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Re: Utilizzo del focometro

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9/12/2004 21:10
Da Toscana
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Ciao Luciano,
ma anche il Paterson pur in modo estremamente primitivo ti fornisce la possibilita' di una regolazione sia pure spartana.
La vite presente sul tubo dell'ocurale consente lo spostamento della pupilla dell'ottica e di un aggiustamento che anche se tuttaltro che micrometrico con un po' di pazienza...
Ma poi, piu' che mettere a fuoco la grana....
Ciao,
Renzo

Inviato: 16/7/2007 22:45
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Re: Utilizzo del focometro
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Da lombardia
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Ma la regolazione di cui parlavo non è quella dell'oculare.
Tutti i focometri hanno questa regolazione, in forma più o meno spartana, che serve solo a rendere nitido all'osservatore il reticolo o il filo di riferimento.

Ma la distanza tra il reticolo/filo e specchio è per solito fissa. Ed è l'esattezza di questa distanza che determina la precisione del focometro. I vari produttori affermano che i loro strumenti sono regolati in fabbrica una volta per tutte e non necessitano di ulteriori aggiustamenti.

Peccato che se si pongono a confronto due o tre focometri (io ci ho provato), la massima niditezza della grana non risulta perfettamente coincidente. Si vede che queste regolazioni di fabbrica non sono poi così precise.

Lo Scoponet è l'unico, per quanto mi risulta, che permette di variare anche la distanza tra griglia e specchio. Per la verità  anche nello Scoponet c'è un riferimento visivo relativo alla posizione di zero, come regolata in fabbrica. E l'aggiustamento è un pò indaginoso, dovendosi operare allentando una vitina minuscola con un cacciavite da orologiaio. Evidentemente si tratta di una regolazione non usuale e che probabilmente nella stragrande maggioranza dei casi conviene NON effettuare.
Resta comunque che, in caso di necessità , lo Scoponet la permette, e gli altri no.


Inviato: 17/7/2007 10:28
Tessera C.F.A.O n. 3

"Tempo fa ero indeciso, ma ora non ne sono più così sicuro" Boscoe Pertwee

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Re: Utilizzo del focometro

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9/12/2004 21:10
Da Toscana
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Ciao Luciano,
ma lo sai che mi sto rendendo improvvisamente conto di non sapere come funziona il focometro? mi sembrava cosi' semplice...e invece no.
Cerchiamo di capire: secondo il mio intuito lo specchio dovrebbe essere posizionato in modo equidistante dalla base del focometro e....dal centro ottico dell'oculare? dalla pupilla di uscita?
E il filo cosa rappresenta? E' inutile discutere di focometri se non si sa come funzionano...chi mi aggiorna?
Ciao,
Renzo

Inviato: 17/7/2007 16:34
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Re: Utilizzo del focometro
Moderatore
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8/2/2005 19:08
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Come sono felice di avere un'ingranditore autofocus !

A parte tutto, con la mia vista particolare , ho un pessimo rapporto con focometri, lentini di ingrandimento e con la quasi totalità  di pentaprismi.

Non posso aiutarti, Renzo: avendo abbandonato ogni speranza d'uso del focometro, non ho mai approfondito l'argomento.


Andrea

Inviato: 17/7/2007 17:03
sono moderno, non contemporaneo
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Re: Utilizzo del focometro
Moderatore
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13/5/2004 17:25
Da lombardia
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Bè, il principio di funzionamento di quelli tipo Paterson è abbastanza semplice: i raggi di luce che escono dall'obbiettivo di ingrandimento e che di dirigono verso la carta da stampa vengono deviati dallo specchio del focometro (che è uno specchio ottico, non uno specchio comune) ed indirizzati verso l'oculare di osservazione.

Nel loro tragitto incontrano il famoso reticolo (nei Peack e nello Scoponet) od il filo teso di traverso (nei Paterson).

Tutto l'inghippo consiste in questo: che lo specchio deve posizionarsi in maniera perfettamente simmetrica tra la base di appoggio del focometro ed il reticolo o filo. Cioè la distanza grana del negativo-carta sensibile deve essere assolutamente identica alla distanza grana del negativo-specchio deviatore-reticolo/filo e la distanza specchio-base di appoggio sulla carta deve essere uguale alla distanza specchio-reticolo.

Se questa condizione viene rispettata avremo la sicurezza che mettendo a fuoco la grana del negativo sullo stesso piano del reticolo (dovremo quindi vedere nitidi contemporaneamente sia la grana che il reticolo), questa sarà  anche perfettamente a fuoco sulla carta da stampa.

La regolazione dell'oculare serve solo come regolazione diottrica per rendere nitido il reticolo agli occhi dei vari utilizatori (un pò come la regolazione diottrica dei mirini delle reflex), ma non influisce direttamente sulla precisione dello strumento (un pò come in una reflex autofocus, se non regolo il mirino, posso vedere l'immagine sfocata, anche quando invece è stata correttamente messa a fuoco dalla macchina).

La distanza precisa tra specchio e reticolo, identica alla distanza specchio-piano di appoggio sulla carta, è invece una caratteristica intrinseca della precisa messa a punto dello strumento.

Spero di essere stato chiaro.

Comunque QUI ci sono degli schemi esplicativi e tutte le curiosità  del caso



PS : per inciso spero anche io di aver capito bene. Magari ho detto solo un sacco di castronerie

Inviato: 17/7/2007 19:16
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Re: Utilizzo del focometro

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9/12/2004 21:10
Da Toscana
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Sei stato chiarissimo Luciano, e mi torna tutto.
Gia' che ci sei mi spieghi anche cos'e' questo benedetto filtro BG?
Ciao,
Renzo

Inviato: 17/7/2007 22:41
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Re: Utilizzo del focometro
Moderatore
Iscritto il:
13/5/2004 17:25
Da lombardia
Messaggi: 6552
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Citazione:

Falcopardo ha scritto:

Gia' che ci sei mi spieghi anche cos'e' questo benedetto filtro BG?
Ciao,
Renzo



E' un accessorio residuo che viene dritto dritto dalla "storia della fotografia".

E' noto che le carte da stampa BN sono particolarmente sensibili a certe lunghezze di luce. L'uso di un filtro blu (appunto il BG) consentirebbe di mettere a fuoco usando il colore di luce cui le carte sono più sensibili. Questo poteva avere un senso in passato, quando gli obbiettivi da ingrandimento, soprattutto a causa di un trattamento antiriflesso primitivo od assente, soffrivano di una aberrazione cromatica longitudinale (LCA) elevata.
Coi moderni obbiettivi la cosa è ininfluente e l'uso di questo filtro potrebbe sembrare utile solo usando obbiettivi di antiquariato.

Ma c'è un altro motivo che SCONSIGLIA comunque l'uso di questo filtro. E' stato scoperto (da un signore di nome Patrick Gainer) che l'occhio umano è a sua volta soggetto ad un difetto di LCA quando focheggia un oggetto attraverso un filtro blu scuro. Addirittura Gainer ha misurato errori fino a 10 mm di differenza nel focheggiare in luce blu, invece che in luce bianca (anche se questo è un valore limite ed inconsueto).

Inoltre ci possono essere altri problemi con le carte Multi Contrast che oggi vanno per la maggiore in quanto, per la loro particolare struttura, possono avere leggeri shift di nitidezza perfetta, in base alla gradazione impostata.

La conclusione è semplice: lasciamo il filtro BG nei musei di fotografia.

Questi argomenti sono trattati estesamente nel libro di Ctein, "Post Exposure" , Focal Press, 1997 (ce n'è anche una edizione più recente)




PS: per pietà , cambiamo argomento, adesso!!!

Inviato: 18/7/2007 8:33
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Re: Utilizzo del focometro

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9/12/2004 21:10
Da Toscana
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Grazie Luciano,
questa proprio non la sapevo, la messa a fuoco diversa secondo la lunghezza d'onda...qui non si va a cercare il pelo nell'uovo ma nelle palle da biliardo!!!
Ciao, grazie per la pazienza
Renzo

Inviato: 18/7/2007 10:13
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