Se sia meglio usare la funzione DEE od operare successivamente in PS non sono in grado di dirtelo. Però io uso abbastanza spesso questa funzione e secondo me non sbagli, soprattutto se tratti materiale intrinsecamente molto contrastato come la Velvia. Tuttavia consiglierei di settare la funzione con una certa moderazione (di solito attorno a 15-20 o poco più): se mantengo il valore di default (50) secondo me l'effetto non è quasi mai piacevole, nè naturale.

L'ho comprato da poco (meno di un mese). E non ho l'accessorio per le scansioni di 50 diapo (venduto separatamente, a caro prezzo). Dell'apparecchio e del suo software posso dire tutto il bene possibile: è molto rapido (ovviamente la velocità  decresce quante più opzioni si selezionano) e sono molto efficaci le funzioni di rimozione graffi e sporco ed anche la restituzione dei colori originali da diapositive vecchie e sbiadite. Avevo delle diapositive, in gran parte ricordi famigliari, vecchie di ormai oltre 30 anni e quasi inutilizzabili. Passate allo scanner con funzione ROC-GEM attivata, sono tornate a nuova vita, seppure vita digitale. Non sarà  un Imacon e neppure uno scanner a tamburo che costano 10 e più volte tanto, ma fornisce sicuramente risultati utilizzabili anche in ambito professionale.

Beh, sai che ti dico? Hai proprio ragione. Forse viste dal vero, con le loro grandi dimensioni e la loro - immagino micidiale - ricchezza di dettagli, faranno tutta un'altra impressione. Ma viste a monitor in effetti sembrano alquanto modeste e per nulla sconvolgenti. Non vorrei che attraverso l'utilizzo di apparecchi e formati "esoterici" si cercasse di fare accettare un pò di tutto, anche cose esteticamente e formalmente mica tanto buone. Però bisognerebbe davvero vederle "di persona" per essere sicuri del giudizio. E comunque oltre al Manfrotto si puà usare anche il Gitzo...e credo che Marco opterebbe per il Berlebach (ma il massimo sarebbe una colonna infame Foba).

Non so se per concludere...ma qui mi sembra spiegato abbastanza bene come stanno le cose http://www.luminous-landscape.com/reviews/printers/px-g5000.shtml
Non resta che aspettare.

Ho letto con attenzione tutto quanto è stato scritto sul forum circa la Epson 2100 e la sua futura sostituta. Ho anche letto l'opinione prevalente che, in pratica, non esiste alternativa e che una stampa digitale non è "fine art" se non esce dai "sacri ugelli".
Senza voler contestare queste affermazioni, confermata dall'opinione di molti esperti stampatori, tuttavia, da vecchio estimatore delle Hp come stampanti da ufficio, non riesco a non essere interessato dalla nuova serie Designjet 30
http://h10010.www1.hp.com/wwpc/it/it/ ... 0571-2509125-2509127.html e a non chiedermi se davvero la Epson continua a mantenere una qualche superiorità  nella stampa fotografica rispetto a questo prodotto o se c'è una certa inerzia e pigrizia mentale nel non voler considerare delle alternative.
La durata della stampa viene assicurata per un numero di anni uguale alla Epson e, se dobbiamo credere all'una, non vedo perchè non all'altra.
A casa ho una piccola Hp serie 5600, che mi hanno venduto col pc per 99 € : bè..è semplicemente incredibile che razza di stampe riesca a tirar fuori, se si usa la speciale cartuccia Photo. E quindi non posso fare a meno di chiedermi cosa si puà ottenere da un prodotto realmente professionale come la serie 30 Designjet...

Augurissimi anche da parte mia !!!
Luciano

Matteo, non sono così esperto da pretendere di risolverti i dubbi, ma ho la netta impressione che la qualità  di uno scanner deve purtroppo essere tanto migliore quanto minore è la dimensione del negativo di partenza. Quindi se per ottenere una ottima stampa A4 da originale medio formato non c'è bisogno di prendere il non plus ultra, per ottenterla da 35mm uno scanner "dedicato" è pressocchè indispensabile. Molto probabilmente il 3200 sarebbe già  sensibilmente migliore dello scanner in tuo possesso, ma non credo ci si possano tirare stampe impeccabili da 35mm.
Lo dico per esperiena personale. Ho un ottimo scanner piano Umax che tutto sommato si difende bene scansionando il medio ed il grande formato, pur non possedendo il sistema di rimozione automatico di graffi e sporco, che è secondo il mio parere un "must" ormai irrinunciabile. Ma per convertire in digitale l'archivio delle mie vecchie diapositive 35mm (compresi cari ricordi di famiglia di 30 anni fa, ormai quasi sbiaditi) mi è toccato metter mano al portafoglio e prendere il Nikon. Esistono alternative meno care del Nikon, come l'ultimo "dedicato" Minolta-Konika, che mi pare costi attorno ai 350-400 euro. I dati di targa non si discostano, sulla carta, dal 3200 Epson, ma sono abbastanza persuaso che i risultati siano sensibilmente migliori. E fino a pochi giorni fa, da Centro Foto Cine qui a Milano, vendevano un Artixscan 4000, ancora valido sebbene fuori produzione, a circa lo stesso prezzo.

La mia ignoranza di questi argomenti è notevole e quindi non riesco a capire quale rapporto lega Dmax e grandezza delle stampe. Perchè se stampi in grande ti serve una Dmax grande e se stampi in piccolo ti puoi accontentare di una Dmax più modesta?
Io credevo che la dmax alta servisse soprattutto a salvare i particolari agli estremi della scala da originali caratterizzati da ampi intervalli tonali o di contrasto o che permettesse il salvataggio di diapositive molto sottoesposte. Ma salvo questi casi particolari, usando originali equilibrati in termini di esposizione e di contrasto non puoi titar fuori una stampa grande anche con "solo" 3,8 di Dmax?

Sabato ho fatto un rapidissimo giro allo SMAU (per inciso: che delusione!) sperando di vederlo in anteprima. Purtroppo non c'era.
Ma ho parlato con una rappresentante della Epson che mi ha detto che sperano di metterlo in commercio prima di Natale e, ad una mia precisa domanda, mi ha assicurato una Dmax "reale" di 3,8. Sarà  vero?
Certo non sono i 4,6-4,8 dei Nikon Coolscan, però è anche vero che su certi siti di vendita on-line tedeschi si parla di un prezzo attorno agli 800 euro a fronte degli oltre 3000 (acquistando anche l'"indispensabile optional" portaoriginali con vetri Antinewton) del Supercoolscan 9000. Con la possibilità  della scansione del 4x5" che il Nikon non fa.

Marco,
sui nuovi obiettivi presentati dalla Cooke ho letto quello che ho trovato spulciando su internet e sul sito stesso della Cooke. L'obiettivo a fuoco morbido che copre il formato 4x5" è sicuramente interessante per i ritrattisti, credo certamente migliore anche del classico Imagon Rodenstock ormai fuori produzione. Costa però una bella cifra, anzi, costa decisamente troppo per me.
Poi c'è il nuovo obiettivo che puà essere usato "intero" oppure "dimezzato", usando solo la parte anteriore o solo quella posteriore, ottenedo 3 obiettivi di diversa lunghezza focale (e luminosità ). E' un escamotage che risale dritto dritto alla storia della fotografia. Come saprai anche i vecchi obiettivi della prima metà  del '900, Schneider e Rodenstock e di altre marche ormai scomparse, potevano essere utilizzati in questo modo. Le prestazioni ottiche però erano abbastanza scadenti e, con l'aumentare delle esigenze di qualità , questo trucchetto venne abbandonato.
Sarei curioso di sapere se questo nuovo obiettivo riesce, grazie ai calcoli ottici moderni, a mantenere una alta qualità  di immagine in tutte e tre le sue combinazioni d'uso. Credo sia bello caro anche lui.
Per quanto mi riguarda, ho scattato qualche still life, ma ho clamorosamente fatto delle fesserie nello sviluppo dei negativi. Lo sviluppo in bacinella è un bel casino e mi sono reso conto che bisogna imparare un pò di trucchetti per riuscire ad operare pulitamente al buio completo. Materiale rovinato e buttato... Finchè non riesco ad essere sicuro dei risultati, non credo di cimentarmi nel ritratto, che come sai, è il mio obiettivo finale. Comunque, tornando al discorso dei nuovi Schneider Fine Art, già  il mio 360 Apo Symmar (ovviamente d'occasione, portato via per poco pur essendo praticamente senza segni di usura: il che equivale a dire ceduto per mancato utilizzo ) mi sembra sufficientemente lungo, anche per ritratto e copre l' 8x10" in maniera ultragenerosa.

Beh...dopo averne visto le caratteristiche di massima, non è che mi aspettassi prezzi molto diversi.
Si tratta comunque di obbiettivi destinati a formati del tutto particolari. Anche per lo stesso 8x10" mi paiono francamente esagerari.
E chi fotografa in 40x50 con la mega Polaroid o comunque in formati tipo 11x14 o superiori è di solito una persona in grado di incassare con disinvoltura qualsiasi botta.
Per il formato 8x10 già  il 550 risulta alquanto lunghetto e diverse macchine non hanno tiraggi di soffietto così lunghi da sfruttarlo alle distanze ravvicinate. Ancora peggio naturalmente col 1100.
Nel catalogo Schneider c'è comunque l'ottimo e collaudato 480 Apo Symmar (adesso nella sua ultima versione) che credo possa soddisfare ogni esigenza di lungo fuoco per quei pochi fotografi che trovano insufficienti i "normali" 300 e 360mm. Ed il suo prezzo è elevato, ma ancora umano.
Inoltre le difficoltà  di utilizzo di questi obiettivi crescono esponenzionalmente con la loro lunghezza focale. Lasciamo quindi questi due nuovi obiettivi nel loro ambito di oggetti certo affascinanti, ma molto esoterici e destinati a fotografie e fotografi altrettanto esoterici.

Presentata ufficialmente pochi giorni fa in Photokina. Da noi si chiamerà  Dynax 7D e dovrebbe arrivare a breve (ben prima di Natale). &.1 milioni di pixel effettivi con sensore tipo APS (quindi attorno a 22 x 16 mm). Compatibile con tutte le ottiche autofocus Minolta, più alcune specificamente dedicate alla SRL digitale che sono state presentate con la macchina.
La cosa più notevole è il sistema "anti-shake" già  visto sulle prosumer della stessa Casa, che dovrebbe fare guadagnare 2-3 diaframmi di sicurezza anti mosso e che, operando direttamente sul sensore, funziona con qualsiasi obiettivo venga montato (al contrario di quanto avviene con Canon e Nikon, in cui questa funzione è integrata solo in certi obiettivi, di solito di focale medio-lunga).
Spero che sarà  in mostra a fine settimana al Clck Up di Ferrara.
Ciao

Ciao,
a mio parere la lettura rigorosamente spot (e per tale intendo la lettura ristretta ad 1° degli esposimetri specificamente spot, come lo spotmeter Minolta) è assolutamente necessaria solo per chi predilige il bianco-nero utilizzando il famoso-famigerato Sistema Zonale. Puà naturalmente essere sempre interessante, anche usando altri materiali, per valutare esattamente il contrasto di una scena.
Ma per esempio con le diapositive che hanno tipicamente un gamma di contrasto utile di soli 4-5 diaframmi tra bianchi slavati e neri profondi, tutte le volte che ci si trova in presenza di contrasti superiori e non si è in grado di schiarire le ombre o di attenuare le alte luci (che è praticamente la regola nella foto di paesaggio) di solito si preferisce esporre per le luci, lasciando che il resto se ne vada a ramengo nel buio.
Io trovo che la lettura incidente funzioni molto bene con le diapositive, perchè fornisce in un attimo la giusta lettura per il grigio medio che è l'informazione essenziale con questo materiale. Se il contrasto è eccessivo non ci si puà fare nulla, a meno di tornare in un altro momento con illuminazione più dolce.
L'unico caso in cui sarebbe utile avere la lettura spot, o almeno semispot, è se devi misurare un particolare lontano ed iluminato in modo del tutto diverso dal posto in cui ti trovi: ad esempio nella caccia fotografica con i lunghi e lunghissimi tele. Ma in questi casi quasi tutte le macchine moderne 35 mm o digitali permettono accurate letture spot con gli esposimetri incorporati e tanto vale usare quelli. La caccia fotografica non è certo terreno per i grandi formati e neppure, di regola, per il medio formato.
Nel Sistema Zonale invece si pretende di salvare capre e cavoli - ossia luci ed ombre - gestendo anche gamme di contrasto di 9-10 diaframmi o al contrario, di espandere i contrasti nel caso di luce troppo piatta; ed è quindi indispensabile conoscere esattamente come esporre e sviluppare la pellicola in accordo al range di contrasto della scena.
Se il discorso ti convince, credo che non avrai difficoltà  a capire se la lettura spot ti è davvero indispensabile.
Fermo restando che è sempre una gratificante informazione in più.

Tanto per complicare un poco le cose - pur non conoscendo una parola di Giapponese, ma cercando di interpretare le figure e le animazioni - sono andato a spulciare nel sito http://www.i-love-epson.co.jp/product ... nkjet/colorio/scanner.htm perchè ero curioso del nuovo scanner F-3200 che pare già  in commercio in Giappone, mentre da noi è ancora un oggetto misterioso (c'è pure un link da cui scaricare il libretto istruzioni, in formato DPF ed in giapponese, ovviamente). C'è un'interessante animazione (andare a metà  pagina a sinistra sotto "special contents") in cui sembra che questo apparecchio si connetta direttamente con varie stampanti, tra cui un modello PM 4000PX che per tanti versi sembra una evoluzione della 2100 (a cominciare dal formato di stampa e dagli inchiostri) . Invece non sono riuscito a trovare questa caratteristica per la PX-G5000 (ma forse è solo per mia incapacità  con le lingue orientali).
Nessuno che conosce il Giapponese?

Grazie mille ad entrambi. Adesso mi è tutto chiaro.

Scusate la grassa ignoranza..Ma che diavolo è lo Spyder?
E poichè presto o tardi finirà per comprare una di queste stampanti, magari la nuova se non costerà  molto di più della 2100, COSA DEVO GUARDARE SULLA CONFEZIONE per sapere se è incluso oppure no?

..vabbè, non c'entra niente con Photokina, ma l'avevi vista questa qui? Una 4x5" monorotaia leggerissima e con tutti i movimenti e, soprattutto, ad un prezzo abbordabile (intorno ai 1500$)...Come ti sembra?:

http://www.thalmann.com/largeformat/toho.htm


sono andato a vedere il link ed a leggere la prova di questo apparecchio. E' un bell'esercizio di leggerezza. Ma quando questa è eccessiva non mi piace troppo nel grande formato. Credo che la tua Gandolfi sia molto meglio.

...bè..poi ci sono anche diverse altre novità  di Hasselblad. Ad esempio una nuova versione digitale della H1; digitale e medio formato. Certamente fantastica, ma altrettanto sicuramente inavvicinabile economicamente, almeno per chi, come me, è un semplice fotoamatore dal budget non illimitato. Se la normale analogica viene venduta , in kit "promozionale", a oltre 9000 euro, mi aspetto che la versione digitale non possa scendere sotto i 20-25.000.

Ogi si apre Fotokina e, come immagino molti altri, ero ansioso di spulciare tra i vari siti in cerca delle novità  finalmente rivelate.
Due interessanti novità  nel sito Hasselblad. La prima è la nascita di un nuovo sistema di 35 mm a telemetro, diretamente curato da Zeiss, e per il quale è stato rispolverato il glorioso nome di Zeiss Ikon che farà  battere il cuore di chi, come il sottoscritto, purtroppo non è più giovincello. Il sistema nasce già  maturo e sembrerebbe di altissima classe: corpo macchina e 7 obiettivi Zeiss (con attacco M!) forti delle ultime innovazioni ottiche. Una riedizione della titanica sfida degli anni 40-50 tra Leica e Contax? Certo ormai si tratta di prodotti di nicchia, ma che emozione vedere questa novità !
L'altra sono i nuovi scanner Imacon-Hasselblad (c'è stata una fusione tra le due società ): il modello H343, che viene presentato come "nuovo", ma forse era già  presente nel catalogo Imacon, mi pare il più interessante, perchè, rinunciando a qualcosa in termini di risoluzione (ma siamo sempre ad un rispettabilissimo 3200 dpi reali) e Dmax (ma pur sempre 4,3) e formato (solo medio formato,ma fino al panoramico 6x17!) forse, dico forse, potrebbe essere un pò più abbordabile dei modelli Imacon da 20.000 euro e passa.

Ciao,
guarda che, nel malaugurato caso, tu decidessi di investire una bella sommetta nell'acquisto di un proiettore digitale con l'idea di proiettarci immagini fisse (invece dei soliti DVD che vanno benissimo), la resa rispetto alle dia 35 mm (non parliamo neppure di medio formato),sarebbe di un livello notevolmete inferiore. Con le immagini in movimento tutte le eventuali magagne vengono mascherate, ed il digitale va benissimo (così come in tempi lontani il semplice 8mm cinematografico riusciva, pur utilizzando un formato minuscolo, a fornire filmati di buona qualità ). Ma sull'immagine fissa e proiettata grande, le tuttora esistenti carenze qualitative del digitale rispetto alla pellicola diventano macroscopiche.
Questo naturalmente non significa che il digitale non debba essere utilizzato per altri scopi: ad esempio, sulle dimensioni di una pagina di rivista, le differenze rispetto all'analogico sono inapprezzabili, anzi probabilmente il digitale fornisce - se lo si desidera - quella sorta di levigatezza di cera, di cui parli, che funziona ancora meglio...