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Mie carte inkjet d'elezione
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Dopo qualche prova, alcuni test e qualche anno d’uso della stampa inkjet, sono giunto alla decisione finale circa quali supporti adottare in pianta stabile, salvo sconvolgimenti eclatanti, per le mie stampe inkjet. Si tratta di supporti delle tre categorie principali: fine art, matte ed RC. Per le Fine Art ho scelto due supporti molto molto diversi ma che hanno caratteristiche uniche (soprattutto uno dei due). Per le matte uno + uno economico di riserva. Per le RC uno + uno economico di riserva.
A scanso di equivoci vorrei precisare alcuni punti circa il seguente elenco. Prima di tutto NON ho avuto modo di testare un numero elevato di carte e marche. Quelle scelte si distinguono solo fra le poche che ho provato. Converrete con me che i costi dei supporti sono mediamente elevati (idem ink ecc.) e che il numero di tipologie in commercio è sterminato. Per provare con una certa accuratezza tutto quanto vi è in commercio, avrei dovuto vincere al Superenalotto e mi sarebbero serviti molti anni. In seconda battuta è doveroso specificare che, quanto emerso dalle mie prove, si basa solo ed unicamente su impressioni e gusti miei personali. Prove tutte qualitative e soggettive e niente di quantitativo. Questo perché non posseggo gli strumenti di misurazione necessari e perché sono convinto che spesso, un elenco di numeri, non sia in grado di esprimere le vere doti/pecche di qualcosa, esaltando o sminuendo connotati difficilmente rilevabili nell’uso pratico. Ho usato sempre ed unicamente una stampante Epson con ink a pigmenti (sureColor).
Per le Fine Art ho scelto:
Hahnemuhle Fine Art Baryta Satin.
Di tale support ho gia detto approfonditamente. Copio quanto riportato in un altro 3ad.
la casa tedesca non è mai stata fra le mie favorite. Non per bontà dei suoi prodotti (ottimi) ma per una questione di rapporto valore/prezzo. Infatti, ho sempre affermato che, a parità di supporto, altre case hanno proposte qualitativamente equivalenti o quasi ma con un prezzo inferiore. In soldoni, la differenza di prezzo non sempre è pari al guadagno qualitativo. Per la Baryta Satin mi devo rimangiare tutto. Cerco di esporre il perché.
Come effetto visivo la carta, non stampata, risulta decisamente non lucida. Nulla ha da spartire con un supporto glossy. Si differenzia molto, per lucidità, anche da un supporto molto conosciuto come la Ilford Fibre Silk. Diciamo che risulta maggiormente spenta e che non possiede quella lucidità. Il colore del supporto non è di un bianco esagerato, per l’assenza di sbiancanti ottici. Tuttavia direi che si è più verso il bianco che il grigio o il giallo. Io personalmente mi rendo conto della non bianchezza al 100% solo se metto fianco a fianco un foglio di Baryta Satin con uno bianco al 100%. Quindi l’assenza di OBA si traduce solamente in effetti positivi circa l’archiviabilità e non ne viene inficiata la bianchezza apparente del foglio. Lo spessore e grammatura del foglio sono molto buoni, tipici di un supporto Fine Art. ho trovato a volte, seppur buono, laborioso il caricamento di fogli piccoli (A4) dall’alimentatore frontale Epson per i supporti Fine Art. Nessun problema per gli A3 ed A3+. Tuttavia, da prove fatte, si ottengono risultati corretti anche usando (per gli A4) l’alimentazione normale. La superficie del foglio è liscia ma non totalmente. Presenta una certa texture ma fine e regolare. Per fare un paragone un supporto come la Hahnemuele Fine Art Pearl, con texture fine, ha un apparenza maggiormente “rugosa”.
Una volta stampato, emerge quella vivacità molto buona (parlo di foto a colori), quasi impensabile vedendo il foglio bianco. Intendiamoci: non mi riferisco a brillantezza, non vi è paragone con una glossy o semiglossy. Neppure con una Ilford Fibre Silk. Di lucido non vedo nulla. Parlo di pienezza delle tinte e loro risalto. Le varie gradazioni sono ben graduate e con transizioni uniformi. I dettagli fini resi in modo impeccabile e non vi sono per nulla stacchi bruschi. Per il B&N vale quanto detto precedentemente circa la resa. Devo dire che il B&N viene proprio bene su questo supporto. Per me è ottimale e vi trovo una plasticità (perdonatemi, non so che termine usare) impeccabile.
Una caratteristica che me la fa mettere al primo posto riguarda la sua resistenza dopo l’inchiostrazione. Questo, da solo, vale tutto. Per essere un supporto fine art lo trovo molto maneggiabile.
Facendo un parallelo con la Fine Art Pearl, che come resa da stampata trovo buonissima, la resa estetica della Baryta Satin è equivalente se non un pelo superiore, ma la resistenza è non paragonabile. La Pearl, che ho provato per bene, era soggetta a piccoli distaccamenti di inchiostro ormai secco dopo la stampa e pure a distanza di qualche giorno. Inoltre vi è una certa delicatezza al maneggiamento. Con la Baryta Satin nulla di tutto questo, in nessuno degli esemplari prodotti. Il fatto che un supporto definito fine art abbia un costo non trascurabile, implica che il peso della sua poca delicatezza sia per me rilevantissimo. Vorrei specificare che si tratta sempre di un fine art e non di una RC, con tutte le implicazioni del caso circa la delicatezza. Nondimeno, nel novero delle fine art che ho provato si è dimostrata la migliore. Migliore come resistenza. E anche una delle migliori come bellezza e resa.


Per me avrei potuto limitarmi alla Baryta satin, fra le fine art, perché la ritengo un supporto ottimo e buono per tutti gli usi. Non riesco ad escludere una tipologia di soggetto dal suo impiego. Tuttavia ne aggiungo una seconda che è (per me) veramente diversa dal novero, ed unicamente unica.

Parlo della lford Galerie Fine Art Smooth Pearl.

Questo è un supporto decisamente affascinante. E’ una carta che non ha mezze misure, o si ama alla follia o non piace, senza vie di mezzo. il foglio ha grammatura di 270 g/cm2, pH neutro, fatto di alfa cellulosa al 100% e di un bel bianco (per la presenza di moderate quantità di OBA). Si tratta fondamentalmente di un supporto matte ma con un leggero coating perla. La cosa veramente particolare è che, nonostante sia un matte (i matte vogliono il nero matte per essere stampati) grazie al leggero coating richiede il nero photo. Ne deriva una stampa su un supporto matte fatta con neri photo, (come per le coated paper). Guardando il foglio bianco è proprio un foglio matte (senza coating) e il leggero coating perla si rivela una volta stampato. Ne deriva una stampa molto accattivante. Il nome di questo supporto contiene il termine “smooth” e, personalmente, penso che porti completamente fuori strada. Infatti la superficie è decisamente tutto fuorché liscia…o meglio, non è per nulla ruvida o scabrosa bensì morbida ma decisamente texturata. Equivale ad una superficie di una matte textured, con texture piana, non profonda ma ben evidente e distribuita in modo fitto. Per intenderci la texture di una Ilford Cotton Rag Textured è molto meno evidente. Come spesso accade, una volta inchiostrato il foglio, specie nelle zone di tinta uniforme, la texture emerge prepotentemente. Alla fine della fiera si ha una stampa su un supporto matte con texture e colori, neri, dettagli, contrasti propri di una stampa fatta con nero photo che si vede in carte coated. E’ qualcosa di molto particolare e a mio avviso (ma si tratta di gusti personali) fornisce un risultato fantastico su certi tipi di soggetto e meno affascinante su altri. La trama superficiale fornisce risultati che possono essere piu’ o meno evidenti a seconda dell’immagine ed i neri hanno parvenza lucida su una base da carta matte. Il sito della Ilford dice proprio di usare il nero photo, ma altri siti affermano che si ottengono risultati migliori col nero matte (un sito Australiano). Io ho voluto provare e ho stampato la stessa foto con i due neri: vero, il risultato col nero matte è proprio bello, quel nero sul coating perla è intenso e profondo. Ma voi non fatelo. Il nero matte su coating (dopo ben 30-40 minuti dalla stampa), toccando con un dito la stampa, non si asciuga e sbava alla grande. Solo nero photo. Magari dopo qualche ora il nero matte si secca…..se volete provare voi…..prezzo del supporto molto concorrenziale.

RC
Ilford Gallerie Smooth Pearl

questo è un supporto che reputo veramente notevole. Si avvale di un avanzato rivestimento nanoporoso per la tecnologia inkjet che lo rende ad hoc. Non è un supporto glossy ma, come dice il nome, perla, o se vogliamo tendente al semi gloss. La grammatura é di 310 g/m2, notevole per un RC. Tuttavia lo spessore non ricalca per nulla a quello di una carta fine art di pari grammatura a causa del suo essere costitutivamente non una carta di fibre; si presenta allora maggiormente flessibile e meno spessa. Reggendo un foglio A3 da un’estremità, questo si flette verso il basso in modo notevole, mentre una Fine Art no. Di colore risulta di un bel bianco pulito. La superficie stampabile è veramente bella; perlata e molto liscia, con una lavorazione finissima per evitare riflessi da glossy pura. Evita quindi quella parvenza da RC lucida e riduce di molto riflessioni, tendenza a risentire di impronte di mani e segni vari. Notevoli sono il gamut e la gradualità dei passaggi tonali. Superba l’incisione e la resa sui dettagli. Bellissima per le stampe in B&N. Si tratta sempre di un supporto RC, ma rimane molto affascinante per essere una RC e per alcuni versi si avvicina ad alcune fine art. Come resa nulla ha da invidiare. buonissimo il prezzo, costa quasi 3 volte meno di alcune fine art. Senza dubbio una delle RC migliori che abbia visto o provato.
Epson Premium Semigloss

Supporto RC semilucido di caratteristiche fisiche equivalenti alla sorella Epson Premium Glossy, quindi stessa costituzione e grammatura. Quanto è diverso riguarda la tipologia del lato stampabile che non è glossy ma semilucido. La non totale lucidità si deve ad una fitta puntinatura “fisica” che permette allo strato una minore riflettività. La puntinatura conferisce comunque un connotato tattile di buona liscezza e completa assenza di ruvidità o scabrosità. Grazie al suo essere RC e alla conformazione del coating il supporto acquisisce una buonissima resistenza ai piccoli traumi. Ditate, maneggiamento intenso e rigature difficilmente lasciano segni visibili. Il suo non essere perfettamente liscia me la fa preferire all’analogo Premium Glossy anche perché rifugge un tantino quell’aspetto un poco artificiale che a suo modo caratterizza le RC glossy. La riflessione luminosa anche qui è presente ma in misura minore rispetto ad una glossy liscia. Va detto che la fitta puntinatura da luogo a tanti piccoli “flashettini” inclinando il foglio quando è illuminato e tale aspetto può non piacere a tutti. Presenta pari doti di incisione e profondità dei neri della Premium Glossy. Anche qui il prezzo è molto vantaggioso (può costare anche un quinto rispetto a talune carte fine art). Da molti, dato il costo basso, viene anche utilizzata come proofing paper (prove di stampa prima della stampa definitiva su altri tipi di supporto con caratteristiche similari). Un supporto dal rapporto favorevole qualità/prezzo.

MATTE

Ilford Galery Textured Cotton Rag.

Io personalmente non metto nei primissimi posti le carte con texture, specie se evidente. Di questo supporto (acquistato quasi per caso) invece mi sono innamorato ed è diventata la mia scelta fra le matte. La texture è presente ma le sue caratteristiche sono ottimali. Fitta il giusto e non troppo pronunciata ha la dote di essere totalmente liscia, nel senso che se si passa una mano non si avverte la minima ruvidità o scabrosità ma si percepisce solo la sua presenza. Interessante è che la bontà nel rappresentare i dettagli fini ed i contrasti non risenta della texture. Essa spesso non è intuibile in zone ricche di dettagli, ma solo in zone con inchiostrazione uniforme dove “emerge”. Si rivela non essere comunque mai troppo “presente” da interferire con l’immagine. Come detto la texture non risulta mai invadente o eccessivamente “presente” ed addirittura un ritratto in primo piano rende un bell’effetto senza “sporcare” la pelle. La texture rende anche la faccia del supporto meno propensa a portare segni d’uso. La resistenza agli insulti, delle immagini con essa stampate è molto buona. Senza dubbio un bel supporto. Una matte con texture leggera molto affascinante.

Epson Archival Matte.

Non si tratta di un supporto fine art (ma photo paper). Il prezzo è molto concorrenziale (costa circa 4 volte meno alcune matte fine art). La superficie è estremamente liscia, una liscezza pari a poche altre carte in commercio. Questo contribuisce a renderla molto buona nella riproduzione dei dettagli. Come gamut colore è pienamente soddisfacente e per essere una matte, la profondità dei neri buonissima. Di tinta è bianca. Lo spessore dei fogli non è eccelso (192 g/m2) specie se paragonato ai supporti matte fine art. Questo scarso spessore la rende meno “invitante” ma non si tratta comunque di uno spessore penalizzante o insufficiente ma adeguato e che non porta a pecche. Come detto la resa stampata è molto buona ma a mio avviso può presentare alcune pecche di non eccelsa uniformità nelle zone con inchiostrazione uniforme e nera (nulla di eclatante comunque). Dalla sua ha un connotato di enorme importanza: mai visto una carta matte tanto resistente una volta stampata; su decine e decine di stampe, anche trattate senza particolare cura, non ho mai visto segni, graffi o scuffing. Ho usato spesso tale supporto e mi sono trovato bene. Forse cede il passo a fronte di alcuni supporti fine art ma è comunque molto buona e resistente una volta inchiostrata. Senza dubbio un supporto che, con una spesa moderata, offre molto.

Queste sono le mie carte d’elezione. Vorrei comunque citarne un’altra matte liscissima che non rientra nel mio novero di favorite ma che reputo eccellente nella sua categoria:

Epson Hot Press Bright.

Questo è un supporto matte fine art. esiste in due versioni: Natural, di un bianco leggermente caldo/panna e Bright di un bel bianco accentuato. La versione Bright presenta degli OBA per riuscire ad essere tanto bianca. Per il resto a livello di costituenti pasta e lato stampabile Natural e Bright sono identiche. Io ho provato la versione Bright. Questa carta è 100% fibra di cotone, pH neutro e tutto il resto per garantire piena archiviabilità….tranne gli OBA. La grammatura è di 330 g/m2, quindi il foglio è bello “presente” ed ha un buono spessore che tuttavia non lo rende eccessivamente rigido. La superficie stampabile è liscissima e per nulla scabrosa ma “morbida”. Si tratta di un supporto che offre un’ottima resa, sia dei colori che dei contrasti che dei neri. Siamo su un livello tale di profondità dei neri e “bontà” dei contrasti, oltre che “pienezza” della resa da non credere che sia una stampa fatta con il nero matte. Il gamut è bene esteso ed i passaggi tonali e le transizioni cromatiche fluidi e graduali. Parimenti è superba la resa dei dettagli fini. Un’immagine, per esempio, di un paesaggio nulla ha da invidiare ad un supporto con coating per la resa generale. A questo contribuiscono la grande liscezza di questo supporto e certamente la sua estrema bianchezza. Si tratta in pieno di un supporto fine Art e, come tale, offre molto ed ha un costo elevato (costa quasi 5 volte la Epson Archival Matte) . Archiviabile in tutto, ma da considerare che vi è la presenza degli sbiancanti ottici. A ciascuno attribuire loro un peso o meno. comunque senza ombra di dubbio la migliore carta matte liscia che abbia visto o provato, vale il suo costo.

Marco

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Re: Mie carte inkjet d'elezione
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Grazie delle dettagliate riflessioni.

Avrei una domanda relativamente alle RC che hai citato: quali sono le differenze principali tra Ilford Galerie Smooth Pearl e Epson Premium Semigloss?
Come descriveresti la resa di queste due per un'immagine a colori a toni vivaci?

Un saluto
Fer

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Re: Mie carte inkjet d'elezione
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Ciao Fer,
sono entrambi supporti RC ma direi che le similitudini fra loro sono poche. Quanto è fra loro identico è la presenza fisica. Maneggiando i fogli non stampati essi appaiono tattilmente ben diversi da un supporto fine art; niente fibre costituenti. Ne consegue che lo spessore e rigidità sono notevolmente inferiori a quelle di una carta a base fibrosa.
Se esaminiamo la Ilford smooth Pearl vediamo che la grammatura è di 310 g/m2. Molte carte fine art di fibre hanno una simile grammatura (o appena inferiore) ma lo spessore del supporto è ben diverso. Ad occhio lo spessore della Ilford Smooth Pearl è la metà di un equivalente fine Art. Parimenti la rigidità è completamente diversa. Avevo fatto l’esempio del piegarsi sotto il suo peso, del foglio RC reggendolo da un lato. La flessione è quasi completa. Questo non capita con un Fine Art. Quanto detto per la Ilford è identico per la Epson Semigloss. Essa ha una grammatura di 250 g/m2, che non è per nulla esigua, ma lo spessore non va di pari passo. Confrontando la Ilford Smooth Pearl e la Epson Semigloss, esse hanno circa spessore uguale ed uguali doti di flessibilità. Esaminando la faccia stampabile del foglio entrambe sono di un bel bianco puro. Per il resto iniziano le differenze. La Epson è fondamentalmente liscia ma fittissimamente puntinata. La Ilford completamete liscia, senza il minimo accenno di qualsivoglia elemento fisico. Dalle prove fatte non ho mai verificato problematiche di delicatezza dei supporti una volta stampati. Nessuno per la Epson e neppure per la Ilford. Non ho mai verificato neppure rigature o graffi (neppure sottilissime) neanche per la Ilford nonostante sia liscissima. Ad ogghio la Epson appare maggiormente lucente, forse anche per la sua caratteristica di puntinatura che riflettendo la luce causa molti piccoli bagliori. La Ilford non è lucidissima, essendo una carta perla, ma non ricorda per nulla una perla fine art di fibre. Non è per nulla tendente allo spento e si avvicina maggiormente ad una semilucida. Una volta inchiostrati i due supporti mostrano il loro appartenere a due generazioni diverse di RC. A me la Epson è sempre piaciuta, ma la Ilford ha qualcosa in piu’. Intendiamoci, nulla di esagerato. Occorre mettere fianco a fianco le due stampe per ravvisare differenze. Diciamo che la Ilford ha qualcosa in piu’. Non riesco a trovare le parole per descrivere la cosa. Occorre vederle. Sicuramente posso dire che la Ilford non è per nulla spenta e ricorda piu’ una glossy che una Pearl. Non è una superlucida, intendiamoci, ma appare bella pimpante ed i colori risaltano e NON ricordano pari pari un supporto perla.
Un paragone con la Epson fornisce una differenza di vivacità non eclatante e, come detto, la Ilford RC è piu’ vicina ad una semigloss (di molto) che ad una perla fine art.

Marco

Inviato: 2/12/2021 12:31
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Re: Mie carte inkjet d'elezione
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Grazie Marco!

Inviato: 2/12/2021 15:03
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Re: Mie carte inkjet d'elezione
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Aggiungo un dato che potrebbe essere utile circa i profili ICC di stampa. Mi riferisco a quelli gratuiti e liberamente scaricabili dai siti dei produttori e dedicati all’accoppiata stampante/carta. Essi chiaramente si riferiscono a tale modello di stampante e non ad un singolo esemplare.
Esistono, come sapete, anche profili customizzati e relativi all’accoppiata carta/propria stampante personale. Ebbene ho appurato che i profili ICC messi a disposizione dalla Ilford sono molto soddisfacenti ed accurati. Questo per piu’ carte provate (Fibre Silk, Cotton Rag smooth, Cotton Rag Textured, Fine Art Smooth Pearl, Fibre Pearl, RC Smooth Pearl). Uno dei primi punti che balzano all’occhio
é il difetto di luminosità monitor/stampa, seguito da un certo shift dei colori. Ebbene per i profili Ilford niente di tutto questo. Molto buoni anche i profili Hahnemule, forse un pelino inferiori a quelli Ilford. Per alcune immagini occorre alzare leggerissimamente la luminosità dei toni medi (ma non sempre, dipende molto anche dal tipo di immagine). Gli Epson invece devo rilevare che non li ho tutti trovati accurati. Molto buono quello per la Archival Matte, anche se fornisce risultati un pelo piu’ chiusi nelle ombre. Non eccelso quello per la semigloss, che mi ha sempre dato immagini evidentemente piu’ scure e chiuse. In soldoni per le Ilford non sento la necessità di profili customizzati. Per le Hahnemule non obbligatoriamente. Per le Epson forse servirebbero.

Marco

Inviato: 3/12/2021 11:00
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Re: Mie carte inkjet d'elezione
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Fra le carte inkjet mie favorite, che ho scelto fra quelle provate, ho messo come matte la Ilford Cotton Rag Textured insieme alla Epson Archival Matte. Fra le due, quella di primo piano è la Ilford, è una fine art, archiviabile e ha una presenza molto migliore. Ho quindi scelto una carta matte textured e non liscia. Strano, perché ho sempre prediletto le matte lisce. Il tutto nasce da un mio cambiamento di preferenze degli ultimi tempi. Le materiche hanno sempre avuto il pregio di non essere influenzate dalla riflessione della luce ed avevano un look profondamente diverso dalle lucide. Ne è un’ulteriore prova l’uso di 2 ink di nero diversi per stampare su supporti matte o lucidi. La cosa che ha accomunato pressoché tutti i produttori, è stato (ed è) il volere ottenere un supporto matte liscio che permettesse risultati di pari incisione, profondità e finezza dei dettagli, rispetto ad un supporto glossi. A mio avviso, questo è stato in parte raggiunto, con supporti quali la Hahnemuehle photo Rag Ultra Smooth o la Epson Hot Press Bright. Tali supporti materici hanno un livello di liscezza, bianco ed incisione molto molto accattivanti. Se in parallelo consideriamo tutta la platea di nuovi supporti con coating quali le perla, silk o baritate, che di prassi evitano l’estrema lucidità tipica delle glossy, la differenza estetica fra tali materiche e tali coated si è molto molto assottigliata. Ora, visto che io, rispetto ad una glossy lucida, preferisco una coated molto meno lucida, mi sono ritrovato con due tipologie di supporto (matte lisce e fine art coated), capaci di comportarsi senza le profonde differenze estetiche una volta presenti. Intendiamoci: le dovute diversità ci sono e sono ben rilevabili, ma non tanto profonde da separare totalmente ed inequivocabilmente i due supporti. Io ho sempre voluto che taluni soggetti volessero un determinato supporto perché ne beneficiavano in base alle sue caratteristiche riproduttive. Penso che le differenze, oggi, non risultino tanto profonde ed incontestabili. Non voglio essere frainteso; le differenze ci sono e sono palesi: Non così profondamente presenti come prima. Per tali ragioni e per la volontà di avere per le mani due tipi di supporto ben distinti, ho scelto una matte textured. Parlo comunque di una texture non accentuata, non mi riferisco a cose troppo presenti quali una acquarello o scabrosità accentuate. Questo è quanto. Vi domando: qualcuno ha esperienza d’uso di carte matte textured ? Cosa ne dite ? Opinioni ?

Marco

Inviato: 9/12/2021 12:56
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