoli e full frame: che problema!

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Purtroppo un grandangolare che vada bene fino ai bordi costituisce un qualcosa di irrinunziabile, almeno per me, che prediligo i paesaggi (lo stesso puà dirsi per il reportage, in cui però la resa dei bordi non mi pare sia altrettanto rilevante).
Forse non è un caso se molti paesaggisti transitati al digitale preferiscono affrontare la difficoltà  di scattare diverse immagini col 50/85mm in modo da coprire un ampio angolo di campo, per poi unirle in fase di post-elaborazione.
Ma non è semplice, anche perché pure i "paesaggi" non sono del tutto statici e qualche particolare (foglie ed erba mosse dal vento, nuvole, ecc.) spesso non coincide nei diversi scatti.

Io comunque mi aspetto qualcosa dalla nuova tecnologia (v. microlenti diversamente orientate ai bordi e nuove ottiche studiate tenendo presente le esigenze dei sensori FF).

Fabio

Inviato: 3/10/2008 17:50
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Re: Aumentare la grana

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Concordo col fatto che la Delta 400 col Rodinal, una comminazione che a suo tempo ho sperimentato di persona, dia una grana evidente e nel contempo secca e precisa. Ma continuo a preferire, sotto questo particolare aspetto, la Kodak Tri X. Però è certamente una questione di gusti e di approccio a quel determinato risultato estetico che si vuole raggiungere.
Ciao
Fabio

Inviato: 13/9/2008 15:20
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Re: Aumentare la grana

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La Delta 400 è nata ed ha utilizzato una nuova tecnologia (T-grain)proprio allo scopo di contenere la grana.
Per chi cerca l'effetto grana (quella non solo evidente, ma anche secca e nitida) è consigliabile invece usare i film tradizionali, tra i quali la Tri-X Kodak costituisce un punto di riferimento.
Per il trattamento è sconsigliabile usare il Kodak D76 (o il suo equivalente ID 11 di Ilford) perché nella sua formulazione compare in dose massiccia (gr. 100) il solfito di sodio(quantità  ben superiore a quella che normalmente serve per consentire la semplice conservazione degli agenti rivelatori, che nel caso specifico sono il metolo e l'idrochinone); questo dosaggio abbondante è fatto proprio allo scopo di diminuire la formazione della grana, sfruttando l'effetto solvente del predetto sale (effetto che compare solo in percentuali superiori ai 60/70 gr. per litro). Occorre quindi rivolgersi a sviluppi concentrati del tipo "usa e getta" oppure a sviluppi in polvere formulati con dosi minori di solfito di sodio e piuttosto alcalini: molto usati dai patiti della grana sono quindi il Rodinal di Agfa (1+25 o 1+50) e il Kodak Dk-50 (diluito 1+1).
Fabio Maione

Inviato: 13/9/2008 11:45
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Re: Converiosne stampante al BN?

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Gianluca, ti ho battuto per un minuto
Fabio

Inviato: 10/9/2008 16:30
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Re: Converiosne stampante al BN?

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Devi fare delle scelte e solo tu puoi darti la risposta.

Se vuoi stampare "solamente" in BW vale la pena di dedicare una stampante a questo scopo. Nel caso sia questa la tua scelta, ne segue subito un'altra: vuoi stampare solo su carta opaca o ti interessano anche le carte lucide e quelle semilucide (su queste ultime si è concentrata l'attenzione dei migliori produttori di carte fine art, nel tentativo di imitare il cartoncino tradizionale baritato che si usa in C.O.).
In questo ultimo caso sappi che gli inks che hai citato, i Piezography, non sono compatibili con carte lucide e semilucide e, quindi, sei costretto ad utilizzare quelli ai pigmenti di carbone di altri produttori.
In Italia è disponibile un kit realizzato su base inks MIS che permette di stampare su ogni carta e anche con diverse intonazioni (calda o fredda). Il link è il seguente: http://www.photoactivity.com/. Sul sito, oltre ai prodotti in vendita (tra cui inks e carte fine art), trovi discussioni specifiche e una miniera di informazioni.
Se sei vicino a Savignano sul Rubicone nei giorni 12,13 e 14/09/2008, in occasione del festival della fotografia (http://www.photoactivity.com/Pagine/Articoli/040Sifest/SIFEST.asp) potresti vedere e toccare con mano stampe realizzate con tale kit.

Se, invece, non vuoi precluderti la stampa a colori, allora la scelta migliore è la epson 2880 (ha comunque un gamut più esteso della R2400 ed alcuni accorgimenti che costituiscono un reale miglioramento nel colore: http://www.epson.it/internetLive/dctm ... usPhotoR2400_IT.inter.jsp).
L'unico inconveniente di questa stampante (e della R2400) è il costo di gestione degli inchiostri originali K3. In ogni caso avresti un buon BW (che puoi perfezionare usando un RIP al posto del driver e uno spettrofotometro o un colorimetro, come Printfix della Datacolor, per perfezionare i profili, in modo da ottenere una ottima linearizzazione della scala dei grigi). Direi, per quantificare, che con tali accortezze, rispetto ad una stampante dedicata solo al BW, hai una qualità  di poco inferiore, 10-15%, ma conservi la possibilità  di stampare a colori e, soprattutto, non hai i fastidi che danno le cartucce spongless o i CIS, a flusso continuo, che saresti costretto ad usare con inks di terze parti).
Da ultimo ti dirà che se la tua scelta dovesse cadere su una stampante dedicata solo al BW, esiste, come scelta più economica, ma di qualità  eccelsa, la Epson 1400 (per questa stampante, sempre che ti interessino solo le carte opache, esiste un kit specifico messo a punto da Piezography (in Italia lo vende Joy di M. Liva: (http://www.joyweb.eu/index.php?cPath=181_141_271).
Sperando ti esserti stati d'aiuto, ti auguro una buona ed oculata scelta.
Fabio Maione

Inviato: 10/9/2008 16:26
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Re: migliore "tecnica" di stampa BN

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Mi sa che sei tu che non vuoi capire, visto che insisti a richiedere quale sia la tecnica più "performante", a prescindere...da ogni variabile, comprese le ulteriori fasi della filiera (che pure sono indispensabili per ottenere un certo risultato).
Il discorso che tu pretendi si faccia è possibile solo in astratto e lascia il tempo che trova.
Si deve supporre che le immagini previsualizzate da due fotografi siano stati perseguiti con scatti relizzati con madalità  identiche e che entrambi le pellicole, naturalmente identiche, siano state trattate in maniera parimenti identica. A questo punto, supposto che i due negativi ottenuti siano ugualmente ricchi di dettagli e di toni, si vorrebbe sapere quale sia la miglior tecnica per ottenere la stampa più "performante", cioè, sempre secondo la tua ipotesi, con la scala tonale più ampia possibile.
Ti potrei dire la stampa col bromografo, su carta morbida sviluppata in due bagni; ma anche un ingrandimento classico con ingranditore a luce condensata su una carta particolarmente ricca d'argento, come quella a gradazione fissa, magari mascherando e/o bruciando qua e là , potrebbe essere il non plus ultra rispetto a una stampa su carta a contrasto variabile, eseguita con ingranditore a luce diffusa, magari con 2 o 3 esposizioni localmente differenziate eseguite con filtri di contrasto diversi.
Per non dire di un viraggio al selenio, utilizzato in diluizioni tali da non virare l'immagine, ma solo di accrescere la densità  massima delle ombre. E se poi con l'indebolitore qua e là  si schiarisse quale zona particolare dell'immagine?
E allora? Qual'è mai questa tecnica "più performante"?
In definitiva, il tuo è un quesito che trovo semplicemente avvilente, almeno per il mio modo di vedere, che mi infonde una profonda tristezza e mi induce a riflettere su quanto siano oggi lontani Ulisse e la sua voglia di conoscere, o i naviganti che per primi non ebbero paura di affrontare gli oceani allora ignoti.
Io non fornisco ricette già  pronte; mi piacerebbe, invece, di dare stimoli.
Entra unque in C.O. e trova da solo la tua ricetta, poi non accontentarti della soluzione, ma sperimenta ancora; e poi ancora, senza accontentarti mai.
Stammi bene e segui il tuo bel motto.
Fabio
P.S. - Tutto quel che ho detto vale, ovviamente, anche per la camera chiara, l'unica che ormai posso frequentare.

Inviato: 28/8/2008 22:13
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Re: migliore "tecnica" di stampa BN

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Non esiste, e te lo dico da vecchio stampatore (dal 1968)ormai passato alla camera chiara, "una tecnica migliore"; esiste invece "la tecnica migliore per un determinato risultato". Tu hai individuato il tuo risultato preferito: "...per avere un bel contrasto (adeguato al negativo ovviamente) una bella scala tonale con molti grigi e contemporaneamente bianchi e neri con texture fino ai puri."; tuttavia a volte una fotografia che intende comunicare certi messaggi necessita di contrasti tali da sacrificare la scala dei grigi, o nelle luci o nelle ombre.
E questo va tenuto ben presente.
Comunque, se si cerca la scala tonale più estesa possibile, con luci aperte ma non bruciate ed ombre profonde, ma non tappate, si deve partire dalla ripresa (esposizione bilanciata e scelta di un film con ampia scala tonale), poi si passa allo sviluppo del negativo (da effettuare in modo da non sacrificare i toni estremi) e, infine, alla stampa (scelta del tipo di illuminazione, della carta, della gradazione della stessa, del tipo e del modo di svilupparla, adozione di eventuali interventi correttivi come ad es. le mascherature o l'indebolimento).
Siccome il risultato è il frutto di così tante opzioni è opportuno che il bravo stampatore sia a conoscenza di tutti i procedimenti e delle relative fasi di esse; poi la scelta tra un'opzione o l'altra, e quindi tra un risultato o l'altro, è del tutto soggettiva. La stampa finale, infatti, è una semplice interpretazione della realtà ,che puà essere o non essere corrispondente ad essa.
L'unica maniera per diventare degli stampatori in grado di soddisfare le esigenze dei fotografi e/o quelle proprie è capire il risultato che si cerca e applicare, tra le tante opzioni, quella più opportuna. L'unico modo, poi, per riuscire a dominare il processo di ripresa/sviluppo film/stampa, cioè di agire con cognizione di causa al fine di corrispondere, come detto, alle esigenze proprie o altrui consiste nel passare molte, direi moltissime, ore, tutti i giorni o quasi, in C.O., sperimentando ciò che si è appreso da un buon testo o da un amico prezioso.
Ciao e auguri.
Fabio Maione

Inviato: 28/8/2008 20:21
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Re: La tecnica di stampa della mostra su Koudelka

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Citazione:

danipen ha scritto:
le stampe sono state fatte da un lab di Roma con inchiostri piezography su carta hahnemuhle baryta (o fine art pearl, non sono sicuro)
poi sono state montate ...


Non ho visto la mostra e non mi esprimo su di essa.
Però non è certamente esatto quanto riferisce Daniele. Gli inks Piezography, come è noto agli stampatori digitali e come del resto è chiaramente scritto nel sito del produttore, sono adatti solo a carte opache (matte), e non sono compatibili né con la Baryta, né con la FineArtPearl. Pertanto, se le stampe apparivano lucide o semi-lucide, certamente è da escludere che un laboratorio serio possa avere utilizzato gli inchiostri in questione, mentre è plausibile che siano stati usati inks originali a pigmenti Epson o Canon.
Ciao, Fabio

Inviato: 25/8/2008 23:22
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Re: Muri - rassegna fotografica a Trento

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Ciao Luca.
Ho visto anche il resto della mostra, purtroppo nei giorni successivi all'inaugurazione alla quale non ho purtroppo potuto partecipare per i motivi che ti avevo detto.
Come sai i muri e le superfici in genere sono un tema che mi ha sempre emozionato e che ho praticato per anni (nel 1980 a Bologna esposi "L'altra faccia del reale", cioè una serie fotografie di dettagli di muri e di altre superfici, assolutamente reali, ma che erano anche dei "quadri astratti"). La mia ricerca aveva, evidentemente, motivazioni diverse dalla tua indagine, ricca di significati sociali.
Tuttavia nelle tue fotografie io, ma forse sono di parte, ho goduto di più l'aspetto formale, la riuscitissima composizione di masse e segni, di luci e ombre. Il tutto evidenziato dal dominio del mezzo tecnico, sia in ripresa che in stampa (ma se ti mettessi a stampare da solo non te ne pentiresti). Pur abitando a Trento, ma da straniero, non ho riconosciuto i luoghi, di cui neppure conosco le problematiche che hai illustrato, sicché la chiave di lettura, per me, è stata forzatamente diversa. Anche perché, per la verità , i muri di periferia delle nostre città  si somigliano un po' tutti.
Resta il fatto che lo scimpanzé o il bimbo a cui Roberto Vacis avrebbe dato la macchina fotografica non avrebbero portato a casa quelle fotografie che hai esposto, proprio perché sarebbe mancato un progetto e, affidato al caso, il risultato sarebbe stato inutile o perlomeno diverso.
L'unica nota stonata, quindi, dal mio punto di vista è stata la presentazione, troppo infarcita di paroloni e discorsi pomposi, atti ad allontanare il pubblico piuttosto che a chiarire: insomma, un discorso di un intellettuale per una cerchia ristretta di intellettuali, cioè il contrario della comunicazione.
Sulle lavatrici esposte, poi, tutto sta nel dare una definizione dell'arte. I filosofi si sono scontrati con questo problema dai tempi di Platone e ognuno ha pensato di dare una risposta definitiva, ma i fatti hanno sempre dimostrato il contrario. Ma questo è un discorso troppo lungo e difficile. Se vorrai, ci potremmo vedere a Trento, anche per discutere un po' sulla questione stampa digitale.
Ancora complimenti (anche a Michele).
Fabio

Inviato: 27/7/2008 14:32
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Re: Muri - rassegna fotografica a Trento

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Roberto, bentornato.

Da molti anni ho smesso di leggere presentazioni e prefazioni prima di aver visionato le mostre. Guardo e mi faccio la mia idea; poi leggo, e dopo riguardo. Se del caso rileggo.
Sempre diffido di paroloni e di concetti esposti in maniera pomposa.
Detto questo, rinvieri ogni giudizio alla visione dell'intera mostra, dato che anche tu, come me, avrai visto solo le 4 foto esposte da Luca e da Miche (2 a testa) nello spazio ridotto.
Comunque, secondo me e salvo un ripensamento alla luce di quanto appena sopra detto, sia Luca che Marco hanno svolto ciascuno il proprio lavoro seguendo un'idea propria, nata quando ancora la manifestazione in cui si sono inseriti doveva essere concepita. Di qui la discrepranza tra i paroloni del programma e la pulizia calligrafica e formale degli scatti.
Ma non escludo di sbagliarmi.
Quanto alla tecnica di ripresa e di stampa non condivido la tua idea di "fregarsene".
Penso che la tecnica sia sempre funzionale all'idea e che la sua padronanza sia tanto importante quanto il cuore e la mente di chi la usa; quindi il renderla nota non puà che aiutare a comprendere il risultato (tanto quello cercato quanto quello ottenuto).
Stammi bene.
Fabio

Inviato: 8/7/2008 15:10
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Inks Lucia2 e K3

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Prendo lo spunto da altra accesa discussione in cui è stato fatto un espresso invito a studiare le differenze tra gli inks delle stampanti top di Epson (K3) e Canon (Lucia2).
L'argomento mi interessa in relazione ad un prossimo futuro acquisto, ma non ne so molto. Personalmente ho stampato alcune foto A3, sia in BW che a colori, su Epson 3800 e Canon IPF6100, debitamente profilati con un Barbieri, e non ho riscontrato differenze eclatanti; grigi neutri in entrambi i casi, colori di identica saturazione, tinte simili, salvo una minima diversità  sugli azzurri. Ma non ho potuto procedere ad approfondimenti strumentali.
Qualcuno sa dirmi qualcosa di più?
Grazie
Fabio

Inviato: 22/6/2008 7:55
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Re: un consiglio di un avvocato

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Ciao Fabiano,
mi spiace per la tua disavventura. Effettivamente, come tu stesso hai rilevato, nel tuo caso siamo fuori dalla legislazione in tema di fotografia, mentre occorre fare riferimento a quella che tutela l'opera intellettuale in genere.
A mio avviso vi sono tutti i presupposti per poter agire in giudizio e chiedere un risarcimento, ma, dal punto di vista pratico, ti è indispensabile l'assistenza di un avvocato (non è concesso difendersi se non loro tramite), con tutto quel che ne consegue, soprattutto in termini di costi (che devi anticipare e che non è detto riuscirai a recuperare integralmente, anche in caso di vittoria della causa).
Devi mettere in conto anche i notevoli disagi che una causa civile comporta e i suoi tempi (notoriamente lunghi).
Visto che i tuoi tentativi bonari di componimento della controversia non hanno avuto esito felice devi dunque valutare tu se vale la pena di affrontare la causa o meno.
Quanto alla diffamazione che paventi non mi pare che ne sussistano i presupposti giacché l'art. 595 cod.pen. punisce chi offende l'altrui reputazione, mentre tu ti limiteresti a raccontare (ma civilmente e senza termini ingiuriosi) che il museo X ha tenuto il comportamento che hai riferito e che è documentato e documentabile.
Ciao,
Fabio Maione

Inviato: 16/5/2008 15:21
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Re: Cartucce x Epson 3800...

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Che gli algoritmi delle moderne stampanti siano "poco performanti" è tutto da dimostrare. Io ho iniziato a stampare in casa con la prima Epson Stylus Color e da allora ne è passata di acqua sotto i ponti. Oggi uso Epson R2400 e P3800, stampanti per le quali, se si vogliono veramente evitare le interpolazioni del driver, occorre predisporre dei files a 720 dpi (tale è, appunto la loro risoluzione nativa; e non 360). Con un apparrecchio che ha una risoluzione di 3000 x 4000 pixels si stampa una foto a 240 dpi di oltre cm. 30 x 40, affidandosi al ricampionamento del driver.
Se si preferisce invece prima ricampionare per poi stampare a 360 dpi, allora le dimensioni del file aumentano da 34,3 M. a 76 M. (e ovviamente bisogna riccorre a una potente maschera di contrasto), ma per vedere delle differenze tra le due stampe occorre munirsi di lente di ingrandimento.
Per le prove che ho condotto io, poi, neppure con detta lente risulta qualche differenza nel caso di files stampati a 300 dpi senza ricampionatura con PS (o altro) e 360 dpi con ricampionatura (almeno non riesco proprio a vederla).
La cosa migliore, comunque, sarebbe non ricampionare mai e in nessun modo (ma questo significa che con la macchina di cui prima detto ci si dovrebbe limitare a stampare un 20x30 cm.).
In pratica ognuno deve cercare il miglior compromesso per le sue esigenze e per la sua attrezzatura ed è per questo che non esiste un dosaggio standard della maschera di contrasto da poter consigliare.
Fabio

Inviato: 3/5/2008 23:49
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