Sicuramente tutti voi conoscete Munch, il pittore norvegese famoso soprattutto per il celebre dipinto "Il Grido" http://www.exibart.com/arte_eventi/EdvardMunch/IlGrido.htm

Forse non tutti sanno invece che a partire dal 1902 Munch si dedicà anche alla fotografia. Non come avveniva da tempo da parte di altri pittori in funzione di "modello" per opere pittoriche ma come vero e proprio strumento di espressione artistica.

"Con Munch (la fotografia) diventa procedimento di ricerca, metodo per ampliare le possibilità  della visione. I suoi scatti sono spesso volutamente fuori fuoco o sovraesposti, tanto che le immagini acquistano la consistenza di fantasmi. Cià che lo interessa insomma non è tanto la sperimentazione di insolite inquadrature, quanto lo spiazzamento percettivo, lo sdoppiarsi dei contorni, il loro farsi ambigui. Anche da fotografo ritorna insistentemente, ossessivamente sulla propria figura, - sono quelle che lui stesso chiama fotografie fatali - e le immagini si configurano dunque come momenti di autoanalisi, di scandaglio interiore e di interrogazione sul proprio essere"
Da " i classici dell'arte, il novecento - Rizzoli Skira"

Ecco un link per vedere qualcosa....in rete non ho trovato molto
http://www.gallen-kallela.fi/artnoir/Mvuoteessa.html

Penso che il concetto di "spiazzamento percettivo" sia molto molto interessante.
A voi giudizi e commenti.
Ciao

Marco(pamar5)

Molto interessante, grazie del link; sapevo che Munch utilizzava la fotografia, ma non ne avevo ancora viste.

Sarebbe interessante "scovare" altri artisti che hanno affiancato la fotografia ad altre forme artistiche......

Marco(pamar5)

Come tu ben sai io e Cristina siamo molto vicini al concetto di "spiazzamento percettivo", è infatti quando ti ritrovi in uno spazio in cui le coordinate culturali e conoscitive con cui interpreti normalmente il mondo cessano di essere valide (essere "spiazzati" puà voler dire anche questo) che è possibile accedere a quello che Rimbaud chiamava "l'ignoto", in uno spazio simile sei infatti "costretto" a reiventare e ripensare nuovi orizzonti di senso, scoprire nuovi mondi, formulare nuovi linguaggi...

Purtroppo solo 4 immagini non sono sufficienti per capire se Munch ha raggiunto il suo scopo, però devo ammettere che provo un certo senso di disagio davanti a queste fotografie, ed il disagio è sempre un buon segno, si vede che c'è qualcosa che effettivamente mi "spiazza" ...

Per qualche ragione che al momento non riesco a razionalizzare mi ricordano alcune polaroid di Andrej Tarkovskij, il mitico regista (a proposito di artisti che affiancano la fotografia alla "loro" disciplina d'elezione), solo che adesso non riesco a trovare nessuna immagine sulla rete...