mi accodo, seppure in ritardo, perchè mi sembra doverosa una citazione della Hasselblad 203FE, una fotocamera che dava sensazioni libidinose al tatto e (soprattutto) allo scatto.
E poi la Contax 645, che ho tutt'ora. Un peccato la morte prematura di quel bel sistema...

Allora, molti hanno postato le proprie preferenze “estetiche”. Da una prima occhiata noto un connotato comune a molti. La maggioranza delle proposte riguarda macchine non recenti, macchine abbastanza datate e comunque anche le macchine più attuali hanno un look che richiama in modo evidente quello di fotocamere di qualche anno fa. Ricordo che con l’uscita del digitale, intendo la prima ondata di fotocamere abbordabili dal grande pubblico, l’aspetto estetico mirava a volersi differenziare dalle macchine del passato; quasi a voler sottolineare la “diversità” del “nuovo che avanza” rispetto al resto. Ora siamo di fronte all’opposto…direi. Forse è solo un perverso gioco del marketing atto a mantenere elevato il volume delle vendite. Il mercato poco a poco impone un aspetto estetico. E’ evidente infatti che una ricerca di un dato look viene seguita a ruota da molteplici casa produttrici diverse e tutte all’unisono. Non mi stupirei se fra 5 anni si tornasse alla ricerca di un look supermoderno. Voi cosa ne pensate? Sto solo fantasticando troppo……?

Marco

Mah.. io direi che la "bellezza" di una macchina fotografica è. o almeno dovrebbe essere, una "bellezza funzionale". Quindi in primis una costruzione di buon/ottimo livello con materiali di buona qualità e rifiniti ed aggiustati con cura per ottenere una precisione di funzionamento che rassicuri sui risultati. Poi un design ed una manovrabilità razionale e senza inutili fronzoli, che aiuti nella composizione e realizzazione dell'immagine e che non sia invece di impaccio o di confusione nel momento topico dell'azione.

Ecco, secondo me, spiegato il favore di cui ancora godono apparecchi come Leica M, Rolleiflex biottica o Hasselblad 500 (e ci metterei anche la Linhof Technika ). Sono apparecchi di alta qualità. con relativamente pochi comandi ben chiari, magari mancanti di cose presenti in apparecchi assai meno costosi (tipo l'autoscatto) che giustamente hanno poco senso in ambito professionale o di fotografia amatoriale di alto livello, che non sono di intralcio al momento dello scatto, ma anzi concorrono con la loro relativa essenzialità al compimento dell'azione nel modo più pulito.

Con le digitali si assiste spesso ad un fenomeno opposto: pare che i progettisti (che forse non sono neppure fotografi al contrario di quanto lo erano Oskar Barnach per Leica, Victor Hasselblad, Reinhold Heidecke per la Rollei o Nikolaus Karpf per la Linhof) siano tutti infervorati a rimpinzare gli apparecchi di miriadi di funzioni che magari non sono inutili (non si può negare che le possibilità di regolazioni della fotografia digitale sono tantissime), ma messe in modo che se non si sta attenti, distraggono dallo scopo principale: catturare l'attimo giusto.
Da qui credo, questo andirivieni nel design dei nuovi apparecchi, un po' schizofrenico tra i mille pulsantini da una parte e le operazioni nostalgia (come l'ultima di Nikon) dall'altra.

Non solo: consideriamo che al digitale di oggi, più "maturo" qualitativamente rispetto a 10 anni fa, stanno ormai approdando anche quelli che per anni si erano (giustamente) tenuti stretta la pellicola (e magari continuano ad usarla, alternandoli), che come dici tu erano abituati a cose funzionali e pensate per i fotografi, quindi non vogliono saperne della trappoletta che non sta in mano e con comandi da menu, pensiamo alle mirrorless di prima generazione e a tante delle attuali... è un caso se in questi ultimissimi anni sono arrivate fotocamere compatte, ma con una cura dell'ergonomia sicuramente maggiore, che sia ispirata alle classiche (Fuji, Olympus) o meno (Sony A7, non l'ho ancora maneggiata ma mi sembra una bella differenza con oggettini tipo le prime NEX...)?

Federico