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Immagini di guerra e guerra delle immagini: il racconto fotografico di R. Capa
Moderatore
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8/1/2005 22:33
Da Varese
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Su segnalazionione di Marco/samuel, che ringrazio, vorrei invitarvi a leggere questo ottimo articolo di Luisa Scalabroni che tratta della fotografia di reportage di guerra ed in particolare del lavoro di Robert Capa. Un pezzo scritto in maniera semplice e chiara capace di far conoscere ed illustrare la fotografia di Capa e le ragioni della sua fama e di come con il suo lavoro ha cambiato per sempre il modo di fare "reportage in zone di guerra".
Un articolo di indubbio interesse per chi pratica la street photography ma non solo. Pregio ulteriore dell'articolo è l'analisi di alcuni scatti di Capa L'articolo della Scalabroni ha un tagli semiologico, ma leggendolo vi renderete conto di come tale disciplina sia molto molto cambiata rispetto alle sue origini, e di come tale disciplina sia fortemente applicabile all'analisi della fotografia moderna. Essa è capace di illustrare e rendere evidenti le ragioni che ci portano ad essere "colpiti" da uno scatto; ce le rende esplicite dove precedentemente ci accostavamo ad esso solo a livello emozionale. Un ottimo input per arricchire il nostro modo di "vedere" e capire un'immagine.

ecco il link:

http://www.associazionesemiotica.it/ec/pdf/scalabroni_10_11_06.pdf

Marco(pamar5)

P.S. mi piacerebbero commenti sull'articolo, da parte di chi ne ha tempo e voglia. Potrebbe trattarsi di un interessante spunto di discussione.

Inviato: 6/2/2007 9:09
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"I'm not a photographer the moment I pick up the camera.
When I pick one up, the hard work's already been done"

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Re: Immagini di guerra e guerra delle immagini: il racconto fotografico di R. Capa

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9/12/2004 21:10
Da Toscana
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Ciao Marco,
come vedi ai pensionati spetta il vantaggio della prima parola...
Ti ringrazio per l'articolo, perche' e' la risposta a molte mie domande. E' la spegazione di come ci possa essere anche una semiotica dell'immagine oltre a quella della parola.
Messa cosi' e' un utilissimo spunto di visione e operativita' fotografica.
L'analisi della Scalabroni e' un vero trattato riassunto in poche pagine con esempi e citazioni, un lavoro veramente ottimo.
Mentre leggevo mi ponevo parecchie domande.
Non credo che Capa fotografasse seguendo dettami semiologici. Probabilmente li aveva in testa e con un gran colpo d'occhio e tanta intelligenza riusciva a previsualizzare i contesti e le situazioni. Significativa la foto: Chartres. Liberazione.
Ma cercava anche di registrare nelle sue foto l'azione, la paura, le emozioni che anch'egli viveva per restituire un'immagine vera della guerra e al di la' di riflessioni filosofiche vedo un invito ad entrare dentro le cose che vogliamo fotografare. Le riflessioni e le analisi le possiamo fare a posteriori per verificare se siamo riusciti nel nostro intento.
Ma niente vieta di fare il processo inverso, probabilmente si corre meno il rischio di tralasciare qualcosa, pero' penso si perda la freschezza dell'emotivita', del coinvolgimento.
Oppure crearsi mentalmente una scaletta e poi lasciare libero l'istinto creativo.
Parlo di istinto perche' a volte ho provato a prepararmi la scaletta con tutte le ragioni per giustificare una foto ( parlo dei paesini.... asd: )
Motivi storici, architettonici, antropologici, ambientali, climatici....un muro dovrebbe saper raccontare tutte queste cose, ma se uno in fase di scatto ci pensa troppo perde di vista la bellezza e il fascino del posto.
E quindi occorrerebbe fare come gli atleti prima del salto in alto: memorizzare tutti i passi attentamente e poi partire di slancio.
Grazie di nuovo della segnalazione,
Renzo

Inviato: 6/2/2007 11:09
.........

......
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Re: Immagini di guerra e guerra delle immagini: il racconto fotografico di R. Capa
Moderatore
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19/9/2006 14:17
Da rho - milano
Messaggi: 728
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L'articolo della Scalabroni è molto interessante.
Mi riservo di commentarlo con più calma.
Comunque ad alimentare il dibattito sulla 'semiotica' che sta avendo molto seguito in questi giorni su 'FOTOAVVENTURE' sono convinto che questo tipo di riflessioni non spiegano COME nè tanto meno PERCHE' fare una foto.
Sono altrettanto convinto che attraverso una continua ricerca formale, di contenuti e perchè no anche semiotica il nostro cervello 'automaticamente' faccia tesoro del processo di risoluzione delle 'crisi' che ci si presentano lungo il cammino.
Solo per il fatto di porsi il 'problema', di mettere in discussione il nostro modo di vedere e di fotografare di fatto ci fa vedere e fotografare in modo diverso.
Al momento dello scatto il nostro cervello reagirà  di conseguenza.

Inviato: 6/2/2007 11:44
http://www.carlocorradi.it
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Re: Immagini di guerra e guerra delle immagini: il racconto fotografico di R. Capa

Iscritto il:
9/4/2004 15:12
Da Bologna
Messaggi: 877
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Bella segnalazione davvero Marco...finalmente qualcosa di pratico su cui far funzionare il cervello...qualcosa di finalizzato in mezzo sempre ad una marea di informazioni "fluttuanti nel nulla"!

Per il commento, come al solito, mi sento molto vicino al pensiero dell'inossidabile falchetto....per cui quoto e non vado oltre....per ora!


Inviato: 6/2/2007 11:51
Jekoz On Line: "USA on the road"
http://www.jekoz.net
.....................
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Re: Immagini di guerra e guerra delle immagini: il racconto fotografico di R. Capa
Utente non più registrato
prima di leggerlo plaudo alla segnalazione e al tono del moderatore Marco.
Claudio.

Inviato: 6/2/2007 12:52
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Re: Immagini di guerra e guerra delle immagini: il racconto fotografico di R. Capa
Moderatore
Iscritto il:
8/1/2005 22:33
Da Varese
Messaggi: 4735
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Dovete ringraziare Marco/samuel perchè è lui che ha "scovato" l'articolo in questione. Io ho solo aperto il topic.

Marco

Inviato: 6/2/2007 13:32
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Re: Immagini di guerra e guerra delle immagini: il racconto fotografico di R. Capa

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8/10/2006 17:44
Da Torino
Messaggi: 1461
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L'articolo é di qualche tempo fa e riprendendo in mano alcune cose é uscito fuori. L'ho dato a Marco per un primo confronto su alcune cose che discutavamo e oggi penso anche a Falcopardo, alla ricerca di qualcosa che renda tangibile discorsi che di per se non appaiono tali, anche se lo sono.
Capa sicuramente non pensava ad un analisi di questo tipo, anche perchè non c'era ancora, perlomeno quella che usa Scalabroni, ma credo che come tutti i grandi fotografi sapesse cos'è la fotografia, la sentisse.
Strumenti di questo tipo servono poi a rileggere l'opera di un autore, ma anche il proprio lavoro, costruendo spesso punti di vista inediti. Ma ciò vale anche per tutti gli altri contributi che spesso appaiono su questo forum, penso al lavoro di Marco con Deleuze, a Borful con una lettura ricca di riferimenti estetici (se leggo bene...) alla citazione di Claudio sulla Gestalt e via di questo passo.
bs
marco


Inviato: 6/2/2007 13:43
La fotografia non si domina: corre da sola e l'uomo la segue in ritardo e mai come oggi.
A. Gilardi

www.mbphoto.it
www.flickr.com/photos/marcofluens

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Re: Immagini di guerra e guerra delle immagini: il racconto fotografico di R. Capa
Utente non più registrato
Si, Capa era così, lo sapevamo.
Grattate le parole della semiotica, che dicono le cose che sapevamo già , ma in altra maniera, restano i concetti che conoscevamo, sullo stile, le scelte formali, gli effetti che producono.

Si ribadiscono cose che è meglio ribadire ogni tanto, questioni di cuore, passione e libertà , direi.

Penso che la prima pagina sia invece non rispondente al vero: le chiacchiere fatte con i fotografi d'assalto delle mie parti, Siccardi p.es. mi inducono a credere in un gran pilotaggio "a monte" delle immagini belliche, ad una crescente difficoltà  di manovra per chi faccia foto in giro.

Con la guerra del golfo1 molto è cambiato, come sappiamo, nel lavoro del reporter di guerra, in termini di libertà  di movimento, fino alla guerra del golfo2 dove non era ammessa alcuna libertà  di azione e non era e non è garantito a nessun titolo un "flusso intenso e costante".
Sappiamo di quanto esplicitamente il potere politico si è opposto ai reporter per evitare di "farsi impallinare come in Vietnam".
Che la massa delle immagini sia aumentata è un fatto, che la presenza di giornali di cronaca costruiti su immagini di qualità  sia ridotta a zero un altro fatto.
Mi trovo mestamente a sfogliare numeri di Epoca e rari numeri di Life di quando ero piccolo con pagine e pagine di HCB.....

Ringrazio della segnalazione. Claudio.


Inviato: 6/2/2007 13:49
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Re: Immagini di guerra e guerra delle immagini: il racconto fotografico di R. Capa
Moderatore
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8/1/2005 22:33
Da Varese
Messaggi: 4735
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Citazione:

Falcopardo ha scritto:
Ciao Marco,
Le riflessioni e le analisi le possiamo fare a posteriori per verificare se siamo riusciti nel nostro intento.
Ma niente vieta di fare il processo inverso, probabilmente si corre meno il rischio di tralasciare qualcosa, pero' penso si perda la freschezza dell'emotivita', del coinvolgimento.
Oppure crearsi mentalmente una scaletta e poi lasciare libero l'istinto creativo.
Parlo di istinto perche' a volte ho provato a prepararmi la scaletta con tutte le ragioni per giustificare una foto ( parlo dei paesini.... asd: )
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Ciao Renzo
Fantastico il paragone con l'atleta, penso che hai colto il punto della situazione.
Anche io sono convinto che una cosa è studiare, pianificare un progetto, uno scatto, documentarsi, ma un'altra cosa è poi lo scatto vero e proprio. Da parte mia se in fase di scatto dovessi "fermarmi" per mettere in pratica tutte le considerazioni ed i ragionamenti della semiotica non combinerei nulla. Sarebbe un fardello enorme capace di soffocarmi. Pensa poi all'esempio di un fotografo d'azione.....perderebbe per sempre l'attimo. Sono però convinto, come tu hai affermato, che un nostro bagaglio di conoscienze, il famoso "zaino" possa affiorare a livello inconscio per guidarci. Inoltre, e questo è un pregio di una certa semiotica applicata all'immagine, un grande vantaggio è la possibilità  di giudicare e "vedere" le nostre (o altrui) immagini a giochi fatti, quando sono stampate con un'angolatura diversa ed aggiuntiva rispetto a tutte le altre che usiamo per valutarle. Ci è data la possibilità  di una chiave di valutazione in più, che poi possiamo accettare o meno; che puà aprirci ulteriori prospettive o meno; che puà risultare costruttiva o no; ma è sempre e comunque un di più di cui fare tesoro perchè è comunque meglio avere molteplici possibilità  (che possono anche risultare superflue, per carità ) che averne poche e sentirne la mancanza.

Marco(pamar5)

Inviato: 6/2/2007 23:35
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Re: Immagini di guerra e guerra delle immagini: il racconto fotografico di R. Capa

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8/10/2006 17:44
Da Torino
Messaggi: 1461
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Per me lo scatto é qualcosa che assomiglia ad un approccio istintivo, dove ci dobbiamo fidare di quello che abbiamo dentro, conoscenze, emozioni, affetti, ecc.
Se ci si fida, ci guidano.
E' vero, ci puà essere differenza tra lo scatto in BO/GF che richiede un certo tempo di preparazione, ma su questo non ho esperienza, e lo scatto da reportage o da street photography, dove, mi sembra, aumenti la velocità  con la quale le cose accadono.

Quello che trovo interessante, e che dite anche voi, dell'applicazione di alcuni strumenti di lettura dell'immagine, e direi anche del senso più in generale, è l'osservazione del proprio lavoro a posteriori, soprattutto nella fase di editing. Anche qui i due generi fotografici citati possono richiedere un diverso approccio.
Negli ultimi due lavori fatti mi sono confrontato con una quantità  di 400/500 fotografie tra le quali scegliere - e i professionisti ne hanno di più - individuando scelte diverse che davano origine a significati diversi. Ecco, qui mi trovo ad applicare alcuni strumenti di lettura, anche abbastanza liberamente, senza troppi vincoli.

E' l'intero processo fotografico, dal progetto o dall'idea, alla preparazione, allo scatto, alla scelta, alla stampa e presentazione, ad essere organizzato con competenze e attenzioni diverse. Pensate solo a quelle messe in gioco dal digitale, che si aggiungono a quelle dell'argentico.
Alla fin fine é un processo piuttosto complesso.
Lo so di dire qualcosa che si sa già , ma talvolta ridirlo puà far riflettere su quello che viene messo in campo nell'agire fotografico.
bs
marco

Inviato: 7/2/2007 17:59
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Re: Immagini di guerra e guerra delle immagini: il racconto fotografico di R. Capa

Iscritto il:
9/12/2004 21:10
Da Toscana
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Citazione:

samuel ha scritto:
...L'ho dato a Marco per un primo confronto su alcune cose che discutavamo e oggi penso anche a Falcopardo....


ed io ti ringrazio, l'ho gradito perche' era molto chiaro sull'idea di una semiotica fotografica.
Ciao.
Renzo

Inviato: 7/2/2007 18:41
.........

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