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Cos'è il reportage

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27/4/2006 13:48
Da Roma
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Sollecitato da Samuel in un altro thread, tracio qui delle linee guida per spiegare il mio pensiero ed avviare un dibattito.

Il reportage - in senso lato - è una notizia, ovvero un fatto o una serie di fatti, racontati con un linguaggio che lasci spazio a riflessioni ed emozioni. Differisce dalla cronaca proprio perché permette la descrizione delle emozioni, oltre che per lo stile narrativo. Quest'abbozzo di definizione si puà applicare al reportage, scritto, filmato, fotografato e radiofonico.

Per scendere un po' di più nello specifico fotografico, aggiungo solo una riflessione, anzi una comparazione.
Un lavoro fotografico composto prevalentemente di ritratti costitusce, a mio avviso, una catalogazione, che è propria dela fotografia documentaristica.

Come più volte ho ripetuto fino alla noia, raccontare con le immagini (fare un reportage) presuppone una notizia (non necessariamente in senso strettamente giornalistico), e un'analisi logica del racconto che deve essere composto almeno da soggetto, verbo, aggettivo.

Inviato: 23/11/2008 0:02
Franz ...Tessera "Bromuro d'argento" C.F.A.O. n. AgBr 31......
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Re: Cos'è il reportage

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28/10/2006 14:37
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onestamente non riesco a seguire fino in fondo la logica del tuo ragionamento, anche se a naso credo di essere d'accordo. Potresti spiegarti meglio?

Personalmente credo che il reportage vada inteso in senso etimologico, cioè come riportare agli altri un evento cui si è assistito. Molta confusione sul reportage fotogrico deriva dal modo in cui questo report avviene, cioè dalla sua dipendenza o indipendenza ripetto alla parola scritta, di cui le foto possono essere solo la "colonna sonora" o al contrario è il testo a fare da colonna sonora all'immagine.
Ci sono, e sono lecite, molte modalirà  di relazione tra la parte visiva di un reportage fotografico a quella scritta, dalla assoluta superfluità  della didascalia ino aala necessità  di un lungo testo scritto a corredo delle immagini.

Inviato: 23/11/2008 9:19
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Re: Cos'è il reportage

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8/10/2006 17:44
Da Torino
Messaggi: 1461
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Ricordo che una volta hai postato un commento dove spiegavi nel dettaglio il concetto di narrazione nel reportage fotografico, e in riferimento all'ultima tua frase "...un'analisi logica del racconto che deve essere composto almeno da soggetto, verbo, aggettivo." potrebbe charire ancora di più.
Ma al di la del concetto di narrazione logica del reportage fotografico mi chiedo se, ad esempio, Frank, Klein e per arrivare ai nostri giorni lo stesso Natchway, mettono in pratica questo discorso. Se guardo ai loro reportage, forse lo fanno anche, ma trovo che abbiano un respiro più largo e che lascino molto spazio anche solo alla dimensione emotiva ed estetica (con modalità  molto diverse tra loro, beninteso). Per non parlare dell'ultima generazione e parlo di Anderson, Pellegrin, Zizola, dove in alcuni casi, ad esempio Pellegrin, la scelta di dare un segno fortemente autoriale caratterizza molto del suo fare reportage.
Nella mostra sul Word Press, a Torino, c'è una foto di Zizola che spicca per qualità  visiva, ricerca delle luci, ecc
Probabilmente la sintassi logica c'è, recuperabile in una analisi più attenta, ma ho l'impressione che da sola non caratterizzi, perlomeno oggi, il reportage.
Salgado, forse, in alcuni suoi reportage famosi l'ha applicata; l'alteranza, di soggetti umani, del loro lavoro, delle condizioni e dell'atmosfera che regnava in quelle situazioni esprimeva bene questa narrazione.
Varrebbe la pena prendere qualche foto di un reportage e affiancarsi l'esemplificazione narrativa.
se ti riesce...e probabilmente per qualche tua lezione l'hai fatto
bs
marco

Inviato: 23/11/2008 23:07
La fotografia non si domina: corre da sola e l'uomo la segue in ritardo e mai come oggi.
A. Gilardi

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Re: Cos'è il reportage

Iscritto il:
27/4/2006 13:48
Da Roma
Messaggi: 2754
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Si, qualche foto la tirerà fuori per asffiancarla al discorso, ma non ora che ho un po' di sonno.
Il distacco del reportage dalla foto documentaristica avviene per cause precise: la possibilità  di riproduzione dell'immagine fotografica sui rotocalchi in tempi brevi e senza necessità  di ritocchi manuali sulle lastre.
Il reportage ha numerosi padri (la madre è sempre la fotografia, che non si è negata a quasi nesuna disciplina): il giornalismi in primis, ma anche l'arte, la documentazione, il racconto scritto, la cronaca...

L'evoluzione è andata con i tempi.

L'accezione originale è proprio un riportare un evento al quale si è assistito, ma per comporre un racconto dei fatti una sola immagine non bastava e, credo, non basta nemmeno adesso.

Il mentore del reportage fotografico è indubbiamente la rivista Life, e non mi si tacci di eresia se cito il tentativo italiano di imitazione "Epoca", peraltro ben riuscito.

Quando non esisteva la tv e, poi, quando esisteva ma necessitava di materiale tecnico non trasportabile a spalla - eccezion fatta per i reporter tv che giravano su pellicola - l'esigenza di raccontare le notizie era molto sentita, dalla carta stampata.

Così, i fotografi, prendono in prestito una cospicua fetta del linguaggio cinematografico, e la applicano all'immagine statica.

E' interessante, per l'appunto, osservare i cinegiornali dell'Istituto Luce e confrontare le inquadrature con quelle invece pubblicate su carta, evitando, naturalmente, di farsi sopraffare dalla retorica fascista dell'epoca.

Per capire cosa intendo, vi prego però di andare a guadare i reportage di Life. Qui ci sono le foto in ordine sparso di Country doctor, Di W.E. Smith, un reportage noto e da manuale, non per l'espressività  e lo stile, ma per la costruzione sintattica.
La giornata del dottore è rappresentata attraverso il suo lavoro, gli spostamenti, l'ambulatorio, le persone che lo aiutano, i pazienti, e termina con la stanchezza ed una tazza di caffé. E' un racconto completo, come non se ne vedono quasi più - ma è una questione di mercato. Nemmeno tra i vari Nachtwey o Zizola (che peraltro sembra sia coadiuvato da uno dei più abili professionisti della post produzione del momento, proprio per le luci).

Un racconto, dunque, che puà essere svolto con innumerevoli stili, ma che deve comunque sottostare a delle regole proprie del linguaggio - la sintassi, la grammatica, appunto - pena la non comprensibilità . Per calcare la mano dico che ammiro molto la poesia futurista (quasi l'unico genere di poesia che ammiro), perché stravolge le regole, offre sensazioni, ma non racconta fatti.

Una foto è una finestra su una certa realtà , molte foto sono molte finestre, ma un reportage non puà accontentarsi di essere molte finestre, se queste non sono legate tra di loro da un filo narrativo.

Non a caso, anche per il world press photo, il reportage deve essere composto di almeno tre immagini. Ritengo che siano, per l'appunto, il minimo: soggetto, complemento oggetto, predicato verbale, ossia il protagonista della storia (non necesariamente un essere animato), l'oggetto della storia, l'azione che il soggetto svolge nei confronti dell'oggetto.

Per oggi basta.

Inviato: 24/11/2008 0:04
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Re: Cos'è il reportage

Iscritto il:
8/10/2006 17:44
Da Torino
Messaggi: 1461
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ok, letto con piacere. E vado a letto anch'io.
Ho per la tesata un paio di domande, ma penso a come formulartele per bene...mentre sonnecchio.
bs
marco

Inviato: 24/11/2008 0:59
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