Da 9 anni ho l'ingranditore Durst M670 color e la Durst Printo,uso gli stessi chimici dei laboratori(confezioni grandi ma convenienti) che appena aperti metto in tante piccole boccettine monodose senza la minima aria e si conservano bene,la carta è la Kodak Professional supra endura in formato.Sono entusiasta dei risultati,soprattutto dei colori che mi paiono impareggiabili e mi diverto moltissimo.Vorrei confrontare la mia esperienza con quella di altri e magari scambiarci consigli e opinioni ,ciao.

Mi sa che siete rimasti davvero in pochi.
Personalmente ho smesso da un due tre anni.
Anche a me piaceva moltissimo. Ma indubbiamente la diffusione del digitale ha mandato in pensione il colore analogico.
Ogni tanto mi verrebbe voglia di ricominciare, ma poi non ne faccio nulla.
I materiali per le CO amatoriali, sia pure con qualche difficoltà , si riescono a reperire. Per quanto tempo ancora, è difficile da dire.

Personalmente ho smesso di stampare il colore in C.O. da molti anni; però ho tenuto compagnia ad un mio amico attrezzato con Durst 805 color e durst printo (carta e chimici come i tuoi)sino ad un paio di anni fa, quando anche lui è transittao al digitale.
Io, però, non mi sono mai divertito a stampare a colori, diversamente che per il B&W,in cui si gode di una libertà  operativa e di una possibilità  creativa ben maggiore (ad es. si manipola la foto anche nel bagno di sviluppo e si interviene anche dopo, con indebolimenti localizzati, viraggi ecc.).
Dal punto di vista della qualità  di stampa, poi, non vi è dubbio che quella a getto di inchiostro consente Dmax e gamut generalmente migliori rispetto al chimico; senza dire poi delle possibilità  di interventi (anche localizzati) in camera chiara, molto più precisi nel dominio dei toni, delle luci e delle ombre rispetto a quel pochissimo che si puà fare con l'ingranditore a colori in sintesi sottrattiva.
Fabio

Credo che le possibilità creative siano moltissime soprattutto nella ricerca del tono colore,magari il più vicino al tuo modo di sentire del momento.
I toni sono più caldi di quelli del digitale.
Con tre semplici rotelle giallo ciano e magenta,giocando a fare filtrature diverse,toni e dominanti diverse è qualcosa di simile ai tre tubetti dei colori fondamentali a tempera o a olio della pittura che diversamente miscelati (oltre al bianco e al nero)ti danno tutti i toni colore possibile-
Il colore a volte sembra quello delle vecchie cartoline,probabilmente perchè anch'esse stampate a mano.Scusate i miei limiti tecnici ma posto queste due foto per un esempio di elaborazione del colore in camera oscura,e dell'effetto "antico".
Ciao
Raffaeale (anagramma di effelara)

Allega:

---

  Roma 001.jpg (86.76 KB)


  Roma 011.jpg (101.47 KB)

La tua interpretazione cromatica di due soggetti strafotografati e che quindi rischierebbero di apparire banali se non presentati in una veste un pò inusuale, mi piace.
Ma francamente non penso che sarebbe difficile ottenere gli stessi cromatismi per via digitale.
Poi, che tu preferisca armeggiare con le magiche rotelline del giallo-magenta, invece che con i livelli di PS, mi sta benissimo. Del proprio tempo libero, fortunatamente ognuno è signore e padrone

Personalmente non credo che sia solo una questione di equilibri cromatici. Ritengo che la stampa diretta da negativa, almeno allo stato dell'arte, restituisca immagini maggiormente plastiche e forse anche più "vere" rispetto ad una stampa diretta laserchimica ovvero ink da fonte diretta digitale. Forse solo il sistema ibrido consente, attraverso lo sfruttamento della "fisicità " del negativo, di ottenere immagini altrettanto plastiche.
Credo inoltre che la questione relativa alla nitidezza reale ovvero apparente non cambi di molto il discorso nel senso che dal punto di vista della restituzione in stampa di una immagine, preferisco una immagine più morbida che però abbia un look decisamente fotografico, ad una immagine più tagliente ma che magari mi restituisce un incarnato che non ritrovo nel mio modo di vedere la realtà .
Il digitale è un modo come un altro di lavorare e questo penso sia assodato, le scelte dipendono molto dagli obiettivi espressivi che ognuno di noi ha.
Ma discorrere di digitale o analogico con chi ritrae grande piacere dalla post podruzione fatta al pc ovvero con chi si inebria dell'acre odore di una camera oscura, non ha molto senso.
Saluti!!!
Gianluca

mi intendo poco o niente di fotografia digitale,ma la mia impressione è che i toni colore dell'analogico siano più caldi,perciò vi chiedo se è solo un'impressione (o forse un pregiudizio) o cosa.
ciao
Raffaele