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Re: Serrano a Milano
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11/3/2004 9:36
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Premessa 1: di Serrano avevamo visto una mostra qualche anno fa con i suoi primi lavori, quelli che secondo me sono fortemente influenzati da Bacon (sfondi rosso/giallo, cardinali, uomini e donne che maneggiano carcasse di animali), erano tutte delle stampe cibrachrome di misure non grandissime (40x50cm o 50x60cm), le immagini ci avevano colpito per i soggetti ed i temi trattati, anche se era già  evidente la forte vena provocatoria, ma non ci avevano granchè colpito per la realizzazione tecnica delle stampe, poco meno che discrete.


Premessa 2: le stampe in mostra al Pac sono ancora tutte delle cibachrome di grandi dimensioni, mediamente di 150cm di lato lungo con anche qualche stampa più piccola, e ripercorrono alcune fasi della carriera di Serrano dopo i suoi primi lavori (di cui sono esposte cmq alcune immagini).
La prima cosa che abbiamo notato è il netto miglioramente tecnico di queste stampe rispetto a quelle che avevamo visto in passato, è evidente che Serrano si sia evoluto da un punto di vista puramente fotografico con buona pace delle sue affermazioni "contro" la tecnica fotografica.
Queste cibachrome sono veramente eccellenti, alcune stampe, specialmente nei ritratti, facciamo addirittura fatica a credere che siano delle ciba, sono stampe che lasciano incantato per la purezza e brillantezza dei colori ma allo stesso tempo non hanno i "tipici" difetti delle ciba, non ho problemi a dire che sia io che Cristina concordavamo nell'affermare che queste sono le stampe a colori migliori che abbiamo visto negli ultimi tempi, superiori a quelle di Erwin Olaf, La Chapelle e Burtynsky.


Premessa 3: la visione di questa mostra è il tipico esempio di come una visione diretta dei lavori e delle immagini, stampate e montate secondo la volontà  dell'autore, esposte in un certo modo, possa completamente stravolgere la percezione del lavoro di un artista che fino a poco tempo prima si era giudicato perlopiù basandosi su immagini visualizzate su un monitor, c'è poco da fare, vedere le stampe dal vivo, per chiunque, è l'unico modo per poter giudicare correttamente ed approfonditamente un lavoro, si colgono aspetti assolutamente inediti ed impossibili da intuire in altro modo, aspetti che, appunto, sono talmente rilevanti che possono cambiare il giudizio su un lavoro.


Non appena di entra nella prima sala si rimane subito colpiti da una serie di grosse stampe monocromatiche che hanno per tema l'Ultima Cena che viene "spezzata" in una serie di immagini separate in cui gli "attori" principali, Gesù e gli apostoli, sono delle sagome indistinte immerse in bolle d'aria, strani liquidi corporei, vaghezze...
L'intento provocatrio è evidente e come sbattuto in faccia, però nondimeno si rimane rapiti dall'opera, dall'idea che la sottende, dalle sue valenze estetiche, e comincia ad insinuarsi l'idea che Serrano sia tutto sommato un convinto formalista in cui la provocazione è usata spesso come contraltare a "compensare" questa attrazione per il bello ed il formalmente ineccepibile e a cui lui non riesce a rinunciare, come a creare una tensione continua tra due poli, uno quello "addomesticato" della percezione formale, del socialmente accettato e del socialmente riconosciuto, e l'altro quello più "selvaggio" della provocazione che vuole invece minare, attraverso il proprio contenuto/messaggio, proprio quei valori socialmente accettati.
Questa impressione è amplificata quando cominciamo ad osservare le altre immagini esposte nella sala, tutte della serie dei fluidi corporei, con le croci insanguinate, le immagini astratte (noiose e consolatorie però come tutte le immagini astratte) realizzate con il sangue e lo sperma, e poi le crocefissioni (tra cui la celeberrima "Piss Christ"), tutte caratterizzate da questa tensione sotterranea, da una parte una immagine che ammalia da un punto di vista formale, e dall'altra quel titolo/descrizione dato all'opera che spinge istintivamente alla repulsione (ed anche questo è un procedimento concettuale che non nego abbia aspetti molto interessanti e meritevoli di indagine).


Le vere sorprese per noi però sono cominciate quando siamo entrati nelle sale dedicate ai ritratti, genere che, essendo un pò lontano dai nostri gusti, abbiamo sempre un pò la tendenza a non apprezzare pienamente.
Trovarsi davanti a queste enormi stampe di barboni, membri del Klu Klux Klan, mimi, cantanti rap, preti, gente comune in pose d'altri tempi, è stata una esperienza ed una emozione fortissima, era come essere circondati da tante finestre spalancate su mondi inauditi, dagli orizzonti accesi e le pupille di brace, bisognava solo allungare la mano e resistere alla tentazione di buttarsi dentro quelle barbe lunghissime, o precipitare a capofitto in quell'aldilà  sconosciuto che si nasconde dietro una sciarpa, una bocca, una ruga.
Perosonalmente le immagini che mi hanno colpito di più sono i ritratti dei membri (incappucciati) del Klu Klux Klan, ancora una volta con questa continua tensione sotterranea tra gusto per la provocazione ed equilibrio formale e cromatico, là  dove i cappucci, o le aperture degli occhi, della loro macabra divisa diventano pure forme geometriche che si stagliano su uno sfondo nero, ad ulteriore contrasto con gli altri ritratti in cui lo sfondo invece è un vortice di sfavillanti cromatismi.


Poi la prima sala in cui sono esposte alcune immagini della serie "Morgue", quelle dei morti tanto per capirci.
Queste prime immmagini le ho trovate delicatissime e misteriose, niente di voyeuristico o di morboso o di provocatorio, era invece come entrare in un reliquario silenzioso e pieno di rispetto per queste persone, solo scorci, squarci di luce, una mano, un occhio avvolto in un sudario rosso, un altrove di sudore azzurro appena intravisto tra le pieghe dei capelli di un bimbo.
Commovente trovarsi in mezzo a queste prime immagini di questa serie, devo dirlo con sincerità , ci ho sentito tanto rispetto, cosa che non pensavo (ho manifestato nel mio precedente post il mio disappunto per questa serie di immagini).
Impressione completamente opposta invece per la sala principale in cui erano esposte tutte le altre immagini della serie "Morgue", lì invece l'impatto complessivo è stato di disagio e disappunto, alcune immagini ci sono sembrate eccessivamente provocatorie e gratuite, altre assoutamente didascaliche e, sebbene possa sembrare una strana affermazione, anche troppo consolatorie, nel senso che Serrano ancora si è rifugiato troppo nel gusto della provocazione, del colpo di scena, del voler giocare con la nostra inevitabile repulsione, il che è un territorio di senso assolutamente noto, che possiamo gestire con gli strumenti conoscitivi della nostra cultura, nessun disagio quindi, nessuna scoperta, solo un pò di noia.


Riassumendo.
C'è gusto per la provocazione nei lavori di Serrano? Si.
C'è un pò di indulgenza nei propri confronti ed in quelli del pubblico/mercato? Si.
Però c'è del metodo in questa provocazione, c'è del pensiero, un incessante silenzioso lavorio, e se l'arte (usiamo questo termine nella accezione "borghese" comunemente accettata, anche se molti di voi sono allergici all'arte ed agli artisti, io stesso ambisco ad un qualcosa che ha poco a che fare con l'arte così come viene intesa oggi, però così almeno ci capiamo), dicevo, e se l'arte è invenzione e scoperta, come diceva Deleuze: invenzione e scoperta di "percetti" mai conosciuti prima (percetto: unione di percezione e concetto), beh allora nell'opera di Serrano ce ne sono, e non pochi...




Inviato: 16/10/2006 16:08
Il mio sito

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Re: Serrano a Milano

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9/4/2004 15:12
Da Bologna
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Mi fa piacere leggere tanto entusiasmo nel descrivere questa mostra e questo autore....mi sarebbe piaciuto vivere questa esperienza insieme a te, Cristina e Giulio....
Purtroppo non posso commentare con cognizione di causa nulla in quanto io mi baso su niente...e cioè sul fatto che i miei sommari giudizi derivano solo dalla visione di immagini web, per di più di infimissima categoria....figuriamoci!

Cmq grazie per aver condiviso le tue sensazioni....mi ha fatto molto piacere leggere quello che hai scritto!


Inviato: 16/10/2006 21:40
Jekoz On Line: "USA on the road"
http://www.jekoz.net
.....................
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Re: Serrano a Milano
Moderatore
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4/11/2005 13:12
Da Roma
Messaggi: 9968
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Mi unisco ai ringraziamenti!

Me l'hai fatta proprio "vivere" questa mostra... peccato non esserci andati insieme!!

Fer

Inviato: 16/10/2006 21:48
Tessera C.F.A.O. n°14
Gallery (pBase)

** Si ricorda di leggere bene il REGOLAMENTO ** ....
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Re: Serrano a Milano
Moderatore
Iscritto il:
8/2/2005 19:08
Messaggi: 5349
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Una grande mostra, indubbiamente.

Mi ha impressionato il grande numeo di persone presenti, il silenzio che accompagnava la visione delle immagini ed il rispetto nella fruizione di queste opere.

La maggior parte delle immagini che ho visto sono belle: si fanno guardare prima di tutto perché esteticamente sono splendide.

Mi è spiaciuto che fossero esposte poche immagini del primo periodo: apprezzo molto i lavori di Serrano con la carne e con i fluidi corporei, ne avrei viste volentieri di più.

Moltissimi i ritratti esposti: adoro la serie sul KKK, mentre apprezzo meno la serie America, il lavoro forse più 'tranquillizzante' dell'opera di Serrano.

Sottolineo anch'io la qualità  delle stampe: le stampe della serie America sono sicuramente le migliori cibachrome che ho visto, anzi, sono le migliori stampe a colori che ho visto, soprattutto in relazione alle dimensioni: lasciano a bocca aperta.

The Morgue è un lavoro estremamente rispettoso: trovo una grande delicatezza nell'avvicinarsi a queste salme, non vedo una rapacità  voyeuristica, ma una ricerca personale sulla morte. Il rapporto con la morte è questione così intima e personale che non è facile dare un giudizio o esprimersi su di esso senza turbare qualche animo.
Dieci immagini di questa serie, presentate per la prima volta in questa mostra, erano state scartate, a ragion veduta, al primo apparire del lavoro: semplicemente, non sono immagini all'altezza delle altre, non sono belle, per lo più. Solo un paio di immagini, che ritengo assoluti capolavori, hanno una forza espressiva immensa: è vero, sono estremamente formali, ma non sempre questo è un difetto.

Mi hanno parecchio innervosito, e questo purtroppo mi capita spesso, visitando mostre e gallerie, alcune scelte di illuminazione assolutamente inadeguate per gustare appieno le opere; tutte le immagini esposte sul ballatoio erano illuminate male: peccato ci fossero alcune tra le immagini di Serrano che preferisco, Cabeza de vaca, Inferno e Paradiso e una, sublime, Pietà .


Andrea

Inviato: 17/10/2006 13:09
sono moderno, non contemporaneo
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Re: Serrano a Milano

Iscritto il:
27/3/2004 10:06
Da Svizzera -Lugano
Messaggi: 2504
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Un grazie a Marco ed Andrea per la loro "recensione" della mostra ... ci devo proprio andare per vedere con i miei occhi.

ciao
alessio

Inviato: 17/10/2006 13:17
Skype: Disperso69

Tessera C.F.A.O. n°2

"il 35 mm urla, il grande formato è ... silenzio!"
......
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Re: Serrano a Milano
Moderatore
Iscritto il:
11/3/2004 9:36
Messaggi: 4470
Offline
Un grazie a voi invece per le parole di apprezzamento sul nostro scritto! , mi hanno fatto piacere...

Si, vale veramente la pena di andare di persona, ripeto, personalmente avevo un giudizio piuttosto negativo sul lavoro di Serrano, pur ammettendo che fosse un autore da seguire e non "liquidare" frettolosamente" (l'avevo anche scritto sul forum), ed alla fine sono invece uscito da questa mostra entusiasta, la valutazione sul suo lavoro è cambiata radicalmente.

Ovviamente quelle mie e di Cristina sono emozioni ed impressioni personali e quindi possono essere tranquillamente non condivise, Serrano rimane sempre un autore controverso e che suscita reazioni estreme (in un sens o o in un altro), per questo sarebbe interessante che altri amici del forum andassero a vedere la mostra e condividessero i loro pensieri, anche perchè penso che possa solo utile e tutti continuare a parlare ed approfondire i temi che sono usciti in questo lunghissimo topic, che tra l'altro pare avere avuto parecchio successo a vedere il numero di persone che l'hanno letto.




Inviato: 17/10/2006 14:00
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