Ho un polarizzatore lineare in resina 100x100 acquistato almeno 25 anni fa, che una volta usavo su banco ottico e da alcuni anni uso su un portafiltri Lee che monto sugli obiettivi grandangolari di una reflex a pellicola.
Ho notato ultimamente che in caso di soggetti scuri su fondo chiaro produce un forte flare ben visibile nel mirino, che abbatte il contrasto del soggetto.
Non posso essere sicuro che una volta non avesse flare, ma mi(vi) domando: i filtri in resina si degradano col tempo?
Notare che ho un altro filtro in resina rosso (Sinar), e sembra non presentare tale difetto.

Ho pensato alla sostituzione, ma ho parecchi dubbi, primo tra tutti quello che i polarizzatori in resina “siano proprio così”. In questo caso spenderei soldi senza risolvere. Inoltre non riesco a trovarne da nessuna parte.
L’alternativa sarebbe il vetro, ma oltre ad avere la quasi certezza che prima o poi lo rompo, ho avuto conferma da Lee che sono privi di trattamento antiriflesso.

Non so bene che pesci pigliare.
Qualcuno ha avuto simili problemi?
Se avete suggerimenti…

Mentre per quanto riguarda i filtri in vetro c' è grande attenzione a dichiararne i vari trattamenti antiriflessi ( semplice, multicoating, multicoating avanzato, ecc), non ricordo di aver mai letto nulla su trattamenti di filtri in tesina. Tanto che penso non siano trattati affatto.

Sia i filtri in resina che quelli in gelatina non hanno alcun strato antiriflesso.
Quello che non capisco è come mai quello rosso, anche lui in resina e dunque senza strati antiriflesso, a differenza del polarizzatore non presenti alcun flare. Naturalmente ho fatto comparazioni con la macchina sul cavalletto.

Altra cosa che trovo strana è che Lee metta gli strati antiriflesso sui polarizzatori in vetro con montatura rotonda e non su quelli (sempre in vetro) quadrati.

A mio avviso il flare è inevitabile sopratutto con obiettivi della reflex, stante che per costruzione il portafiltri della Lee (che non conosco ma posso immaginare concettualmente non dissimile da quello più noto e diffuso Cokin serie P o di taglia maggiore) non può tenere il PL o altra lastrina ben aderente al bordo anteriore dell'ottica.
Il flare è tanto più insidioso quanto più scuro è il filtro; usando il banco ottico, di solito si lavora in condizioni più controllate, ed è facile (dovendosi usare un cavalletto) fare ombra direttamente sul complesso parte anteriore dell'ottica/lastrina in modo che la luce non possa intrufolarsi da dietro.
Io ho sempre perorato la causa dei PL MC, che peraltro son sul mercato non da moltissimi anni (all'inizio tutto poteva essere MC meno che quelli, ed i filtri per effetti speciali).
Passerei a quelli in vetro, farei la spesa. Sempreché i diametri necessari siano compatibili con lke ottiche su cui lei utilizzeresti...
Altro è se, osservato con attenzione per trasparenza, dopo molti anni il tuo PL dovesse mostrare inizi di degradazione dello strato polarizzante.

Citazione:

Una spiegazione potrebbe essere che ritiene i secondi da usare con macchine munite di paraluce compendium, in grado di schermare efficacemente le luci indesiderate.
Nei compendium di una volta, come i Linhof, c' erano anche delle alette anteriori regolabili, in grado di lasciare davanti una apertura rettangolare giusta giusta per l' inquadratura ripresa.
Addirittura nelle Sinar si poteva montare davanti al compendium una maschera micrometrica per poter effettuare tale regolazione in modo estremamente preciso.
Gli effetti si controllavano attraverso gli angoli tagliati ad hoc del vetro smerigliato.
Un trattamento antiriflesso particolare era allora superfluo, probabilmente.
Perché la Lee continui anche oggi, che ormai queste cose appartengono molto al passato, non saprei
Forse ci sono difficoltà o costi produttivi particolari a fare le stese di trattamento sui filtri quadrati o rettangolari.

Io sono un maniaco del paraluce. Ne ho uno a bandiera auto costruito che non esito a montare (aggrappato al cavalletto) in aggiunta a quello avvitato sull’obiettivo ogni qual volta una sorgente laterale mi manda luce sulla lente frontale dell’obiettivo.
Il flare che notavo arrivava da porzioni chiare dell’area inquadrata. Faccio un esempio. La metà inferiore dell’inquadratura sono scogli abbastanza scuri con mare attorno, e la metà superiore è cielo abbastanza chiaro. Metto il polarizzatore per controllare i riflessi sull’acqua, e sul filtro non arriva direttamente la luce del sole. I riflessi scompaiono (dunque il polarizzatore polarizza) ma allo stesso tempo il contrasto sugli scogli si attenua e sembrano velati. Lo tolgo e monto quello rosso pure in resina, e anche più scuro. I riflessi sull’acqua ci sono, ma gli scogli appaiono ben contrastati, quindi niente flare in questo caso.
Temo che, come accennava Valerio, abbia subito qualche sorta di degrado.
E il fatto che attualmente non si trovino più in commercio polarizzatori in resina cosa vuol dire? Che i produttori si sono accorti che col tempo si degradavano? Sic…