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Re: La stampa certificata Fine Art :)
Utente non più registrato
La certificazione Hahnemulhe la puoi usare su qualsiasi carta, non ci sono limitazioni date dalla casa madre ma solo dall'onesta' di che le usa. Quelle che chiami etichette sono dei sofisticati adesivi ad ologramma con innumerevoli sistemi contro le falsificazioni. Ogni certificato lo puoi registrare on-line con tutti i dati dell'opera. Per quanto riguarda le norme per considerare una stampa digitale fine-art, l'inglese Fine Art Trade Guild ha tracciato da vari anni le linee guida a tal proposito. Epson ha pescato qua e la ed ha confezionato il tutto molto abilmente, in realta' non ha inventato nulla ma solo scopiazzato per il proprio torna conto. Persino il timbro a secco e' usato da sempre dalle stamperie d'arte di livello.

Inviato: 16/3/2009 11:20
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Re: La stampa certificata Fine Art :)
Moderatore
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14/4/2007 23:27
Da Milano
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che l'"etichetta" fosse un ologramma lo sapevo... è solo che il tutto mi lascia comunque molto perplesso
perchè alla fine non c'è differenza da un opera con l'ologramma e il certificato Hahnemulhe da un opera firmata da me con un certificato fatto da me con tiratura dichiarata etc etc
il tutto comunque si basa solo sulla buona fede dell'autore, no?
anche il database su cui registrarsi non ha un'utilità  che mi è chiarissima...
non conoscevo la "Fine Art Trade Guild" ne le linee guida che ha codificato... c'è modo di accedervi? comunque non mi stupisce affatto che esistano
forse l'unica cosa che un poco si mischia nel senso di queste "certificazione" è che in teoria dovrebbero certificare solo il "Fine", solo il fatto che l'opera in questione è conforme a determinati standard di archiviabilità  (come fa epson che con criteri furbi ma stringenti dichiara che le opere coformi con la digigraphie sono da archivio)... la certificazione Hahnemulhe invece è più spinta sul certificre la tiratura, o ha anche criteri sulle caratteristiche fisiche che deve avere la stampa?
comunque il tutto per dire che le certificazioni non aggiungono nullo all'"Art" e che una certificazione ce la si puà benissimo fare da soli... per ora non mi sembra esista una certificazione che sia universalmente riconosciuta come standard e nella quale valga la pena di investire (i bollini Hahnemulhe costano mica poco!!!)

ciao
daniele

Inviato: 16/3/2009 12:58
FineArtClub* - Training School
www.danielepennati.com
Milano Citta  Aperta - Journal of Urban Photography
Tessera C.F.A.O. n°57...
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Re: La stampa certificata Fine Art :)
Utente non più registrato
Io penso che non ci sia certificazione che abbia valore senza la buona fede e la professionalità  di chi la emette, per quel che riguarda la Digigraphie volevo evidenziare che i laboratori autorizzati hanno l'obbligo di inviare i profili icc tramite un apposito software ad un centro di Parigi,che li controlla ed autorizza. Ok non è molto ma forse è meglio di tante guide solo teoriche.

Inviato: 16/3/2009 22:43
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Re: La stampa certificata Fine Art :)
Utente non più registrato
Continuo a pensare che il teatrino messo su da Epson sia una grande ed abile operazione di marketing: come c'e' la rincorsa ai megapixel che spessissimo non servono ci sono tanti che inseguono la chimera e credono di avere la stampa al top solo perche' Digigraphie, vuoi mettere.... L'invio dei profili ICC poi non lo capisco proprio. E non lo capisco per le discrete conoscenze che ho della stampa digitale. E' spiegato da qualche parte a cosa serve e cosa autorizzano?

Inviato: 17/3/2009 2:15
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Re: La stampa certificata Fine Art :)
Utente non più registrato
L'invio dei profili serve a controllare che siano perfettamente linearizzati, sono d'accordo con runtu che senza competenza e onestà  del laboratorio tutto si riduce ad un operazione di marketing, ma se si lavora bene il marchio Digigraphie puà aiutare a fare un pò di chiarezza.

Inviato: 17/3/2009 8:49
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Re: La stampa certificata Fine Art :)
Utente non più registrato
Scusa ma continuo a non capire come un laboratorio a 1500 km di distanza da casa mia possa controllare il mio flusso di stampa. O fai confusione tu, sui termini o Epson ciurla nel manico. Puoi essere piu' chiaro? I profili di stampa si fanno in casa propria leggendo le strip stampate sulla carta in uso in quel momento di quel determinato stock di produzione e con gli inchiostri in uso in quel momento. A Parigi cosa controllano se non hanno quella carta e quegli inchiostri con quella specifica macchina?

Inviato: 17/3/2009 20:57
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Re: La stampa certificata Fine Art :)
Utente non più registrato
Se sei interessato alla spiegazione tecnica funziona così: tutto viene fatto con il software monaco qc, si va su un server e si scarica un target (specifico per la stampante e il tipo di carta, ce ne è uno ogni carta approvata) dopo di che si stampa con il profilo icc creato in precedenza e si legge con lo spetrofotometro il target,si registrano i valori e li si inviano di nuovo al server. Come vedi la distanza non è un problema, non c'è bisogno di avere in mano la stampa se uno strumento legge dei valori assoluti che si possono comodamente spedire. Ribadisco comunque di nuovo quello che ho detto, nessun controllo o certificazione si sostituisce a onesta e professionalità  del laboratorio. Ciao.

Inviato: 18/3/2009 11:41
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Re: La stampa certificata Fine Art :)

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Sarà , ma sono dello stesso parere di Runtu.
A me sembra un po’ una presa per i fondelli e attribuisce valore magico a parole come certificazione, linearizzazione e profilazione.
Il fatto è che la linearizzazione va fatta prima della profilazione e il profilo si fa sulla stampante linearizzata, con quella carta, con quegli inchiostri, con temperatura e umidità  ambientali proprie del luogo ove si stampa.
Linearizzare significa: limitare la quantità  di inchiostri sulla carta, determinare la densità  relativa di ogni singolo inchiostro, successivamente, individuare il gradiente omogeneo della serie di patches utilizzate in maniera tale che siano equidistanti fra loro, cioè senza bruschi stacchi, allineate in valori di chiarezza.
La linearizzazione si esegue o con l'economico QTR (solo per il BW) che fornisce uno strumento specifico per la linearizzazione, oppure con un costoso RIP di terze parti, oppure, ancora, ci si affida alle prelinearizzazioni del fabbricante (Epson ha il driver BWA che fornisce 5 prelinearizzazioni di buon livello, Canon offre 5 prelinearizzazioni per carta matte e 5 per carta lucida/semilucida, anch’esse di buon livello.
Fatto questo, occorre creare il profilo misurando le patches stampate con la linearizzazione trovata (più sono meglio è) con lo spettrofotometro e dare in pasto i valori ottenuti al software (profilMaker, Argyll, BasicColor etc).
A questo punto mi pare evidente che Epson ha inventato (facendola pagare a caro prezzo) l'acqua calda, nel senso cioè che la certificazione non puà che confermare che il tuo procedimento è giusto e ti dice che sei stato bravo.
Ma, se la linearizzazione è corretta e il software mi crea il profilo, bravo me lo dico io, gratis.
Insomma mi sembra un sistema per obbligarti, con lo specchietto per le allodole della certificazione, a comprare solo carta Epson e a usare solo Inks e stampanti Epson.
Un saluto a tutti.
Benedetto

Inviato: 18/3/2009 18:05
Benedetto_Macca............
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Re: La stampa certificata Fine Art :)
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Da lombardia
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Personalmente non ho interessi a difendere Epson.
Ed è certamente vero che c'è ANCHE una buona dose di marketing nell'operazione "Digigraphie".
Il problema è capire se c'è SOLO marketing. Anche perchè certe obiezioni appaiono fin troppo ovvie. E' evidente che nessuna Azienda ha interesse a lavorare contro sè stessa: questo è perfino banale sottolinearlo. Basta chiederle - nell'ambito di questo quadro di autodifesa - di giocare pulito. Cioè di non fare affermazioni mendaci o fuorvianti o truffaldine. Escluse queste possibilità , non credo si possa pretendere niente di più da una Azienda che produce stampanti e che deve fronteggiare la concorrenza di altri agguerriti contendenti.
Per quello che è stato detto e che si legge un pò dappertutto, la stampa Fine Art si caratterizza da un lato per la restituzione e la resa il più possibile elevata dei caratteri formali (colori, toni, ecc.) e qui puà anche essere che il sistema Digigraphie non offra garanzie superiori od ulteriori rispetto a quelle che un bravo stampatore puà già  garantire in proprio, per esempio seguendo le tappe illustrate da benedetto.
Poi però c'è l'aspetto di durata e persistenza nel tempo. Se la Epson garantisce che l'utilizzo di certe accoppiate carte/inchiostri, in condizioni ben specificate e standardizzate, comportano la durata della stampa per un numero x elevato di anni, e questo si dimostra vero e corretto, mi pare che sia un elemento meritevole di attenzione.
Non tanto dal punto di vista dello stampatore, che magari puà essere sicuro del fatto suo e soddisfatto anche senza il famoso timbro a secco, ma io direi specialmente dal punto di vista dell'acquirente che, a fronte del prezzo anche assai elevato che gli viene richiesto per certe stampe, immagino sarà  ben felice di sapere che il suo acquisto non gli si squaglia in mano in poco tempo. In questo senso, mi pare che il timbro Digigraphie sia un reale valore aggiunto e che come tale vada valutato.
Ci sono poi carte che non sono state considerate da Epson, pur garantendo anche loro una qualità  e durata pari alle carte certificate? Ecco: questa sarebbe la domanda interessante a cui poter rispondere


Inviato: 19/3/2009 0:31
Tessera C.F.A.O n. 3

"Tempo fa ero indeciso, ma ora non ne sono più così sicuro" Boscoe Pertwee

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Re: La stampa certificata Fine Art :)
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Che le stampe inkjet si siano diffuse e siano accettate sempre di più nel circuito galleristico che "conta" è oramai un dato di fatto, così come oramai tutti i laboratori professionali offrono un servizio di stampa inkjet oltre a quelli più tradizionali, però è anche vero che a certi livelli quasi nessuno stampa inkjet in casa, ci si affida appunto ai lab, quindi questo della certificazione lo vedo più in una prospettiva di lab "certificato" che sposa una determinata accoppiata carta/inchiostri, con relativa partnership con una casa produttrice, non penso si diffonderà  molto a livello di singolo fotografo/stampatore, che continuerà  ad affidarsi alle sue personalissime scelte in fatto di carte, ed alla sua etica/buona fede per quanto riguarda le certificazioni che rilascia.

Ad esempio una delle accoppiate per me più interessanti del momento è la Harman FB Gloss con gli inchiostri a pigmenti dei plotter HP serie Z, che, al di là  degli innegabili ottimi risultati di ordine qualitativo, viene data ad una archiviabilità  di 200 anni (contro i 70 dell'accoppiata Harman Gloss/Epson K3), e da quello che ho visto non mi sembra che se utilizzassi questa carta con un plotter HP potrei ottenere alcun tipo di certificazione "ufficiale" del genere di cui abbiamo discusso in questo topic.

Inoltre debbo aggiungere che in tempi recenti si sta riscontrando un interesse sempre maggiore da parte dei galleristi per le stampe ottenute con metodi tradizionali e manuali, per non parlare delle tecniche antiche, magari questo non "vale" tanto per il tipo di fotografia che facciamo io e Cristina, ma è sicuramente vero per il paesaggio piuttosto che per un tipo di immagine più tradizionale.

Ad esempio l'interesse per le stampe a colori al carbone vi posso garantire che cresce in modo esponenziale...


Ciao!!

Marco

Inviato: 19/3/2009 16:44
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Re: La stampa certificata Fine Art :)
Utente non più registrato
Benedetto ha spiegato chiaramente la "sola" come si chiama a Roma un bidone. A questo va aggiunto che Digigraphie e' solo un nome e non una procedura innovativa, ne' un prodotto, ne' inchiostri particolari: nulla nulla di nulla, solo un marchio registrato. Le carte consigliate sono sei di Epson, una Hahnemuhle e due Canson. Personalmente continuo a vedere con malumore il fatto che un'azienda si arroghi il diritto di dire solo con i miei prodoti si ottengono determinati risultati ed Epson in un passaggio dei suoi depliant dice chiaramente questo. E' come se domani Nikon o Canon dicano: solo con questa fotocamera di fascia altissima si puo' fare il fotografo.....

Inviato: 19/3/2009 20:03
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