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Immortalati in un'illusione
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E' questo il titolo di un articolo apparso oggi sull'inserto Modi e Mode del Corriere della Sera (24/11/2006) scritto da Ferdinando Scianna.

Per chi lo avesse perso riassumo i tratti salienti che mi hanno colpito maggiormente:

"
[...] La luce e il tempo sono propriamente le due materie prime di cui è fatta ogni fotografia.
[...]
La fotografia ci ha fornito l'illusione di credere che fermare il tempo era diventato possibile. Illusione, luogo comune, una fotografia non ci mostra affatto il mondo così com'è ma, al massimo, come quel frammento di mondo appariva a chi in quell'istante ha schiacciato il pulsante dell'otturatore di una macchina fotografica. Cià che la rende intrinsecamente diversa da ogni altra immagine è che la fotografia è carica di tempo.
[...]
[La fotografia] Ci fornisce la "prova" della nostra esistenza nella continuità  del tempo. [...]Forse è proprio da questo che è nata la gigantesca nevrosi di "immortalare" fotograficamente i momenti della vita che consideriamo più importanti. [...]Come se a vivere qualcosa senza fotografarlo potessimo domani dubitare che sia accaduto veramente.
[...]
E' probabile che questa enorme massa di immagini abbia finito col costruire un muro insormontabile piuttosto che un ponte, tra noi e il reale.
E' possibile anche che la fine imminente della fotografia analogica a favore delle immagini digitali, che inevitabilmente fanno perdere alla fotografia il suo prestigio di documento, di traccia del reale , finiranno col cambiare la ragione e il senso stesso del fotografare.
Già  l'enorme diffusione dei telefonini che fanno foto ha trasformato il fotografare da consapevole scelta di istanti significativi da ricordare in gesto compulsivo di effimero appunto della quotidianità , da cancellare subito dopo. Immagini usa e getta, tempo usa e getta, come tutto il resto.
Forse non ci interessa più la fotografia come sfida al tempo ed esercizio di memoria. Forse quello che sempre di più chiederemo alla fotografia digitale e ai computer saranno immagini finzione di vite che non abbiamo vissuto e fingeremo di aver vissuto.
In definitiva, anche la chirurgia plastica, figlia del ritocco fotografico, è un tentativo di fermare il tempo.
"

Inviato: 24/11/2006 16:46
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Re: Immortalati in un'illusione
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Non so , personalmente ho sempre un po' di difficoltà  a leggere degli estratti: c'è il forte rischio di non comprendere con sufficiente chiarezza quanto abbia voluto dire l'autore.

Tu cosa ne pensi di quanto hai letto? Cosa ti interessa che si discuta in questa discussione?


Andrea

Inviato: 24/11/2006 18:20
sono moderno, non contemporaneo
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"Cosa pensa della fotografia attuale?" " Sta morendo..
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Una percezione letteraria della Fotografia

Intervista del 2004 a Ferdinando Scianna

Ad essere sincero preferisco il Scianna fotografo.

Inviato: 24/11/2006 21:44
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Re: Immortalati in un'illusione
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Citazione:

Hologon ha scritto:
Non so , personalmente ho sempre un po' di difficoltà  a leggere degli estratti: c'è il forte rischio di non comprendere con sufficiente chiarezza quanto abbia voluto dire l'autore.

Tu cosa ne pensi di quanto hai letto? Cosa ti interessa che si discuta in questa discussione?


Andrea


A me ha incuriosito e un pò angosciato il senso della fotografia come atto necessario a ricordare e il concetto tutto moderno della fotografia usa e getta che non avevo percepito fino in fondo.

Purtroppo mi rendo conto della difficoltà  di creare un abstract, infatti vi invito se ne avete la possibilità  a leggere l'intero articolo.

Inviato: 24/11/2006 22:21
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Re: Immortalati in un'illusione

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Anch'io preferisco le sue foto, comunque è un testo piuttosto interessante...specie quando parla delle immagini usa e getta!


Inviato: 26/11/2006 21:54
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Re: Immortalati in un'illusione
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19/9/2006 14:17
Da rho - milano
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Sulle immagini usa e getta sono daccordissimo.

Inviato: 27/11/2006 0:16
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Re: Immortalati in un'illusione
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Ciao,
intervengo in questa discussione per due precisi ordini di motivi:
- in primo luogo perché ho avuto la fortuna e il piacere di conoscere personalmente Ferdinando Scianna e di aver apprezzato molti dei suoi lavori. Ho cambiato, almeno in parte, la mia opinione su di lui quando si è più risolutamente rivolto alla fotografia di moda.
- in secondo luogo perché ritengo la riflessione citata importante e profonda.
Non è un caso, leggendo ciò che hai indicato, che il background formativo di Scianna sia di tipo filosofico.
Non credo si tratti di un sentimento “nostalgico”, ma la constatazione, sicuramente amara, che il robotizzato tempo entro il quale viviamo ci sta trascinando via senza lasciarci troppo scampo..
E’ vero che questo tempo è figlio dell’effimero.. E’ vero che per renderlo credibile bisogna sempre più spesso “spettacolarizzarlo” ed è vero che si tenta di “immortalare”, spesso senza senso, ciò che ci sembra di non riuscire più a catturare con la semplice attenzione dello sguardo o del pensiero.. Penso al delirio collettivo di chi, sfilando davanti alla salma del Papa, aveva la necessità  (per dire: “Io c’ero”..) di registrare l’immagine di un cadavere...
Ecco, nei passaggi di Scianna io leggo il tentativo di farci riflettere sul “tourbillon” mediatico e comunicativo, spesso isterico, nevrotico e nevrotizzante, all’interno del quale le immagini, consumate ed effimere, hanno un peso sempre più rilevante..
La prima rassegna che ho progettato (nel 1989) aveva per titolo: “Immagini consumate” ed era un’indagine compiuta sui manifesti murali, in particolare su quelli laceri, consunti e strappati…
I miei “riferimenti” andavano a Mimmo Rotella (era il 1957) e alle sue tecniche di “decollage” (strappava i manifesti e, dopo averli apposti su una tela, li ricolorava), al profondo disagio di Marcuse e del suo “L’uomo a una dimensione” ed al manifesto come spazio, metaforico e situazionale, della nostra effimera esistenza..
Il manifesto, riproducente spesso “materiale da comunicazione”, nella sua breve esistenza (sovrapposto repentinamente da altri o destinato a rattrappirsi, lacerarsi e “morire”) è il simmetrico equivalente della nostra stessa esistenza..
Penso alle parole di Scianna e ripercorro, mentalmente, quello che mi ero prefigurato con quel lontano lavoro.. Penso che lui abbia ragione: in quasi vent’anni, come una trottola impazzita e fuori controllo, il nostro amato mondo tecnologico ha cercato di rendere razionale l’irrazionale (anche quello creativo) e ci ha, quasi inesorabilmente, condannato a forme di omologazione culturale di cui spesso, travolti dagli “oggetti” e dal bisogno di “possederli” più che di “comprenderli”, non ci rendiamo conto…
E’ vero, le nostre immagini sono lo specchio di ciò che siamo: consumatori rapidi, voraci, frenetici e senza scampo… Oggi esistono e domani muoiono, insieme alla nostra capacità  di analisi e di riappropriarci del tempo necessario per comprenderle fino in fondo…
Leggo i dati di marketing: da quando esiste la tecnologia digitale vengono prodotte molte più immagini, ma ne vengono stampate molte meno…
La nostra memoria fotografica viene quindi affidata ad una tecnologia “opaca” che si rianima per poco tempo ma che rende meno preziose le cose che, in caso di calamità  avremmo per primo messo in salvo insieme ai “gioielli”: il nostro album di famiglia…
Chi puà dire, fra vent’anni, quali saranno gli “album di famiglia” dei nostri figli??..
Credo sia opportuno leggere le parole di Scianna e riflettere…
Liquidarle come “nostalgiche” o “inadeguate” sarebbe un grave errore di superficialità  culturale..
Grazie per il topic..
Ciao,
Luca

Inviato: 27/11/2006 10:20
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Re: Immortalati in un'illusione
Utente non più registrato
Quoto il succo del pensiero finale di Luca.
Una domanda (e qui mi sono già  messo i guantoni da Thai boxe) in che senso: " Ho cambiato, almeno in parte, la mia opinione su di lui quando si è più risolutamente rivolto alla fotografia di moda. " ? Anch'io ho avuto il piacere di conoscerlo alla presentazione del libro e della mostra di "Altrove" che aveva per protagonista la splendida Sicilia e la grandissima Marpessa..... dimmi dimmi.....




Inviato: 27/11/2006 11:19
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La fotografia non sta morendo
Moderatore
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19/9/2006 14:17
Da rho - milano
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Pur condividendo praticamente tutto quello che Scianna afferma, e provando ammirazione per il suo lavoro, non mi trovo molto daccordo sul tono di rassegnazione che traspare.

Alla domanda "Cosa pensa della fotografia attuale?". Scianna risponde "Sta morendo. Come vicenda tecnologico-culturale è alla conclusione della sua funzione storica."
Questo non me lo sarei aspettato da un carattere da combattente quale il suo.
D'altro canto pensiamo soltanto alla potenza delle immagini che ci ricordano il crollo delle Twin Towers.
Potremmo forse negare che le migliaia di immagini scattate da professionisti presenti sul posto, così come da gente comune, magari con il cellulare, vìolino lo statuto 'documentale' di quelle fotografie?
Forse quelle immagini non hanno valenza storica?

Ma più in concreto, che dire delle fotografie scattate con una compatta digitale ai figli o con il telefonino durante una vacanza a Rimini.
Forse per il fatto che esse sono digitali significa che non hanno più valenza storica.

Il discorso riguarda forse il come e anche il perchè si producono immagini, forse senza nemmeno stamparle.
La Philips, già  da qualche tempo, vende dei comodi diplay a forma di portafoto che mostrano le fotografie a rotazione, forse a queste immagini si riferisce Scianna.
Ma sono proprio i professionisti o fin'anche gli artisti della fotografia che possono anzi DEVONO porsi il problema etico di tracciare la strada della consapevolezza del mezzo tecnologico.
Educarsi ed educare alla qualità  e non alla quantità .
Ecologia dell'immagine credo sia la chiave.
Sul fatto poi che la tecnologia digitale ci stia trascinando verso una paradossale perdita di memoria collettiva è un'altro problema 'etico' che dobbiamo porci...ma non con rassegnazione.

Inviato: 27/11/2006 11:32
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Re: Immortalati in un'illusione
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Ciao Roberto!...
lascia stare i guanti.. Non serviranno...
Meglio i pop-corn..

io ho sviluppato alcuni interessi fotografici verso una serie di fotografi che, più di altri, hanno rappresentato una sorta di “neorealismo fotografico” nel campo dell’antropologia visuale.
Tra questi, oltre a Franco Pinna (fotografo “ufficiale” del demologo Ernesto De Martino), Ando Girardi, Ugo Mulas e molti altri, citerei sicuramente Ferdinando Scianna.
Come ho avuto modo di scrivere in un altro post, le sue sgranatissime immagini pubblicate sullo splendido volume “Feste religiose in Sicilia” (edito nel 1965 con una bellissima presentazione di Leonardo Sciascia) mi hanno caratterizzato il “nostro” in un filone di ricerca ben preciso..
Poi, Scianna, come tutti deve pur vivere e, facendo il fotografo dei “morti di fame”, probabilmente, si campa meno bene di quelli che, potendo contare già  su un nome affermato, si interessano di moda..
Non so se in questo campo si fanno più soldi che in altri (non ho mai vissuto la “professione” di fotografo e quindi non mi sento di esprimere giudizi certi), ma è ragionevole pensare sia così.
In queste riprese Scianna ha cercato di rilevare le contraddizioni fra una realtà  (quella siciliana), in odore di “trasformazione” (per usare un eufemismo) e le “lussuose” (non ho scritto lussuriose, mi raccomando..) modelle impiegate per le riprese..
Queste palesi contraddizioni sociali, talvolta esagerate e grottesche (e certamente volute) presumo siano state costruite, nella lucida visione ideologica di Scianna, per rappresentare (con una visione che definirei neo-marxiana) alcune relazioni ed asimmetrie sociali a lui ben note...
Il problema è proprio questo: non nella visione ideologica (per quanto mi riguarda anche condivisibile), ma nella palese situazione creata… Così evidente da essere perfino scontata..
L’artificio è indubbiamente “provocatorio”, ma così chiaramente connotato da perdere quasi di significato…
Con ciò non voglio dire che le immagini, probabilmente in controtendenza ad un certo modo di fare moda, non abbiano un loro fascino, però il ricordo che avevo di Scianna era un altro: quello dell’esodo biblico (interpretato anche da Salgado) fra l’Eritrea e la Somalia di migliaia (forse milioni) di disperati morenti di fame, all’interno del quale, donne, uomini e bambini, erano rappresentati con senso della misura e della condivisione al dramma (per quanto si possano condividere certe situazioni, intendiamoci…)…
Erano madonne ancora fiere, dignitose e facenti parti di un’umanità  che, sebbene agonizzante, rappresentava comunque tutta la propria istanza esistenziale…
Le sue fotografie scavavano in quegli sguardi vuoti e assenti riflessioni profonde ed arrivavano giù, fino all’anima.. E anche oltre…
Quello è il fotografo a cui avevo sempre guardato con attenzione e grandissima stima…
Al Scianna a cui ho sentito raccontare, con lucidità  e vigore intellettuale in una splendida tavola rotonda organizzata a Trento (1989) sul libro e sul racconto fotografico, le sue prime esperienze milanesi…
Tutto cambia e tutto si rinnova..
A farlo, spesso, le ragioni del bisogno e del mercato..
Tutto, in nome del buon detto: “… tengo famiglia..” puà essere giustificato e compreso..
Tutto però, non è sempre detto che sia cosa buona…
Come il vino: alcune annate sono decisamente, a parità  di vigna, decisamente migliori di altre…
Chissà  se mi sono spiegato…
Ciao,
Luca

Inviato: 27/11/2006 16:46
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Re: Immortalati in un'illusione
Utente non più registrato
Beh in effetti i tuoi sono morigerate affermazioni da pop corn ....mi aspettavo altro.
Comunque....
è vero la moda paga, fare il fotografo di moda rende bene.
Fare il fotografo di moda non è sintomatico di sintomo di prostituzione per vivere, io trovo ad esempio il lavoro di "altrove" un libro neorealista ambientato in Sicilia...Marpessa è assolutamente una madonna, le persone sono assolutamente reali, è uno spaccato sociologico ed antropologico che ha fatto il giro del mondo. Il lusso traspare ma non appare, la label è una muta testimone di un vissuto incredibile, c'è ironia ma c'è anche tanta cultura.
E' un libro che ha segnato un modo di fare fotografia è un'autore che ha saputo ri-proporre un genere battuto e strabutto...e la vittoria di un sospiro in un mondo di urla....Scianna non ha fatto foto di moda è riuscito in quello che pochi riescono che trasforma la sua essenza, la sua spiritualità , il suo essere in un nuovo linguaggio a servizio dell'industria della moda.
Fare moda non vuol dire per forza prostituirsi al gigante mangiabambini il fatto è per non essere accecati solo dai lustrini e dagli abbaglianti stage del fashion è necessario saper guardare oltre la semplice apparenza....ci sono autori incredibili....Erwin Olaf, Peter Lindbergh, Hiro, Bettina Rheims......
e come vedi non è solo un "tengo famiglia..." ...ma io direi piuttosto "tengo arte..."


Inviato: 28/11/2006 0:09
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Re: Immortalati in un'illusione
Utente non più registrato
Citazione:

ilbavarese ha scritto:
ci sono autori incredibili....Erwin Olaf, Peter Lindbergh, Hiro, Bettina Rheims......
e come vedi non è solo un "tengo famiglia..." ...ma io direi piuttosto "tengo arte..."


Ciao Rob,
non ho mai scritto che fare foto di moda non sia arte.. Anzi, credo sia un genere maledettamente impegnativo.. Né credo che equivalga a prostituirsi..
La mia riflessione era su Scianna in sé e sul suo modo di fare fotografia e di come lui era riuscito ad "imporsi" al mondo della fotografia..
Un taglio interpretativo che gli preferivo maggiormente rispetto a quello delle foto di moda..
Altri fotografi, iscritti nel suo percorso, non lo hanno fatto.. Con questo non voglio esprimere un giudizio di valore, ma una scelta di "gusto" sulle immagini da lui proposte..
Forse anche prendere le donne anziane e le splendide modelle e creare facili antinomie è un'operaizone banale e ancor più è sostenere che, così facendo, si è davvero creativi e geniali... Soprattuto se si spacciano queste contraddizioni per operazioni di sapore antropologico..
Tutto è, come sempre, relativo..
Anche e soprattutto le nostre opinioni..
Ciao valà !...
Luca


Inviato: 28/11/2006 9:44
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Re: Immortalati in un'illusione
Utente non più registrato
Una domanda banale e forse scontata ma tu il libro ce l'hai? lo hai visto tutto nella sua interezza' ti domando questo perchè ad esempio di "Altrove" in internet si trovano delle immagini decontestualizzate e buttate là ....alternativa al libro era la visione delle splendida mostra...
Ti chiedo questo perchè a me Scianna piace ed anche molto ed in quel libro io ho trovato il meglio di Scianna, splendide modelle, donne anziane.....boh?!?! Marpessa la si vede al naturale, spesso senza trucco o ancor peggio con un effetto "casareccio", donne anziane si certo ma bellissime e sempre austere e molto sicilia style....l'attenzione per la forma, il taglio da reportage, l'approccio socio antropologico......per me è uno Scianna al 100%.

Che dopo tu mi dica che ci sono degli autori simil Scianna che si sono buttati nella moda e che non sono stati in grado di produrre di di eclatante...ok sono d'accordo con te.

Inviato: 28/11/2006 10:49
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Re: Immortalati in un'illusione
Utente non più registrato
Cari amici,
sono tornato dal giro del mondo...fotografico... con nuova esperienza e ricchezza di idee e vi saluto tutti di cuore, nuovi e vecchi avventurieri.
Aperto il sito, che ritrovo rinnovato in alcune sue parti, incappo da subito in una stimolantissima disquisizione sulla morte della fotografia, su Scianna e il suo pensiero tra letteratura e fotografia: per me le sue parole sono musica, non altrettanto le sue funeree conclusioni. Il suo passaggio attraverso l'interazione letteratura-fotografia è un segnale importante e indicativo di una, non tanto nuova, formula di operare, che affranca, finalmente, la fotografia dalla mera documentazione per permetterle di diventare "cultura" in proprio, senza la necessità  di servire da documento, supporto, memoria nostalgica, e mille altre funzioni alle quali era soggiogata. Ma...,ma quali sono queste formule: imitazione della pittura?, il cappio del ready-made di Duchamp? anche questo, ma forse è meglio se... facciamo fotografia, mettendoci dentro qualche cosa oltre allo spettacolo del mi piace, del mi spaventa, del mi fa schifo, mi emoziona...! riserviamo questi giudizi alla sfera emotiva elementare.
Sento che mi sto scaldando troppo e concludo che la fotografia non è morta , casomai sono finite le capacità  di vedere del fotografo (Scianna compreso), il quale, da ora, deve darsi da fare a riempire il proprio zaino di idee, sensazioni, intuizioni, letture, da far collimare con la realtà  che lo circonda e, tranquillamente, descriverle "letterariamente", senza paura di apparire "letterario".
Buone foto a tutti, Candidus/Floriano

Inviato: 28/11/2006 12:15
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Re: Immortalati in un'illusione
Utente non più registrato
Beh intanto un ciao o mio prode viaggiatore....mi era parso di vendere alla fonda l'Aurora...
Quoto in toto il tuo pensiero, spesso molti autori riamangono con lo zaino un po' vuotino ed allora dopo le gioie di antichi fasti iniziano a cantare il de profundis, non del proprio zaino ormai scarno, ma coinvolgendo il tutto e tutti.
A volte in effetti vale la pena fermarsi, riflettere ed in modo previdente riempire lo zaino anche di cose che se non utili nell'immediato lo saranno poi nel futuro.

Si è parlato di fotografia di moda, e mi vengono subito in mente Cecil Beaton, Man Ray, Vender.....accidenti quanto ancora da fare e da dire....certo che per molti autori, o meglio esecutori, la fotografia non è di moda ma di moda fotografare.....e qui si che c'è tanta miseria e di che piangere.
Tempo addietro scrivevo di questo gusto delle grandi redazioni e committenti di rivolgersi sempre più troppo spesso ad autori stranieri....molto di moda...ma una grande colpa la hanno anche molti autori nostrani che anzichè fare moda seguono le mode...ed i risultati sono sin troppo evidenti....
mi sà  che son finito OT...


Inviato: 28/11/2006 12:39
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Re: Immortalati in un'illusione
Utente non più registrato
Citazione:

Candidus ha scritto:
Cari amici,
sono tornato dal giro del mondo...fotografico... con nuova esperienza e ricchezza di idee e vi saluto tutti di cuore, nuovi e vecchi avventurieri.
Aperto il sito, che ritrovo rinnovato in alcune sue parti, incappo da subito in una stimolantissima disquisizione sulla morte della fotografia, su Scianna e il suo pensiero tra letteratura e fotografia: per me le sue parole sono musica, non altrettanto le sue funeree conclusioni. Il suo passaggio attraverso l'interazione letteratura-fotografia è un segnale importante e indicativo di una, non tanto nuova, formula di operare, che affranca, finalmente, la fotografia dalla mera documentazione per permetterle di diventare "cultura" in proprio, senza la necessità  di servire da documento, supporto, memoria nostalgica, e mille altre funzioni alle quali era soggiogata. Ma...,ma quali sono queste formule: imitazione della pittura?, il cappio del ready-made di Duchamp? anche questo, ma forse è meglio se... facciamo fotografia, mettendoci dentro qualche cosa oltre allo spettacolo del mi piace, del mi spaventa, del mi fa schifo, mi emoziona...! riserviamo questi giudizi alla sfera emotiva elementare.
Sento che mi sto scaldando troppo e concludo che la fotografia non è morta , casomai sono finite le capacità  di vedere del fotografo (Scianna compreso), il quale, da ora, deve darsi da fare a riempire il proprio zaino di idee, sensazioni, intuizioni, letture, da far collimare con la realtà  che lo circonda e, tranquillamente, descriverle "letterariamente", senza paura di apparire "letterario".
Buone foto a tutti, Candidus/Floriano


Ciao Floriano,
bentornato dalle tue peregrinazioni...
Sono proprio contento... Per te e per il forum..
Vedo che sei entrato subito nel vivo delle discussioni e con lo stile che ti è proprio..
Dotto ed erudito...
Mi ha fatto molto piacere leggerti..
Inutile dire che dopo la tua riflessione non mi sento di aggiungere altro..
Sulla morte della fotografia, condivido in parte il tuo giudizio..
Non è morta, ma credo che l’idea di Scianna partisse dalla fotografia per abbracciare una riflessione più ampia…
Un disagio dell’essere moderno di oggi…
Questa è l’accezione che vi ho colto…
Ciao a tutti
Luca

Inviato: 28/11/2006 13:49
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Re: Immortalati in un'illusione
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Mi inchino di fronte all'intervento di Candidus, al quale porgo un cordiale 'bentornato'.

Inviato: 28/11/2006 14:02
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Re: Immortalati in un'illusione
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4/11/2005 13:12
Da Roma
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Mi pare che cammina cammina, siamo arrivati a toccare i temi affrontati anche da Baricco ne "I Barbari", ne avevamo anche discusso in un topic.

La mia impressione sull'intervista citata all'inizio, è che siamo di fronte ad un grande fotografo che è molto più interessato alla fotografia che ha fatto e che gli è familiare, piuttosto che all'interazione tra fotografia e società  moderna.
Ha quindi sentito il cambiamento che è in atto come negativo, come fuorviante e degenere ("BARBARO"), come il canto del cigno della fotografia-civiltà .

E' la sua opinione, e naturalmente è degna del massimo rispetto, però non mi trovo minimamente d'accordo. Anzi, mi pare che mai come oggi la fotografia sia veramente vissuta e sentita da tutti gli strati della popolazione, il che non vedo come possa essere negativo (mia opinione).
Non è che questa massificazione, questo consumo rapido abbia svalutato i grandi fotografi: anzi, mai come in questi anni la fotografia è stata "portata in palmo" nel mondo artistico e culturale; con valutazioni elevatissime alle aste, mostre finalmente all'altezza delle altre arti figurative, spazio sui media.

Ma poi, è chiaro che ognuno ha la propria opinione ed è giusto così...

Fer

Inviato: 28/11/2006 14:04
Tessera C.F.A.O. n°14
Gallery (pBase)

** Si ricorda di leggere bene il REGOLAMENTO ** ....
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Re: Immortalati in un'illusione
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Bentornato Floriano! E' sempre un piacere leggerti e mi auguro che possa accadere spesso.

Sono convinto che Scianna -per motivi personali- abbia deciso di non impegnarsi più a sentire, 'vedere' e far vedere nuovi significati della realtà .
Credo che la fotografia sia viva e credo che stia benissimo: sono anzi convinto che sia una delle modalità  di espressione artistica più adatte a rappresentare la complessità  che contraddistingue il nostro tempo.
Sono anche convinto che certe affermazioni abbiano scopi diversi dal discettare sull'arte: le trovo simpatiche boutade per far parlare e per attirare l'attenzione su di sé; preferisco che un artista utilizzi le sue opere, per questo scopo...


Andrea

Inviato: 28/11/2006 22:36
sono moderno, non contemporaneo
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Re: Immortalati in un'illusione
Moderatore
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19/9/2006 14:17
Da rho - milano
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Interessante quel lungo 3ad sui BARBARI ...me ne ero perso qualche puntata.
grazie Fer

Inviato: 29/11/2006 0:07
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