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Re: Il mercato dell'arte sta collassando...
Utente non più registrato
Leggo con attenzione, e più leggo più mi convinco di come la penso.
Lucifero ti prego, non lasciarti impietosire dal mio essere un novizio e vacci giù pesante anche come il ragù della domenica, dove lo ritieni opportuno. Sono convinto che ci sia più crescita dove c'è più dialettica e quindi, se questo puà servirmi a crescere, visto che sono piccolo..
Lungi da me volervi proporre la solita minestra del cosa sia arte etc. etc., ma parlare di un mercato senza capire che cosa si vende, o meglio, senza mettersi d'accordo sul fatto che tutti consideriamo mele le mele e banane le banane, mi pare fuorviante ai fini della migliore analisi possibile. E nemmeno credo per far questo bisogni necessariamente ritornare indietro alla prima industrializzazione, a Nadar, DuCamp o al lustrascarpe di Daguerre, che sicuramente conoscerete meglio di me. Ancora peggio se tirassi in ballo il pisciatoio di Duchamp ed il suo rapporto indicale con la realtà , sebbene forse in questi giorni digitalizzati sarebbe bene ricordarselo ogni tanto.
Sono d'accordo con molti di voi quando dicono che artista non è solo colui che appiccica un significato a qualche scatto e così risolve il proprio perenne dilemma tra Eros e Tanathos. Così come credo con forza nella progettualità , nel lavoro e nel sudore.
Tuttavia questo non mi aiuta molto nello sbrogliare la matassa.
Perchè in fin dei conti Gursky sarà  anche un grandissimo, un mito per quanto mi riguarda, e vi assicuro che con le sue foto degli stock exchanges ho rallegrato il mio desktop e qualche parete del mio soggiorno più volte, ma una sua foto "originale" difficilmente potrà mai permettermela.
Eppure sono sicuro che se nel mio vagare su flickr incontrassi un giovane fotografo come anche un pensionato, che ha fotografato il mercato del pesce di Napoli quasi "come se" fosse gursky, che magari nei suoi tag mi dice che quella foto l'ha scattata con una 30d o una d300 o anche una 6x9, non esiterei a contattarlo ed a chiedergli di donarmi una buona stampa dietro giusto compenso. Magari nessun altro nella sua vita gliene chiederà  un altra, magari sarà  o sarà  stato un avvocato di quelli delle assicurazioni, ma comunque vivrà quella stampa come un opera d'arte.
Certo Gursky è un altra cosa, o magari quello che si vede in quelle fiere in cui un buco costa 10.000 euro avrà  più valore artistico, ma io credo che in fondo poco importi la confezione e chi la fa.
Per me conta quello che c'è nella scatola, e se la misura del mio piacere è in qualche modo uguale, ma in più riesco ad avere il mio feticcio appeso in soggiorno, preferisco internet o la piccola galleria dietro l'angolo. Che poi il critico Pincopallino non reputi quella arte, e stì****.
Prima o poi tutti arriviamo alla fine dei giorni, e a meno di non morire Califfi pochi credo avranno la possibilità  di mettere in piedi una fondazione. Quindi...
Che il mercato dell'arte faccia i suoi artisti, come quello dell'architettura le sue archistar e quello della musica le sue Britney Spears credo sia un dato irrilevante ai fini della nostra discussione. Qualcuno penserà  che in fondo la Spears ha una bella voce, ma non credo stia lì per questo.
Credo che più il rapporto tra artista (ma a me piacciono di più gli artigiani) e un compratore sia diretto, meglio sia, e se internet puà aiutare in questo senso ben venga. Se questo serve anche a far fuori chi, sia esso piccolo o grande, specula sui sogni di qualcuno come sui pruriti di altri, ancora meglio.
Se i Critici, in blocco, sparissero in un momento, non credo ci sarebbe alcun male per la società  nel suo complesso, anzi. Se un giorno dovessi prendere al superenalotto certo non comprerei una foto di Gursky per speculare, nè tantomeno perchè me l'ha detto un critico. Lo comprerei perchè magari l'ho visto in giro, perchè magari sono riuscito anche a parlarci, perchè lui mi ha raccontato di se e di quella fotografia (anche in un libro perchè no), di quanto tempo è stato per mettere a fuoco, di come ha fatto a prendere la giusta esposizione tra i 1000 brokers di Dubai e lo stock exchange così scuro.
E pensare che quella foto l'ho vista su internet...
Saluti

Inviato: 9/2/2009 23:08
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Re: Il mercato dell'arte sta collassando...
Utente non più registrato
Colaps, quando tu parli del pensionato che scatta con la 6x9 il mercato del pesce e poi la mette su Flickr ti rendi conto che non è il taxista (sempre riprendendo il tuo vecchio esempio) che ha appena acquistato la digitale e ha pasticciato un po' con photoshop?

Su Flickr ho incontrato bravissimi fotografi e ci sono anche moltissimi professionisti, alcuni anche di grosso calibro (come Chase Jarvis per esempio, ma anche altri).

Dico solo che a fronte di queste persone, con un background, una preparazione e un lavoro alle spalle notevole che esula dal mezzo Flickr e dal digitale come fornitore di qualità  universale, ci sono tanti, troppi, le cui immagini sono osannate ma che non reggerebbero qualunque presentazione su un supporto solo un po' migliore dello schermo del pc.

Ti faccio un esempio così ci capiamo meglio e scusami se entro in una certa tecnicalità  proprio terra terra.

Su Flickr adesso c'è la moda delle foto con sovrapposte delle textures. Ok fino a che lavori con dimensioni 800x600, metti anche un po' più grandi. Le textures le trovi pure a gratis in miriade di banche immagini.

Ma fare una elaborazione di quel tipo con obiettivo una stampa le textures te le devi procurare, le devi cercare, scattare te, lavorarle in un certo modo, eccetera.

Uguale il lavoro su curve di contrasto e altra postproduzione. Finchè l'immagine è un francobollo una miriade di imperfezioni non si vedono. Il banding sparisce, un fuoco leggermente sbagliato si corregge da solo, puoi "pestare" l'immagine anche all'eccesso e sembra andare tutto bene. Prova ad andare in stampa anche solo con una stampatina del cavolo in A4 a 300 dpi e vedi lo schifo che vien fuori.

Inviato: 10/2/2009 0:49
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Re: Il mercato dell'arte sta collassando...
Utente non più registrato
Colaps,
quoto in pieno il tuo ultimo intervento.

Giovanni.

Inviato: 10/2/2009 7:58
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Re: Il mercato dell'arte sta collassando...
Utente non più registrato
Ho scritto giorni fa della mancanza cronica in Italia della critica fotografica. Dopo aver letto il proseguo ne sono ancor più convinto. Critica intesa non come attività  di un singolo più o meno capace ma come metodo che consenta un esame ed un giudizio basati su un qual si voglia criterio.

ER

Inviato: 10/2/2009 12:46
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Re: Il mercato dell'arte sta collassando...
Utente non più registrato
Citazione :

Lungi da me volervi proporre la solita minestra del cosa sia arte etc. etc., ma parlare di un mercato senza capire che cosa si vende, o meglio, senza mettersi d'accordo sul fatto che tutti consideriamo mele le mele e banane le banane, mi pare fuorviante ai fini della migliore analisi possibile.

Attenzione poni meglio la questione : tu, non sai cosa sia arte, cosa sia opera d'arte, cosa si dia 'in arte', e chi sia, quale ruolo abbia, che funzione svolga l'artista.

Ora in buona sostanza ti suggerirei di annettere altri al tuo dilemma... che è dilemma di molti, chi con maggiore, chi con minore grado di coscienza.

Ovviamente qui non ti risponderà, per due motivi, tu chiedi una risposta da Wikipedia, quindi la problematica dell'arte ti è estranea... secondo, posso prestarti i miei libri, posso farti una bibliografia, ma non posso leggerli per te e vomitarti una pappetta immonda che ponga rimedio al tuo male. Che è male comune a tutti a noi, che nell'interrogarsi costante, su cosa sia arte/artista, che in questo sterminato flusso di coscienza ( con riferimento a J.A. Joyce ) viviamo, lottiamo, e diamo arte. Desolato.

Intanto potresti leggere Heiddegger :

Sein und Zeit, 1927 (Essere e tempo)
Der Ursprung der Kunstwerkes, 1934 (Le Origini dell'opera d'arte)

Ci sono di certo le edizioni in italiano, anche se io le preferisco in lingua.

e Tartakiewick
Storia dell'estetica, 1962-1967
Sei idee, 1976
Sulla perfezione, 1976

Non so dirti di eventuali edizioni in italiano, io le ho lette in inglese non capendo il polacco.

Cito:
E nemmeno credo per far questo bisogni necessariamente ritornare indietro alla prima industrializzazione, a Nadar, DuCamp o al lustrascarpe di Daguerre, che sicuramente conoscerete meglio di me. Ancora peggio se tirassi in ballo il pisciatoio di Duchamp ed il suo rapporto indicale con la realtà ....

Bello sto rapporto indicale, nel senso che la semantica del rapporto indicale mi ha sempre affascinato, non c'entra assolutamente niente con il discorso in oggetto ma mi affascina di sapere da dove tu lo hai tirato fuori...

Ahhh aspetto ho captio l'annosa polemica segno/indici/icona.... oh gesù, l'ho detto io che era un cancro sta storia.... boh che fare ne ho scritto in tante sedi accademiche, ho urlato, mi sono sprecato... capisco che dobbiamo ancora lavorarci.... persino qui ne ho stra scritto...

Cito:
"Cosi come la prima industrializzazione... insomma non è che si puà non importa cosa..."

Bon, ritenta sarai più fortunato, sto pastrocchio per il momento rimane indisticabile.

Cito:
"Sono d'accordo con molti di voi quando dicono che artista non è solo colui che appiccica un significato a qualche scatto e così risolve il proprio perenne dilemma tra Eros e Tanathos. "

Perdona ma siamo nel luogo comune, ritenta sarai più fortunato, o leggi un pochino prima sarai meno trito....
questo rispetto a eros e tanathos... brrrr già  a scriverlo mi viene orrore... figuriamoci a pensarlo brrrrr

Che poi tu sia d'accordo "con molti di voi quando dicono che artista non è solo colui che appiccica un significato a qualche scatto" non v'erano dubbi.

Detta così come si potrebbe dissentire... in verità  dissentiamo, dissentiamo dalle semplificazioni riduttivistiche, dall'appropriazione del macchinico, dall'esaltazione del feticcio rispetto al linguaggio, anche quando è feticcio contro Feticcio.

Cito:
"Così come credo con forza nella progettualità , nel lavoro e nel sudore."

Contento per te, ci manca solo l'estrazione del plusvalore e poi abbiamo finito...

Di conto, con amplissima contraddizione.... poi tu scrivi :
"ma comunque vivrà quella stampa come un opera d'arte."

ma se il nostro artista appiccicoso, appiccica un significato e quindi un'etichetta d'opera d'arte ad un fotografia, questi non vive detta opera come opera d'arte ?

Cosa cambia quindi rispetto alla tua posizione ?
Il tuo gusto ? Allora siamo di fornte ad un giudice, che pronuncia giudizio e commina pena : arte o non arte.
Se riscriviamol'Amleto non stiamo facendo un atto critico.

L'atto critico è un letto dialettico, un flusso coscienza applicato all'opera, una analisi condivisa, che non concerne ne porta ad un giudizio ma ad un'opinione, opinione critica quindi motivata, che è una e una sola delle possibili infinite letture. Opinione, valutazione, posizione critica sono l'oggetto che dalla critica deriva, non il giudizio, che implica giudici, giure, tribunali, un'etica ed un telos, quando non sia esso stesso una anagogia, che a sua volta richiede una morale ed un dio.

Evidentemente non ci siamo.

Quello che segue risponde a due post...
Come pensi anche solo di poter portare l'esemplificazione del "qual si voglia criterio" - e per cortesia mica tutti i criteri sono uguali, che la contrapposizione dialettica sia criterio come criterio puà essere la filosofia evoliana, è in linea di principio largamente, esse però non sono certo comparabili - esemplificazione massimalista che confonde il mezzo con il fine, anzi che trasforma il fine nel mezzo, che genera un mezzo autofonativo, fine a se stesso... occhio che se qualcuno non lo sapesse è uno dei temi ricorrenti nell'analisi estetica compiata dalle menti del nazismo... che son certo bene non hanno fatto. Occhio a giocare con le parole e le filosofie... qui un paracadute ci vuole...

Tutti i profili critici, che poi critici non sono, che si fondano sull'esclusione dell'altro da se, sono nei fatti, come nella loro sostanza fondante non principi critichi ma principi di giudizio. A questo non siamo interessati. Per due motivi, quando parliamo di esclusione di solito abbiamo la necessatà  di un telos, laico o religioso, secondo poi per ragionare sull'esclusione abbiamo bisogno dell'escluso.
Ragionando su questo Sartre diceva che l'antisemitismo viene prima dell'ebreo... quindi è un attimo che dall'estetica di Heiddegger si passa allo stivale lucido e poi all'idea dell'Untermensch, che prima di essere idea nazista era idea americana - leggasi "The Revolt Against Civilization" di Stoddard del 1922 - idea che solo poi è divenuta causale all'idea del Ubermensch, concetti che trovano padre nobile nel "Die frà¶hliche Wissenschaft" di Nietzsche, 1882.
Quindi occhio con le parole perchè un uso abominevole delle stesse porta il discorso critico dal piano dell'arte a quello del nazismo, bastano tre passi logici.

Cito :
"Se i Critici, in blocco, sparissero in un momento, non credo ci sarebbe alcun male per la società  nel suo complesso, anzi."

Concludo con questa frase.... e relativo commento... a parte l'ovvia banalità  su cui si fonda l'idea rappresentate il soggetto, a parte questo, che già  ne merita l'oblio, per somma di sciocchezze in un'unica parola. A parte la crassa ignoranza che a fronte del GIUDIZIO di uno, giudica e condanna la qualità  dell'apporto analitico di schiere di persone, apporto condotto con amore e passione, magari per la durata di una vita intera... come assoluta nullità ...
A parte questo, che prima di leggervi all'altro lo si puà iscrivere per mera generosità  mal riposta nell'ambito mai troppo ristretto della bieca ignoranza.

Ma come ti viene in mente tanta acrimonia verso un soggetto che non conosce, ma come ti viene in mente tale furia censoria, tale riduttivismo acritico, tale apologia dei massimalismi tanto di ricorre al concetto di unica società  nel suo complesso... Io capisco niente letture filosofiche, niente analisi semiotica, ma occhio sta roba è pari patta la stessa materia filosofica della propaganda nazista. Cioè trovi un identico massilismo nei pamphlet di Himmler.
Ehhh no, signori, non ci siamo proprio, non serve avere una compagnia ebrea polacca, senza nonni ne materni ne paterni, per riconoscere il germe del massimalismo, non serve... bisogna accorgersene prima.

In questo risiede la necessità  della critica, che Voi confondete con il giudizio.

Saluti

Inviato: 10/2/2009 20:16
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Re: Il mercato dell'arte sta collassando...

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8/10/2006 17:44
Da Torino
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"Ma come ti viene in mente tanta acrimonia verso un soggetto che non conosce, ma come ti viene in mente tale furia censoria, tale riduttivismo acritico, tale apologia dei massimalismi tanto di ricorre al concetto di unica società  nel suo complesso...".
Condivido questa risposta. E' la trovo necessaria.
Scarsa conoscenza, semplificazione, generalizzazione troppo spesso caratterizzano i confronti (o i non confronti), nel web come in tv, negli luoghi di lavoro e nei bar, come nella politica. Purtroppo.
Marco ha posto una questione, Lucifero ed Ellemme hanno dato un contributo da persone dentro i fatti. Dicono cose verificabili da chiunque, che "contribuiscono" perchè informano. Ma che cercate da un forum? prendete taccuino e penna, girate i posti che hanno indicato e verificate. E poi si dice che l'informazione é una merce preziosa. Potremmo essere ricchi qui dentro e non solo per i due citati, ovviamente.
bs
marco

Inviato: 10/2/2009 20:55
La fotografia non si domina: corre da sola e l'uomo la segue in ritardo e mai come oggi.
A. Gilardi

www.mbphoto.it
www.flickr.com/photos/marcofluens

..................
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Re: Il mercato dell'arte sta collassando...
Utente non più registrato
Io non sai cosa sia arte, cosa sia opera d'arte, cosa si dia 'in arte', e chi sia, quale ruolo abbia, che funzione svolga l'artista.
Lo prendo per vero, ma questo vorrebbe dire che il mercato dell'arte è uno ed unico, che qui si è tutti d'accordo su cosa sia arte, opera d'arte, su cosa sia dia in arte etc.etc., ed allora mi rendo conto che probabilmente è inutile scrivere qui, visto che ad una fiera non ci andrà mai e che sono e sarà per sempre avulso da questo sistema mercato, che posso solo immaginare ma che perdonatemi, dalla mia bassezza pare un pò simile al "sistema" camorra, un sistema insomma che si fa le sue regole di sopravvivenza all'interno del "libero" mercato e che tenta in qualche modo di governarlo nel proprio ambito.

Se questo è un forum (perchè questo mi sembrava, un forum) per pochi eletti, tutti d'accordo peraltro, allora la mia esigenza di confronto è mal locata.

Di qui il mio essere lontano forse dalla problematica dell'arte, leggo i libri che posso, ma evidentemente non bastano, (eppure costano i libri), e poi l'arte dovrebbe essere qualcosa che ha più a che fare con l'intangibile e l'indicibile, e la codificazione simbolica dell'intangibile in qualche modo (credo) non faccia altro che svilirlo.

Ma se questo è un male comune a tutti, che in questo sterminato flusso di coscienza mi sento in buona compagnia.

Proverà comunque a leggere Heidegger, sempre che non sia troppo noioso e che non mi distragga dal fare, perchè poi in fondo se ci penso mi interessa più fare che dire.

La questione, più che la semantica, del rapporto indicale della fotografia rispetto alla realtà  credo centri, ed anche molto, nel momento in cui si dice che la fotografia è in qualche misura arte, come del resto anche la Fontana etc.etc.

L'annosa polemica segno/indice/icona sarà  anche un cancro, ma almeno io non so come uscirne, e poi non so nemmeno se sia possibile farlo, in fondo qualcosa di vero, sempre per me, in questa polemica c'è.

Speravo inoltre che fosse chiaro che quando dicevo che avrei vissuto comunque quella come "opera d'arte", intendevo dire che avrei vissuto quell'opera al pari di una di quelle che si trova in quelle mirabolanti fiere per pochissimi eletti, tutto qui. Certo che c'entra il mio giudizio ed il mio gusto, ma se anche esso fosse dettato solo dall'emotività  perchè dovrebbe avere meno valore di un critico che da un opinione, sicuramente meglio culturalmente imbastita della mia? Se quella del critico è una sola delle possibili letture è un conto, ma non so perchè ho la strana sensazione che spesso una di queste possibili letture diventi La Lettura, ed allora...
Allora aumentano le quotazioni, le opere d'arte iniziano a costare, sfondano il mercato e poi aumentano anche le quotazioni del "critico", che inizierà  a scrivere fiumi di parole ed anche magari a curare le mostre.
Il mercato farà  il mercato insomma.
Come del resto accade.

Confondere fini e mezzi, anzi trasformare i fini in mezzi così magari da annientarli anche questi fini...che bella cosa.
Ma tirar fuori il Nazismo mi sembra un pò eccessivo. Che i totalitarismi, di qualunque tipo essi siano, si facciano scudo e spada di questo ribaltamento mi sembra ovvio, ma non perchè questa lettura faccia parte dell'analisi estetica del Nazismo non mi deve piacere.
Basta anzi che ci aggiungo che ognuno è libero di dare la propria opinione critica e che soprattutto questa opinione è pari a qualunque altra nella misura in cui tutte insieme danno valori diversi ed effettivi dell'oggetto, ed oltre a superare l'empasse del Nazismo supero anche quella del Capitalismo e del Dio Mercato.
Anche perchè non vorrei mai qualcuno pensasse che i criteri non sono uguali solo perchè alcuni culturalmente diversi da altri. Lì si che c'è pericolo. i criteri sono criteri, punto. Possiamo sceglierne uno o l'altro, ma servirà  solo a noi stessi. Se i criteri diventano le strutture entro cui poi qualcosa assume più o meno valore per me diventa un danno, perchè questo si è un autoritarismo.
Ed è per questo che dico che i critici non servono. Non servono nella misura in cui cosa sia o non sia arte lo decidono loro d'accordo con gli altri attori di questo mercato. Se poi un critico piuttosto che un altro mi vuole raccontare come lui vede un opera d'arte rispetto a un altro, non sarà che contento di ascoltare le voci e di sentirmi anche io critico, come lo è mia madre o mio padre o mio nonno.
Ma il prezzo difficilmente lo faranno i nostri blog o i nostri forum giusto?
Terrei fuori quindi e infine il nazismo, perché poi se qualcuno pensa che l'esclusiva dell'arte, comunque essa sia considerata, spetti a chi la puà fare, commerciare, comprare o esporre, oppure peggio ancora a chi puà avere gli strumenti culturali per farne opinione critica e quindi generare giudizi, valutazioni e opinioni, allora questa mi sembra una barbarie altrettanto enorme. (dopo i libri, anche gli ingressi nei musei non costano poco, lo sapete?)
Detto tutto ciò, vi riporto un testo che trovo molto bello, anche se col mercato dell'arte che sta collassando forse c'entra molto poco. Forse.
arrivederci

La politica classica distingueva con chiarezza fra zoè e bios, fra vita naturale e vita politica, fra l’uomo come semplice vivente, che aveva il suo luogo nella casa, e l’uomo come soggetto politico, che aveva il suo luogo nella polis. Ebbene, di ciò noi non sappiamo più nulla. Noi non possiamo più distinguere fra zoè e bios, fra la nostra vita biologica di esseri viventi e la nostra esistenza politica, fra ciò che è incomunicabile e muto e ciò che è dicibile e comunicabile. Noi, come ha scritto una volta Foucault, siamo degli animali nella cui politica è in questione la nostra stessa vita di esseri viventi. Vivere nello stato di eccezione divenuto la regola ha significato anche questo: che il nostro privato corpo biologico diventasse indistinguibile dal nostro corpo politico, che esperienze che un tempo si dicevano politiche fossero improvvisamente confinate nel nostro corpo biologico ed esperienze private si presentassero di colpo fuori di noi come corpo politico. Abbiamo dovuto abituarci a pensare e a scrivere in questa confusione di corpi e di luoghi, di esterno e interno, di ciò che è muto e di ciò che ha parola, di ciò che è schiavo e di ciò che è libero, di ciò che è bisogno e di ciò che è desiderio. Cià ha significato – perchè non confessarlo? – fare esperienza di un’assoluta impotenza, urtarci ogni volta alla solitudine e al mutismo proprio là  dove ci aspettavamo compagnia e parole. Abbiamo attraversato come potevamo quest’impotenza, mentre da ogni parte ci circondava il frastuono dei media, che definiva il nuovo spazio politico planetario, dove l’eccezione era diventata la regola. Ma è a partire da questo terreno incerto, da questa zona opaca di in distinzione che dobbiamo oggi ritrovare la via di un’altra politica, di un altro corpo, di un’altra parola. A questa indistinzione di pubblico e privato, di corpo biologico e di corpo politico, di zoè e bios non mi sentirei di rinunciare per nessuna ragione. àˆ qui che devo ritrovare il mio spazio – qui, o in nessun altro luogo. Solo una politica che parta da questa coscienza puà interessarmi. da MEZZI SENZA FINE G. Agamben

Inviato: 11/2/2009 2:23
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Re: Il mercato dell'arte sta collassando...
Utente non più registrato
Colaps.....non ho letto il tuo ultimo post perchè noioso e unicamente indirizzato al farci sapere che sei uomo colto e che leggi...io non metto in dubbio questo e sono certo che TUTTI i partecipanti al forum siano colti ed abbiano molto da dira, dare e apportare.

E' un forum ricco di argomenti questi, non ci sono preclusioni elitaristiche ma sarebbe bello che tutti in qualche modo contribuissimo nel giusto se si parla di banane magari sarebbe bello parlare non dico proprio di banane ma almeno di frutta....parlare dell'accopiamento della scimmia urlatrice puà essere interessante ma forse un pochino lontano dal parlar di banane.

Marco ha aperto un topic interessante da titolo "IL MERCATO DELL'ARTE STA' COLLASSANDO"...IL MERCATO ....e di questo parliamo e diamo fatti, tra il resto ellemme e io siamo professionisti nel settore altri hanno portato contributi interessanti.
Parlare di altro è altro....a me non frega nulla delle masturbazioni di che cosa sia arte, di che cosa sia un artista, di chi sia un critico....sono cose che mi aspetto che uno che vuole parlare di MERCATO DELL'ARTE conosca....se vado da un commerciante di auto e parlo del mercato dell'auto mi aspetto che sia dato per scontato che egli sappia che cos'è un auto, un autobus, una bicicletta, un concessionario...
E proprio perchè è un forum libero e aperto basterebbe che apriste un topic di vostro interesse....

Per il resto quoto ellemme....concetti duri ma necessari...


P.S. vorrei anch'io fare delle citazioni da qualche libro...ma non trovo più il "manuale di Nonna Papera"....appena lo trovo posto anch'io

Inviato: 11/2/2009 9:42
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Re: Il mercato dell'arte sta collassando...

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"Se i criteri diventano le strutture entro cui poi qualcosa assume più o meno valore per me diventa un danno, perchè questo si è un autoritarismo"

Mi pare una frase sostanzialmente giusta (giusta per me): sono convinto che quando poche persone, facenti parti di una autoconvocata elite, decidono per tutti il valore delle cose, in qualunque campo, in base a un substrato ideologico comune a qualunque fenomeno culturale, si realizza un sistema intrinsecamente autoritario; tanto più quanto quelle elite parlano un linguaggio impermeabile al linguaggio di tutti, e in fin dei conti autoreferenziale.

Inviato: 11/2/2009 10:36
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Re: Il mercato dell'arte sta collassando...
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Ciao cari,
francamente tirare in ballo il nazismo e la camorra mi sembra un tantino esagerato e di pessimo gusto considerando che alla fine, siamo tra amici a parlare di fotografia.
Se si potessero evitare certi riferimenti e certe accuse, la lettura delle vostre interessanti opinioni risulterebbe a tutti più gradevole.

Citazione:

Lucifero ha scritto:
se si parla di banane magari sarebbe bello parlare non dico proprio di banane ma almeno di frutta....


Roberto, da quanto capisco (per miei limiti, molto poco!), mi sembra che Colaps nel suo intervento stia comunque formulando, magari partendo da lontano, la sua ipotesi del perchè il mercato dell’arte è in crisi, quindi direi che attiene l’argomento lanciato da Marco.

Trattandosi di un forum pubblico è lecito che ciscuno si senta libero di esprimere la propria opinione, senza dover temere rimproveri e sberleffi di chi per qualche motivo ne sa di più.

Lo spirito del forum è proprio quello del reciproco scambio di idee ed informazioni, quindi chi pensa di saperne di più dovrebbe, se vuole e se ha tempo, condividere le proprie conoscenze con pazienza, chiarezza e magari con quel pizzico di umiltà  che rende le persone più credibili.

A presto.

Fabio

P.S.: Quando trovi il Manuale di Nonna Papera fammi una copia che servirebbe anche a me

Inviato: 11/2/2009 10:46
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