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Molhem Barakat, fotoreporter di guerra ucciso a 17 anni

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22/6/2009 11:34
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http://uk.reuters.com/article/2013/12 ... her-idUKBRE9BK09R20131222
Diversi anni fa, in Francia, durante una cerimonia religiosa molto fotografata, l’officiante salutando i tanti fotografi presenti disse più o meno una frase di questo genere: “le foto migliori si otterranno quando dietro la macchina fotografica c’è un’anima che prega”.
Credo funzioni proprio così, in tutti i casi.
Io, ad esempio, che non sono uno sportivo e che tra tutti gli sport quello che detesto maggiormente è il calcio, nonostante un’esperienza fotografica pluridecennale non riuscirei mai a fare foto decenti ad una partita di calcio.

Mi è venuta in mente questa cosa osservando le immagini di questo giovanissimo fotografo, che trovo veramente belle e intense (quella dello specchio che mostra la strada martoriata che l’uomo sta osservando, mi fa impazzire).
http://www.repubblica.it/esteri/2013/ ... 74388684/1/?ref=HRESS-3#1
Non penso avesse fatto scuole o corsi di specializzazione, e credo che alla base di queste immagini, oltre all’innato talento notato anche dalla Reuters, ci fosse proprio la sintonia perfetta tra chi stava dietro la fotocamera e ciò che stava davanti all’obiettivo.
Mi piacerebbe sentire qualche commento alle immagini della galleria da parte di qualche altro utente, specie se del mestiere tipo Franz…

Inviato: 24/12/2013 11:42
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Re: Molhem Barakat, fotoreporter di guerra ucciso a 17 anni

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27/4/2006 13:48
Da Roma
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Avevo dato questa notizia su Facebook, ma non guardando nemmeno le sue foto. Le ragioni, forse un po' ciniche, erano di carattere sindacale: la Reuters non ha nessuna responsabilità amministrativa ne' di alcun altro genere, sui free-lance che lavorano per lei. Senza un contratto chiaro, puoi morire in "servizio" e anche lasciare una famiglia senza che ti venga riconosciuta una pensione o qualsiasi altro riconoscimento di sopravvivenza per la famiglia. Non è il caso di Molhem, ma la questione andava sollevata.

E' un ragazzo appassionato, si vede dalle sue foto, che si muove nel suo ambiente e lo guarda con occhio disincantato.
Come tutti i più giovani eccede nell'uso del supergrandangolare, ma ha la capacità di illustrare momenti drammatici e normalità. In una situazione di emergenza - ed una guerra è una emergenza continua - il fotografo è portato a drammatizzare al massimo, perché deve comunicare con un pubblico che via via è sempre più assuefatto. Molhem barakat, forse perché era tra la sua gente e nella sua città, passava da un dramma ad un gioco, da un té ad un ferito, poi alla normalità di una partita a bigliardino o alle riparazioni di una casa bombardata.

La foto del miliziano e dello specchio, è la sintesi perfetta di questo dualismo. Quello che apprendo, come in una lezione di alto giornalismo, dalle sue foto è la quotidianità raccontata senza veli e soprattutto senza il falso pietismo che ormai ricopre un po' tutta l'informazione di matrice occidentale.

Non è un fotografo dal linguagio "maturo", ma sarebbe certamente diventato un nome importante nel panorama del fotogiornalismo. Non sapremo mai, purtroppo, se la sua capacità di narrazione sarebbe rimasta intatta anche in un altro luogo, con un'altra storia, che non lo coinvolgesse personalmente.

L'anima che prega dietro alla macchina fotografica è solo la metafora di quanto forte deve essere la passione, la comprensione, la compassione, insomma: l'umanità, per la situazione che si va a fotografare.

La differenza tra un fotografo ed un Fotografo è tutta qui: il primo è appassionato soprattutto di fotografia, il secondo è appassionato soprattutto del mondo. In medio stat virtus


Scusate la dissertazione professorale, ma domani torno tra i profughi siriani, e mi serve un po' di carica.

Inviato: 24/12/2013 12:58
Franz ...Tessera "Bromuro d'argento" C.F.A.O. n. AgBr 31......
--------------------------------------
www.franzgustincich.it - Empirici di tutto il mondo, unitevi!......
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Re: Molhem Barakat, fotoreporter di guerra ucciso a 17 anni

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Citazione:

FranzX ha scritto:

L'anima che prega dietro alla macchina fotografica è solo la metafora di quanto forte deve essere la passione, la comprensione, la compassione, insomma: l'umanità, per la situazione che si va a fotografare.

La differenza tra un fotografo ed un Fotografo è tutta qui: il primo è appassionato soprattutto di fotografia, il secondo è appassionato soprattutto del mondo.

Ma infatti… l’anima che prega dietro alla macchina fotografica che riprende gente che prega, è come l’anima di un vero appassionato di calcio dietro alla macchina fotografica che riprende gente che tira calci ad un pallone… cioè la passione, o se preferisci il termine più ampio “umanità”, che alla fine fa la differenza tra una f e una F.




Citazione:

FranzX ha scritto:
Molhem barakat, forse perché era tra la sua gente e nella sua città, passava da un dramma ad un gioco, da un té ad un ferito, poi alla normalità di una partita a bigliardino o alle riparazioni di una casa bombardata.

La foto del miliziano e dello specchio, è la sintesi perfetta di questo dualismo.

Forse perché agli occhi di un diciassettenne, nato e vissuto lì, TUTTE queste cose rappresentavano allo stesso modo la normalità?


Citazione:

FranzX ha scritto:
Quello che apprendo, come in una lezione di alto giornalismo, dalle sue foto è la quotidianità raccontata senza veli e soprattutto senza il falso pietismo che ormai ricopre un po' tutta l'informazione di matrice occidentale.

da NON addetto ai lavori e NON intenditore del genere, concordo perfettamente col tuo pensiero.

Inviato: 24/12/2013 14:16
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Re: Molhem Barakat, fotoreporter di guerra ucciso a 17 anni
Moderatore
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Da lombardia
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Sul caso umano di questo ragazzo, vittima di uno dei tanti conflitti più o meno insensati che ci circondano, tutta la pietà ed il rammarico per una vita spenta prima di essere vissuta.

Tecnicamente non ho nulla da dire, specialmente dopo le parole di FranzX che ha sicuramente molto più occhio ed esperienza di me su questo genere fotografico.

L'immagine mi ha colpito di più però, temo non sia stata scattata da Molhem: è infatti quella delle sue macchine fotografiche coperte di sangue. Se poi l'ha scattata lui e raffigura le attrezzature di un qualche altro collega fotoreporter, allora assume anche un significato di presagio ancor più sconvolgente.


Inviato: 24/12/2013 16:55
Tessera C.F.A.O n. 3

"Tempo fa ero indeciso, ma ora non ne sono più così sicuro" Boscoe Pertwee

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