Cari amici,
sempre alla ricerca di idee insite nell'esperienza dei maestri del passato vi segnalo uno dei più grandi fotografi europei del secolo scorso. Josef Sudek (1896-1976), boemo anche lui come Strand - Strandsky, contrariamente a quest'ultimo non si mosse mai da Praga, la sua città , martoriata dai regimi totalitari che hanno fatto la storia tragica d'europa. Mutilato della prima guerra mondiale (era senza un braccio) è vissuto poveramente nel suo studio di legno coltivando le due grandi passioni della sua lunga vita: la fotografia e la musica. Sulle tracce della "Praga magica" di Angelo M. Ripellino (Einaudi 1991), ne percorre le strade realizzando un memorabile volume "Praga panoramica", edito da Odeon nel 1992 in molte lingue, fra le quali l'italiano. Si tratta di una raccolta di quasi 300 fotografie panoramiche realizzate dagli anni Trenta in poi: chi ama il formato allungato 6x12 o 6x17 qui trova degli esempi straordinari.
Esiste poi uno studio di Anna Farova, di origini ceche, ma americana di nazionalità , amica e sostenitrice di Sudek; realizzato nel 1990 dall'editore tedesco Kehayoff, è una vera e propria summa del mondo e dell'opera di quest'uomo schivo, ma dal grande talento: fotografa, oltre alla sua città , le piccole cose del suo studio-abitazione, una foglia secca, la buccia di un uovo sodo, le bollicine in un bicchiere d'acqua, manichini, gessi scultorei nel suo giardino, animandolo di fantasmi, figure amebiche e ambigue. Di questo volume di 400 pagine ne esiste una versione italiana ridotta, del 1991, della Federico Motta, intitolata Josef Sudek - Poeta di Praga.
Perché ho segnalato questo autore scontroso, solitario, ma tanto sensibile e intelligente? La sua opera puà essere un perfetto esempio di minimalismo colto, di attenzione al sentimento della memoria come fonte di immagini, il tutto riscontrabile in molte atmosfere casalinghe, private, individuali, un agire che faccia dimenticare la voglia di mostrare e di mostrarsi a tutti i costi nello sfrenato narcisisimo d'oggi.
Buone foto, Candidus

Ciao Floriano
Il tuo tread mi ha ridato lo spunto per ritornare a vedere le opere di Sudek che trovo veramente poetiche e anche molto interessanti dal puro punto di vista fotografico (inquadrature, luci ecc).Come dici te quel minimalismo colto è molto presente, quasi palpabile nelle opere di Sudek.
Ciao
Stefano

Ciao Floriano,
grazie per l'indicazione, non conoscevo Sudek. Le sue immagini sono struggenti, il suo approccio alla fotografia mi appare dolce e malinconico . Sembra piu' di essere davanti ad un pittore piu' che ad un fotografo. Per fortuna ho trovato parecchi siti pieni di immagini.
Grazie di nuovo,
Renzo

Ho sempre amato questa immagine: sublime!


Andrea

Il settembre scorso sono stato in pellegrinaggio a Praga per vedere la bellissima mostra sulla fotografia ceca del XX secolo (ho vinto la tentazione di scrivere il titolo in ceco, con un dito solo). Ho un debole per le produzione artistica dei primi anni del '900, dalla secessione al razionalismo. Tanto per dire, negli anni '20 in Cecoslovacchia la fotografia era insegnata nelle sue diverse declinazioni presso le scuole politecniche statali, quando da noi era usata o per pura documentazione, o dai pittori - di nascosto - per preparare quadri, o dai dilettanti dei "primi passi" e "ultime luci" o viceversa. Detto questo, devo però precisare che non sono un fanatico della Mitteleuropa nè, tanto meno, un ammiratore di Cecco Beppe. Umberto

Volevo scrivere un lungo post su questo argomento poi i peperoni di Weston hanno preso il sopravvento ...

Magari ci torno su domani, però per il momento ci tenevo anche a sottolineare, come giustamente avete fatto notare voi questo suo straordinario minimalismo che io definirei "surrealista", ma anche il fatto in alcune delle mele di Sudek ( http://www.stephencohengallery.com/artists/vintage/sudek.html ) secondo me si possono trovare punti di contatto con quanto dicevamo nel post su Weston e le mele di cezanne, nel senso che nelle sue immagini trovo una forte attenzione al "corpo" che subordina a sè l'elemento "luce" (e non il contrario, come troppo spesso è in fotografia)...