Ho deciso di postare qui le immagini della ostra di alcuni fa sulle perifwerie che ho fatto insieme al sociologo Franco Ferrarotti. Non se ne avrà a male se diffondo alcune delle sue immagini realizzate, tra tra la metà degli anni '60 e i primi anni '70, per scopo di studio. Seguiranno un po' delle mie, tutte del 2006 e alcune del 2010. L'operazione mi richiederà un po' di tempo perché tutte le immagini sono state ingrandite per essere stampate tra 1 e 2 metri di base, e le devo ridimensionare.

Alcuni dati tecnici, se possono servire. Le foto di Ferrarrotti sono state scattate con una Nikon F e con Hp4. Credo che la Nikon non avesse il Photomic, perché i fotogrammi sono disomogenei come densità, e sospetto che siano stati esposti con il ben noto occhiometro nella maggior parte dei casi (le ho stampate personalmente e con estrema difficoltà, infatti non sono riuscito a tirare fuori tutto); le mie, contrariamente al solito vengono fuori da due Canon: una Eos 1n e una Eos5, equipaggiate con uno zoom 100-300 f4.5 e un 28-105 f. nonmiricordo, salvo pochissime prodotte con una delle mie fide m6.
Aggiornerò man mano che le avrò ridimensionate.
Buona visione.

Allega:

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Ho letto la prima didascalia, poi ho guardato le foto, poi ho letto i dati tecnici, e mi è uscito un ..."infatti!!"...

E' stata la prima cosa che ho notato come un pugno nello stomaco, lo stile (se così si può chiamare) dei neofiti entusiasti della fotografia proprio del periodo e direi pure da lì in avanti. Gamma tonale fatta di due sfumature, bianco e nero...punto! Esagero ovviamente ma sono proprio le stampe, ed erano anche le mie, con gamma tonale compressa o sbilanciata, ombre tombali, bianchi gessati, grana a "sabion" (in veneto sabbia da fiume grossolana). Un lungo periodo, quello della diffusione di massa della fotografia, con due emulsioni standard (FP4 e HP4) e uno o due sviluppi (ID11-D76), sviluppi quasi sempre cannati e stampa con mascheratura approssimativa, in genere piena di pelucchi e macchie di calcare (altro che sistema zonale) che derivava da un imparaticcio su riviste in stile Tutti Fotografi o circoli fotografici dove chi insegnava a volte aveva imparato qualcosa l'anno prima.
Non mi riferisco al caso specifico, ma a ciò che queste foto mi ricordano di quel periodo.

Anche il genere nasce allora in Italia, e non a caso queste sono foto di Ferrarotti. Fino a metà degli anni '60 pochi si sarebbero sognati di fare soggetti delle proprie foto i disagiati della società, precedentemente la fotografia amatoriale era anzitutto privilegio dei pochi che potevano permettersela e poi ricerca del bello e spesso di elevato livello tecnico. La sua diffusione è figlia degli anni del Boom economico.

Guardando le foto riconosco un frigorifero in pieno stile primi anni '70 nell'ultima, piccoli particolari di un po' di ordine cercato pur nella povertà, una donna dai tratti antichi, che porta sul viso la lotta da generazioni per sopravvivere alla povertà, e infine bello il libretto per l'infanzia sopra al tavolo, unico simulacro di una speranza di riscatto e un tocco di distinzione dallo squallore.

non sapevo che Ferrarotti fosse stato anche "fotografo"
sono molto curioso di vederne altre e di veder le tue foto contemporanee
bello!
ciao
daniele

Le ultime tra quelle che ho selezionato

Allega:

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Il mio essere incompetente in materia fotografica mi spinge a non commentare l'aspetto tecnico, questo per evitare il solito commento.

Non so se, quanto sto per chiedere, possa essere considerato relativo all'aspetto tecnico-fotografico ma, mi piacerebbe conoscere qualcosa in più in merito all'approccio che viene adottato quando ci si relaziona con tali realtà e soggetti.

Grazie.

No, non credo si possa definire aspetto tecnico.
L'approccio non è mai due volte lo stesso, la fotocamera è uno scudo, una sorta di scusa per essere lì e guardare coprendo qualsiasi timidezza. Ma anche questo è un fatto soggettivo. Qualche volta si chiede, qualche volta no, ma ogni volta è la forza di ciò che vuoi testimoniare a dominare su di te e, nel bene o nel male, ad imporre la presenza del fotografo e la fotografia stessa.
Queste foto hanno avuto un ruolo importante nel documentare la realtà dei baraccati e, senza ombra di dubbio, nell'aiutare le autorità a prendere le decisioni per toglierli dalla condizione di sottoproletariato urbanizzato.

Con il mio prossimo post passo alle mie.

Il mio compito era quello di documentare il cambiamento dei quartieri che erano stati oggetto delle ricerche di Ferrarotti, per cui il titolo "periferie" è un po' esagerato. Si tratta di una porzione del territorio romano che un tempo era periferia, e oggi è solo "zona semicentrale". Un'occhiata, quindi, un lavoro di ampio respiro che non potrebbe mai mettere la parola fine: dopo l'ultima foto ce ne è sempre un'altra che aspetta dietro l'angolo e che non ho potuto vedere.

Tutte le scansioni sono da stampe 20x30, fatte con un piccolo scanner Canon f4400 e fortemente interpolate per la stampa di grande formato. Anche qui vi offro una selezione, perché tutte sono davvero troppo, visto che "foderavano" un edificio universitario.

Smentendo la mia filosofia, vi pubblico uno spezzone di provino: il fatto era che per contratto dovevo esporre 1500 fotografie, così ho esposto anche i provini, ma abbastanza in alto per non renderli troppo leggibili!

Allega:

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Le ultime 2 foto del post precedente si riferiscono al 10 aprile 2006. Sono state riprese in una storica sezione del PCi, PDS, DS ecc... Alle 18.00 le proiezioni davano la vittoria al PDL. Le facce valgono più di qualsiasi commento.

Allega:

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Allega:

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Allega:

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Ho finito di intasare queste pagine. Alcune brevissime note sull'esposizione, della quale al tempo parlai nel forum. Si trattava di foto stampate su vari rotoli di pvc, esposte all'aperto sulla facciata della Facoltà orientale, poi ripetuta a Scienze della Comunicazione (dove ho insegnato fino allo scorso anno)e su alcuni edifici delle zone fotografate. E' stata successivamente riproposta in formato ridotto (30x40), con stampe ai sali d'argento e con alcune foto nuove ed altre d'archivio. Queste non sono mai state scansionate per cui ve le risparmio, per il momento.
Chiedo venia per la cattiva qualità della scansione, sufficiente però per essere esposte a distanza e all'aperto.

Chilometri di Tri-X e Galloni di Hc-110

Un lavoro di grande interesse, stasera son distrutto e nemmeno sto benissimo, mi riservo di guardarmelo con più calma.

Lavoro fantastico, Franz.

Veramente speciale: appena ci vediamo me lo racconti anche a voce.
La cosa che più mi ha colpito è difficile da descrivere qui ma ci provo.

Dopo le immagini di Ferrarotti, pregustavo le tue pensando "40 anni dopo, cambiamenti enormi, finalmente la miseria spazzata via, quei posti saranno irriconoscibili e fin troppo 'civili'".

E invece più le guardavo, più pensavo "non è cambiato molto".
Vivo al Tuscolano, frequento Cinecittà e il Parco degli Acquedotti, le considero moderne zone metropolitane.
Eppure nelle tue foto si vede chiarissimamente l'eco di quegli anni '60, di quella difficoltà di vivere, di quella necessità di unghie e di denti.
Guardo le tue foto e mi vergogno un po' di vivere in un Paese che ha fatto passare 40 anni senza riuscire a risolvere i suoi problemi.

Fer

Ho mentito: avevo fatto delle scansioni di prova anche dell'aggiornamento. Ve ne propongo una selezione, ma così come sono: nemmeno spuntinate, forse avevo corretto le curve velocemente, ma niente di più.

Allega:

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E l'ultima parte richiede una mini spiegazione. Sono foto dell'88. Si tratta di un reportage su una bella storia finita male, e nella mostra ne avevo messe solo 4.

Evio Botta è un ex camionista, barbone che si ribella al suo stato dopo la morte per assideramento di una compagna di svebtura. Fonda una comunità di barboni per il riscatto sociale ed occupa il casale della Cacciarella a Casal Bruciato.
Lo sfratto arriva, e con esso la crocefissione di protesta. Il tira e molla fa si che il comune gli dia un'altra sistemazione, ma Evio è logorato: la comunità senza la sua leadership si scioglie e lui morirà di cancro in un ospedale, dopo aver passato gli ultimi anni della sua vita a trastevere, alcolizzato. le foto qui postate si riferiscono a occupazione sfratto e protesta, una mini storia in 4 foto.
Evio è quello nella seconda foto, con i baffi.

Allega:

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Proprio le prime tre della serie Provvisorio sono quelle che mi piacciono di più. C'è qualcosa che va oltre lo scatto puramente documentario, la prima poi è formidabile e meriterebbe una scansione accurata e la spuntinatura. Quel cielo, la campagna romana come era 2000 anni fa con l'acquedotto e quei due ragazzi in primo pianoi con tanto di divisa che scimmiottano il futuribile, lo sport americano che vedono nei film.
Della serie precedente è molto bella quella dei due bambini, delle ultime è potente quella dell'uomo con il carretto e il cartello alle spalle.
Non sarebbe corretto estrapolare dalla serie, ma non posso fare a meno di notarle in particolare.

Citazione:

Non è molto chiaro, mea culpa, ma si tratta di Cricket, e a giocarlo è una squadra di bengalesi, vice campione d'Italia, che si allena così per mancanza di soldi.

Infatti, le immagini sono influenzate dal contesto. E' chiaro che in una sequenza dove si vedono periferie romane con i loro abitanti è difficile immaginare che due ragazzi che giocano ad una specie di Baseball siano campioni italiani di Cricket, come sarebbe difficile immaginare che la donna della foto col frigorifero è la regina di Inghilterra vestita da casa prima di prepararsi per uscire!
La foto comunque è bella in sè lo stesso.

Un documento fotografico strepitoso!

complimenti sinceri. Alta Fotografia.

ciao

joe

molto bravi