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Un po' piu' di rigore scientifico, please? Cominciamo da stampa digitale?

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25/8/2005 8:38
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Qualcuno mi puo' indicare degli articoli scritti con rigore scientifico che trattano di colorimetria applicata alla stampa digitale? Articoli che rispondono con metodologie comunemente usate in ambito scientifico a situazioni molto pratiche quali quelle riportate _solo_come_esempio_ qui sotto.

1) Ho diversi lotti di carta dello stesso tipo e produttore. Li stampo usando un profilo colore generato da un campione "madre" (stesso tipo di carta, chiaramente). Differenze nei risultati (a) misurabili strumentalmente e (b) percepibili dall'occhio umano con i classici metodi statistici. In pratica uno studio sulla costanza di produzione e il QC di un fornitore di carte da stampa.

2) Ripetere (1) sopra nel caso gli inchiostri vengano sostituiti. Si intende con inchiostri dello stesso produttore e dello stesso tipo, quindi semplicemente di un lotto diverso. Differenze nei risultati sulla carta (a) misurabili strumentalmente e (b) percepibili dall'occhio umano con i classici metodi statistici. In pratica uno studio sulla costanza di produzione e il QC di un fornitore di inchiostri.

3) Ripetere (1) sopra ma studiando la deriva della stampante. Quindi stessa confezione di carta (lo stesso rullo, per esempio, se plotter) e gli stessi inchiostri ma si ripete la stessa stampa a distanza di - metti - un mese per 12 mesi. Differenze nei risultati (a) misurabili strumentalmente e (b) percepibili dall'occhio umano con i classici metodi statistici.

4) Influenza sulla stampa finale della illuminazione dell'ambiente. Scoprire la relazione tra temperatura di colore della stanza illuminata e stampa finale.

Sono esempi questi, elencati solo per cercare di chiarire quello che voglio dire. Immagino che HP, Epson, Canon, Roland, Oce', Xerox, etc abbiano fatto esperimenti in proposito. Magari se li tengono per loro, lo capisco. Ma organizzazioni indipendenti? Universita'? Centri di ricerca?

In mancanza di un minimo di rigore scientifico la maggior parte delle discussioni sui forum a riguardo sono solo piacevoli chiacchere.

La mia e' da una parte curiosita' scientifica, cioe' il rispondere alla domanda: queste differenze sono quantitativamente significative? Ma e' anche curiosita' di business, cioe' il rispondere alla domanda: queste differenze sono percepibili dall'occhio del (per esempio) 5% dei _miei_ clienti piu' sofisticati? Se la risposta e' no non voglio spendere tempo e/o denaro a perseguire quelle che sono costose esagerazioni.

Qualcuno ha dei riferimenti scientifici su questo tema?


P.S. Il discorso si potrebbe allargare a tanti altri ambiti fotografici, basti pensare a tutte le discussioni che si leggono in giro sulle differenze di resa cromatica degli obiettivi GF Nikon vs Schneider vs Rodenstock o Fujinon senza che ci sia - per quello che ne so io (che sicuramente non sono un guru dell'argomento) - uno straccio di studio fatto con un minimo di serieta' che provi o contraddica qualunque delle tante leggende metropolitane che circolano a riguardo.

Inviato: 22/11/2008 11:14
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Re: Un po' piu' di rigore scientifico, please? Cominciamo da stampa digitale?
Utente non più registrato
Immagino che si farà  come con la stampa colore cromogena.
Ovvero ogni tanto, o quando si cambiano i chimici, bobine di carta...lo stampatore farà  una streep di prova da analizzare con opportuno strumento.

La stessa cosa si farà  con la stampa digitale: una volta tarato il sistema (monitor, stampante, inchiostri, carta...) ogni tanto fare delle prove con analizzatori creati ad hoc.
Non credo servano scritti scientifici, ma solo l' acquisto di attrezzature per analizzare i risultati (stampa di campioni colorati creati ad hoc) e compararli con la resa del monitor...sempre con analizzatori sofisticati.

Do per scontato che la luce ambiente del laboratorio resti costante e che sia adeguata (leggi: senza dominanti) per operare al meglio.

Inviato: 22/11/2008 12:08
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Re: Un po' piu' di rigore scientifico, please? Cominciamo da stampa digitale?
Moderatore
Iscritto il:
13/5/2004 17:25
Da lombardia
Messaggi: 6553
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Non metto becco sulle questioni di stampanti e colore digitale, su cui qui c'è tanta gente che ne sa mille volte di più.
Circa le diverse rese cromatiche degli obbiettivi, direi che se ne parla poco per esempio perchè le percezioni dei colori sono cose molto soggettive, nel senso che è praticamente impossibile stabilire se la tonalità  di rosso che vedo io è esattamente la stessa che vedi tu. Quasi sicuramente non lo è. E allora che senso avrebbe essere rigorosi in una analisi che poi viene vanificata se solo cambia l'osservatore?
Ovviamente si parla di sfumature. Lievi differenze di tonalità  che portano ad immagini un pò più calde o un pò più fredde, a seconda della marca o del singolo obbiettivo esaminato. Non è una leggenda metropolitana che gli Zeiss sono mediamente più caldi dei Leica, e gli Schneider lo sono rispetto ai Nikkor. Ma sono differenze assai limitate che possono essere facilmente sovvertite se solo su uno dei due obbiettivi si monta un filtro (anche solo un UV) o in sede di stampa, o con la scelta di una pellicola diapositiva rispetto ad un'altra. Per esempio, con i miei obbiettivi Zeiss per Contax e per Hasselblad mi sono sempre trovato particolarmente bene con la Fuji Astia.
Una volta che un amico fu così gentile da prestarmi la sua Leica M6 con un 50 Summicron, l'accoppiata Leica-Astia mi entusiasmà meno, per una certa tendenza ad una resa un pò troppo freddina, pur ammirando invece la fantastica nitidezza e risoluzione del Summicron.
Forse coi Leica una pellicola calda come la Kodak Vs o la Velvia rende meglio.
Col digitale poi, il discorso della resa cromatica della lente penso abbia ormai un interesse scarsissimo, grazie alla possibilità  di regolare di fino la temperatura cromatica del sensore.


Inviato: 23/11/2008 18:27
Tessera C.F.A.O n. 3

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Re: Un po' piu' di rigore scientifico, please? Cominciamo da stampa digitale?
Moderatore
Iscritto il:
8/1/2005 22:33
Da Varese
Messaggi: 4735
Offline
Ciao Marco,
ti dico subito che non conosco la questione nello specifico.
L'unica cosa che ho notato, curiosando in rete, è che la questione dell'uniformità  di resa da lotto a lotto, sembra passare sotto silenzio relativamente ai grandi nomi del mercato. Dove invece viene sottolineata in modo abbastanza solerte quando ci si imbatte in produttori di terze parti di inchiostri per stampa, che affermano di sottoporre i loro diversi lotti di prodotto a controlli computerizzati per assicurare uniformità ........anche se poi circa la tipologia di tali controlli nulla è dato sapere.

Marco

Inviato: 24/11/2008 18:03
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When I pick one up, the hard work's already been done"

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