Questo lo avevo visto, ma l'ho comprata per svariati motivi, uno dei quali era proprio la leggerezza e la compattezza, per usarla come secondo corpo da portarmi nella borsa in viaggio.
avrei intenzione di corredarla poi con il 21mm.
quanto ai tele, credo non siano le focali più adatte a delle rangefinder.

per il problema della base telemetrica, la migliore resta sempre la mia fida Contax Zeiss IIa, che mio padre mi regalà per l'esame di maturità  nel 1961.
naturalmente tenendo qui conto di altri problemi, come il dorso mobile, che non si sa mai dove mettere, quando si cambia la pellicola.

A proposito di Contax e di ottiche, avevo fatto al buio un altro esperimento.
Diventando con l'età  inevitabilmente presbite, era problematica la visione dei numerini sul barilotto del Sonnar.
Ho comprato, quasi per scherzo, un Helios 53mm russo con i diaframmi a scatto, per 20 Usd, non aspettandomi altro che un fondo di bicchiere del controvalore di una pizza ed una birra.
Provato sul campo sono rimasto a bocca aperta.
Ha una risolvenza ed un contrasto infinitamente migliore del Sonnar (forse mi sarà  capitato l'unico esemplare assemblato a dovere).

Grazie per l'informazione.
Comunque vada, credo che valga la pena non farmi scappare l'occasione, in genere sono fortunato.
Poi visto il costo degli originali Leitz !
Buona giornata.

La settimana scorsa ho acquistato una Voitglander Bessa R con il passo a vite M39, munita di un 35mm flat.
Avrei trovato un 50mm Nockton aspherical f/1,5.
Chiedo se qualcuno ha conoscenza delle sue qualità  ottiche, dato che sul web ho letto pareri discordi.
Alcuni lo definiscono sharp altri eccessivamente morbido.

Grazie
Umberto

Non entro nel merito delle posizioni personali.

Credo che chiudendo il forum perdereste una considerevole parte dei visitatori; secondo me dovreste pensarci bene.
La notevole mole di informazioni che un utente puà attingere dai quesiti postati non credo possa essere surrogata solo dagli articoli.
Lamento una eccessiva durezza di alcune vostre prese di posizione; bisogna avere una maggior flessibilità , dato che ritengo (e questo è uno dei suoi meriti) che il sito non sia frequentato da ragazzini.
A mio avviso penso che l'apertura al dialogo ed alla comprensione delle opinioni altrui sia una delle basi essenziali di un comune convivenza.
Scusate la franchezza, ma gli ukase non mi sono mai piaciuti.

Cordialmente
Umberto

se sei in cerca di spunti, vai a vedere l'ampio portfoflio di questo fotografo di NYC si photo.net

http://www.photo.net/photos/johnperi

se poi il tuo soggetto merita l'investimento, puoi sempre comprare un paio di ombrellini riflettenti.......
insomma figliolo, un pò di iniziativa !
certe fortune non capitano tutti i giorni

<img src=http://lnx.phototeka.it/galleries/yappang/show.php?size=640x640&album_name=%2FSUSSAK%2F&obj_name=venda1.jpg>

Lo so che non si fa, e se si fa non si dice.

Ma la naja mi sbattè più di 35 anni fa, in un inverno gelido come se ne ricordano pochi, in cima ad un colle (quello sul fondo) in un comando operativo very restricted.
(sono passati tanti anni ed ora non è più lì).
La vita era grama, il rancio pessimo, il servizio gravoso, di permessi manco a parlarne.
Ci voleva più di un'ora, su un sorvegliatissimo pulmann per scendere a valle a Padova.
100 di noi e 40 carabinieri a controllarci.

L'unica consolazione un televisore in b/n allo "spaccio", un mazzo di carte, due libri nello zaino e "gulp" la mia piccola Minox nel taschino.
Nel tempo libero da servizio, guardie e corvee in cucina ci facevamo qualche vicendevole scatto ricordo di nascosto nelle buche dell'antiaerea.
Ma anche i sassi avevano occhi, e mi venne il dubbio di poter andare incontro a qualche indesiderato soggiorno sul lago in quel di Peschiera.
Nascosi la Minox, dopo averne effettuato un triplo imballo in buste di plastica doverosamente sigillate, nello sciacquone del ns. "bagno".
Dopo qualche giorno consegna generale, perquisizioni corporali, ribaltamento di armadietti, zaini, brande, alla affannosa ricerca di un qualcosa illecitamente detenuto dalla truppa.

Non ebbe esito alcuno, salvo il mio personale spavento....

La tentazione di una visita era venuta anche a me, ed avevo salvato delle informazioni.
Il rilievo fotografico in sede progettuale era stato effettuato da Gianni Berengo Gardin, su incarico dell'arch. Renzo Piano di Genova.
L’area dismessa – 1.300.000 metri quadrati di superficie complessiva - appartiene alla società  guidata da Luigi Zunino Risanamento Spa (Sede in Milano, via Bagutta n. 20).

Se vuoi accingerti all'improba impresa di chiedere un permesso, puoi tentare di chiederlo o alla proprietà  od al progettista.
Facilissimo che non ti rispondano, o te lo neghino, perchè la zona è effettivamente pericolosa, tra macerie, strutture ormai pericolanti, fosse e quant'altro.
Ti sconsiglio tentativi abusivi, per non procurarsi una denuncia di violazione di domicilio; la sorveglianza c'è.
Da parte mia, ho desistito.

Citazione:

uno scherzoso invito a Galago:

non mi farei troppo l'alfiere di un paio di forbici.
erano il sacro emblema di una gioiosa confraternita della Sublime Porta

I libri di Ando Gilardi a Milano si possono trovare da Feltrinelli in piazza Piemonte, da Hoepli, ed al Libraccio sul naviglio.

<img src=http://tinypic.com/4345baw.jpg>

un messaggio di poesia da un russo di nome Igor.
(non so se sia digitale o meno, ma non ha importanza).
non si potrebbe cominciare il 2007 smorzando i toni polemici, e magari prendendo un poco la vita come viene?

Buona serata
Umberto

Poi, ultima aggiunta, la bellezza degli acquisti telematici è il costo e l'incognita delle spedizioni.
Un esempio di pochi minuti fa (dall'Inghilterra):

Hi, shipping to you in Italy will cost (including packing) £70 for standard international untracked(5-7day) and £95 for 3day tracked with ParcelForce. Both come with compensation up to £150. Items weigh in at around 25kg inc packing allowance. Regards, David & Lucy.

Non metto in dubbio che in moltissime città  ci siano problemi di approvvigionamenti.
Mi bacio i gomiti di abitare a Milano, con tutti i suoi problemi, un clima schifoso, un traffico assillante, un'aria mefitica, code per andare dovunque, ma si trova tutto........

Un giorno me ne stavo andando dal marmista sul viale Fulvio Testi, mi scappa l'occhio a destra e mi accorgo che da un cancello sta uscendo un bilico carico di torrette di Leopard.

Scusate se intervengo.
Non sarebbe più semplice cercare i tubi al neon dai grossisti di materiale elettrico (che esistono almeno in ogni capoluogo di provincia), e non da un rivenditore di materiale fotografico (oppure da un dettagliante) ?
Certo che se vado da un fotografo a cercare delle guarnizioni di amiantite è difficile che le trovi.

Buona serata

Ho avuto fino a pochi anni fa la Pentacon six con tutto il suo corredo di obiettivi e pentaprismi.
L'avevo comperata nuova nella allora DDR per pochissimi marchi.
Le ottiche sono veramente ottime, la meccanica della macchina debole.
La mia non ha avuto problemi, anche perchè l'ho usata poco, ma l'avanzamento della pellicola andava fatto con tutte le cautele del caso.
I fotogrammi non sormontavano, ma la loro spaziatura non era il massimo della regolarità .
La Kiev 6o non la conosco.

Citazione:

Giustissima considerazione.

A me era venuto anche un'altro dubbio, un tantino maligno.
Che tanti viaggi, il denaro per fondare un'agenzia gli venissero dal nome Cartier.
Non sarà  per caso stato parente degli omonimi gioiellieri?

A Parigi a S.Ambrogio sono riuscito a vedere la bella mostra antologica di Doisneau all'Hotel de la Ville.
Doisneau, il piccolo cantore della periferia di S.Denis, prima di diventare affermato ha fatto la gavetta pressochè da operaio alla Regie Renault (se non erro), comprandosi una Rolleiflex con il suo salario.

A prescindere dalla validità  estetica delle foto di uno e dell'altro (che personalmente trovo altrettanto belle ed esemplari), anche una diversa fortuna potrebbe aver inciso sulla notorietà  e fama degli autori.

A parte anche il fatto che i reportages di HCB, in un'epoca ove la globalizzazione non esisteva ed i media erano ai prodromi, spaziavano su almeno quattro continenti, mentre i suoi contemporanei erano solo per così dire dei "cantori di provincia".

Scusate la digressione.

Vorrei postare, se consentito, una piccola considerazione che astrae dalla querelle che si sta sviluppando sul thread.

Perchè HCB è stato mitizzato, fino ad assurgere a simbolo, simbiosi fra fotografo e Leica ?
Lo ammiro e lo considero un maestro, ma non un capostipite.

Ci si dimentica troppo spesso di tutta la scuola francese sorta fra le due guerre, fra i tanti di Edouard Boubat, di Marc Riboud, di Willi Ronis, di Doisneau, di Brassai.

L'unico od uno fra i tanti ?

<img src=http://lnx.phototeka.it/galleries/yappang/show.php?size=640x640&album_name=%2FSUSSAK%2F&obj_name=minimalismo_copy.jpg>

Un'opera architettonica, che è innovatrice, data l'epoca, il 1925, è il padiglione tedesco all'esposizione universale di Barcellona a Montjuc, di Ludwig Mies van der Rohe.

L'architetto è stato il vero precursore dell'architettura minimalista, l'ispiratore di Le Corbusier (con il purismo) e di Frank LLoyd Wright (con l'architettura organica), fino ad Alvar Aalto.

(se i ricordi scolastici non mi tradiscono)

accettate un contributo scherzoso al dibattito?

<img src=http://lnx.phototeka.it/galleries/yappang/show.php?size=640x640&album_name=%2FSUSSAK%2F&obj_name=Photo02_5_copyA.jpg>

Per combinazione ho visto ieri pomeriggio la mostra di HCB allo spazio forma.
L'impressione generale, di un autore che già  conoscevo, alla luce delle centinaia di foto esposte, è stata quella di un magistrale colpo d'occhio nel cogliere attimi, luci ed espressioni.
Poi mi sono fermato nel bookshop a sfogliare i libri e ne ho trovato uno curioso.
Di molte foto scattate nel viaggio spagnolo del 1933, c'erano le altre 35 immagini del rullo con la medesima inquadratura modificata in tutte le varianti ed espressioni possibili, da cui era stata selezionata quella ingrandita in mostra.
Ed allora mi è venuto qualche dubbio sulla spontaneità  delle immagini, e sull'abilità  dell'autore di cogliere l'attimo fuggente.

Se ti durano un anno ti puoi dire fortunato.
La mia OM4, se non tolgo tutte le volte le batterie, le scarica in non più di 60 gg. (e non sono l'unico ad avere questo inconveniente).
Se hai notizie dettagliate su chi possa ovviare al problema, diccelo.
Penso che la macchina meriti una revisione, dato il funzionamento egregio delle ottiche e del circuito esposimetrico.

Buon Anno.
Umberto