grazie per la risposta e i link. magari già stadera riesco a mettere una fotografia dell'obiettivo in questione.

semplice curiosità: qualcuno sa qualcosa di più di quel che trovo in rete sul rodenstock apo-ronar 420 f9? ne posseggo uno che non utilizzo se non per fare funzionare l'otturatore almeno ogni due settimane per evitare che si inchiodi.

ora su radio3 (30 maggio,ore 16) presentazione del libro con intervento degli autori.

oserei dire che è abbastanza valido. occorre prenderci la mano ma può essere una buona alternativa al monopolista.

...e in questi giorni mi trovo a far da insegnante di fotografia a una ragazzina alla quale il nonno ha regalato la propria Voigtlander Bessamatic. se il buongiorno si vede dal mattino, avrò molte soddisfazioni: avreste dovuto vedere con quale entusiasmo accoglieva l'esplorazione della fotocamera mentre le facevo scoprire come funziona e come è composta.

giusto per regalarvi un po' di buon umore con la mia ennesima piccola avventura...sto iniziando un progetto su un fiume della mia regione, il Tanaro, avevo raggiunto un punto molto elevato dopo avere cercato a lungo come arrivarci. ora la vegetazione purtroppo (si fa per dire) è molto rigogliosa, facendo così da ostacolo per la ripresa, decido di spingermi un po' più verso il margine quando capisco che sotto il mio piede c'erano solo più rovi e null'altro. per mia fortuna avevo il caro vecchio Gitzo che ho piantato a terra riuscendo a frenare la mia scivolata verso il vuoto. nessuna ferita,tranne che nell'orgoglio... ora nello zaino aggiungo una bella corda da arrampicata per assicurarmi a un albero.

Ciao Luciano, la discrepanza tra la misura con esposimetro a mano e quella con la sonda mi sembra davvero straordinaria. nel caso specifico relativo al negativo che hai allegato,è possibile che il fondo bianco possa avere tratto in inganno l'esposimetro e che la sonda,leggendo porzioni molto più ristrette della scena inquadrata, abbia invece dato una lettura più verosimile? mi capitava, quando utilizzavo una sala posa molto ridotta, che avere una scena su fondo bianco o luminoso mi desse letture esposimetriche molto differenti da quelle ottenute con ambientazioni su fondali neri o scuri. solitamente per scene su fondali chiari aumentavo regolarmente l'esposizione di uno stop.

https://www.analogica.it/download/file ... a3bd2955eb18a50&mode=view
io faccio riferimento a questa tabella

un appello per la ricerca di persone disponibili a contribuire alla crescita di questo progetto https://www.hugorodriguez.com/blog/202 ... Q1NE8XCxmmHfIVcDql8J6RzbQ
se qualcuno tra i fotoavventurieri ha il tempo e la capacità...

e qui sta il bello...non rinuncio

Allega:

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sì...
vado a spiegarmi: in previsione di un lavoro che,magariforseprobabilmente, realizzerò mi porto la intrepid in avanscoperta per vedere quali difficoltà si possono presentare portandomi un'attrezzatura pesante.

p.s. la intrepid l'ho usata sempre come macchina per gli "appunti" da prendere in previsione di un progetto da realizzare poi con altri strumenti, Sinar in primis.

buongiorno,
scrivo per raccontare la soluzione di un piccolo grande mistero: sviluppando le lastre 8x10 talvolta compariva una sorta di anello più scuro di diametro di circa 10 cm al centro dell'immagine. Subito ho puntato il dito contro una delle paterson orbital che utilizzo per sviluppare, ho condotto delle prove lasciandovi un foglio dentro e tenendole esposte alla luce per diverse ore ma non vi era,al momento dello sviluppo, alcune traccia di infiltrazione. alla fine ho realizzato che è quella baracca di intrepid che lascia passare luce proprio dalla standarda portaottica, l'anello corrisponde proprio al foro in cui va a inserirsi la parte posteriore dell'obiettivo, il peggio di sè poi lo dà quando si monta la piastra con il foro stenopeico...un tripudio di infiltrazioni come fuochi d'artificio...
poco male, ormai sto completandone la trasformazione da fotocamera a ingranditore quindi non potrà più combinare danni.
una costruzione con tolleranze peggiori di quelle di una trabant.

Buongiorno Luciano,
un mio ricordo vago è che presentasse qualche difficoltà a stamparsi su carta a contrasto variabile per via della sua colorazione.Discreta quando stampata su carta colore.

inarrivabile ma interessante. mi chiedo se sia utilizzabile per riprese cinema. potrebbe fornire dei risultati interessanti.

confermo quanto scritto da Hologon. risolsi così lo stesso problema, aggiungendo un peso supplementare per tenere in maggior tensione la pellicola durante l'asciugatura.

se non trovi nessuno a Milano potresti provare a contattare colorprint di Torino,corso Appio Claudio 3, telefono 011747705

Ciao Luciano, i due collari hanno un diametro che non permette loro di stare dentro nè fuori della tank...mah...