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Due mostre interessanti a Modena + discussione su analogico/digitale
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Entrambe alla Galleria Civica di Modena.
La prima è Trilogia, in cui vengono affiancate le opere di tre grandi artisti contemporanei, i disegni di Mimmo Paladino, le fotografie di Olivier Richon, le grafiche e i multipli di Richard Artschwager, un percorso visuale ed intellettuale sicuramente stimolante (dal 21 novembre 2004 al 28 marzo 2005).

In contemporanea vengono anche presentate ed esposte le immagini di Franco Fontana e che faranno parte del calendario 2005, la rassegna si chiama Paesaggi Italiani (dal 21 novembre 2004 al 06 febbraio 2005).

Qui tutte le informazioni:

http://www.comune.modena.it/galleria/


Inviato: 22/11/2004 13:22
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Re: Due mostre interessanti a Modena
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C'e anche a Milano una mostra carina all'aperto in via dante tra piazza duomo e piazza castello.
si chiama la terra vista dal cielo e sono foto di yann artus bertrand la definizione delle stampe non e il massimo ma viste a un paio di metri di distanza sono belle tra l'altro sono montate nel modo di cui parlavamo le altre volte,su un pannello di materiale plastico rigido di 5mm e plastificate con il film sottile sono li all'aperto da settembre e nonostante siano all'aperto e la gente ci smanazzi e sditazzi sopra l'aspetto e ancora ottimo,si vedeva persino che erano state lavate con panno e acqua saponata....
rimarranno li fino a natale.


http://portale.lifegate.it/lg_editori ... icolo.php?id_articolo=647

http://www.yannarthusbertrand.org/

http://www.laterravistadalcielo.it/indexB.htm


ciao a tutti

Inviato: 22/11/2004 18:15
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Re: Due mostre interessanti a Modena
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Cito da Matteo: "la definizione della stampa non è il massimo". Per la verità , considerando che sono tratte da diapositive 35 mm (Velvia in corpi Canon Eos 1 con zoom da 17 a 400 mm di focale, come è specificato all'inizio della mostra), la definizione dei pannelli di circa due metri di lato mi sembra notevolissima. Mi piacerebbe conoscere nel dettaglio i vari passaggi che hanno portato alla loro realizzazione (per esempio certi colori mi sembrano troppo belli per non sospettare il pesante zampino di Photoshop).
E questo mi porta a richiedere il vostro commento su questa notizia: nell'ultimo numero di Fotografia Reflex c'è una lettera al gionale del noto fotografo Gianni Berengo Gardin che informa che, stanco di essere circondato da "immagini" di cui non è più possibile conoscere il grado di verità  dal momento che sono manipolate, modificate, o totalmente create dal computer e da photoshop, lui ha deciso di opporre sul retro di tutte le sue stampe un timbro con su scritto "Vera Fotografia: non manipolata, alterata, creata con mezzi informatici". Sono rimasto basito dal fatto che i redattori della rivista, e specialmente il direttore Forti, sempre prontissimo a dire la sua (spesso a sproposito) su qualsiasi argomento di fotografia, non abbiano commentato neppure con una riga una presa di posizione di tale portata di colui che molti considerano il nostro attuale maggiore fotografo, autore di decine di libri, diffusi in tutto il mondo. E mi ha fatto anche pensare il fatto che GBG sembra tracciare una netta distinzione tra "immagine" e "fotografia", riservando quest'ultimo termine solo ai prodotti realizzati con macchine, pellicole e processi di stampa tradizionali. Questa era una distinzione che, modestamente, anche io avevo proposto anni fa, partecipando ad altri forum e ad altre discussioni. E continuo a chiedermi se non si sia perpetrato l'assassinio della fotografia analogica quando si è accettato di considerare e chiamare "fotografia" le "immagini" che vengono prodotte elettronicamente e per le quali si sarebbe dovuto trovare un nome specifico, perchè in realtà  poco o nulla hanno a che fare con la Fotografia tradizionale. E' un pò come se la Fotografia, al suo apparire, avesse preteso di farsi chiamare Pittura, solo perchè esistevano a quell'epoca pittori che si sforzavano di ricreare l'illusione della perfetta verisimiglianza e che, naturalmente, l'invenzione della Fotografia, mise completamente fuori gioco. Il fatto che la Fotografia venisse da subito distinta, anche lessicalmente, dalla Pittura, sebbene entrambe le discipline volessero creare immagini, evità confusioni perniciose e la Pittura, piuttosto che scomparire, sgombrato il campo da ciò che non poteva essere, si indirizzà verso quegli straordinari sviluppi (l'Espressionismo, tanto per citarne uno) che tutti conosciamo. Chiediamoci quindi se non ci rendiamo complici e responsabili della morte della Fotografia quando commettiamo l'errore di chiamare fotografia quella realizzata con mezzi elettronici: si tratta di altro, magari anche migliore, ma comunque diverso. Merita un nome diverso.

Inviato: 22/11/2004 21:12
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Re: Due mostre interessanti a Modena
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luciano ha scritto:
E questo mi porta a richiedere il vostro commento su questa notizia: nell'ultimo numero di Fotografia Reflex c'è una lettera al gionale del noto fotografo Gianni Berengo Gardin che informa che, stanco di essere circondato da "immagini" di cui non è più possibile conoscere il grado di verità  dal momento che sono manipolate, modificate, o totalmente create dal computer e da photoshop, lui ha deciso di opporre sul retro di tutte le sue stampe un timbro con su scritto "Vera Fotografia: non manipolata, alterata, creata con mezzi informatici".


Conoscevo anche io la posizione di Berengo Gardin in merito, e senza dubbio la sua statura artistica (è un artista immenso, anche se lui preferisce definirsi artigiano) e fotografica ci devono indurre a valutare molto molto seriamente le sue parole...nei miei archivi avevo un'altra sua bellissima intervista, anche in questo caso le sue affermazioni sono inequivocabili:

Cosa ne pensa delle nuove tecnologie applicate alla fotografia, come il digitale?

G.B.G. “Non dico di essere nemico del digitale, perché è una tecnologia moderna e importante soprattutto per chi fa attualità  o cronaca. Non non mi interessa perché mi trovo benissimo con la fotografia tradizionale. Il digitale è come mettere a una bicicletta un motore potentissimo; non è più una bicicletta, diventa una motocicletta. Il digitale non è ancora arrivato, anche se in brevissimo tempo ci arriverà , alla qualità  che ancora possiede la fotografia su pellicola, specie quella in bianco e nero. Il digitale, il magnetico, l’elettronica, rappresentano il futuro, forse saranno meglio della fotografia classica di oggi, ma comunque un’altra cosa. Col digitale c’è la possibilità  di falsificare quasi tutte le immagini, il che è terribile, poiché non sai più cosa vedi e non sai se veramente è una cosa costruita a tavolino, chiusi in una stanza o un effettivo scatto dal vero. Noi come associazione di fotografi, da anni tentiamo di ottenere una legge che obblighi chi lavora il digitale ad applicare un segno riconoscitivo che identifichi il lavoro fatto al computer.”

Ti dirà che in linea di massima sono d'accordo con lui, con le dovute precisazioni ...
Esasperando il concetto espresso da Berengo Gardin possiamo tranquillamente dire che il fotografo digitale ha una grande chance, cioè di inventarsi una nuova forma di espressione, ridefinire le regole delle arti visive, fare della falsificazione uno strumento creativo di potentissima espressione artistica anzichè renderlo quasi un sotterfugio di cui a volte ci si vergogna, e quindi veramente praticare "un'altra cosa" rispetto alla fotografia classica...di fatto però questo fino ad oggi non è avvenuto e non colgo nemmeno segnali che stia avvenendo: la fotografia digitale "scimmiotta" la fotografia analogica, si mantiene assolutamente sugli stessi binari, i parametri che gli stessi fotografi digitali utilizzano per giudicare qualitativamente ed artisticamente i loro risultati fanno sempre riferimento alla fotografia analogica...esasperando ancora di più il concetto di Luciano, possiamo forse dire che "quando si è accettato di considerare e chiamare "fotografia" le "immagini" che vengono prodotte elettronicamente e per le quali si sarebbe dovuto trovare un nome specifico, perchè in realtà  poco o nulla hanno a che fare con la Fotografia tradizionale", non solo si sia perpetrato l'assassinio della fotografia analogica ma anche l'aborto prematuro di quella digitale...esasperando per la terza ed ultima volta, si, forse aspetto con ingordigia, ma anche in uno stato di febbricitante aspettativa, un fotografo digitale che finalmente abbia l'ardire di trovare e proclamare un nome nuovo per questa nuova forma di espressione, di riscrivere totalmente tutte le regole e tutte le certezze su cui si fonda la nostra concezione di alcune arti visive, inventarsi finalmente nuovi animali e fiori sconosciuti, colori inauditi, perchè si, in questo senso la fotografia digitale è veramente un'altra cosa, completamente diversa, si "merita un'altro nome (come dice Luciano) rispetto alla fotografia analogica...

Avrei altre considerazioni, forse più "sensate", legate ad un uso più quotidiano, familiare, ma anche professionale, della fotografia digitale, considerazioni sulla possibilità /necessità  di modificare, stravolgere e ricreare le immagini in Photoshop(cosa che, è giusto ricordare, puà avviene anche in camera oscura "tradizionale") e tutte le conseguenze e le riflessioni che questo comporta (e che hanno spinto Berengo Gardin a formulare una distinzione tra "fotografia" ed "immagine"), raccontarvi anche delle mie esperienze di stampatore digitale in fase di presentazione del portfolio mio e di Cristina alle gallerie, della nostra scelta di portare sempre con noi le lastre originali per fare vedere il grado di corrispondenza della stampa con l'originale perchè stanchi di sentirsi dire con un sorrisino di complicità : "Eehh, però, con Photoshop", ed invece con PS un c...o!!!, ci mettiamo un pomeriggio per realizzare 2 immagini che sono il risultato di ore di studio della scena, di meditate scelte compositive e di esposizione, a volte di estenuante attesa di un solo istante di abbandono creativo, e ci mancherebbe poi che per noi l'immagine perfetta non sia proprio quella lì, quella impressionata sulla lastra, cosa volete che me ne freghi delle possibilità  creative di PS, io voglio solo riprodurre il più fedelmente possibile quello che è impressionato sulla Velvia...però prima di parlare di queste cose mi piacerebbe sentire il parere degli altri amici del forum, io e Luciano abbiamo fatto due post magari un pò provocatori, adesso tocca anche agli altri replicare ...

Inviato: 23/11/2004 17:04
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Re: Due mostre interessanti a Modena

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Davvero vorrei avere le idee chiare in materia, forse maturero' una opinione piu' precisa con il tempo, comunque mi butto nell'agone..

Da un lato mi sembra corretto avere un 'bollino' che aiuti a non fare confusione, pero' la vedo piu' una questione 'merceologica' che altro, come una sorta di marchio STG (Specialita' Tradizionali Garantite) da applicare alla fotografia chimica.

Dire che la fotografia digitale non sia fotografia a tutti gli effetti, solo perche' in camera oscura digitale si dispone di mezzi piu' potenti o comunque diversi, mi sembra invece una forzatura.

In definitiva il processo fino allo scatto e' lo stesso o molto simile (a parita' di tipologia di macchina), e per quanto mi riguarda stiamo parlando della parte piu' significativa del lavoro.

Il discorso sul "grado di verita'" poi mi fa suonare un campanellino di allarme. Staremo mica dicendo che la fotografia e' tale in quanto e' fedele alla realta' ? Non me lo aspetterei da un grande fotografo come GBG. Probabilmente la mia e' solo coda di paglia, pero' allora di quale "verita'" stiamo parlando ?


Inviato: 23/11/2004 21:25
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Re: Due mostre interessanti a Modena
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Il livello tecnologico che abbiamo raggiunto in quasi tutte le manifestazioni artistiche, dal cinema, alla fotografia, alla musica, da un lato permette a tutti di diventare in qualche modo “artisti”, ed e’ un bene, ma dall’altro tutto cio’ inflaziona il mercato, non si riesce a distinguere piu’ cio’ che e’ arte e cio’ che non lo e’ affatto.
In tutto cio’, e’ il pubblico che deve fare la differenza. E’ il pubblico che prima di acquistare una foto dovrebbe essere molto piu’ critico e non utilizzare come principale metro di giudizio a come I colori della foto si possano combinare con il colore delle tende. Se fossimo un po’ piu’ critici, se fossimo piu’ capaci di guardare dentro alle cose e di apprezzare una foto, digitale e non, perche’ ci si puo’ perdere dentro, perche’ conosciamo la storia e il percorso dell’autore, e perche’ ci trasmette sensazioni profonde, saremmo noi stessi consumatori a fare piazza pulita della spazzatura.
Non voglio fare lo snob intellettuale o il troppo raffinato…Adoro I films di Steven Seagal per esempio, e lo so, sono una vera porcheria!!!!
Mentre studiavo all’universita’ ho lavorato per circa un anno in un’azienda che produceva posters. Regola imperativa: ridurre I costi, riuscire a vendere poster a meno di 8.000 delle vecchie lire!!! Ancora una volta….e’ quello che chiedeva il mercato. Certo, noi fotografi piu’ o meno (meno nel mio caso) esperti preferiremmo senza dubbio una buona foto di qualita’ piuttosto che tappezzare le pareti di poster o fotografie di bassa qualita’ di produzione e artistica.

Come fare la differenza? Per quanto mi riguarda, io faccio la differenza tra foto buone e spazzatura…siano esse digit o analogiche.

Ho venduto 4 foto in A3+ qui a Mosca…a 100$ l’una ad un architetto. Si, a 100$ (una di esse, Marco, era L’orchidea che ti ho mandato per Email). Questo perche’ non considero le mie foto come spazzatura. C’era uno studio dietro, un’intenzione…ho preso l’orchidea un po’ di traverso in modo che entrambi il lati risultassero sfuocati ed il centro a fuoco..l’ho spruzzata d’acqua per dare leggerezza e freschezza, ne ho calibrato con estrema cura il colore, la luminosita’ ed il contrasto in modo da ottenere esattamente l’armonia che ricercavo…e, cosa per me importante, ne stampero’ solo 20, non di piu’. Per cui ogni foto e’ numerata e accompagnata da un foglio scritto a mano con le caratteristiche principali del portafoglio a cui appartiene (finora uno solo!!!!). cerco cosi’, nel mio piccolo, di differenziarmi dalla spazzatura e di “colpire” quei pochi che sono interessati alla qualita’, all’esclusivita’, all’arte insomma. Per cui le vendo care o non le vendo proprio, pazienza…sicuramente non le svendo.

Ciao!!!!!

Inviato: 24/11/2004 8:36
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Re: Due mostre interessanti a Modena
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Scusate, ho cambiato il topic perchè la discussione ha preso una piega inaspettata...

Confermo che la foto dell'orchidea di Sasha è veramente molto molto bella, gliel'ho già  detto in privato ma ora "ufficializzo" anche sul forum ...

Si, considerazioni interessanti e di cui vi ringrazio...è certo che le idee chiare su quello che sta avvenendo, ed avverrà , in fotografia non le ha nessuno, tantomeno il sottoscritto, e questo inficia inevitabilmente i nostri giudizi, divisi inevitabilemente tra l'amore per la tradizione e curiosità  per il nuovo...è vero, alcune affermazioni possono essere delle forzature, penso però che in una fase critica come questa siano inevitabili, d'altronde la "frattura" che ognuno di noi penso più o meno percepisca puà portare ad assumere tali posizioni...dico sinceramente che anche io vedo più la macchina fotografica come un mezzo per realizzare immagini che mi interessano e mi soddisfino (e cmq finchè il processo non è arrivato alla stampa finale per me non è assolutamente finito, una dia su un tavolo luminoso o un file RAW significano poco per me, sono solo una delle tante fasi di un percorso ben più ampio), e sotto questo punto di vista che uno utilizzi un banco ottico o una 35mm o una DSLR fa veramente poca differenza...mi chiedevo però una cosa: premesso che non ho nessun pregiudizio nei confronti delle foto elaborate, che sosterrà sempre che se l'elaborazione è finalizzata ad esprimere meglio la visione/creatività  originale del fotografo allora ben venga, che l'elaborazione è sempre esistita e va dalle doppie esposizioni con varie lune incollate di Fatali , ai miracoli in fase di stampa di Ansel Adam, ai taglia ed incolla o i cieli appiccicati del digitale, però ultimamente mi sono imbattuto in un fenomeno relativamente recente...su molti forum, italiani e stranieri, leggo di fotografi che applicano 10/15 (avolte di più) maschere di livello in Photoshop per modificare digitalmente le loro immagini e realizzare il risultato che hanno in mente, interventi a volte capillari e selettivi che tramutano drasticamente l'immagine rispetto all'originale (e ripeto, non c'è niente di male), e ogni volta accompagnano la descrizione di questi processi più o meno con la frase "non facciamo altro che fare quello che farebbe un qualsiasi buon stampatore tradizionale in camera oscura"...però, non so perchè, in questo caso percepisco che c'è qualcosa che non mi convince a livello metodologico: data l'infinita possibilità  delle opzioni messe a disposizione da PS, ho come l'impressione che invece di seguire una visione originale che è nata al momento dello scatto si proceda invece successivamente con una serie di tentativi e di azioni (a volte anche automatizzate ed affidate al caso) per "trovare" una immagine che non c'è in origine, in un certo senso si scopre la visione nella postproduzione piuttosto che nel momento dello scatto...e poi, se questa visione ce l'avevi sul campo, e se (come presuppongo) conosciamo bene gli strumenti con cui lavoriamo e come interpretare le differenti condizioni di ripresa e di luce, perchè non usare appunto questi strumenti (digitali o analogici che siano) e queste conoscenze, a costo di portarli anche ad un utilizzo estremo o poco ortodosso, per realizzare subito, nell'istante, nell'immediato svanire, ed anche nella cecità  e nel buio dell'abbandono (il cantore Tiresia: cieco; Omero: cieco, come se la cecità  avesse a che fare con la creatività ), ma anche nell'incoscienza e nel caos, che secondo me sono tutti momenti indissolubili della creazione artistica, dicevo allora, se questa visione ce l'avevamo già  sul campo perchè non mettere in atto tutti gli strumenti in nostro possesso per realizzare allora subito lì l'immagine che abbiamo previsualizzato e lasciare al fotoritocco digitale un ruolo decisamente meno importante?...ora, non so se questo sia vero, ovviamente non varrà  per tutti, e non so nemmeno se è un bene o un male, però se fosse vero che si scopre la visione nella postproduzione e non nel momento dello scatto allora certamente è qualcosa di nuovo e di diverso, e qualche domanda da un punto di vista metodologico ed etico/estetico (che etica ed estetica siano la stessa cosa non sono certo io a scoprirlo!!) me la fanno sorgere...


Inviato: 24/11/2004 15:34
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Re: Due mostre interessanti a Modena
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Ciao a tutti.
Eh si è un bel dilemma questo.
Alla fine sempre di arte si tratta e si potrebbe pensare che la cosa fondamentale sia il risulato che si ottiene fregandosene dei mezzi. Beh ragazzi non so voi ma io ho visto che le immagini leggermente corrette con photoshop rispetto all'originale (quello che farebbe un bravo stampatore) e che sono belle restano belle, mentre quelle partorite per caso durante la postproduzione con PS e che non c'entrano niente con la sorgente di partenza, fanno ca..re!!!!!! E' un po come un seno finto o un naso rifatto , quanto lo noti in una bella donna non dici : "oh che bel seno o che bel naso" ma dici: "Oh guarda che naso rifatto che seno rifatto", perchè alla fine il senso di originale di verosimile di prova tangibile fa parte del nostro modo di essere. Se parti da una brutta foto anche se sei un mago di PS non ci tiri fuori la foto del secolo sicuramente, oppure ci puoi rimediare una cosa gradevole ma che suona falsa non originale.
Tutto questo è secondo il mio gusto e modo di pensare ma non credo che alla maggior parte di noi faccia piacere appendere un paesaggio artefatto 50x70 in sala da pranzo!
No?

Ciao

Inviato: 24/11/2004 16:57
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Re: Due mostre interessanti a Modena
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Guardate un pò qui:

http://www.luminous-landscape.com/cgi ... 7a28f38;act=ST;f=5;t=1053

Non è esattamente quello che intendevo io, forse siamo più vicini a quello che intendeva Manu, però è significativo del modo di operare di alcuni fotografi, incollare un cielo finto sia nel cielo "bruciato" che nel riflesso nell'acqua, saturare artificiosamente i colori...personalmente una dia originale così l'avrei buttata in pattumiera e non avrebbe mai visto nè lo scanner nè Photoshop, in questo caso il fotografo non vuole realizzare in PS una previsualizzazione creativa che aveva avuto in fase di ripresa, e nemmeno una visione che è nata in fase di postproduzione, ma sta solo cercando disperatamente di salvare una foto con gravi problemi di esposizione e di luce veramente insignificante e piatta (per una foto di paesaggio)...il passo successivo a questo stadio di elaborazione è metterci le nuvolette, qualche stambecco e un inizio di aurora boreale in lontananza, il tutto con la pretesa che sembri reale e spacciandola per reale...ma non sarebbe invece molto più interessante estremizzare la falsificazione, renderla così evidente e surreale che potrebbe essere invece un rivoluzionario strumento espressivo?...altre domande e dubbi si addensano sulla mia testa ...

Inviato: 25/11/2004 11:48
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Re: Due mostre interessanti a Modena
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Centro!
Bisogna capire gli intenti dell'"artista"! Se sta tentando, come ha detto Marco, di porre rimedio, "maccheronando" un'immagine perchè al momento dello scatto non si è preoccupato di usare un filtro degradante per ridurre l'estrema differenza di stop tra cielo e terra, oppure se realmente questo era l'effetto che voleva ottenere.
Credo che tra i canoni estetici per giudicare una fotografia e che la rendono bella ci sia anche la riconducibilità  a qualche cosa che esiste o che nella nostra mente suona come probabile come vero come tangibile.
Allora possiamo dividere in due grandi famiglie le immagini che ci arrivano dal mondo cognitivo:
a) Cià che vediamo attraverso la finestra "occhi";
b) Cià che vediamo nei sogni o durante visoni/allicinazioni;
dove tra l'altro alla famiglia (b) apaprtergono quelle fotografie metafisiche ad effetti estremizzati.
Le fotografie create da digitale da pellicola o da qualche altro sistema futuristico dovranno sempre ricadere entro queste due famiglie, nel caso stiano al di fuori, beh saranno delle fotografie riuscite male.

ciao

Inviato: 25/11/2004 13:10
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Re: Due mostre interessanti a Modena
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Bella la discussione che si è venuta a formare...e molto interessante.
Naturalmente non ci sarà , nè potrebbe esserci una parola definitiva. E' già  molto importante discutere, cercando di definire e di chiarire alcune idee in questo confuso momento di transizione.
Il punto sollevato da Marco mi pare interessante. L'immagine elettronica ha potenzialità  incredibili, oggi sul piano della velocità  e della estrema libertà  di modificazione-interpretazione-restituzione del soggetto. Domani, ma forse già  adesso per le attrezzature di più alto livello-costo, anche sul piano della qualità .
Secondo me, chi si dedica alla creazione di immagini con queste nuove tecnologie dovrebbe sforzarsi di trovare un linguaggio "specifico" e in qualche misura diverso da quello della fotografia tradizionale e chiedersi: "Per quale fine devo usare queste potenzialità ?". Anche se il fattore tempo-velocità  è importantissimo, mi sembrerebbe molto limitativo ridurre i vantaggi del digitale al fatto di poter ottenere gli stessi risultati che un tempo richiedevano ore di laboratorio-camera oscura, in un tempo minore ed in camera chiara. Anche nella camera oscura tradizionale, infatti, si sarebbe potuto creare un fotomontaggio, prendendo un bel cielo da un'altra foto e creando un paesaggio falso. Perchè i fotografi tradizionali non lo facevano (di solito)? Perchè era un lavoraccio o perchè cercavano una qualche "verità " (nel senso di Gianni Berengo Gardin) nella fotografia che mostravano? O perchè avevano il pudore di riconoscere che quella foto di partenza faceva schifo e andava cestinata e basta?
A quel "fotografo digitale" che ha comunque impiegato un bel pò del suo tempo (perchè anche con Photoshop di tempo se ne perde, eccome!) nel riuscito tentativo di trasformare una ciofeca in un falso (a mio parere col solo risultato di peggiorare la situazione di partenza, perchè una ciofeca è comunque una onesta ciofeca, con un suo grado di verità  sia pure nella pochezza tecnica, mentre il bel falso, se viene spacciato per vero e non dichiarato per quello che è, dovrebbe essere eticamente rifiutato, anche se formalmente perfetto, in quanto intimamente truffaldino), dovremmo chiedere qual' è il senso di una tale operazione. A parte quello di dimostrare una sua qualche abilità  nel maneggiare i mezzi informatici. E' di queste pagliacciate e falsità  che abbiamo bisogno? Credo ci sia molta, molta confusione in giro...

Inviato: 25/11/2004 18:48
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Re: Due mostre interessanti a Modena
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Ecco un fotografo che, aldilà  del fatto che queste immagini possano piacere o no, utilizza il mezzo digitale in modo interessante e innovativo, avvicinandosi a quello che intendevo io con i miei "sproloqui" sulla falsificazione come strumeto creativo ...interessante notare che l'immagine digitale viene poi fotografata su una pellicola piana 4x5" e poi stampata con metodi tradizionali...qui si vede chiaramente che c'è un pensiero lucidissimo ed una riflessione profonda sul digitale, sui fini del suo utilizzo e, più in generale, su quello che si vuole ottenere con le proprie immagini, e questo rende paradossalmente ancora più "pesanti" le parole di Luciano, perchè si, anche io sono convinto che ci siano molti fotografi che non si pongono domande, che non indagano i presupposti e gli scopi della propria fotografia, dei mezzi tecnici e i fondamenti espressivi che utilizzano, e questo è vero sia per la fotografia analogica che per quella digitale, ma nel mondo digitale, anche a causa dell'evolversi troppo rapido delle tecnologie e alla necessità  che abbiamo di inseguire affannosamente aggiornamenti, tecniche, cambiamenti, è più facile che questa riflessione autoreferenziale su ciò che si fa e sul perchè lo si faccia passi spesso in secondo ordine...questo è il link e, a titolo di cronaca, dico solo che Simen Johan è rappresentato dalla Yossi Milo Gallery, forse la più importante ed innovativa galleria specializzata in fotografia di New York:

http://www.simenjohan.com/x/1994_1999/index.htm


Inviato: 26/11/2004 11:56
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Re: Due mostre interessanti a Modena
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Altro esempio di falsificazione palesemente dichiarata, questa volta più "storico" e tutto analogico, Philippe Halsman, centinaia di copertine di Life (tra cui Marilyn Monroe, Einstein), ha collaborato intensamente con Salvador Dalì, uno dei padri del Surrealismo, con risultati a volte stupefacenti:

http://www.npg.si.edu/exh/halsman/haldali3.htm

http://www.artexpression.com/byimage/FOTFFPOFP34.htm

http://www.artexpression.com/byimage/FOTFFPOFP96.htm



Inviato: 29/11/2004 17:29
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Re: Due mostre interessanti a Modena

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Ciao ragazzi,
il discorso e' interessante, e sono stimolato a mettere lo zampino anche qui.
Ho preso tante volte parte a discussioni del tipo di quella intavolata qui, e per me il problema non si pone.

Avete mai notato che chi fa distinzione tra foto digitale e analogica ha spesso preso un mouse in mano solo per andare su word?
Vi siete mai chiesti se chi porta avanti queste critiche ha mai provato a gestirsi da solo le foto a colori? Un conto e' il B/N , un altro e' la gestione in proprio del colore.
Io ho passato anni in camera oscura, ho provato e riprovato, piu' per passione alchimistica che per ottenere grandi risultati, e mi ero attrezzato ed avevo incominciato anche a stampare a colori. Avevo uno studio in cui l'illuminazione della camera oscura era fornito da centinaia di diodi gialli, ( quasi) inattinici per la carta colore e ampolle da pesci tropicali per portare a temperatura i bagni. Ma per fortuna e' arrivato PS...
Orbene, quando mi si parla di cieli trasportati da una immagine ad un'altra, sembra ci si dimentichi delle stampe da dia e delle dia stesse combinate a sandwitch, con due o tre immagini sovrapposte, o scolorate con la varichina...eppure quella era..FOTOGRAFIA. E l'altra no? non e' una scusa per nascondere la propria incapacita' ad affrontare uno studio ostico com'e' quello della gestione della foto digitale?
Io ho cominciato con PS4 e non ricordo quanti anni sono che studio e ristudio libri che poi regolarmente dimentico
data la gran massa di cose da ricordare. E mi considero ancora un principiante, e non ricordo di avere mai finito un libro.Quindi facciamola finita, con la storia della volpe e l'uva!!! Con tutto il rispetto e la stima per i grandi della fotografia, penso che costoro farebbero bene a imparare a fare distinzione tra computer art e fotografia. L'unica considerazione da fare è se si puo' distinguere il punto di confine tra le due, ma normalmente l'intento dell'artista e' chiaro.
Nell'esempio portato da Marco su Simen Johan, non mi sembra ci siano dubbi sull'intento del fotografo. Ha soltanto mutuato il digitale per rendere piu' immediate ed espressive le proprie sensazioni.Se avesse fatto un collage, come hanno fatto in molti, sarebbe stato diverso?

Inviato: 21/12/2004 15:12
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Re: Due mostre interessanti a Modena
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La considerazione che fai sul B/N è corretta, penso anche io che tanti bianconeristi che non si siano mai cimentati con le stampe a colori facciano effettivamente fatica a capire che in questo caso Photoshop è una vera manna dal cielo, così come condivido l'affermazione che spesso l'intento manipolativo dell'artista è chiaro, sia nell'analogico che nel digitale (e gli esempi che ho postato ceh provengono da entrambi i "mondi" ne sono una prova), ed è quando è così chiaro che sia il digitale che l'analogico sono esaltanti, perchè si riafferma con forza un concetto molto importante nell'arte, cioè che non sono altro che mezzi con cui esprimere una propria visione, quello che conta è la visione e non il mezzo con cui è stata realizzata.
A volte però l'intento manipolativo non è così chiaro , tanto per usare un eufemismo, e ovviamente questo vale sia nel digitale che nall'analogico così come giustamente facevi notare tu, ed è forse qui, cioè facendo un corretto discorso sugli intenti (che è prima di tutto un discorso personale e che appratiene ad ogni singolo fotografo), che si dovrebbero concentrare gli sforzi per arrivare ad una corretta critica, oserei dire epistemologica (e scusate il parolone), ad una discussione costruttiva sulla fotografia tout court, ad una nuova consapevolezza, non tanto per creare ancora categorie e compartimenti stagni, puntualizzando cioè le differenze tra la fotografia "artistica", il reportage, o la fotografia di natura, ma magari per ritrovare proprio quel vorticoso "mare magnum" in cui le varie forme attingono gli aspetti comuni e cominciano però anche a gettare le basi per le loro differenziazioni.
Certo che è un argomento molto molto complesso e non saremo sicuramente noi a "districarlo", però ecco penso sia comunque importante discuterne, è indubbio che la fotografia digitale ha portato e porterà  degli sconvolgimenti epocali ed io voglio essere assolutamente consapevole di quello che avviene, per accettare o rifiutare selettivamente questi cambiamenti, e per me la consapevolezza si puà solo avvicinare attraverso il dubbio costante, l'indagine costante, il confronto costante...
Ci sarebbe poi un bel discorso sulla organicità  dei supporti analogici e delle idiosincrasie che questo apporta nel momento creativo dello scatto, però questo è tutto un altro discorso, sono sicuro che avremo occasione di parlarne in altri interventi sul forum ...

Dicevi che ti sei cimentato "coraggiosamente" con la camera oscura, immagino che tu abbia provato a stampare anche le cibachrome, nel qual caso mi chiedevo quale fosse stata la tua esperienza o le tue impressioni a riguardo...



Inviato: 22/12/2004 11:22
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Re: Due mostre interessanti a Modena

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Marco scrive: "ti sei cimentato "coraggiosamente" con la camera oscura, immagino che tu abbia provato a stampare anche le cibachrome, nel qual caso mi chiedevo quale fosse stata la tua esperienza o le tue impressioni a riguardo..."

Con il CIBA e' stato un amore ricambiato. Era la prima volta che si poteva facilmente stampare a colori e addirittura intervenire in qualche modo sull'immagine quasi fosse B/N. Ho sempre i "drum" in bella mostra in uno scaffale ( uno e' alto mezzo metro )ed una confezione di sviluppo ormai da mercatino dell'antiquariato.
Avevo provato a sviluppare il CIBA in bacinella, sfruttando la luce a diodi gialli, ma la cosa di era dimostrata subito un fallimento: la quantita' dei bagni, ottimale per il drum, era insufficiente per la vaschetta; l'aspettativa di vedere "nascere" l'immagine veniva frustrata immediatamente dall'apparire di un mascherone che mi sembra fosse di colore blu o marrone fangoso, ora non ricordo, e che rivelava il suo contenuto nel bagno di sbianca quando ormai i giochi erano fatti.Fra l'altro l'odore non era dei piu' piacevoli, e mi ricordava la volta che tentai il recupero dell'argento dall'iposolfito con l'acido nitrico...( prometto non lo faccio piu' )
Piu' interessante era stata la stampa a colori con i prodotti Ornano, in due soli bagni, che se non fosse stato per le temperature critiche e la difficolta' delle tarature poteva essere un procedimento davvero avvincente ( ma quanti scarti!!!). E per vedere i risultati bisognava accendere la luce, perche' con i diodi gialli..
Un po' di nostalgia, e il Durst 1200 che troneggia (per ora) inutilizzato...
Comunque i tempi corrono....W il digitale!!!

Inviato: 22/12/2004 16:39
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Re: Due mostre interessanti a Modena
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Ok...W il digitale (..di cui del resto, ho detto chiaramente che è assolutamente puerile negare le enormi possibilità  espressive, artistiche e qualitative)... ma visto e considerato che io continuo a stamparmi, con grande soddisfazione, il negativo colore (solo che utilizzo i prodotti Tetenal, invece degli Ornano), se il tuo 1200 è munito di testa colore , è in ottime condizioni e un giorno decidi di darlo via...tienimi presente, dato che il mio attuale ingranditore non va oltre il 6x7.
Quanto al fatto che chi non utilizza PS lo fa solo perchè incompetente in informatica...no, non mi risulta affatto, per lo meno, non credo lo si possa affermare in termini così definitivi e generalizzati. E a mio parere Gianni Berengo Gardin, Salgado e altri "sempliciotti" loro simili fanno benissimo a continuare ad andare in giro con la Leica al collo, per aiutarci a "vedere" com' è il nostro strano Mondo, anzichè stare ore a inventarsene uno con complicate masturbazioni digitali davanti al monitor. Se non altro stanno all'aria aperta (si spera non troppo inquinata).
Quanto ai sandwich, per quanto mi sforzi non riesco a ricordare una sola foto memorabile realizzata con tale tecnica (magari aiutami tu)...Ampiamente usata in campo pubblicitario per stupire un pubblico di bocca buona con "effetti speciali", era una tecnica che artisticamente produceva quasi costantemente delle autentiche atrocità , quando veniva realizzata, 20 e più anni fa, con la sovrapposizione di diapositive, e francamente non capisco perchè la si dovrebbe considerare una gran trovata ai giorni nostri, solo perchè realizzata con PS.
Più che dire: "poi finalmente un giorno è arrivato PS", io credo si dovrebbe desiderare poter dire: " poi finalmente un giorno sono arrivate buone macchine digitali con sensori fedeli e di alte prestazioni, buoni scanner e buone stampanti colore"...Peccato che questo forse ancora non si possa dire compiutamente, altrimenti non si capisce tutta questa necessità  di "ripassare" i risultati in PS. A me non dispiacerebbe affatto saltare questo passaggio in PS, così come non ripassavo da nessuna parte gli scatolini delle dia (salvo cestinare quelle non buone), quando li andavo a ritirare dal Laboratorio. Vorrebbe dire che i risultati sarebbero così buoni fin dall'origine, da non dover ricorrere a postelaborazioni successive. Ci si arriverà ? W il digitale !

Inviato: 23/12/2004 2:03
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Re: Due mostre interessanti a Modena

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Ciao Luciano,
Il 1200 ha effettivamente la testa a colori ed e' una gran macchina, ed io l'ho corredata con i box per 24X36 e il 6x7. Gola? Figurati che me lo andai a prendere, seminuovo, a Gorizia ( io abito a Pistoia ) e anche se lo ulilizzero' poco, ma non e' detto, me lo terro' come cimelio. Lo volevo utilizzare per il 4x5" ma poi le cose della vita non mi hanno consentito di andare oltre il 6X7, anche se su banco ottico. Io ho smesso di stampare a colori per mancanza di tempo, in quanto tra portare a temperatura i bagni, tarare la testa dell'ingranditore e fare qualche provino partivano delle ore e finivo per passare delle nottate in bianco che poi scontavo nei giorni successivi andando in giro come uno zombo. E poi i bagni non hanno un profumo accattivante, e se leggi quello che c'e' dentro...
Quindi in teoria PS ha semplificato molto le cose, ma solo in teoria, perche' a mio avviso non è ancora al passo con la stampa analogica. Se mi segui nella corrispondenza con Marco avrai notato che mi avvilisco con le stampanti, con cui occorre ancora arrivare a compromessi, ma la lotta quotidiana e' con Windows, i virus, i drivers, le figliole che mi incasinano il PC, e quindi spesso il tempo perso se non e' superiore spesso e' almeno uguale a quello della stampa analogica. Pero' c'e' il vantaggio di non dovere preparare e rimettere niente,l'assenza di liquidi puzzolenti e pericolosi, lo spazio necessario limitato...
Come ho scritto nell'altra mia corrispondenza, la nostalgia pero' e' grande, e non e' detto che in futuro non riprenda a stampare, magari solo in B/N.
Dipende anche dai progressi che si avranno in campo digitale, perche' si, e' vero, W il digitale, ma io sono ancora criticissimo nei suoi confronti, tanto e' vero che di tutte le macchine fotografiche che ho non ne ho una digitale. Eppure io, contro il parere scandalizzato dei miei amici fotografi, fui uno dei primi ad acquistare le Nikon 801 con l'autofocus, perche' capii che in certe situazioni poteva fare comodo.
Ora aspetto la Nikon digitale a formato intero, perche' ho sempre scelto le ottiche e non il corpo macchina, e non intendo rinnegarle, ma ho fortissime perplessita' sull'archiviazione dei dati.
Di sandwich rifotografati ogni tanto ne riappare ancora qualcuno e a volte e' difficile riconoscerli. E' evidente che a certi livelli non c'e' bisogno di ricorrere a certi trucchetti. Per qunto riguarda la necessita' di rielaborare le immagini in PS mi sembra evidente che spesso non si tratta di voler manipolare l'immagine, ma di sforzarsi di tirare fuori dal negativo,( o dia), quello che i vari scanner, per quanto buoni siano, non riescono a fare da soli. E un'altro, importante motivo dell'uso di PS e' dovuto alla teorica possibilita' di poter riportare l'immagine a come il fotografo l'aveva vista nel mirino, cosa che con i laboratori e la professionalita' che c'e' in giro oggi...
Non tutti hanno lo stampatore personale come tanti grandi nomi....e come sai anche molti di loro ora si stampano le foto da soli, il che fa pensare.E in quanto all'uso della Laica fa parte della loro scelta di essere testimoni di quanto avviene oggi, della loro scelta professionale. Se manipolassero le immagini che testimoni sarebbero?
Io, al momento faccio foto d'architettura ( medioevale), e PS mi e' utile per togliere fili del telefono, della luce, cartelli e segnali stradali, cassonetti della spazzatura e altre amenita' che gli amministratori pubblici in Italia si guardano bene di nascondere. Ma e' un altro discorso...
Ciao

Inviato: 23/12/2004 9:25
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Re: Due mostre interessanti a Modena
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Citazione:

Falcopardo ha scritto:
...
Il 1200 ha effettivamente la testa a colori ed e' una gran macchina, ed io l'ho corredata con i box per 24X36 e il 6x7. Gola?


Altrochè...ma sono anche contento per la tua decisione di tenerlo, nonostante tutto...
Allo stato attuale, contrariamente a quanto comunemente dovrebbe essere raccomandabile, è proprio necessario tenere i piedi in due staffe, in un difficile ed instabile equilibrio tra analogico e digitale, storia ed innovazione, abitudini consolidate e nuove conoscenze che pure sono necessarie...Mi pare che il tuo approcio sia molto corretto e spero di poter ammirare prima o poi i tuoi lavori di architettura medioevale che, in una regione così bella e ricca di storia come quella in cui hai la fortuna di vivere, offre sicuramente occasioni di immagini strepitose...
ciao

Inviato: 23/12/2004 15:37
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