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Re: La "leggerezza" di Calvino

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28/10/2006 14:37
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Bavarese non sapevo fossimo colleghi... minimalismo è in effetti una parola con molte e contrastanti interpretazioni. Per esempio non ho ancora capito cosa ci sia in comune tra un Bret Eston Ellis, uno Steve Reich, un Tadao Ando, un Sol Le Witt eccetera... Il codice della riduzione linguistica è un carattere della modernità  e della contemporaneità , correggimi se sbaglio, così come la condizione di estraniamento.

Inviato: 5/1/2007 14:25
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Re: La "leggerezza" di Calvino

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non credo di avere delle risposte del tutto sensate al problema del rapporto tra leggerezza in senso calviniano e minimalismo... forse mi viene in mente che tutte e due gli approcci praticano una sorta di estraniamento dall'oggetto, un modo di guardarlo privo di pathos, una sua sdrammatizzazione ottenuta attraverso una sua ulteriore oggettificazione. Questo distacco, più o meno giocoso, ci libera dalla spirale del significato, dal circolo vizioso delle illusioni, se volete dalla samsara di cui parla il buddismo. Il problema, almeno per me, è che a questa demolizione del senso più ovvio dell'oggetto possa far seguito la ricostruzione di un differente senso, fosse anche solo quello della pura percezione; altrimenti si scade in un nichilismo devitalizzato che è molto lontano dal mio modo di vedere le cose.
Quando vedo una foto dei Becker posso avere la stessa reazione che ho dopo la lettura di un romanzo di Calvino, riassumibile in una espressione: embè? E allora? Sia i coniugi fotografi che lo scrittore operano cercando l'"esattezza", di cui lo stesso Calvino parla. La fotografia possiede già , per sua natura, una "esattezza" tale da costringere a valutarla in relazione alla sua altrettanto congenita inesattezza. Credo che questo rapporto tra esattezza e inesattezza sia alla base della insopprimibile ambiguità  della fotografia. Anche nella fotografia degli "oggettivi" Becker, come in quella di Ghirri, c'è qualcosa che non torna mai, è sempre presente una forse insondabile ulteriorità  di senso.
Mi sto iniziando a ingarbugliare, a voi la palla.

Inviato: 5/1/2007 14:10
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Re: La "leggerezza" di Calvino

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al contrario, a me pare che un po' siamo tornati sull'argomento: la leggerezza di Calvino e il minimalismo.

Inviato: 5/1/2007 8:10
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Re: La "leggerezza" di Calvino

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Citazione:

...Se non erro tu sei un appassionato di filosofie orientali, potresti provare a portare il tuo contributo anche in quel senso...



Grazie dell'assist, Deborah, ma dovrei fare delle forzature enormi per mettere insieme le mie opinioni, alcuni concezioni orientali su spazio, tempo e senso, il minimalismo e la leggerezza calviniana. Mi sembra un'impresa ben al di sopra delle mie forze!
E' vero che alcune delle caratteristiche del minimalismo, almeno su temi come lo spazio e la geometria, sono presenti in alcune espressioni figurative del mondo non occidentale.

Inviato: 4/1/2007 18:29
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Re: La "leggerezza" di Calvino

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Non lo so... la fotografia, per come la vedo io, resta una espressione "pesante", anche perchè nella fotografia, da sempre, un ruolo importantissimo è giocato dalla parte documentaristica - reportagistica - fotogiornalistica, che a occhio e croce mi sembrano il contrario della leggerezza.
Di leggeri in senso calviniano mi vengono in mente Boubat per lo sguardo affettuoso e ironico, Parr dall'ironia più tagliente, il Ghirri paesaggista e non concettuale per l'ambiguità  e la sospensione. Ma sono nomi così, a livello di chiacchere da bar. Spero qualcuno possa dare delle idee più precise...

Inviato: 4/1/2007 14:22
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Re: La "leggerezza" di Calvino

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intervengo solo adesso che il 3d è praticamente esaurito, dopo un bel flame, e spero che questi miei modesti spunti di riflessione non siano l'ultima parola.

Onestamente credo l'idenfificazione iniziale tra leggerezza calviniana e minimalismo abbia un po' fuorviato il discorso, almeno per come ho inteso io le due espressioni.

La leggerezza di Calvino mi pare consista nel togliere peso alle cose, sdrammatizzarle, affrontare la loro complessità  senza negarla ma in maniera giocosa, in modo da consentire un diverso punto di vista. Non è un caso che in Calvino la "leggerezza" si sposi a una impostazione quasi barocca della scrittura e della struttura del testo.

Il minimalismo è una parola che ha accezioni molto diverse tra di loro, addirittura contrastanti, a seconda se ci si riferisce alle arti visive, all' architettura, alla letteratura o alla musica; diciamo solo che c'è una bella distanza tra un'impostazione barocca e una minimalista. Personalmente non me la sentirei di definire Kenna minimalista, solo perchè usa il codice della riduzione linguistica; nelle foto di Kenna rimane un impianto segnico molto forte e pesante, mentre mi sembra che tutti i minimalismi nelle varie forme di espressione lavorino sull'allegerimento visivo e semantico del segno, attraverso vari strumenti: la serialità , la geometria, la banalizzazione dell'oggetto.

Come accennato quello della riduzione linguistica, del "less is more" è solamente un codice che è stato applicato dai vari minimalismi in maniera così pervasiva da rivelare, alla lunga, il suo valore di apparato formale ed ideologico sovrapposto alle opere.

Inviato: 4/1/2007 8:54
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Re: Rockland Halo-Chrome Silver Toner

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"dovrebbe trasformare l'argento in argento argenteo"

e io che pensavo che l'argento fosse sempre un po' argenteo!
scusa non ho resistito...

Inviato: 26/12/2006 8:41
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Re: Titoli?

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Su questo credo che non siamo del tutto d'accordo... mi riferisco alla mia esperienza, anche se non faccio "opere di arte": fotografo con un'idea precisa, ma vedo che le persone a cui mostro le mie foto le interpretano in modo diverso dalle mie intenzioni, sia pure mai troppo chiare, e questo mi sembra sempre una bella cosa e un arricchimento. Cioè credo, con Eco, in un'opera "aperta" e credo che non sia nè possibile nè desiderabile esaurire tutti i significati possibili di una foto all'idea a priori con cui sono state scattate. Dipende poi anche dal contesto: una foto singola puà effettivamente costituire un rebus, insieme a altre trenta e con un commento delinea un percorso preciso, che l'osservatore deve essere libero di percorrere nel modo che preferisce.

Citazione:

Trovo inoltre molto limitativo pensare che l'opera ogni osservatore la debba "decifrare" a modo suo: o chi l'ha prodotta aveva un progetto, e allora questo progetto deve essere di guida a chi osserva il risultato finale (altrimenti "ci inventiamo le parole delle canzoncine inglesi che sentivamo da bambini", per citare il Bavarese: grande esempio che fece!), oppure mi viene da pensare che l'autore ha scattato a caso e si aspetta che gli altri gli dicano cosa e perché!
Mica voglio giocare alla Settimana Enigmistica, voglio apprezzare un'opera d'arte io!
Fer

Inviato: 24/12/2006 11:58
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Re: Sulla fotografia fine art

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oh che bel thread che ha iniziato Deborah...

Io credo di essere abbastanza ignorante in materia, ma se a qualcuno interessa vi riporto la mia idea basata evidentemente sui luoghi comuni ascoltati.

Per me il "fine art" in ambito fotografico va inteso come un prodotto che dalla ripresa alla stampa, con tutto ciò che viene prima, durante e dopo, viene pensato in termini dell' effetto finale che si vuole raggiungere, attraverso una conoscenza esatta dei materiali e delle tecniche più adeguate rispetto al tipo di resa immaginata.

Con una lomo in cross-processing o con un banco 30x40 chi intende fare "fine-art" mira, secondo me, a raggiungere un risultato di eccellenza tecnica e grafica, se non di perfezione (con tutte le possibili accezioni del termine). "Technically and artistically flawless", come si usa dire nei forum di fotografia scamuffi.

Mi rendo conto che una definizione del genere presenta almeno un paio di problemi: innanzitutto tradisce l'esatto significato dell'espressione inglese fine-art, che è molto più generico.

In secondo luogo con questa definizione si potrebbe dire "fine art" qualsiasi cosa, anche la fotografia del gatto, fatta per finire il rullo o testare la lente, purchè venga poi stampata con tutte le accortezze e le raffinatezze del caso. Cioè è una definizione che lascia fuori completamente il significato e la qualità  dell'incontro tra soggetto fotografo e soggetto fotografato. Parrebbe che una definizione del genere si riferisca più alla eccellenza della forma che a una qualche rilevanza del contenuto, più al piacere degli occhi che a qualche minimo movimento dei neuroni del cervello, più alla bellezza che all'utilità .

Quindi, ritornando a bomba, non mi sento di definire "fine art" la stampa fatta accontentandosi dei risultati offerti dalla stampantina di casa; ma sono ugualmente scettico che possa essere definita "fine art" qualsiasi foto idiota che sia "rendered" in maniera "technically and artistically flawless".

Inviato: 24/12/2006 11:32
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Re: Titoli?

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assolutamente d'accordo, quanti brutti scatti si sono visti nobilitati e ignobilitati da titoli come "solitudine" "e arrivà la sera" eccetera. (solitudine penso sia di gran lunga il titolo più inflazionato)
Il titolo è quasi sempre di troppo, se la foto è buona il titolo lo dà  l'osservatore, se è ottima molti osservatori daranno molti titoli diversi. Il titolo è una chiave di lettura troppo univoca mentre le foto si prestano a infinite chiavi di lettura.
In genere, però, io uso come titolo luogo e anno, come minima indicazione geografica e temporale.

Inviato: 24/12/2006 10:51
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Re: Panico da Ingranditore

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Ciao
aggiungo a quanto detto credo giustamente prima un mio personale consiglio: orientati da subito su un ingranditore 6X6 o meglio 6x7 compatto, possibilmente il più corredato possibile (intendo i condensatori).

I motivi sono molti:
1) costruzione più robusta e maggiore stabilità 
2) possibilità , un domani decidessi, di stampare il medio formato
3) maggiore versatilità , precisione e anche comodità  d'uso

L'ingombro non è molto superiore a quello di un 35mm; certo se hai poco spazio...

E non ti far mancare timer (su e-bay si trovano spesso a prezzi ridicoli) nè focometro.

Inviato: 22/12/2006 22:44
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Re: rodagon 50mm f2.8, f4, apo f2.8

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guarda io non sono uno che se si vuole togliere lo sfizio di un nuovo acquisto non se lo toglie; se ti vuoi fare un regalo compra una qualunque delle due lenti, sono entrambe eccellenti. Ma non credo ti possano dare quel salto notevole di qualità  che speri.

P.S.: se non lo fai già  usa la baritata.

Inviato: 20/12/2006 15:06
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Re: rodagon 50mm f2.8, f4, apo f2.8

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Blackimp, francamente capisco sempre di meno... da come descrivi il fatto non è più neanche un problema di nitidezza, ma di grinta; cioè il microcontrasto che fa sembrare le immagini più nitide di quanto non siano realmente. Siccome le componenti in gioco su questo aspetto sono tante e non credo affatto che tu possa imputare le colpe all'ottimo componon (che per certe foto io trovo sin troppo grintoso), se inizialnente hai ritenuto che i tuoi risultati di stampa fossero soddisfacenti e successivamente non più evidentemente in mezzo è successo qualcosa che ti ha fatto cambiare idea... per esempio le stampe di qualche amico, oppure una mostra.

Hai visto delle foto "taglienti" come piace a te. Allora il primo metodo per ottenere delle stampe taglienti con la luce diffusa è di aumentare di un punto e mezzo la gradazione della carta, ma questo immagino che tu lo sai e lo fai già . Ma i risultati non eguagliano quelli ottenuti col condensatore, nè per nitidezza nè per distribuzione dei toni, che col condensatore è più dura: tanto che molti stampatori fine-art, fissati per la grande estensione tonale e i tanti grigi, preferiscono la luce diffusa.
Ti do un consiglio che non costa niente: Fatti prestare la camera oscura di un amico o prenotane una di qualche fotoclub e prova a stampare con il tuo obiettivo e il condensatore. O viceversa fatti prestare l'obiettivo dei tuoi sogni e stampaci sul tuo ingranditore, e vedi se i risultati migliorano davvero.

Un altro aspetto da considerare è quello della carta e dello sviluppo. Tra le carte che ho provato con le Ilford non sono mai riuscito ad ottenere quella grinta che avevo con le Agfa e che sto cercando sulle Tetenal; ogni marca ha la sua resa. Anche il rivelatore carta influisce, ce ne sono alcuni che aumentano il contrasto, altri che lo diminuiscono, il primo che trovi sullo scaffale puà non andare bene.

Puà anche essere che il problema sia a monte, in ripresa: micromosso, lenti di ripresa non eccellenti, messa a fuoco approssimativa possono distruggere una foto.

Tendo a escludere lo scollamento, te ne saresti accorto vedendo qualcosa di strano dentro oppure sentento un rumore di sbattimento agitando la lente.

Per la cronaca i componon 50 f/4 che ho provato sono della serie successiva, quella degli anni '70, con il diaframma a cinque lamelle.

Inviato: 20/12/2006 8:13
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Re: rodagon 50mm f2.8, f4, apo f2.8

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Citazione:

blackimp ha scritto:
Ho montato finora uno schneider componon 50 f4 di 40 anni fa in condizioni perfette non fosse un filo di polvere interna che si vede in controluce. ho la vaga impressione che non sia nitidissimo e mi dia delle stampe un filo morbide anche se sto vagliando altre possibilità  - sviluppo negativo con rivelatore concentrato o micromosso o ingranditore a luce diffusa -.


???!!!???: Impossibile! Non ci credo! Ho avuto due componon 50 f/4 e giuro che "spaccano", la grana della pellicola viene riprodotta con una nitidezza impressionante! Vaglierei altre possibilità , anche lo spostamento o scollamento di qualche lente; certo con la luce diffusa non avrai mai la sensazione di nitidezza e la brillantezza che dà  la luce condensata. E sottolineo mai.

Riguardo alla seconda parte della domanda credo che da un certo livello in su (e il componon starebbe sopra) le differenze tra stampe fatte con due obiettivi diversi diventino davvero difficili da scorgere, si tratta di sottigliezze. Il problema che tu descrivi invece non sembra proprio essere una sottigliezza. Il mio consiglio è di individuare la causa della mancanza di nitidezza ed eliminarla, prima di spendere soldi per una nuova lente con cui il problema potrebbe ripresentarsi. Forse 100 euro sarebbero meglio spesi per un condensatore.

Inviato: 19/12/2006 7:24
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Re: Pellicole Rollei

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Per Franz:
sono stato da Sabatini sabato (scusate il bisticcio) e avevano di nuovo:
- Xtol
- Pellicole bw Ilford, anche 120
- ID11 (non si vedeva da un pezzo)
- Kodak Plus-x, TP400 ecc.
- pellicole bw Fuji anche 120
- Pellicole rollei di tutti i tipi e Bergger
più, come al solito, carte Tetenal, Bergger, Kentmere.

Inviato: 18/12/2006 12:02
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Re: seleniare

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giacchè ci siamo ed è stato accennato sia da serghei che in alcuni dei link che mi avete consigliato, sapete dirmi quanto e come prende il selenio su Kentmere e Tetenal baritate, in termini di intensità  di effetto e di intonazione bruna o violacea?

Inviato: 15/12/2006 10:22
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Re: seleniare

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Grazie a tutti delle informazioni, davvero preziose. Ora so da dove partire.
Scusate, ora vado a farmi una tazza di rene di maiale. )))

Inviato: 14/12/2006 7:40
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Re: Stampare l'intero fotogramma

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se il buco della mascherina inferiore è un po' più grande di 24x36mm riesci a stampare il famoso bordino nero.
Se vuoi stampare fino alle perforazioni della pellicola devi mettere il vetrino anche sotto.

Inviato: 13/12/2006 16:54
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Re: Stampare l'intero fotogramma

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Per stampare il bordo devi avere le mascherine del portanegativi con il buco più grande del fotogramma o, più semplicemente, un portanegativi con vetrini al posto delle mascherine. E' necessario inoltre avere un marginatore.
Se non hai i vetrini puoi lo stesso far venire un bordino nero con un sistema molto macchinoso basato su maschere di cartone: puoi immaginare da solo come funziona.

Inviato: 13/12/2006 16:40
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seleniare

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Dunque: non ho mai provato, finora, un viraggio al selenio e mi piacerebbe avere qualche dritta.

1) E' vero che aumenta il contrasto e la scurezza della stampa? Bisogna stampare un po' più leggero?

2) si puà dare il selenio a stampe già  belle fatte e asciutte?

3) Tra i motivi per cui non ho mai provato a seleniare c'è la tossicità . E' davvero così preoccupante? Che precauzioni vanno prese? Immagino non sia consigliato usare le mie bacinelle 30x40 per il 40x50, perchè col sistema del "dondolo" che ho finora usato si butta liquido dapertutto.

4) Ci vuole molto manico? Il bagno nel selenio deve avere una durata precisa?

5) la stampa va rifissata?

6) che prodotti consigliate?

Grazie per la risposta.

Inviato: 13/12/2006 10:02
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