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Re: la fotografia in Italia (parte3)
Utente non più registrato
Premesso che ha volte e´ necessario leggere i topic dall´inizio dove ci sono citati fonti ed esempi.....

Fer ha spiegato bene anche se in sintesi....

parliamo di protezionismo....prendiamo la fotografia e la Francia (Parigi) prendete qualsiasi rivista francese (Vogue, Elle, Maxim..... )guardate i redazionali e scoprite che la maggioranza sono realizzati da fotografi francesi o comunque stranieri che vivono e si sono integrati nella cultura francese (Roversi, Lindbergh...) questa e´ una logica di protezionismo che mi dice che prima sfrutto le risorse nazionali che ho a disposizione e poi dopo quelle esterne. Idem per la Germania e la Spagna....per le fonti basta andare in una qualsiasi edicola che tiene la stampa straniera e leggere ....

In Italia no!! prima gli stranieri e le produzioni straniere poi forse (mai) gli italiani......gli italioti di vivono di una luce riflessa dell´impero basta che voi guardiate anche in questo forum l´abbondanza inutile di termini inglesi che hanno un corrispettivo in italiano....se viaggiate ed andate ad esempio a Parigi vi rendere conto di quanto usino poco gli inglesismi inutili e quanto amino di usare di piu´ la loro lingua, idem per la Spagna e la Germania.....l´assurdo e´ che poi siamo noi italiani quelli che parlano meno e peggio l´inglese.....

Guardiamo anche i marchi delle cose che portiamo....le scarpe sono fighe se si chiamano Tods o Hogan (tutta roba italiana) e i capi di abbigliamento di fascia media devono inventarsi nomi anglofoni per essere appetibili.....

Il fatto quindi che in Italia non siamo organizzati, siamo meno professionali o piu´ costosi sono solo delle gigantesche cazzate che i signori padroni della moda e della comunicazione si sono dovuti inventare per cercare spiegazioni plausibili.....ricordate la favola del "il Re e´ nudo"....


Roberto

Inviato: 12/6/2006 17:50
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Re: la fotografia in Italia (parte3)

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25/8/2005 8:38
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ilbavarese ha scritto:

Il fatto quindi che in Italia non siamo organizzati, siamo meno professionali o piu´ costosi sono solo delle gigantesche cazzate che i signori padroni della moda e della comunicazione si sono dovuti inventare per cercare spiegazioni plausibili.....ricordate la favola del "il Re e´ nudo"....


Roberto


Non posso commentare sul mercato fotografico che non conosco.

Sul mercato dove mi muovo io, quello della alta tecnologia, con le dovute eccezioni (che confermano la regola) gli italiani sono effettivamente meno professionali e meno organizzati. Ci sono spiegazioni per questo, e nulla hanno a che fare con l'italianita', stereotipi alla Toto', o nostre carenze culturali: diciamo che il modello di sviluppo che ha dominato l'economia interna italiana negli ultimi 50 anni non era esportabile, ed ha creato una classe dirigente ed una cultura del business ottimizzate a generare ricchezza al di qua di Chiasso. Quando sono cominciate a crollare le frontiere alla fine degli anni settanta il sistema e' entrato in profondissima crisi: per sopravvivere non bisognava semplicemente vincere a Piacenza, ma dominare a Bristol o Freiburg o Lyon o .... E la nostra classe dirigente e la nostra mentalita' di business educatesi entrambe in 50 anni di mercato "deviante" ha scriocchiolato e poi e' crollata.

Con la dovuta attenzione da parte nostra in due o tre generazioni---un ventina di anni, via---avremo risolto il problema.

Inviato: 12/6/2006 18:36
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Re: la fotografia in Italia (parte3)

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27/11/2005 11:32
Da Parigi
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Citazione:

Mxa ha scritto:

Roberto



Con la dovuta attenzione da parte nostra in due o tre generazioni---un ventina di anni, via---avremo risolto il problema.



Pensa che bello. Condividiamo gli stessi problemi di ricambio generazionale di alcuni Paesi postcomunisti.

"less is more"

Inviato: 12/6/2006 18:46
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Re: la fotografia in Italia (parte3)

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27/3/2004 10:06
Da Svizzera -Lugano
Messaggi: 2504
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Citazione:

ilbavarese ha scritto:
Premesso che ha volte e´ necessario leggere i topic dall´inizio dove ci sono citati fonti ed esempi.....

Fer ha spiegato bene anche se in sintesi....

parliamo di protezionismo....prendiamo la fotografia e la Francia (Parigi) prendete qualsiasi rivista francese (Vogue, Elle, Maxim..... )guardate i redazionali e scoprite che la maggioranza sono realizzati da fotografi francesi o comunque stranieri che vivono e si sono integrati nella cultura francese (Roversi, Lindbergh...) questa e´ una logica di protezionismo che mi dice che prima sfrutto le risorse nazionali che ho a disposizione e poi dopo quelle esterne. Idem per la Germania e la Spagna....per le fonti basta andare in una qualsiasi edicola che tiene la stampa straniera e leggere ....


Roberto


Roberto ti assicuro che ho letto dall'inizio ... sono duro sai

Sono assolutamente in sintonia su quasi tutto quello che dici ma non capisco la storia del protezionismo ...

Questo è quello che per me è il protezionismo (e non solo per me) http://www.pbmstoria.it/dizionari/storiografia/lemmi/321.htm

Non credo che in Francia (per rimanere con il tuo esempio) ci sia questo genere di protezionismo (ma posso sbagliare) ... forse conoscendo i francesi è più probabile che si tratti di amore della propria patria, origini, cultura ecc. ecc. ... loro non sono "esterofili" a tutti i costi, gli italiani si con le conseguenze del caso (e che tu citi e a cui io credo).

Solo per capirsi ...

ciao
alessio

Inviato: 12/6/2006 20:23
Skype: Disperso69

Tessera C.F.A.O. n°2

"il 35 mm urla, il grande formato è ... silenzio!"
......
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Re: la fotografia in Italia (parte3)

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23/2/2006 10:05
Da Ruda (UD) - Trieste
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Citazione:

Disperso ha scritto:
Non credo che in Francia (per rimanere con il tuo esempio) ci sia questo genere di protezionismo (ma posso sbagliare) ... forse conoscendo i francesi è più probabile che si tratti di amore della propria patria, origini, cultura ecc. ecc. ... loro non sono "esterofili" a tutti i costi, gli italiani si con le conseguenze del caso (e che tu citi e a cui io credo).

Solo per capirsi ...

ciao
alessio






Io non mi sento "esterofilo"....ma adesso è tardi vado a vedere il Ghana.

Paolo

Inviato: 12/6/2006 20:40
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Re: la fotografia in Italia (parte3)

Iscritto il:
26/5/2005 15:12
Da Orsay (Parigi)
Messaggi: 456
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pure io, ma continuo a non capire, sono un po' duro perdonatemi.
saro' troppo candido, ma mi viene da pensare che se lavorano gli stranieri c'è un motivo valido. per esempio perché soddisfano meglio le richieste. se uno preferisce farsi fare il lavoro da una ditta americana invece che italiana non sarà  perché gli conviene? per essere filostranieri, non posso credere che uno scelga paris perché fa figo pensare che gli scatti sono fatti nello charme de la ville de la lumiere. secondo me sul lavoro nessuno fa considerazioni poetiche, conta solo il soldo; poi magari in maniera indiretta, vedi perché li hai più contatti, perché è più facile lavorare etc. devo forse spiegare perché un fotografo preferisce lavorare a new york invece che a napoli? se dovessi trasferirmi a milano giusto epr stare in italia andrei pure io a ny...
insomma, non ho nessun diritto per parlare, perché non ho esperienza in campo. pero' se volete sensibilizzare l'opinione dovete riuscire a convincermi. per ora ho la visione probabilmnte semplicistica e ingenua: se i fotografi italiani non trovano lavoro che si scervellino per reinventarsi e soddisfare le esigenze del mercato. che si sbattano per superare iloro colleghi stranieri. per lavorare meglio e abbassando i costi. se non è possibile altrimenti facciano come me: un ltro lavoro per magna' e la foto per sogna'. e' la legge della giungla, vive sempre il più forte.
ciao
f
p.s. ripeto: probabilmente sbaglio, ma allora convincetemi che sbaglio

Inviato: 12/6/2006 21:02
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Re: la fotografia in Italia (parte3)
Utente non più registrato
Fabiano allora nella tua stessa logica i ricercatori italiani in italia sono pagati da fame perche´ non valgono nulla......(ovviamente e´ una provocazione)

Tu ci puoi credere o meno ma ci sono aziende a spendere molti piu´ soldi per fare gli scatti a Parigi perche´ fa piu´ figo.....ma viene provocatoriamente da chiederti coem fai ad essere cosi "puro" ma guardati in giro...e´ notizia di poche settimane fa´ di due ragazzini di Vicenza di 16 anni beccate a prostituirsi per comperarsi gli abiti griffati....viviamo in una societa´ dove e´ l´immagine che conta....
Tu dice che la categoria si deve reinventere ma allora come spieghi il fatto che molti fotografi italiani lavorano molto all´estero ed anche per campagne prestigiose? quindi sono in mercato e non hanno nulla da reinventarsi, e´ lo schifosissimo mercato italiano che deve capire che non e´ corretto un certo tipo di comportamento......non solo per i fotografi ma anche per le locations....in Sardegna (se vuoi ti do il nome) c´e´ una struttura di produzione che lavora solo con le produzioni straniere, perche´ gli italiani la schifano devono per forza andare i n Sud Africa o a Miami....e pensa che sono le strutture straniere a cui si appoggiano gli italiani che danno in appalto alla struttura sarda....

oltre questo non so che dire non credo ci sia non poter capire ma credo sia piuttosto un non voler capire....un po´ come quando si parla del dramma della ricerca in Italia.....ci sono anche persone che si domandano cosa avranno da lamentarsi questi che non fanno nulla e che continuano a studiare a spese del contribuente.....hai voglia a spiegare a queste persone...SON DURE




Roberto

Inviato: 12/6/2006 22:13
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Re: la fotografia in Italia (parte3)

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15/11/2005 18:44
Da Roma
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Citazione:

un po´ come quando si parla del dramma della ricerca in Italia.....ci sono anche persone che si domandano cosa avranno da lamentarsi questi che non fanno nulla e che continuano a studiare a spese del contribuente....


In italia NON si fa ricerca...
...non ci sono neanche i "committenti".

Chi studia spero lo faccia per applicare quel che impara per produrre qualcosa. Non si lavora solo nella ricerca ma anche nella produzione, gestione, etc...

I committenti per la fotografia ci dici te che ci sono. Non comprano "prodotti" italiani. Se la cosa ti puà consolare questo vale per moltissimi settori, dove a pagare non sono professionisti ma imprese. Non cambia molto la cosa. Ma sta di fatto che le imprese che non vanno e vengono superate da concorrenti stranieri in genere hanno limiti che non gli consentono di decollare. Questi possono essere analizzati solo settore per settore.

Di certo non pensando a misure protezionistiche.
Ti immagini una misura protezionistica che dice che da gennaio i telefoni TELIT(*) devono essere almeno il 50% dei telefoni venduti in italia????

Credo sia più costruttivo capire perchè (realmente) il prodotto fotografico italiano non va e cercare di superare questa barriera, investendo per questo, se chi lo deve fare/cercare alla fine si convince che ne valga la pena....
...insomma... marketing e modifica dei "processi produttivi" la dove serve.


D.

(*) telit è un "noto" produttore italiano di telefoni cellulari, nata in italia da persone italiane (e soldi non solo italiani). Non ho seguito molto l'evoluzione ma credo che in fasi successive sia stata mangiata.... ma resta una azienda basata in italia...


Inviato: 12/6/2006 23:08
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Re: la fotografia in Italia (parte3)
Utente non più registrato
Bhe,
è da stamattina che sto tentando di chiarirmi le idee su questo argomento.
Forse, come dice Roberto, non voglio capire. O meglio, preferirei non capire che quello del "fa più figo" sia la spiegazione al problema. Mi chiedo se il fatto di essere "più figo" rimanga una cosa da sbandierare nell'ambiente stesso, poichè non credo che le persone comuni che guardano un servizio di moda arrivino a preferire un prodotto o un altro in base alla nazionalità  del fotografo.

Blackstar,
immagino che le tue affermazioni sulla ricerca siano provocatorie, in quanto molte persone, me compresa, hanno studiato e studiano per imparare a produrre ... ricerca. E i committenti, nella ricerca, ci sono. Le industrie farmaceutiche finanziano parte della ricerca universitaria in campo medico, per esempio, molto più di quanto faccia lo Stato. Cià non è propriamente un bene, perchè privilegia lo sviluppo di alcuni temi a discapito di altri altrettanto importanti e puà vincolare la completezza e la bontà  dei risultati. Ma questo è un discorso veramente complicato e per certi versi non proprio simile a quello proprosto da Roberto.

Gaia

Inviato: 13/6/2006 1:15
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Re: la fotografia in Italia (parte3)

Iscritto il:
15/11/2005 18:44
Da Roma
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Citazione:

gaietta ha scritto:
[CUT...]
Blackstar,
immagino che le tue affermazioni sulla ricerca siano provocatorie, in quanto molte persone, me compresa, hanno studiato e studiano per imparare a produrre ... ricerca. E i committenti, nella ricerca, ci sono. Le industrie farmaceutiche finanziano parte della ricerca universitaria in campo medico, per esempio, molto più di quanto faccia lo Stato. Cià non è propriamente un bene, perchè privilegia lo sviluppo di alcuni temi a discapito di altri altrettanto importanti e puà vincolare la completezza e la bontà  dei risultati. Ma questo è un discorso veramente complicato e per certi versi non proprio simile a quello proprosto da Roberto.

Gaia


E' evidente che anche in italia si faccia un pò di ricerca, ma è altrettanto evidente che, almeno nei settori che conosco io, più legati all'ingegneria, ricerca se ne fa poca e questa sia in realtà  direttamente finalizzata alla creazione di un prodotto. Ricerca non direttamente applicata è rara. Non ci sono industrie e istituzioni in grado di permettersi esborsi del genere senza ritorni immediati. Quelle che c'erano sono state uccise da politiche perverse o sono moribonde per cause di mercato... Le università ... velo pietoso, salvando qualche eccezione...

Se poi mi dici che nel settore medico le cose vanno in modo diverso, sono contento.

E' evidente che il discorso fotografia sia diverso... e ricollegandosi a questo... la parte del "fa figo"... fa parte del marketing e relativo supporto commerciale...
Credo che il lettore medio di una rivista di moda guardi raramente chi ha fatto le foto... ma guardi di più le foto.
Il problema sta sui committenti che per ragioni diciamo "in corso di indagine" preferiscono rivolgersi sul mercato internazionale, anche a costi diretti maggiori.

Il successo commerciale di molte aziende è dovuto alle capacità  dei loro commerciali (notoriamente riconoscibili dalla pinna dorsale e dagli occhi leggermente fuori dalle orbite). Probabilmente un pò di gente così anche nel settore della fotografia potrebbe portare alla agognata svolta nelle preferenze dei committenti... risolvendo ovviamente eventuali altre cause di mancato gradimento che dovessero esserci...


D.

Inviato: 13/6/2006 1:56
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