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Fotogiornalismo

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14/2/2012 10:52
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Salve a tutti, e' da un po' di tempo che manco sul forum, causa impegni personali purtroppo, non di carattere fotografico ...

Come da oggetto, sono qui perche' ho bisogno di una delucidazione in merito ad un aspetto che non ho mai capito.

Mi sono imbattutto, molte volte, su siti Web personali di fotografi che documentano scenari di guerra, situazioni di disagio estremo in ambienti molto pericolosi e cose simili.

Vorrei sapere, da qualche esperto in materia, in che modo si acquisisce l'accessibilita' ad una situazione del genere.

Grazie in anticipo.

Saluti, Marco.

Inviato: 25/11/2012 12:04
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Re: Fotogiornalismo

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27/4/2006 13:48
Da Roma
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Caro Bogosoo,
Sento una discreta voglia di adrenalina nell'aria
Poiché non stai parlando di un luogo fisico stabile e strutturato, non si può indicare quale sia la porta, anzi: non c'è una porta per una guerra, una per l'alluvione o per il terremoto, o un'altra per la fame nel mondo. Ne', tantomeno, "abilitazioni professionali". Chiediti come hanno fatto le vittime ad essere là in quel momento e percorri la stessa strada.
Ovviamente non ti consiglio di andartene a spasso per una linea di fuoco con la stessa disinvoltura con cui andresti al cinema.
Per andare in luoghi dove si consumano tragedie servono solo tre cose: un buon motivo per farlo, tanta prudenza, un bel po' di cinismo.
La prima è affar tuo;
La seconda deve essere innata ma la perfezioni con l'esperienza;
La terza probabilmente non ce l'hai, ma pian piano si forma. Di solito viene con la fame, perché la prima volta che vedi qualcuno colto da una morte violenta stai piuttosto male, ma poi ti trovi ad andartene a mangiare, magari spostandoti di pochi chilometri da un luogo dove si muore di fame.

Una volta ho incontrato uno studente australiano di una scuola di reportage, vagare nella no man's land, disperato perché aveva il "nemico" di fronte e alle spalle e non sapeva come uscirne. L'ho caricato in macchina e l'ho portato via. Il problema era di facile soluzione: non andare mai da solo, ma affidati a qualcuno che sappia come muoversi, che conosca quelle piccole norme di comportamento che semplificano la vita, tipo guidare con le mani sulla parte superiore del volante, dimostrarsi sempre dalla parte di chi ti controlla, non intralciare mai il lavoro dei soccorritori ecc...

Bisogna dire poi che guerre e catastrofi naturali sono investimenti costosi e, di questi tempi, passivi. Non puoi rischiare la tua auto e ne devi noleggiare una che sia perfettamente efficiente, probabilmente devi pagare un interprete, devi mettere i conto il rischio del sequestro dell'attrezzatura, di essere trattenuto, in altre zone devi avere almeno un satellitare per garantirti la comunicazione e la trasmissione, con relative tariffe, avvertire l'ambasciata italiana della tua presenza (oggi c'è un sistema telematico che se hai uno smartphone o un satellitare thuraia con GPS gli fornisci la tracciabilità dei tuoi spostamenti, eccetera eccetera.

Ci sono anche luoghi relativamente economici. Il Southern Kordofan, dove ho passato sette mesi, e che naviga tra una guerra e l'altra, dove il rischio è minimo, ad esempio, è talmente isolato dal resto del mondo che non puoi spendere nulla: ti devi muovere a piedi per una regione grande come lazio e lombardia insieme, bere quando trovi acqua, dormire chiedendo ospitalità nei villaggi, e mangiare ciò che mangiano i locali. In questo caso acquisire l'accesso vuol dire anche essere disposti ad accettare uno stufato di serpente, un paio di cavallette fritte e rotolate nel miele e molte vesciche ai piedi- Il satellitare, però, quello costa, anche perché in molti te lo chiederanno per sapere se i loro parenti dall'altra parte sono ancora vivi, e a un euro al minuto...


Infine ti devo dire che nei luoghi "estremi" ci si va dopo almeno qualche anno di professione, anche perché una volta che conosci altri fotografi più esperti ti puoi mettere d'accordo con loro.

Ma poi, è davvero necessario andarci?



Inviato: 25/11/2012 23:58
Franz ...Tessera "Bromuro d'argento" C.F.A.O. n. AgBr 31......
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Re: Fotogiornalismo

Iscritto il:
3/4/2009 12:52
Da Eboli
Messaggi: 827
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Esprimo un mio personale parere anche se non ho nessuna esperienza di reportage in zone di guerra.
Anche vicino a noi ci sono tante piccole/grandi tragedie da documentare: terremoti, alluvioni o semplicemente la miseria.
Si può iniziare da queste tragedie senza rischiare troppo, ma facendo colunque un lavoro interessante ed utile. Poi col tempo si può fare il salto di qualità in zone piu' difficile da raggiungere.

Gianluigi

Inviato: 26/11/2012 8:38
Gianluigi
https://www.photo.net/profile/190407-g ... ry_image&change_section=1
https://www.juzaphoto.com/me.php?l=it&p=105763
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Re: Fotogiornalismo

Iscritto il:
14/2/2012 10:52
Messaggi: 300
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Ho intenzionalmente introdotto l'argomento relativo a scenari di guerra o cose simili volendo includere anche situazioni "catastrofiche" che stanno nel cortile di casa.

Ovviamente, non sogno di avventurarmi domani mattina in Iraq o Afghanistan: questo e' da escludere a priori, almeno per il momento !

Purtroppo ma non per fortuna, tralasciando le guerre, situazioni di disagio di vario tipo si trovano anche in Italia.

Come forse ho gia' accennato in altri ambiti, non sono un professionista e non ho contatti con alcuno in questo ambito. Mi trovo costretto a chiedere, per forza di cose, su questo forum o via e-mail.

Quindi, ricapitolando, la questione da risolvere e' del tutto personale: investimenti che, visto il periodo, sono molto rischiosi; voglia di fare e di lasciar fare e una buona dose di autocritica.

La cose mi affascina ma forse, come sempre, non e' sufficiente, ovviamente.

Inviato: 26/11/2012 8:58
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Re: Fotogiornalismo

Iscritto il:
27/4/2006 13:48
Da Roma
Messaggi: 2754
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Ti faccio un esempio molto attuale: a Roma il tevere ha straripato (esondato, come si ama dire oggi), creando guai a non finire. Bastava essere attrezzati con un paio di stivaloni girocollo da pescatore e studiare bene le aree messe peggio.

Per quanto mi riguarda la base di ogni lavoro fotografico è lo studio approfondito quando possibile, le informazioni di base per quanto riguarda la spot news.

Avrei proceduto come segue:
1 studio della mappa topografico con le isometriche per stabilire i punti più depressi dell'are dove scorre il fiume
2 studio della localizzazione degli insediamenti urbani e delle attività economiche.
3 sovrapposizione dei dati ricavati per decdidere in quale zona recarsi
4 contatti con il comune per sapere quali misure sono state intraprese
5 decisione del percorso da seguire per recarsi in loco, considerando che bisogna sempre lasciarsi una via di fuga. In questo caso si tratta semplicemente di parcheggiare abbastanza in alto.
6 si va al bar più vicino alla località che si vuole fotografare e si parla con il barista e con la gente del luogo
7 sessione fotografica

Inviato: 26/11/2012 12:38
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Re: Fotogiornalismo

Iscritto il:
14/2/2012 10:52
Messaggi: 300
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Grazie, la questione ora mi e' molto piu' chiara.

Data la mia smisurata presunzione sono sicuro che non mi fermero', e mi auguro di non fare la fine di Icaro.

Inviato: 26/11/2012 12:52
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Re: Fotogiornalismo

Iscritto il:
8/11/2009 17:38
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Ciao bogosoo

anche qui come nella discussione sulle questioni fiscali
il punto vero sta in quel "xxxGIORNALISMO" con tutto quello che significa/consegue.

un forum di "fotografia" in questo caso, in questo caso, copre solo un aspetto e, parere personale, nemmeno il più importante.



In via privata con Franz, per esempio, oppure presso testate o agenzie potresti avere le informazioni che ti servono. Penso che comunque in questo ambito un qualche inquadramento professionale nella categoria pubblicisti/giornalisti (indipendenti/freelance o meno) sia il minimo.

Inviato: 26/11/2012 14:00
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Re: Fotogiornalismo

Iscritto il:
14/2/2012 10:52
Messaggi: 300
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Forse, il termine "fotogiornalismo" e' un po' azzardato. Forse avrei potuto intitolare questa nuova discussione usando il termine "fotografia di documentazione" in quanto, non ho alcuna intenzione di "lavorare" come "photojournalist".

Piuttosto, e' solo una sfida con me stesso al solo fine di capire fin dove posso spingermi: solo e semplicemente per ridimensionarmi, il che, a volte, aiuta.

Inviato: 26/11/2012 18:19
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