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Re: zaino sartoriale
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AMMAPPETE!!

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Re: zaino sartoriale

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forse il successivo lo farò fare un poco più alto.

Inviato: 14/3 11:26
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Re: zaino sartoriale

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e finalmente potete ammirare me e lo zaino. per ora l'ho sperimentato su una distanza di 700 metri in leggerea pendenza e ne sono uscito vivo. oviiamente trovo miglioramenti da fare e soprattutto trovare il modo affinchè penda il meno possibile in fuori. dentro trova posto la sinar montata con obiettivo, 7 chassis, esposimetro, panno nero, soffietto floscio. altri piccoli accessori li posso portare con un marsupio.

Allega:



jpg  zaino_sinar.jpg (279.81 KB)
1286_65f2d0ad0efd5.jpg 1890X2796 px

Inviato: 14/3 11:25
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Re: Nuove rogne con la Kodak T-Max 400

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Il fotoriparatore si è fatto sentire: non ha mai visto un difetto simile in quasi 50 anni di esperienza (parlo di Pravo a Milano), ed esclude infiltrazioni di luce dall’otturatore che possano dare quell’effetto. Ovviamente non può essere un dogma divino, ma…

Citazione:

Plafoto ha scritto:
È l'ipotesi che aveva fatto uno dei miei amici e che avevo riportato qualche giorno fa: una pressione anomala in qualche punto della fotocamera, che potesse in qualche modo incidere sull'uniformità dell'emulsione.

Se hai avuto per le mani una F2, ti sarai accorto che non c’è nessun punto che eserciti pressione sul lato emulsione della pellicola, tranne ovviamente sui bordi perforati.

Le prove che suggerisci di fare sono sensate per cominciare a capire se la macchina fotografica sia responsabile o meno, ma dato che il difetto si presenta una volta ogni tanto, si dovrebbero fare altri cicli di prove. Ed io non ho tempo di iniziare un lungo percorso di ricerca delle cause, e neanche la cosa mi appassiona.
L’unica cosa che mi interessa è eliminare quel difetto.
Il modo sicuro sarebbe cambiare macchina fotografica e pellicola.
Non esistendo una sostituta della T-Max 400 (400-800 ISO con quella grana), mi limiterò a cambiare n. di emulsione e fotocamera.
Mi pare abbastanza evidente che quelle strisce sottoesposte compaiano e poi scompaiano gradatamente su fondi uniformemente esposti, e non viceversa. Se quelle strisce fossero sovraesposte, già sarebbe un mistero che le tendine dell’otturatore possano far infiltrare luce solo in determinati rullini, ma così…
Il fatto poi che da un ufficio in Inghilterra mi assicurino che i loro impianti di produzione in Cina non possano avere alcun tipo di malfunzionamento, mi fa sinceramente sorridere. Per cui rimango sempre più della mia idea: pellicola difettosa.


Citazione:

Plafoto ha scritto:
Qui sotto c'è la foto delle bobine su cui viene stesa l'emulsione, 300-600 mt. ogni bobina, dice il testo.
Che in rullini tagliati da bobine diverse si presenti un difetto che produce (solo in alcuni rullini) righe sottoesposte, più o meno nitide, più o meno accentuate, ma con quella più evidente sempre esattamente a 15 mm. dal bordo del fotogramma, e che in più, alcuni di questi rullini provenienti da bobine diverse finiscano allo stesso cliente, a me sembrava un'eventualità estremamente improbabile, al limite dello zero.

Non stanno così le cose, credimi.
Quell’articoletto divulgativo è molto ben fatto, ma abbraccia l’intero campo delle emulsioni sensibili, cioè accomuna pellicole e carte. Sebbene le fasi del processo di fabbricazione siano praticamente le stesse, l’industrializzazione di tale processo cambia tra carta e pellicola.
Quando parla di bobine larghe 90-130 cm lunghe 300-600 metri, si riferisce chiaramente a carta fotografica, che viene prodotta in grandi rotoli e successivamente tagliata in formati o in rotoli più piccoli atti ad essere caricati nelle stampatrici o nei trascinatori. La foto che hai messo, non solo mostra queste bobinone di carta in contenitori a tenuta di luce, ma, dalla quantità, li mostra nel periodo in cui il mondo girava totalmente in argentico.
Non posso credere, e a maggior ragione oggi coi risicati volumi di produzione in gioco, che una pellicola 35 mm venga ritagliata in larghezza e lunghezza e poi perforata, da bobine di grande larghezza. Sarebbe una follia dal punto di vista industriale. Il fatto che un certo tipo di pellicola nei formati 35mm, 120 o 220, e le piane, abbia supporti di spessori diversi, ne è la prova.
E’ estremamente probabile che tutte le operazione che possono essere fatte alla luce vengano eseguite prima, larghezza del supporto a misura, perforazione, stesura strati antialo inferiori; ovviamente in bobine lunghe che poi verranno tagliate.
Successivamente, al buio, stesura dell’emulsione e impressione della numerazione.

Per cui, un qualche tipo di accidente momentaneo lungo questa linea di produzione, può benissimo causare un abbassamento localizzato della sensibilità.

Inviato: 14/3 9:35
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Re: zaino sartoriale
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A parte la foto dello zaino in sè, quando riuscirai a postare le immagini sarei curioso di vederlo indossato.
Perchè uno zaino in grado di ospitare una 8x10" Sinar montata, ancorchè "comodo" , dovrebbe essere di dimensioni mostruose.
Io ho lo zaino grande della F64 (non so se ancora in produzione), concepito per il trasporto delle folding anche fino all' 8x10" , ed è certo bello grosso. Ma folding, comunque.

Inviato: 14/3 8:38

Modificato da luciano su 14/3/2024 14:43:05
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Re: zaino sartoriale

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come al solito ho fallito nell'inserire l'immagine. apoena posso la ruduco di dimensioni e la pubblico.

Inviato: 14/3 8:23
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zaino sartoriale

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il titolo prende spunto dalla saface definizione data da FabioB al mio nuovo zaino. dopo anni di fatiche ho finalmente uno zaino che mi permette di trasportare la sinar8x10 senza smontarla e con discreta comodità. mesi di progettazione e poi in un paio d'ore una cara amica ha misurato,tagliato,cucito e confezionato con telo da camion questo utilissimo accessorio.

Inviato: 14/3 8:22
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Re: negmaster, ne avevamo già discusso?

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conto sulla curiosità di Fer affinchè lo testi per noi...

Inviato: 13/3 8:26
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Re: negmaster, ne avevamo già discusso?

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Non l'ho mai provato. ne ho scoperto l'esistenza pochi giorni fa.

Inviato: 11/3 12:59
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Re: negmaster, ne avevamo già discusso?
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Di questo in particolare, non mi pare se ne sia parlato.
Sembra interessante. Tu l'hai provato?

Inviato: 11/3 9:57
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Re: Nuove rogne con la Kodak T-Max 400

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Interessante, anch'io è la prima volta che sento parlare di questo problema.

È l'ipotesi che aveva fatto uno dei miei amici e che avevo riportato qualche giorno fa: una pressione anomala in qualche punto della fotocamera, che potesse in qualche modo incidere sull'uniformità dell'emulsione.

A questo punto, se i test su infiltrazioni e condizioni di scatto non dovessero dare nessun risultato, indagherei anche su questa possibilità.

Inviato: 11/3 9:33
Riccardo
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Re: Nuove rogne con la Kodak T-Max 400
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Probabilmente non c'entra nulla.
Ma poichè sono andato a curiosare in Casa Foma per iniziare a conoscere queste pellicole che vedo essere usate sempre più frequentemente (immagino soprattutto per la loro economicità), mi sono imbattuto nel foglio tecnico della Foma 200 da cui estrapolo il seguente periodo :

FOMAPAN 200 Creative emulsion contains T-crystals providing high resolution and very low granularity of the film. Relating to this it may emerge its higher sensitivity to mechanical strain mainly during movement of the rollfilm throughout some middle- format cameras. That may result in occurrence of desensitization records on developed negative.
Within first usage of FOMAPAN 200 Creative type 120 it is recommended to test its compatibility with the particular camer
a


Ora, è la prima volta che sento che una pellicola possa soffrire di questo problema di eventuale incompatibilità con una particolare fotocamera ed immagino non possa essere il caso di orso, vista l'estrema erratiticità del problema, il pattern di anomalia riscontrato ed il fatto che la segnalazione si riferisce essenzialmente ai rulli 120.
Tuttavia, è interessante

QUI

Inviato: 11/3 8:07

Modificato da luciano su 11/3/2024 9:48:43
Modificato da luciano su 11/3/2024 9:51:53
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Re: Nuove rogne con la Kodak T-Max 400

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Se mai vorrai fare un test, la mia procedura sarebbe questa:

innanzitutto monterei il 105 mm (senza filtri), che è l'obiettivo che hai usato per il lampione, assicurandomi che anche corpo macchina, dorso e pentaprisma siano gli stessi utilizzati in quell'occasione, poi:

- chiudere l'antina dell'oculare, montare il rullino come al solito e fare due foto qualsiasi, che serviranno come riferimento posizionale.

- montare il tappo copriobiettivo, 1/1000 - f/16, fare due scatti bui, riarmare l'otturatore senza scattare (adesso il terzo fotogramma buio si trova davanti alla finestra dell'otturatore, dietro la prima tendina).

- togliere il tappo copriobiettivo, aprire l'antina dell'oculare ed esporre la macchina a luce abbondante.
Se hai un posto sicuro puoi lasciarla fuori per un'ora o due, alla luce del giorno, capovolgendola a metà tempo, in modo che prenda luce da tutti i lati.
Se non hai un posto sicuro per lasciarla all'aperto puoi inondarla di tanti lampi di flash ravvicinati a tutta potenza e da tutti i lati.

- rimettere il tappo copriobiettivo, chiudere l'antina dell'oculare, scattare e fare altri due scatti bui.

- scattare altre due foto qualsiasi, come riferimento posizionale.

- ripetere tutta la procedura, ma questa volta, dopo i primi due scatti bui, riarmare l'otturatore, scattare senza ricaricare l'otturatore ed esporre alla luce come prima, togliendo tappo, antina, ecc. (in questo modo adesso il terzo fotogramma buio si trova dietro la seconda tendina).
Caricare, fare due scatti bui e altre due foto qualsiasi.

In questo modo otterrai due strisce di cinque fotogrammi presumibilmente trasparenti.
Se non saranno perfettamente trasparenti, riuscirai a riposizionare lo spezzone esattamente nella stessa posizione in cui hai fatto prendere luce alla fotocamera e potrai avere qualche indicazione sulla provenienza delle infiltrazioni.

Fine del test per le infiltrazioni, poi:

aspettare una giornata con condizioni simili a quelle della foto del lampione (sole pieno e cielo terso?).

Sempre col 105 mm (senza filtri), inquadrare solo il cielo e scattare cinque foto con varie combinazioni di tempi e diaframmi, annotando tutti i valori di scatto.
Ripetere gli stessi scatti montando filtro ND e polarizzatore.
Ripetere gli stessi scatti col 180 mm.

Sviluppare e aspettare ("vorrei fare qualcosa!" "stiamo facendo qualcosa, stiamo aspettando!" Ronin, 1998)

Inviato: 10/3 18:44
Riccardo
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Re: Nuove rogne con la Kodak T-Max 400

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Eccomi qua


Citazione:
orso ha scritto:

Vacci a capire…




È proprio questo il punto!

Le mie domande a raffica non pretendevano una risposta, ma solo evidenziare che le variabili in gioco sono troppe e se continuiamo a ragionare sugli scatti che hai fatto non arriveremo da nessuna parte, mentre con qualche test mirato, con parametri definiti e sotto controllo, qualche risposta l'avremmo di sicuro, il che non vuol dire che troveremo la soluzione, ma che potremo almeno escludere alcune ipotesi, come abbiamo fatto per il trattamento in tank, e stringere progressivamente il cerchio.

Oltre alla fase del trattamento, a me sembrava di poter escludere anche il difetto di fabbricazione, dopo la verifica dei diversi numeri di emulsione.

Qui sotto c'è la foto delle bobine su cui viene stesa l'emulsione, 300-600 mt. ogni bobina, dice il testo.

Che in rullini tagliati da bobine diverse si presenti un difetto che produce (solo in alcuni rullini) righe sottoesposte, più o meno nitide, più o meno accentuate, ma con quella più evidente sempre esattamente a 15 mm. dal bordo del fotogramma, e che in più, alcuni di questi rullini provenienti da bobine diverse finiscano allo stesso cliente, a me sembrava un'eventualità estremamente improbabile, al limite dello zero.

Se però vogliamo tenerla come ipotesi aperta, non è un problema, perchè tanto non possiamo farci niente; ma se teniamo aperte due coincidenze così improbabili, a maggior ragione dovremmo tenere aperte tutte le possibilità legate alla fotocamera, per quanto inverosimili possano sembrare.

A un rullino che si trova dentro una reflex non è che possano succedere molte cose.

Come eventi ordinari:

- la pellicola può andare avanti, indietro e per la maggior parte del tempo rimanere ferma.
- può rimanere al buio e ricevere della luce.

Come eventi straordinari:

- può essere esposta a radiazioni di varia natura.
- subire variazioni anomale di temperatura.
- essere intaccata da umidità e acqua.

A me vengono in mente queste possibilità, ma se qualcuno ne ha in mente altre, ben vengano suggerimenti.

Visto che il problema di cui stiamo parlando è una disuniformità di esposizione, su cosa converrebbe indagare?

Allega:



jpg  Produzione pellicole_bobine - Emulsione fotografica-16.jpg (482.00 KB)
2723_65ede80f68b70.jpg 1200X1778 px

Inviato: 10/3 18:42
Riccardo
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Re: Nuove rogne con la Kodak T-Max 400

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Dovrò attendere l'inizio settimana per la risposta del fotoriparatore.

Intanto provo a rispondere ad alcune domande di Plafoto, così avrà di che dilettarsi nel we mentre io farò colazione coi Ritornelli ormai privi di difetti.
(fantastici con un po' di Mermelada de naranja amarga della Vieja Fabrica di Siviglia)




Gli scatti che hai fatto finora non puoi considerarli un test rigoroso, perché la loro osservazione ti aveva portato a una conclusione sbagliata: eri convinto che il pattern di strisce non fosse un timbro e invece l’accostamento dei fotogrammi ha dimostrato che è proprio un timbro, un pattern ricorrente che, come l’impronta di un timbro, cambia solo di intensità.

Cambia anche parecchio l’apparenza delle strisce, a volte molto sfocate, altre volte più nitide. Un timbro un po’ stranuccio…


I dati che abbiamo raccolto finora (i diversi numeri di emulsione, l’allineamento delle righe, la modalità di sviluppo, la distanza temporale tra i rullini dfettosi, lo scorrimento orizzontale delle tendine) ci hanno portato a escludere ragionevolmente alcune ipotesi, come il difetto di fabbricazione, l’aderenza della pellicola nella spirale durante lo sviluppo, il Bromide Drag longitudinale, la disuniformità di scorrimento delle tendine.

Niente mi porta finora ad escludere il difetto di fabbricazione.
Anzi, appreso dall’articolo linkato da Luciano che durante la fabbricazione i cristalli tabulari vengono orientati da un campo elettrostatico, nel caso che quel campo venga accidentalmente e per breve tempo perturbato da un campo elettromagnetico (entrambi vettoriali) diminuendo in certi punti la sua intensità, si otterrebbe qualche metro di pellicola con strisce parallele lungo le quali i cristalli non sono tutti orientati piatti, e lungo quelle strisce si avrebbe una minore sensibilità della pellicola, che porterebbe ESATTAMENTE al difetto di cui stiamo parlando.
(non esistono linee di produzione di qualunque articolo perfette, non soggette a “guasti” accidentali)
Si può invece escludere qualsiasi causa dovuta a fantomatici controlli in aeroporti.



Stiamo cercando di capire perché un difetto così macroscopico a volte c’è e molto più spesso non c’è, a volte è più evidente e a volte meno e si ripresenta a distanza di anni con lo stesso pattern.

Quelle pellicole sono passate solo nell’impianto di produzione e nella mia macchina fotografica. Uno dei due è il colpevole. Preferirei fosse l’unico sul quale sono in grado di agire.


Perchè la striscia è più evidente nella foto del lampione?
C’entra col fatto che, essendo una sequenza, la macchina è stata esposta alla luce più del solito, visto che hai detto che normalmente non tieni la macchina al collo, ma in questo caso probabilmente sì? Oppure ha a che fare con le condizioni di luce al momento dello scatto?

L’intera sequenza è stata fatta in un paio di minuti (aspettavo un uccello che passasse), le condizioni di luce erano normalissime e identiche a tantissime altre foto (sole alto da destra).


Perchè, tra le foto che hai postato, non c’è neanche un interno?

Perché casualmente in quei 3 rullini su 47 non ho fatto foto di interni.



Il fotogramma N° 21, subito dopo la sequenza del lampione, è fatta all’interno?

Esterno pieno sole, 300 mm, 1/2000 sec. Nessun filtro.



Se sì, perché la striscia compare per un tratto e sembra interrompersi bruscamente, come se fosse solo un “prolungamento” di quella dell’ultimo fotogramma del lampione?

Perché poi viene “nascosta” dalla maggior disuniformità dell’immagine.



Il difetto si produce al momento dello scatto? O nel tempo di permanenza della pellicola in una determinata posizione? O durante l’avanzamento, o il riavvolgimento?

O durante la fabbricazione?


Focali, tempi e diaframmi incidono in qualche modo sulla resa delle strisce?

Quasi sempre focali piuttosto lunghe e tempi piuttosto corti. Il lampione 105 f/4 (filtro Pola + ND). Il cimitero non ricordo, ma credo anche lì 105 (filtro Pola). Il fenicottero 180, e gli altri sullo stesso rullino, tutti con le strisce uguali, col 300 e col 600, credo tutte senza filtri, sicuramente senza quelle col 600 perché non ho filtri di quelle dimensioni. Quella col cavallo, unica eccezione, col PC28 decentrato (filtro Pola).
Vacci a capire…



I test servirebbero non per vedere ulteriormente il difetto, ma per capire se sia in qualche modo riproducibile e quindi correlabile a qualcosa, qualsiasi cosa.
Insomma, ci sarebbe un sacco di lavoro da fare…

A me la cosa non appassiona per nulla, mi dà solo fastidio. Inoltre ho pochissimo tempo in questo periodo. A maggio quando tornerò a fotografare cambierò n. di emulsione (l’altra l’ho finita a dicembre) e userò anche l’altro corpo macchina. Incrociando le dita.

Inviato: 8/3 19:09
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negmaster, ne avevamo già discusso?

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ricevo un annuncio relativo a questo software per la conversione dei negativi scannerizzati: https://negmaster.com/ qualcuno lo usa?

Inviato: 8/3 13:12
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Re: Nuove rogne con la Kodak T-Max 400

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Mi sembra una buona idea. Provvedo e aggiorno.

Inviato: 7/3 12:34
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Re: Nuove rogne con la Kodak T-Max 400

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Un'altra cosa che potresti fare, se non l'hai già fatto, è far vedere il difetto a un riparatore, che magari potrebbe avere già visto qualcosa di simile da qualche cliente.

Se non vuoi portare in giro i negativi originali, io farei vedere la foto che hai fatto ai due spezzoni interi, perchè è quella che rende meglio l'idea.

Inviato: 7/3 8:35
Riccardo
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Re: Nuove rogne con la Kodak T-Max 400

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Per quanto riguarda la cenetta, mi accontenterei anche di un sacchetto di Ritornelli (voglio però quelli difettosi eh? )

Il motivo per cui mi sono appassionato al tuo caso è che anch’io, vent’anni fa, ho dovuto affrontare il mio “difetto inspiegabile” e ricordo ancora la soddisfazione, mia e del riparatore, per esserne venuti a capo e adesso la cosa è ancora più appassionante, visto che la macchina è tua e non mia!

Cerco di mettere un po’ in ordine le cose:

innanzitutto lascerei cadere la discussione sull’attendibilità o meno dell’ispezione a occhio, perché in ogni caso non è molto importante e ciò che conta, se avrai la voglia e la pazienza di farli, saranno i test su pellicola.

Gli scatti che hai fatto finora non puoi considerarli un test rigoroso, perché la loro osservazione ti aveva portato a una conclusione sbagliata: eri convinto che il pattern di strisce non fosse un timbro e invece l’accostamento dei fotogrammi ha dimostrato che è proprio un timbro, un pattern ricorrente che, come l’impronta di un timbro, cambia solo di intensità.

Affrontare il problema con approccio rigoroso significa mettere da parte tutto ciò che è valutazione soggettiva e tutti gli elementi che possono falsare il giudizio (come un cielo nuvoloso o la superficie di un prato, in cui non si capisce se il difetto c'è o non c'è), attenersi solo ai dati oggettivi e cercare di creare condizioni di riproducibilità il più asettiche possibile.

I dati che abbiamo raccolto finora (i diversi numeri di emulsione, l’allineamento delle righe, la modalità di sviluppo, la distanza temporale tra i rullini dfettosi, lo scorrimento orizzontale delle tendine) ci hanno portato a escludere ragionevolmente alcune ipotesi, come il difetto di fabbricazione, l’aderenza della pellicola nella spirale durante lo sviluppo, il Bromide Drag longitudinale, la disuniformità di scorrimento delle tendine.

Dobbiamo stringere ulterioromente il cerchio, tenendo presente che stiamo cercando qualcosa che NON riusciamo a immaginare.
Neanch’io riesco a immaginare una tendina che lasci solo alcune strisce correttamente esposte, ma è proprio per questo che voglio escluderlo con un test specifico, perché so che quando troveremo la causa del problema (se la troveremo), sarà proprio qualcosa che adesso non riusciamo a immaginare.

Citazione:

Una cosa importante: non sto cercando peli su uova, difetti che ci sono ma non si vedono tanto sono lievi, ma difetti macroscopici, come da foto allegate.


Non stiamo cercando né peli sulle uova, né difetti macroscopici: quelli li abbiamo già.

Stiamo cercando di capire perché un difetto così macroscopico a volte c’è e molto più spesso non c’è, a volte è più evidente e a volte meno e si ripresenta a distanza di anni con lo stesso pattern.

Perchè la striscia è più evidente nella foto del lampione?
C’entra col fatto che, essendo una sequenza, la macchina è stata esposta alla luce più del solito, visto che hai detto che normalmente non tieni la macchina al collo, ma in questo caso probabilmente sì? Oppure ha a che fare con le condizioni di luce al momento dello scatto?

Perchè, tra le foto che hai postato, non c’è neanche un interno? Il fotogramma N° 21, subito dopo la sequenza del lampione, è fatta all’interno? Se sì, perché la striscia compare per un tratto e sembra interrompersi bruscamente, come se fosse solo un “prolungamento” di quella dell’ultimo fotogramma del lampione?

Il difetto si produce al momento dello scatto? O nel tempo di permanenza della pellicola in una determinata posizione? O durante l’avanzamento, o il riavvolgimento?

Focali, tempi e diaframmi incidono in qualche modo sulla resa delle strisce?

I test servirebbero non per vedere ulteriormente il difetto, ma per capire se sia in qualche modo riproducibile e quindi correlabile a qualcosa, qualsiasi cosa.

Insomma, ci sarebbe un sacco di lavoro da fare e Aprile non è così lontano...


Inviato: 6/3 20:04

Modificato da Plafoto su 6/3/2024 20:20:18
Riccardo
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Re: Nuove rogne con la Kodak T-Max 400

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Plafoto, solo per la dedizione a questo mio problema, una cenetta (-etta nèh, non luculliana, almeno per ora) già te la meriteresti.
Una cosa importante: non sto cercando peli su uova, difetti che ci sono ma non si vedono tanto sono lievi, ma difetti macroscopici, come da foto allegate.
Nella prova che ho fatto ieri, l’occhio non infilato nel bocchettone era chiuso ed appoggiato al dorso aperto della macchina, quindi completamente protetto dai raggi solari.
Vero che per una completa adattabilità dell’occhio al buio un minuto non basta, ma siamo di fronte ad una curva logaritmica. Voglio dire, la pochissima luce che filtra (ammesso che ci sia), che viene percepita come buio assoluto dall’occhio dopo un minuto, per impressionare la pellicola avrebbe bisogno di ore, cosa che per il mio modo di fotografare non può avvenire.
Poi c’è il discorso del pattern che mi ritrovo, che sono righe chiare (sottoesposte) sul negativo esposto correttamente, e non viceversa. Lo puoi vedere bene dalla foto degli spezzoni che ti ho mandato. Pensare che una tendina si deteriori in modo uniforme tranne in corrispondenza di sottili strisce dove rimane integra, mi riesce abbastanza difficile.
Infine la prova su pellicola. L’ho già fatta, e su 44 interi rullini ha dato esito negativo. I cieli tersi e uniformi sono abbastanza frequenti nelle mie fotografie, quindi sicuramente almeno in un 10% dei fotogrammi ci sono. 44x36x10% = 150 foto circa, senza le maledette strisce (e se non si vedono su superfici uniformi, sicuramente non si vedono neanche sulle altre, e per me non ci sono). Perché un otturatore difettoso le avrebbe risparmiate?
Corpo e pentaprisma sono sicuramente lo stesso in tutte le foto postate tranne quella del fenicottero, dove avrebbe anche potuto essere un’altra fotocamera (poi venduta e sostituita dall'attuale secondo corpo), ma non ricordo.

Inviato: 6/3 12:05
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