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Re: Passo Pordoi
Utente non più registrato
[Post cancellato dal moderatore Fernando, per inosservanza dei punti 1.2 e 2.1.D del regolamento]

Richiamo ufficiale a PinoKent.
Al prossimo intervento con toni di questo tipo, verranno presi provvedimenti.

Fernando


Inviato: 20/6/2016 17:50

Modificato da Fer su 20/6/2016 19:01:18
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Re: Passo Pordoi
Utente non più registrato
Ragazzi, stiamo facendo sul serio? Faccio presente che mi sono posto e ho posto delle domande che si sono posti altri due utenti:

Luciano:
...Sono interrogativi che credo si siano posti in tanti. Io personalmente non ho trovato una buona ragione per continuare con l'analogico, specie poi in GF con tutte le scomodità e complicazioni del caso.

Archifoto:
...Quello che dice Pino me lo sto chiedendo spesso, non sulla foto in questione ovviamente ma sulla fotografia in generale. Qual'è il senso di adoperare oggi un grandissimo formato come 8x10 ma anche un 4x5 o anche solo un 6x6?

Ancora Archifoto:
Citazione:

argo ha scritto:
Credo che la scelta dello strumento sia assolutamente soggettiva. Io nel Banco Ottico trovo quei ritmi e quell'approccio che stimola la mia creatività. Probabilmente, se avessi avuto con me la reflex digitale, questa foto non l'avrei scattata.
trovo interessante questa affermazione, al di là del fatto tecnico di risoluzione gamma tonale etc. il banco esercita ancora un valore aggiunto alla fotogrtafia, o almeno al fotografo che decide di scattare quella foto con quel mezzo. E' un tema interessante e da sviluppare secondo me, analizzare cioè il rapporto tra tecnologia e relativa fotografia. Quali foto quale macchina? Lo stesso dicasi non solo per la ripresa ma anche per la stampa. Cosa ci-vi spinge a stampare a contatto con tutte le beghe del caso quando una stampa ink è molto più semplice e la qualità per nulla trascurabile? Mi interessa capire il valore aggiunto che sta nelle pieghe più imperscutabili dell'accoppiata banco+stampa a contatto perchè credo che oggi una stampa ink ben fatta non ha nulla da invidiare ad una stampa manuale e con tanti pelucchi di meno! Non so se riesco a spiegare bene cosa intendo perchè non parlo di confronti col lentino in mano...Forse dovrei aprire una discussione a parte?


Dove sta la mancanza di rispetto delle scelte altrui a cui accenna Pamar5 ?
Pamar5
...Penso che tutto si possa riassumere nella frase “ciascuno fa quanto lo soddisfa e quanto reputa meglio per se’” . L’importante è rispettare le scelte altrui.

Ovvio che si rispettano le scelte:
PinoKent:
Premetto anche che ciascuno è libero di fotografare con ciò che più gli aggrada e che gli dà maggior soddisfazione.

Il resto sono considerazioni che fanno persone che fotografano tutte da decenni con i mezzi più svariati. Direi lecite in un Forum di Fotografia.

Rispondo a Falcopardo:
Renzo, su questo che dici siamo tutti ovviamente d'accordo, penso. In fondo hai detto anche tu che valutare razionalmente la scelta, è difficile (e quindi sul piano razionale è lecito porsi delle domande). Se mi parli di passione e divertimento come moventi, è un altro discorso.
La foto del link è sicuramente strabiliante, (anche se la assimilo più alla fotografia astronomica che a quella di paesaggio ). Però sarebbe interessante sapere con che ottica è stata fatta perchè se al formato ci hanno abbinato un tele da 600 mm...

Fabio, addirittura !!!
Comunque almeno specifichiamo che la frase era a chiusura di una argomentazione in risposta a Pamar5, altrimenti sembra che lo fosse ad Argo, e che tutto il post (non più leggibile) avesse toni offensivi.
Magari hai ragione, la frase può urtare la suscettibilità (come è stata urtata la mia con una valutazione fuori luogo).
Bastava farlo presente, l'avrei tolta senza problemi, o pensi che doveva proprio intervenire la censura come se fossi uso offendere?
Chiudo qui, non è una domanda a cui chiedo risposta, però....



Inviato: 20/6/2016 16:32
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Re: Passo Pordoi
Utente non più registrato
[Intervento del moderatore]

"... di quello che hai scritto non mi interessa proprio perchè assolutamente banale e inutile nella fattispecie."

Questa frase indirizzata ad un utente può risultare offensiva.

Pegno: post cancellato.

A presto.

FabioBi




Inviato: 20/6/2016 13:15

Modificato da FabioBi su 20/6/2016 14:14:04
Modificato da FabioBi su 20/6/2016 14:15:02
Modificato da FabioBi su 20/6/2016 14:15:57
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Re: Passo Pordoi
Utente non più registrato
Argo, finalmente hai risposto ai miei quesiti , se mi dici che hai la possibilità di fartela ingrandire e poi la stamperai o la farai stampare nel formato che dici, sicuramente la differenza ci sarà.
Sulla stampa a contatto di un paesaggio così messo a confronto con una stampa da 6x7 o da digitale professionale che ci siano molte differenze continuo ad avere i miei dubbi.

Hai ragione, in fondo non me ne importa nulla del formato e degli attrezzi (tranne che per l'uso obbligatorio di certe ottiche d'epoca), e neppure più di tanto del dettaglio nella fotografia che faccio di solito.
Mi sono sorte spontanee quelle domande proprio perchè trovo un po' faticosa l'impresa a cui sobbarcarsi per restare legati ad uno strumento particolare, il cui uso in una location di montagna non è il massimo della portabilità, senza la stretta necessità di usare i basculaggi, ma ho verificato a posteriori che al passo Pordoi ci si arriva in macchina e poi si fa un tratto in funivia.

Non è il mio campo abituale, e nemmeno mia l'intenzione di denigrare una attrezzatura o preferirne un'altra, anche perchè il GF lo uso anch'io, ma quasi esclusivamente per il ritratto con ottiche d'epoca, ed è insostituibile.

Sul formato a cui postare ribadisco che se si vuole mettere chi guarda in condizione di apprezzare minimamente certi tipi di fotografie, queste dovrebbe essere visibili su un monitor ad una dimensione apparente di almeno 20x30 cm. Purtroppo ad esempio nel mio sito creato anni fa, sono tutte a 800 pixel di lato lungo, è sbagliato e mortificante per le foto stesse. Però mi prende male al pensiero di ridimensionarle tutte (non so neanche quante siano, ma sicuramente più di 300) e poi marcarle con il copyright. Lo farò nelle tediose giornate invernali, ma lo dovrò fare.

Spero che ti sia chiaro che non c'è niente di personale né verso il fotografo (anche perchè ci conosciamo già da Fotoavventure), e neanche verso il formato.

Inviato: 20/6/2016 11:20
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Re: Pendolando di Daniele
Utente non più registrato
A me invece provoca dispiacere una osservazione di questo tipo (che avevo comunque previsto).

Non voglio dire una sola parola di più perchè non contano nulla, invece le foto che facciamo possono parlare ancora per molti decenni e spero che queste rimangano visibili a lungo e che magari siano state stampate.

Inviato: 20/6/2016 10:28
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Re: Passo Pordoi
Utente non più registrato
Premetto che ribadisco quanto già espresso a livello di “commenti a fotografie”, cioè che è una buona fotografia del genere (montagna) in B&W.
Premetto anche che ciascuno è libero di fotografare con ciò che più gli aggrada e che gli dà maggior soddisfazione.
Premetto pure che non guardo con compassione chi non vuole adattarsi al mondo moderno, soprattutto perchè credo sia noto a chi mi conosceva in altro sito che fotografo soprattutto con strumenti vintage (e non è noto, ma molti dei ritratti che ho fatto sono fatti in GF con ottiche antiche).

La mia osservazione è sorta spontanea nel momento in cui mi si propone di apprezzare una foto fatta in GF, postata in formato cartolina, dicendomi che si garantisce che stampata sarà bellissima.

Ribadisco le mie domande partendo dal fatto che un negativo 8x10” stampato per contatto mi dà una stampina 20x25 cm. Quali differenze eclatanti si dovrebbero vedere rispetto ad una stampa da un tradizionale MF 6x7 con una buona ottica su un 20x25?
E quali dovrebbero essere così evidenti rispetto ad una stampa da FF digitale con un' ottica professionale anche di 10 anni fa, in fine art a pigmenti? Anzi quasi sicuramente la stampa in fine art sarebbe anche superiore in gamma tonale rispetto ad una chimica.

Posso anche essere d'accordo se andiamo a parlare di stampe oltre il 30x40, ma per stampare con ingranditore un 8x10” devi prima trovare che ce l'ha. Oppure per rendere giustizia alla superiorità del formato usato devi pure fare o farti fare una scansione con uno scanner professionale (parliamo di migliaia di €) e successivamente stampare in fine art (digitale quindi).
Il tutto con una catena farraginosa di operazioni (odio il termine filiera) che possono dare la differenza vera solo su formati di stampa dal metro in su.

Il mio “vale la pena” non riguarda l'intimo godimento del fotografo che è una cosa non dimostrabile e del tutto personale. Se a qualcuno piace guardare il panorama con le montagne a testa in giù su un vetro smerigliato, e giocare a lungo con tempi, diaframmi, iperfocali, ecc. perchè così la foto è “meditata”, come dice qualcuno; è una sua dimensione di appagamento su cui non c'è niente da eccepire, ovviamente.

Il “vale la pena” riguarda pure il tipo di pellicola, ad esempio, perchè le emulsioni disponibili per l'8x10 o GF in genere, sono le stesse del 120. Se mi si dicesse che fanno ancora il Kodachrome solo in quel formato, fotograferei a colori solo in quel formato, perchè quella pellicola era inimitabile.

Il “vale la pena”, come già detto, riguarda pure la necessità o meno di avere i basculaggi per avere a fuoco anche un soggetto vicino, che altrimenti a fuoco non sarebbe.

Infine ribadisco la mia opinione sul GF usato nella maniera in cui si usava un secolo fa.
Le lastre dalle dimensioni 30x40 e più ancora, davano stampe per contatto ancora oggi meravigliose, dove veramente si può apprezzare il dettaglio e la gamma di tonalità, anche per gli sviluppi e la carta che si utilizzavano allora, assolutamente particolari e di alto livello.
Come ripeto, una stampa per contatto 20x25 oggi non dà la stessa emozione e un 30x40 è improponibile.
Lo si può usare per tecniche alternative d'epoca (preparando la lastra ai sali d'argento o un collodio umido), oppure diventa indispensabile per poter apprezzare certe ottiche del passato dal fascino unico e nate per il GF (io ne ho collezionate parecchie e assicuro che un Tessar a 20 lamelle per GF non ha niente a che vedere con il classico 24x36, così pure un Cooke Taylor Hobson, o un Aldis, un Goerz Celor ecc. ecc.).

Non è per relegarlo che dico queste cose, è che non mi basta sentirmi dire: ti assicuro che verrà una bella stampa, lo so già, non c'è dubbio, ma che mi si dica che una foto postata in formato 10x15 è stata fatta con un GF, non mi commuove, non vedo differenze con una compattina. Che è bella da grande e che è stato bello farla, lo sa solo l'autore e me ne compiaccio.

Inviato: 20/6/2016 1:57
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Pendolando di Daniele
Utente non più registrato
Non avevo mai visto questa serie di Daniele metto il link sperando che funzioni l'operazione.

Per me è una serie fantastica. Ha messo insieme questi scatti apparentemente banali che copiano attimi di un pendolarismo quotidiano, facendoli diventare quasi un racconto fatto di flash in cui lo sguardo si è posato su qualcosa che è rimasto impresso e catturato.

Un documentario su un pendolarismo che percorre un paesaggio urbano un po' squallido, in cui non c'è nessuno, fatto di cemento e binari, di brume invernali e notturni deserti urbani. La foto del brandello di prato con le margherite sembra quasi cogliere una preziosa reliquia.

L'esecuzione con una app di telefonino che sottolinea questi aspetti facendoli affogare in un mondo quasi incolore mi dice che era voluta e cercata questa unità narrativa ed estetica. Unità che riconosco in altre sue fotografie viste a suo tempo.

Qui






Inviato: 16/6/2016 1:36

Modificato da PinoKent su 16/6/2016 1:52:46
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Re: Passo Pordoi
Utente non più registrato
Scusa Argo, volevo dire che la dovresti postare a 1200-1400 pixel di lato lungo (ovviamente sarebbe impossibile postarla a 1200 dpi). Proprio perché così su un monitor di medie dimensioni la si vedrebbe circa come una stampa a contatto. Alle dimensioni a cui l'hai messa si perdono completamente i dettagli nelle ombre ad esempio.

Inviato: 15/6/2016 22:09
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Re: Aiuto per scelta 50mm f1.4
Utente non più registrato
Scusa T-patte, ma è chiaro che io mi riferisco alla osservazione dei pianeti con un telescopio, per questi migliore è la risoluzione degli specchi o delle lenti, a seconda del tipo di telescopio che stai usando, maggiori sono i dettagli che risolvi. Questi poi li devi trasferire sul sensore e vale lo stesso discorso.

Probabilmente non mi è chiaro che tipo di fotografia astronomica devi fare. Se devi semplicemente fotografare il cielo notturno, più che di Fotografia Astronomica parlerei di cielo notturno appunto.

In questo caso che tu abbia un f/1.4 o un f/3.5 cambia poco perchè quando hai la macchina montata su un inseguitore, vorrà dire aumenterai semplicemente il tempo di esposizione proporzionalmente.

Comunque poco importa nella discussione, volevo soltanto precisare.

Inviato: 15/6/2016 10:30
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Re: Passo Pordoi
Utente non più registrato
Bella foto in B&W, mi ricorda quelle che vedevo negli alberghi di montagna da piccolo. Buona la composizione e belle le nuvole che galleggiano nel cielo.
Mi pongo però un paio di domande:

Vale la pena di fare oggi una foto così con un grande formato (pure piuttosto grande) senza la stretta necessità di avere i basculaggi ( per avere tutto a fuoco, ma qui non è tutto a fuoco)?

Se tu l'avessi fatta con una buona 6x7 e un buon obiettivo, stampata 20x25 con un obiettivo di ottima qualità, sarebbe molto diversa?

Se tu l'avessi fatta con una ammiraglia digitale anche presa usata di una decina di anni fa, sviluppando il RAW, sarebbe molto diversa?

Sarà per la scansione, ma la qualità a livello di dettaglio mi sembra piuttosto scarsa, e te lo dice uno che del dettaglio spesso se ne frega, però in questo genere di fotografie, secondo me ci vuole.
Qualcuno potrebbe dire che la gamma tonale in un 8x10” sarebbe assai superiore, può darsi però valutare guardando una scansione postata a 800 dpi non è possibile valutare ciò.
Riguardo alla foto in sé e alla composizione, ti avrei detto le stesse cose se anche se tu l'avessi fatta con una compattina, per una valutazione su quel formato dovresti postare una scansione fatta molto bene ed almeno a 1200-1400 dpi (magari mettendoci la tua firma per il copyright).

Sul discorso del “vale la pena”, la mia personale risposta è che la varrebbe solo per ritrovare un look antico, usando ottiche d'epoca, emulsioni e sviluppi analoghi a quelli del primo '900, stampa per contatto su carta albuminata, ecc.

Inviato: 15/6/2016 9:53
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Re: E sempre fotoritocco...
Utente non più registrato
Luciano:
Citazione:
...E la street photography ed il reportage non credo facciano particolari eccezioni: già solo il fatto che , dato un avvenimento locale (cioè una qualsiasi azione di cui il fotografo è testimone), coesistono in esso una infinita molteplicità di accadimenti, di azioni, di rapporti, di angolazioni ed inquadrature possibili, mi fa pensare che lo scatto - anche quello memorabile - non rappresenti che una sceggia magari insignificante della realtà e che siamo poi noi a caricarlo di significati spesso spuri e del tutto personali.


E' proprio così, te lo dicevo anche in una risposta al tuo post recente con le tue foto, che la fotografia tu la fai ma poi questa vive di vita propria nella interpretazione di chi la guarda e nell'uso che ne viene fatto. Se ti va bene, la scena viene vista e interpretata come tu l'hai vista, altrimenti per altri può essere un'altra foto. E' normale.

Concordo con quello che dici, è difficile dire cosa sia vero o non lo sia in fotografia (e nella pittura “realistica”), probabilmente in entrambe non c'è niente di vero, così pure forse ha ragione chi dice che non è l'autore che fa la foto ma in realtà è la macchina fotografica (perchè introduce tali e tante variabili, come pure i processi successivi, che col reale hanno poco a che fare).

Aboliamo pure il termine “verità”, non c'è problema, rimane il fatto che c'è un confine tra quello che riprendo e quello che modifico o aggiungo.

Allora abbiamo tre piani di valutazione:

il primo riguarda l'interpretazione da parte di chi guarda, di ciò che ho ripreso, senza modifiche dopo lo scatto (un crop non è una modifica, perchè equivale all'uso di un tele invece di un normale. Ad esempio, posso usare un tele in ripresa che riquadra il soggetto, o posso fare un crop successivamente per riquadrarlo, al massimo peggiora la qualità della foto).

Il secondo riguarda ciò che ho modificato a posteriori negli elementi che ho ripreso con lo scatto.

Il terzo riguarda il formato del sensore o della pellicola. In teoria le fotografie dovrebbero avere una forma ellittica, considerato che un occhio ha una visione circolare e due combinati la danno ellittica.
Se ad esempio uso un formato rettangolare, non posso dire che ho falsato la scena perchè in postproduzione ho croppato un po', la scena era già croppata dal formato e dall'obiettivo usati.

Tutte e tre le valutazioni ti danno ragione quando dici che è difficile dire quale sia la verità.

Non ci resta che limitarci a dire che la fotografia di strada e di reportage hanno un elemento in comune: la capacità del fotografo di cogliere al volo una scena così come si sta svolgendo davanti ai suoi occhi (o al suo obiettivo), senza la pretesa (per i motivi esposti) che questa sia la “verità” ma anche senza aver manipolato, prima o dopo lo scatto, gli elementi della scena, per farli sembrare veri e colti in tempo reale.
In caso contrario si tratta di cinema (dove la finzione è ovvia), fotoromanzo, fotografia artistica, matrimonialista (solo per le pose), foto in studio di tutti i tipi ecc. ecc. ecc.

Allora nella foto del Che che è stata colta al volo, il crop non inficia la veridicità dello scatto, e posso dire che è una fotografia di reportage che ritrae una scena nel momento in cui accade.
Che si stesse tirando su la cerniera (magari quella dei pantaloni) e che magari stesse pensando al c..o che avrebbe fatto a chi ha inventato le cerniere, non significa nulla. Non è responsabile il fotografo della interpretazione che mezzo mondo ha fatto della sua espressione, vedendoci lo sguardo di un rivoluzionario che sta pensando alla rivoluzione mondiale (conoscendo ora l'antefatto credo che stesse penando alle vittime dell'esplosione).
Comunque, come dicevo, il fotografo fa la fotografia, poi questa vive di vita propria.

(Piuttosto guardando i provini della sequenza c'è da notare che lo sviluppo non ha agito uniformemente sulla pellicola e che le due foto del Che sono quasi immuni dal difetto che rovina pesantemente molte altre...colpo di fortuna doppio, in ripresa e nello sviluppo.
C'è anche da notare pure, come nota FranzX, che non sempre la perfezione nella qualità è una componente fondamentale, ma questa è un'altra storia!).

Metto come esempio un foto (fa parte di una serie) che ho fatto qualche anno fa e che ha in sé un elemento che riguarda la prima valutazione elencata (l'interpretazione).
Chi la guarda può vederci un tizio con un buffo cappellino, qualcuno ci può vedere un tizio che ha la moglie infedele, un credente dirà che il diavolo è in mezzo a noi. Io l'ho fatta prevedendo la seconda interpretazione, (ed è un elemento di ironia) ma sempre di vera foto di strada si tratta.






Allega:



jpg  Cappellino.jpg (219.28 KB)
2594_575d5164d38a1.jpg 1024X1176 px

Inviato: 12/6/2016 14:11

Modificato da PinoKent su 12/6/2016 14:29:39
Modificato da PinoKent su 12/6/2016 14:31:14
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Re: E sempre fotoritocco...
Utente non più registrato
Si, questa visione della faccenda è accettabile e per certi aspetti condivisibile. In effetti devi essere creativo e un buon fotografo per inscenare un set di ripresa. Ci sono però un paio di obiezioni che si potrebbero fare:

va bene senza dubbio questa opzione, però non puoi farmi passare una scena costruita come capacità e colpo d'occhio che colgono al volo un accadimento.

La seconda è che così mi vien da pensare al fotografo come ad un regista che non ha trovato spazio nel cinema e che si accontenta di aver prodotto un singolo fotogramma o ad un produttore di fotoromanzi che pubblica una sola scena.

Parliamo sempre di reportage e foto di strada, altro è la fotografia di moda, ritratto, fotografia matrimonialista ecc.

Se pensiamo a quanti film di grandi registi ci hanno lasciato nella memoria sequenze di fotogrammi indimenticabili e cito Riso amaro, La ciociara, Apocalypse now, Platoon, L'albero degli zoccoli, Novecento, giusto i primi che mi scorrono davanti agli occhi e che hanno scene del mondo reale, dei nostri tempi o di quelli dei genitori, direi che quel genere di fotografia è abbastanza coperto dal mondo del cinema.

Quindi se mettiamo insieme scene costruite con scene ritoccate in postproduzione al punto di essere tarocche secondo me siamo in un ambito diverso dalla fotografia di strada o di reportage come si è sempre intesa e dove prima di tutto deve esserci la verità.

Infine va a farsi benedire quel sottile fascino che ha la vera fotografia di strada, che è un po' il fascino del pistolero nella epopea del West. L'occhio acuto, la sagacia nel capire le situazioni, la rapidità fulminea che coglie l'istante e nel Far West hollywoodiano freddava l'avversario!

Inviato: 11/6/2016 1:11
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Re: E sempre fotoritocco...
Utente non più registrato
Sono d'accordo infatti, Fer, e ora che lo sappiamo perchè è stato documentato, le sue foto le metto soltanto nell'ambito della fotografia artistica; belle comunque ma che non sono nè documentaristiche, nè foto di strada, intese come scatti che catturano un attimo, se quell'attimo è interferito da pesanti modifiche (altro che cartina per terra).

Purtroppo sappiamo tardivamente che ad esempio Doisneau falsificava l'attimo fuggente che tale non era perchè metteva i personaggi in posa, sembra che lui stesso dicesse che non fotografava il mondo reale, ma come gli sarebbe piaciuto che fosse. Di Capa si sa che la foto dei soldati americani che piantano la bandiera è stata fatta mettendoli in posa e che quella del miliziano colpito l'ha fatta, come diceva lui, mettendo la macchina sopra la testa e scattando a caso, ma c'è chi dice che in realtà il soggetto stava semplicemente cadendo perchè scivolato! Altri fotografi, davanti ad una scena interessante, chiedevano ai soggetti di ripetere lo scatto aggiustando le pose.

Forse una dei pochi che faceva vera fotografia di strada era la Vivian Mayer, ma queste storie hanno una cosa positiva.
Non ci si deve scoraggiare davanti a tanti esempi di foto eccezionali fatte in giro per il mondo, pensando che senza la possibilità di viaggiare sostenendo spese a fondo perduto, o rischiando la vita in zone di guerra, non si possa fare della fotografia interessante per sé innanzi tutto e forse un giorno per altri.

Il nostro mondo è sotto casa, il luogo dove viviamo o siamo vissuti, e quel mondo ha senso perchè esiste. Pure le foto che scattiamo in quel mondo hanno un senso, se supportate dalla capacità di coglierlo. Magari non avranno l'eccezionalità, come visto a volte costruita, ma fra cent'anni saranno comunque una preziosa documentazione, che magari porta in calce il nome dell'autore, così qualcuno saprà che c'eravamo. Basta che siano foto vere, magari non bellissime ma il cui valore sarà nella verità, perchè, come abbiamo visto, le bugie hanno le gambe corte.

Pensando che tutti coloro che frequentano il forum, abitano in piccoli centri rurali, o in località antiche, o in grandi città, ciascun luogo con le sue caratteristiche paesaggistiche e socio-culturali, il settore “Commeti a Fotografie” dovrebbe essere bombardato di immagini.

Nel 1981 ho fatto un reportage di una quarantina di foto a Pellestrina che è un'isola della laguna veneta; una volta i suoi abitanti erano dediti soprattutto alla pesca.
E' emozionante oggi vedere tutti i pescherecci in vecchio legno allineati lungo il litorale, i bambini che giocavano al salto della corda, mentre genitori e nonni aggiustavano le reti sulla riva o cucinavano il pesce all'aperto.
Quello che allora poteva sembrare di una banale quotidianità, oggi banale non lo è per niente ed è una preziosa documentazione di un mondo mutato.

Inviato: 10/6/2016 9:59
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Re: E sempre fotoritocco...
Utente non più registrato
Come diceva qualcuno in un commento nel link postato da Fer, se si usa il jpg, è già una bella interpolazione rispetto al raw nativo della macchina digitale, così pure la grana della pellicola più o meno vistosa è qualcosa che non c'è nella scena originale.

Il ritocco in fotografia si è sempre usato, ad esempio nella spuntinatura dei micro difetti della stampa (pelucchi, macchie di calcare, polvere, difetti dell'emulsione ecc. ecc.
Se una imperfezione cascava su un particolare, veniva ricostruita la porzione interessata.
Nel ritratto è ormai prassi comune dare una certa dose di sfocatura selettiva sulla pelle, ma lo facevano con maestria anche un secolo fa sul negativo come dicevo in un post che misi nel sito scomparso e di cui riporto qui un esempio (cliccare sulla seconda foto).

Giustamente come dice FranzX, dovrebbe essere escluso dal fotogiornalismo e dalla fotografia documentaria.

Personalmente anch'io uso la postproduzione come facevo in camera oscura:
leggere correzioni di linee cadenti inclinando la testa dell'ingranditore, qualche mascheratura per bilanciare i contrasti, aggiustamento del taglio nel riquadrare la scena, spuntinatura sulla stampa. Anche la stampa su carta opaca o la smaltatura erano artifici indotti, guardando bene.

Quello che non sopporto negli scatti a Venezia è di avere sul selciato in primo piano cicche o cartine; le tolgo, che poi non mi accettino la foto in un concorso non mi interessa perchè ai concorsi non partecipo praticamente mai, per vari motivi, fra cui lo stile in voga nel momento storico che influenza i gusti delle giurie.

Concludendo, se i ritocchi sono di modesta entità, per me sono più che leciti perchè fanno parte del mondo dell'immagine fotografica da sempre, specie nella fotografia artistica. Se si fa un reportage documentaristico, però, non si dovrebbe aggiungere, eliminare o posizionare alcunchè altrimenti viene meno la documentazione.
Se in una fotografia di strada, che di solito ritrae la vita delle persone, si toglie una cicca dal selciato, il messaggio dell'immagine non cambia, a meno che non ci siano una decina di cicche ai piedi di uno che sta aspettando un autobus che ci dicono che sta aspettando da un pezzo. Quelle non devo mettercele io, e sarebbe altresì stupido toglierle.

S. McCurry è molto attento agli equilibri formali della immagine, le sue foto sono bellissime, hanno un loro diritto di esistere nel campo della fotografia artistica. La discrepanza si crea se ad esempio vengono pubblicate su una rivista che ha una impronta scientifica nel campo naturalistico o geografico, sono due cose che non si conciliano e che dovrebbero stare in ambiti diversi.



Allega:



jpg  1 ridotta.jpg (154.54 KB)
2594_57599990b9ce7.jpg 413X650 px

jpg  Ritocchi.jpg (299.63 KB)
2594_575999b2c1992.jpg 1200X746 px

Inviato: 9/6/2016 18:30
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Re: Al posto giusto e al momento giusto
Utente non più registrato
Sono state dette da tutti cose verissime, che condivido, io comunque ho citato casi eclatanti e noti a tutti, ma non con l'intento specifico di citare fotografie che diventano icone, bensì per dire che anche nel mio piccolo la fotografia che ha una sua rilevanza nasce quando ci sono le premesse.

Per fare un esempio banale, è difficile avere nel proprio portfolio delle buone fotografie di strada, stando a casa!! Come diceva Paolo Monti (fondatore del circolo La Gondola e fotografo che è stato maestro di alcuni che sarebbero diventati grandi fotografi): - la fotografia si fa con i piedi-
Cioè la foto bisogna cercarla.
Solo se sei fotografo sai cogliere gli elementi di una scena che hanno un significato per te e per gli altri. La fortuna ti aiuta soltanto portandoti ciò che stai cercando e che devi essere pronto a cogliere.

Nella serie che ho postato tempo fa (Festa popolare veneziana) manca una foto che non ho fatto per colpa mia e ancora mi rammarico.
Sulla sinistra della chiesa avevano predisposto una fila di WC chimici addossata ad un muro, davanti a ciascuno c'era una piccola fila di persone di spalle, tra me e loro un piazzale vuoto.
Una contrapposizione fra la massa di fedeli davanti alla basilica e questi davanti ai WC.
Scena formidabile; ero sceso per primo dal battello della fermata posta per l'occasione (la festa) proprio davanti alla zona, quando l'ho vista, ma avevo ancora il tappo sull'obiettivo e la macchina spenta. Il tempo di accendere la macchina e togliere il tappo, e sono stato travolto dalla massa di persone che scendevano dopo di me. È stata tale la rabbia per essere stato impreparato che ho proseguito oltre, quella foto l'avevo persa, dopo c'era sempre qualcuno che passava davanti, qualcuno delle code che si girava, ecc. non era più la stessa foto.

Questa invece, in altra occasione, (ma potrei metterne decine, molte purtroppo per le mie remore sulla privacy non le pubblico) mi si è presentata davanti e non me la sono lasciata scappare. Fatta con una Rolleiflex con tempo e diaframma già impostati per quella luce, solo il tempo per impostare ad occhio l'iperfocale e scattare. La ricerca di un angolino privato dietro ad una colonna di una piazza piena di turisti! Più di qualche fotografo famoso l'avrebbe costruita mettendoci lì i due apposta, come si sa, questa invece è vera fotografia di strada.

CLICCARE SULLA FOTO


Allega:



jpg  Rollei_46a.jpg (333.41 KB)
2594_5757e59981089.jpg 1024X1025 px

Inviato: 8/6/2016 11:30

Modificato da PinoKent su 8/6/2016 11:53:48
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Re: Al posto giusto e al momento giusto
Utente non più registrato
(Avevo scritto questa cosa circa una settimana fa, poi non avevo più voglia di metterla. Riprendo oggi il discorso.)

La fortuna, soprattutto nella fotografia di strada o di reportage è spesso determinante, ma perchè ci sia ci vogliono le premesse.

Ci vuole l'attrezzatura pronta allo scatto, il fotografo già pronto allo scatto, vigile, attento a ciò che gli sta attorno, rapido, il pensiero ed il gesto quasi contemporanei.
Non a caso celebri fotografie sono nate nel contesto di un servizio fotografico. Tali sono quella citata del Che o la ragazza afgana di Mc Curry il quale stava già fotografando delle ragazze dentro ad una tenda di profughi. Quando ha inquadrato quella, l'aveva già notata, lei ha contribuito con quello sguardo incredibile che ha fatto storia.
Lo stesso vale per il miliziano colpito di R. Capa; è ovvio che lo stava già inquadrando quando è stato colpito, sarebbe stata comunque una foto notevole.
Idem per la foto dei bambini che scappano da un bombardamento lungo una strada in vietnam. Ecc.

Per questo celebri fotografie che colgono un istante sono quasi sempre fotografie di fotografi navigati, perchè chi non lo è non si è messo vigile e pronto nella situazione in cui la foto avrebbe potuto esserci, e se anche c'era non l'avrebbe vista e tantomeno fatta.

Inviato: 7/6/2016 21:06
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Re: Ciao Daniele
Utente non più registrato
Sono sbigottito e profondamente addolorato da questa notizia!
La apprendo con dolore perchè con Daniele ci siamo anche scritti per email riguardo alla sua Fuji che aveva appena acquistato e ci siamo sentiti qualche mese fa quando voleva fare un salto a Venezia in occasione di un paio di mostre. Era un po' veneziano anche lui perchè aveva studiato allo IUAV e la conosceva bene. Gentilissimo e sempre disponibile oltre che profondamente competente nel campo della postproduzione e della stampa.
Lo consideravo un amico che ancora non avevo potuto conoscere di persona e ci tenevo assai.
Ciao Daniele.

Inviato: 1/6/2016 17:44
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Re: Esterni a Milano
Utente non più registrato
Luciano, è giusto che sia così! Nella serie “a colori”, diciamo, per distinguerla da quella “quasi” in bianco e nero, hai fotografato soprattutto la modella, nell'altra hai fotografato l'ambiente con la modella.
Che fosse o meno nelle tue intenzioni questa seconda impostazione (che nella sequenza è all'inizio), è ininfluente perchè quello che conta per chi guarda è il risultato.

L'opera d'arte è come i figli; li hai fatti ma poi vivono di vita propria. Non puoi prevedere quale sarà l'accoglienza che avranno nel loro essere al mondo. Certo è preferibile se sarà come tu avresti voluto, e in questo può influire l'educazione che hai dato loro.

E' chiaro da quello che dici che la tua priorità era sperimentare la resa della tua attrezzatura di illuminazione e che i risultati nel colore ti appagano abbastanza e corrispondono alle tue preferenze.
Chi guarda però non aveva questa priorità, non sa nulla delle fasi preparatorie e delle tue intenzioni. Tecnicamente, dove il colore è preponderante, sono venute come tu volevi e c'è quello che tu cercavi. Però sono foto come milioni di altre che potrebbero far parte di un catalogo di abbigliamento, quindi hai detto a te stesso che con la tua attrezzatura puoi fare un catalogo professionale.
Quelle in cui cade la preferenza di altri hanno invece qualcosa di artisticamente unico.
Sono gli spazi, come ho già detto, la scelta delle prospettive, l'atteggiamento della modella che li capisce e si inserisce in questi con le pose giuste, la quasi assenza di colore, assenza che contribuisce a dare un particolare atmosfera ecc.

Il fotografo che ha fatto la foto del Che, mica lo sapeva che stava facendo una cosa unica al mondo. Faceva parte di una lunga sequenza scattata durante un comizio. Senza saperlo, però in virtù del suo mestiere, stava facendo nascere una foto che per l'angolo di ripresa, per l'espressione del personaggio, per come si sarebbe evoluta la sua storia, sarebbe diventata uno degli scatti più celebri nella storia della fotografia. In parte è stato merito suo, in parte del Che perchè se al suo posto ci fosse stato il Pierino dei film degli anni '70, con un basco in testa, non avrebbe avuto uguale fortuna!

Nella serie a cui mi riferisco, hai scelto l'ambiente giusto, le giuste focali, la giusta luce, hai avuto la modella giusta. Probabilmente non volevi fare fotografia artistica ma piuttosto sperimentare fotografia professionale da catalogo, invece, forse tuo malgrado, sono nate anche delle foto artistiche che tali sono per chi guarda.

Per me il feedback di chi frequenta un forum di fotografia ha una certa importanza proprio per questi aspetti. Fortunatamente ho quasi sempre un riscontro delle mie intenzioni e penso che sia importante questo esercizio per coltivare in chi legge, e da poco si è approcciato a questo mondo, un senso critico dell'immagine fotografica. Importante per ribadire che la fotografia è fatta ovviamente anche di attrezzature, ma quello che conta è soprattutto il risultato che comprende altro oltre alle stesse.

Ho invocato a suo tempo, come citi, la partecipazione a questo aspetto, sono sempre della stessa idea, ho modificato solo un po' l'atteggiamento, commento solo i lavori di chi ha commentato anche i miei.

Inviato: 1/6/2016 9:58

Modificato da PinoKent su 1/6/2016 10:30:49
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Re: Esterni a Milano
Utente non più registrato
35, 48, 54 non è un terno sulla ruota di Milano ma una sequenza formidabile sia per il luogo che hai scelto sia per le inquadrature con la giusta focale che per la bravura della preziosissima modella integrata nella scena senza irrompere nella stessa. Bellissima intesa fra fotografo e modella che capisce gli spazi e il tuo punto di ripresa. Queste tre foto tra l'altro le vedrei benissimo anche in bianco e nero assimilandoti di conseguenza nettamente all' H. Newton che ho visto a Venezia (mostra in corso) perché ne ricalchi assai lo stile.
Molto belle comunque anche le altre con maggior presenza del colore e ottime pure quelle con l'orizzonte inclinato in maniera decisa, a riprova che in questo genere l'inclinazione non deve avere mezzi termini.

Inviato: 31/5/2016 0:33
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Re: Statua e torre campanaria - Sacro Monte - Varese
Utente non più registrato
Bella immagine, bellissimo bianco e nero a cui il filtro rosso conferisce forza. Gli elementi che si combinano danno dinamicità e spazi interpretativi: il gesto della statua sembra mettere in movimento le nuvole. “...L'orologio della piazza ha battuto la sua ora...” come diceva una canzone che qualcuno ricorderà, e qualcosa sta per accadere!

Complimenti; la bravura del fotografo sta non solo nel catturare una scena, ma anche nel saper scegliere quella o quelle che dicono qualcosa.

Inviato: 30/5/2016 8:39
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