Citazione:

Mah.. "bella" è bella, ma io trovo poco realistica anche l'altra versione di Daniele.
E' pur vero che siamo abbastanza nel campo del soggettivo, ma non ricordo di essermi mai trovato davanti ad una realtà di quel genere.
Ovviamente se ricerchiamo innanzitutto il realismo dell'immagine, perchè se invece andiamo sulle libere interpretazioni, con Photoshop il problema è solo quello di decidere quando smettere...

Io mi ritrovo particolarmente nel modo di lavorare di Daniele. Non mi riferisco tanto alle elaborazioni finali proposte (la prima mi risulta un po' troppo aggressiva, la seconda fin troppo conservativa), quanto alle varie fasi del flusso di lavoro. Spesso per recuperare dettaglio sulle alteluci sfrutto, oltre alle maschere ricavate dai canali, anche lo stratagemma dello "spezzamento dei cursori" di fusione dei layers (in fondo alla pagina). Queste fasi rappresentano a mio parere (e immagino anche per Daniele) una prima ottimizzazione del file, che anticipa i veri e propri interventi di "camera oscura" per scurire o schiarire determinate zone con le maschere.

La seconda elaborazione di Gianluca a questo proposito mi sembra già andare nella direzione giusta, anche se le maschere necessiterebbero di una buona percentuale di sfocatura. Così risultano molto nette e sovrapponendo il prima/dopo lo si vede parecchio.

@Renzo: la maschera ricavata dal canale blu non comporta un'alterazione nelle tinte, ma soltanto nella luminosità dei colori interessati.

Claudio

Claudio ma non era perfetto Lightroom per tutto? ¦)

Citazione:
Per rendersi conto di quanto ci si trovi nel regno dell'interpretazione, basta riprendere una scena in esterni facilmente raggiungibile e che si possa quindi rivedere sotto la stessa luce e alla stessa ora il giorno seguente: una volta stampata la miglior versione possibile della fotografia in questione è interessante vedere quanto questa differisca dalla scena reale. Il nero in natura appare molto ma molto più scuro di quanto si possa riprodurre su carta: se ad esempio sovrapponiamo un nero di stampa illuminato dalla luce solare ad un'area in ombra della scena reale sotto la stessa illuminazione (mettiamo l'ombra sotto un cespuglio) ci renderemo conto di quanta latitudine si perde fra il nero e il bianco reali (ma principalmente nell'ombra) e quelli di stampa o del monitor. Come si può allora tentare di simulare l'impressione visiva reale? a mio parere contrastando, ma avendo cura di non perdere informazioni nelle ombre o nelle alteluci: ombre scure ma con dettaglio, luci chiare ma con dettaglio. Comunque il discorso è squisitamente soggettivo, basta farsi un giro per immagini nel web...

Citazione:

Beh, a parte un mio particolare entusiasmo iniziale, sai bene che trovo un po' di problemi nel rapportarmi al nuovo Lightroom 4 /2012, particolarmente nelle zone luminose che soffrono sempre per basso contrasto, bassa saturazione e poca tridimensionalità, questo pur utilizzando tutte le impostazioni possibili...

Claudio

Comunque con PS le cose si possono fare in infiniti modi diversi.

Prendendo di nuovo il file trattato da Daniele, io mi sono limitato a creare un nuovo livello regolazione curve. Ho apportato le modifiche che mi hanno portato l'immagine al livello di contrasto e luminosità desiderato in certe zome critiche e poi col pennello nero sono ripassato sulle aree che avevano perso dettagli ed erano finite in nero (i massi scuri sulla destra e parte della vegetazione sulla sinistra) e su quelle troppo luminose del ponte, dei sassi e di luce filtrante da dietro.
Ho salvato questa immagine di PS dove si vedono sulla destra le zone trattate col pennello nero. Successivamente avrei semplicemente unito in un unico livello.

Visto che siamo qui per parlarne, voi che ne dite?

Qui

Un po' tutto scuro forse...c'è poco contrasto tra le zone scure e quelle luminose

guardando la versione di luciano devo dire che la trovo davvero piacevole! rende bene l'idea del sottobosco. schiarirei comunque un poco l'acqua e le pozze di luce, ma forese poi il contrasto sarebbe eccessivo e la percezione renderebbe più scure le aree scure.
ciao
dani

io invece la vedo cosi'...

oppure cosi'



no, ombre troppo chiuse, avevo usato il portatile che debbo ritarare, comunque i colori nella seconda mi sembrano piu' veritieri, in particolare il verde, che nel sottobosco non e' cosi' squillante. Gia', ma voi i colori non li avete toccati...

Citazione:

Ti dò senz'altro ragione. Ma siccome Daniele mi pare avesse detto di non voler toccare i colori, in quanto molto soggettivi, così non li ho toccati neppure io.
Correggendo con un livello di regolazione, senza intervenire direttamente su saturazione e tonalità, in effetti i verdi risultano belli squillanti. Un pò troppo, credo, se si ricerca il realismo.

Adesso comunque, vai un pò a decidere quale tra le tante versioni (e naturalmente quasi ognuno degli utenti del Forum potrebbe proporre la sua) è la "migliore" .
Ai tempi delle diapositive, la resa dei colori e dei contrasti tutto sommato la faceva essenzialmente il film, col fotografo che in qualche misura controllava le cose con la scelta oculata dell'emulsione, qualche filtro correttore di colore o pola ed eventualmente una consapevole staratura rispetto alla esposizione "ideale" (e ci metto anche questo tra virgolette, e mi pare banale spiegare perchè).
Qualche cosa si poteva fare anche dopo: duplicazioni, maschere, ecc. Ma erano procedure tediose, delicate, in genere riservate per questo a pochissimi scatti ben selezionati. E tutto sommato, abbastanza limitate.
Ma adesso col digitale, le possibilità di resa finale sono davvero infinite, e fondamentalmente alla portata di quasi tutti.
Oramai mi va bene così. Però confesso di avere mille dubbi e perplessità ogni volta che sviluppo un RAW: da ogni file se ne possono agevolmente tirare fuori una dozzina, tutti buoni, seppure diversi. Ed allora, quale scegliere?

hai ragione a dire che col digitale si sono ampliate rispetto al passato le possibili interpretazioni della scena ripresa, almeno per quanto riguarda la fotografia a colori.
Nel B&W analogico c'erano già molte possibilità e il problema filosofico della scelta lo si risolveva seguendo il proprio cuore; proprio in quanto si tende all'interpretazione del paesaggio l'autore sceglieva e sceglie ancor oggi quella che più gli era e gli è congeniale; meglio, molto meglio, se questa visione particolare precede il momento dello scatto.

Se poi si incontra un'anima che sente e apprezza quell'emozione che ci ha portati a quel determinato risultato, allora in quel preciso istante si è raggiunto un qualcosa di buono.

Comunque un bel bravo a Gianluca che ci ha saputo mostrare un posto poco noto e riprenderlo con competenza e buon gusto.

Fabio