Quello a cui ti riferisci e' il suo lavoro precedente.

Quello in mostra e' completamente diverso, niente corpi dipinti, solo primi piani dove certe volte si capisce che e' un corpo (per esempio primo piano di seno), altre volte assolutamente no, puro astrattismo.

Io devo sempre cambiare i nomi dei files che escono dalle digitali per tutta una serie di motivi (tipicamente cambiare/eliminare i prefissi assurdi). E farlo automaticamente, mica a mano! Questa operazione, semplice ed elegante in Unix ed in altri diciotto sistemi operativi noti all'uomo, e' di un dolore cosmico in Windows. Be', ho trovato un freeware carino che mi ha tolto il mal di denti.

http://sourceforge.net/projects/renameit

Andrea ha ragione, la mia copia (in inglese, comprata un anno fa) e' la quinta edizione del 2002. Non so quanto sostanziali siano gli aggiornamenti rispetto a quella del 1982, pero'. Magari poco o nulla.

Fino al 13 maggio, quindi affrettatevi.

Serie di foto (formato quadrato) di particolari (quindi mai corpo intero) di nudi femminili in bianco e nero. Purtroppo non ci si e' potuto permettere l'uso di vetri polarizzati per cui le immagini sono pesantemente affette da riflessi di tutti i generi.

Alcune foto sono interessanti per i risultati estremamente astratti, geometrici, che l'autrice ha saputo ottenere. In questo caso il corpo e' solo una specie di palestra dove esercitarsi in astrattismo, poiche' infatti non si riconosce che e' un corpo se uno non lo sa. Altre sono un "gia' visto". Stampe su carta baritata tutte leggermente "blurred", o per lo meno volutamente poco incise.

Ho scoperto ieri che l'eccellente libro "The History of Photography" di Beaumont Newhall, considerato uno dei migliori in lingua inglese sul tema, e' stato infatti tradotto dalla Einaudi ed e' quindi disponibile in italiano. Raccomandatissimo.

Non vedo che male c'e' a postare degli OT. Le mie considerazioni erano tutte rivolte a Grillo, per ilbavarese ho il massimo rispetto

Roberto, hai fatto bene a postare il thread OT se aveva colpito quelche tuo nervo sensibile. Detto questo, i ruspanti membri del forum sono sempre pronti a sparare cannonate, ma escludo che fossero dirette a te!

Ok, e' ora di comprare Royal Dutch, Total, Eni e shortare Shell e Exxon

Luciano, sottoscrivo il tuo commento al 100%.

Torniamo a parlare di fotografia, va'...

Potrebbero essere interferenze costruttive/distruttive, non so. Quello di cui parlo non e' sentito dire: ho il disco (in magazzino adesso) e funziona proprio cosi', un risultato alquanto affascinante. Purtroppo non mi ricordo il titolo dell'LP, ma a settembre, riprendendo il possesso delle mie cose dopo 15 e passa anni, potro' svelare il mistero.

In mancanza di novita' (che spero ardentemente arrivino) sembra che questo 700/750 --- magnificato come un passo in avanti <i> SOSTANZIALE </i> nella categoria degli scanner piani economici --- sia il solito passettino incrementale in avanti, ma niente di speciale. Speriamo di essere sbugiardato con un settaggio accurato degli spessori e l'uso del fluido.

Una trentina di anni fa La Monte Young fece un disco con una singola sinusoide da 440Hz per circa venti minuti. Camminando in giro per la stanza, per effetto dei battimenti, la frequenza cambia. Lo scopo era di mettere l'ascoltatore sul palcoscenico; e' quindi l'ascoltatore che fa il pezzo musicale con i movimenti del suo corpo, sostituendosi cosi' al musicista nell'atto creativo.

Hai ragione, e' un gran bel numero! Capisco lo Schneider a 280mm di tiraggio perche' la luminosita' si paga, meno il Nikon a 260mm di tiraggio, ed e' pure un 360mm, stessa luminosita' del Fujinon.

Alessio,
sei sicuro che non sia il 300mm della Fuji? Fatto fatica a credere ai 250mm di tiraggio per il 400mm. Non e' che ci sia molto da riscoprire in ottica oggi come oggi...

Chiaramente il sogno (proibito?) e' l'APO Tele Xenar 400/5.6 della Schneider. Tiraggio all'infinito e' 285mm, con la piastra che diceva Alessio vai tranquillo, a meno che tu non pretenda di fotografare con il 400mm oggetti a dieci metri di distanza.

Io ho comprato la coppia Nikon 360mm/ 500mm per due motivi (1) uso il tele abbastanza di rado e di svenarmi per lo Schneider non me la sentivo; (2) tutti quelli con cui ho parlato e che hanno provato il Fuji e il Nikon mi hanno detto che il Fuji e' buono ma il Nikon e' decisamente superiore (microcontrasto, piu' che risoluzione).

Nikon e' uscita dal mercato GF, Fuji no. Con un po' di pazienza puoi trovare il Nikon su EBay, ce ne sono in giro. Oltretutto il 360mm ti darebbe un po' piu' di respiro come tiraggio all'infinito (261mm contro i circa 280mm del Fuji). Aggiungo che il Fuji e' decisamente piu' grosso e pesante del Nikon. Se non sbaglio lo Schneider e' enorme, visto che viene montato su un Copal 3 (Nikon e Fuji: Copal 1)

Segnalo il libro uscito recentemente "Storia della fotografia" di Angela Madesani, Edizioni Bruno Mondadori - Campus. 400 pagine, 29 euro.

Inizia con una storia della fotografia per poi passare ad una serie di schede autore per autore. Come sempre in questi casi uno non puo' non notare chi viene lasciato fuori: Franco Fontana, per esempio, ma anche Becher, Struth, Kenna, Caponigro. Non sono riuscito a trovare Tina Modotti ma poi c'e', nella scheda intitolata "Assunta Saltarini Modotti". Avrei preferito fosse catalogata come tutto il mondo incluso quello iperuranico la conosce

C'e' anche una foto di Ghirri intitolata "Parigi" dove si vedono tutti i bei grattacieli di New York incluse le inconfondibili Twin Towers ...hmmmmm...

Ci sono interessanti interviste a Basilico, Ghiglione, Vaccari, Lucas. Ho letto con interesse le schede e le ho trovate molto buone, nel senso che catturano in una pagina o due l'essenza del messaggio artistico del fotografo.

Nonostante le manchevolezze del libro ed il fatto che la fotografia contemporanea sia molto poco trattata (ma essendo il libro nato come libro di testo si puo' perdonare), dato il panorama della produzione e della editoria italiana nei riguardi della fotografia alquanto scoraggiante, una operazione di questo genere merita tutto il supporto possibile. D'altronde la grande produzione e' in lingua inglese e di origine statunitense, con la relativa tendenza ad americo-centrizzare l'argomento (bellissima la classica storia della fotografia di Newhall, ma appunto molto focalizzata sugli USA dal 1920 in poi).

Io cercavo un libro che mi desse anche una panoramica sui personaggi della fotografia italiana di cui colpevolmente so troppo poco, e sicuramente ha assolto la sua funzione. All'interno dei suoi limiti (anche dichiarati) e' un lavoro ottimo per chi vuole avere un panorama a volo di uccello della storia della fotografia e poi buttarsi in approfondimenti su autori con i quali c'e' stato piu' empatia.

*** pompetta ad aria per bocchettone, retro obiettivi ed interno con specchio abbassato

*** cambio obiettivi a warp speed

*** fluido Eclipse+Sensor Swab

Non so se avete notato che all'affermazione di Roberto sull'usare le 8x10 come "usa e getta" Gaia ha risposto <i>" ... fatemi sapere dove le gettate" </i>.

Dai, ragazzi, ancora un piccolo sforzo e ci siamo: un altro potenziale adepto alla setta GF sta cadendo nella trappola che abbiamo proditoriamente teso. D'altronde una che ha (soprav)vissuto in Texas e' facile da convincere che una 8x10 e' una specie di Kodak Instamatic solo un po' cresciutella.

La nostra sete di nuovi adepti e' irrefrenabile, ma una donna...questo si' che sarebbe un colpaccio. Scherzi a parte il GF e' un posto tristemente monosessico (monosessico?).

Io ci tengo moltissimo a fare un bel raduno tra i fotoavventurieri GF-isti, ma purtroppo la Toscana e' troppo lontana per due giorni. Per i raduni che si stanno organizzando in giugno e luglio, non potremmo trovare un centro di gravita' che fa guidare un po' tutti ma ... non troppo? Allo scopo sarebbe utile che i GFisti cominciassero a confessare le loro vere dimore, cosi' possiamo mettere su una mappa tutte la bandierine e capire qual'e' un interessante luogo di incontro.

Io per facilitare un po' le cose metto -MILANO- come mia dimora.

Non sono un legale, voglio dire <i> non sono un legale!!!!!</i> ma non capisco perche' puntare sul pesce piccolo (il fedifrago) e non sul pesce grosso (la rivista). Non e' lei che si assume la responsabilita' di cio' che pubblica? Se poi la rivista e' stata a sua volta ingannata andra' certamente a rivalersi sul fedifrago.

E' lo stesso motivo per cui non si denuncia il medico ma la casa farmaceutica, si va insomma dove ci sono piu' soldi.

Non sono competente/esperto abbastanza per dare un giudizio sui Germinar. Dico solo che a parita' di focale i germinar si vendono sulle aste a molto, molto meno dei ronar e dei goerz red dot. Decidete voi se e' moda o c'e' sotto qualcosa (leggi: prestazioni e/o affidabilita').

Il cerchio di copertura e' 46 gradi, il 750mm dovrebbe coprire un 630mm tranquillo, sicuramemte 12x20 (pollici) con un po' di movimenti.

Un obiettivo identico e' andato su Ebay a 148 euro due settimane fa.

L'obiettivo in oggetto e' senza otturatore. In molti ronar grossi c'e' --- oltre alla scala dei diaframmi --- una seconda scala che e' semplicemente il diametro dell'otturatore in mm. Forse una di queste scale e' presente nel germinar, non riesco a vedere bene dalle foto.

L'obiettivo e' di interesse solamente a collezionisti e ai simpatici svitati che fanno ULF. Il problema per l'ULF e' che il 750mm e' una focale sfortunata, troppo vicina al Fuji 600mm che e' piccolo, ottima qualita', e viene con un bel Copal 3. Piu' ambite sono le focali da 890mm in su dove effettivamente non c'e' nulla con otturatore di nuovo (a parte il Fine Art XXL della Schneider da 1100mm). Pero' se uno non monta un otturatore Packard frontale o trova un Melles Griot da qualche parte e' tutta fotografia con il cappello sulla lente, tanto "come eravamo" ma francamente molto limitante, almeno per il sottoscritto.

Una brevissima "parte seconda" a quanto scritto sopra in un campo completamente diverso, la culinaria.

Un certo numero di ristoratori prevalentemente dell'Ovest americano ha introdotto la High Tech nella cucina: cotture al laser, congelamenti in azoto liquidi, dove chimica da docente universitario e haut cuisine di mescolano. Anche modi di cucinare dove il cibo appare completamente carbonizzato ma non lo e', uno si sforza di metterlo in bocca e....divino!

La loro filosofia e' (1) il cibo deve essere un godimento al palato; (2) al ristorante ci si deve andare anche per divertirsi con il cibo, basta l'ambiente tutto parruccone di 200 anni di cucina francese; (3) perche' non esperimentare in cucina con quello che nuove tecnologie ci possono offrire, cioe' innovare?

Un nuovo modello di arte culinaria? Una banda di buffoni? Il solito buttare a mare l'acqua del bagno ed il bambino tutti insieme?

A voi l'ardua sentenza... ma questo e' un altro esempio della cultura americana dell'ovest (ma non solo) che rivoluziona non sentendosi legata da alcuna pregresso artistico.