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Re: Diana Blefari Melazzi - Una foto

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8/10/2006 17:44
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Si puà fare uno sforzo nel seguire il discorso di cristiano. E provare a capire come un immagine possa "dire" anche al di la del contesto in cui si inserisce.
Perchè a mio parere è proprio questo l'aspetto; quella foto, per le sue caratteristiche plastiche non é legata al contesto di colpevolezza di quella persona. Che sia colpevole é fuori discussione e non entriamo nel merito. La fotografia dei colpevoli ha una sua storia e quasi sempre questo tipo di fotografia restituisce tratti della persona che possono facilitare un processo di etichettamento, di rappresentazione da "colpevole": viso nascosto, espressioni più marcate sia in una direzione di durezza o eccessivamente banali e via dicendo. Ma difficilmente belle, ne dal punto di vista della qualità  estetica della foto, ne dal punto di vista della bellezza del soggetto. In questo caso abbiamo una qualità  estetica particolare, rispetto alla classica foto di questo genere. Piani di messa a fuoco diversi, colori tendenzialemnte caldi, un contrasto tra le forme verticali delle sbarre e quelle morbide del viso, un'espressione che tende allo "straniamento", un punto di vist di tre quarti che da più profondità  e plasticità . Confrontatela con quella più piccola sotto, vista di fronte, più piatta. Aspetti che conferiscono alla fotografia una dimensione umana. Aspetti che così definiti possono toccare alcune sensibilità , se presenti nello spettatore/fruitore. Non voglio ovviamente dire che chi la pensa diversamente non é sensibile...ma credo che questi aspetti hanno contribuito in modo sostanziale a far dire a cristiano quelle cose e a fargli vivere quelle sensazioni. Anche a me ha colpito quella morte, sebbene per storia personale e politica abbia percorso ben altre strade. Ma quella foto porta con se un "discorso" di questo tipo, che l'allontana dal tipico discorso di cronaca nera o simile, facendola invece avvicinare ad un discorso sulla persona, sull'uomo, al di la delle intenzioni del fotografo e del contesto di colpevolezza.
bs
marco

Aggiungo una cosa. Questa immagine dice anche molto su cosa sia una immagine e come funzioni all'interno di un processo comunicativo. E quanto il ricevente riempia con le sue idee, i suoi sentimenti, la sua rabbia o la sua pietà , un immagine. Al di al dell'immagine.

Inviato: 4/11/2009 1:36
La fotografia non si domina: corre da sola e l'uomo la segue in ritardo e mai come oggi.
A. Gilardi

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Re: Aiutatemi a capire

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8/10/2006 17:44
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Nella domanda di ruunz ci sono alcune aspetti che possono essere generalizzati ad alcune tematiche tipiche della fotografia. E alcune risposte si sono concentrate su quelli. Poi se si vuole fare un commento a queste foto si puà anche fare - continuo a trovare il porfolio non equilibrato, sia come qualità  delle singole immagini, sia come discorso complessivo - . Diciamo che la sensazione di "forzato e di voluto", é comunque cosa diversa dalla bruciatura, o dalla gamma tonale a cui si rifà  ruunz.
Alcune foto sono anche interessanti, ma Giacomelli era talmente unico nella sua estetica che il solo provare a fare qualcosa come lui rende l'operazione in se problematica. A mio parere non bisognerebbe nemmeno provarci.
Alla prossima,
bs
marco


Inviato: 30/10/2009 12:59
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Re: Aiutatemi a capire

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Una prima risposta.
E' che ci sono troppi impliciti. Cos'è un buon bianco e nero? O parto da un criterio (e faccio solo un esempio, sia chiaro) prendo AA e inizio a parlare apputo di gamma tonale, ecc, ecc. Ma poi non è mica detto che il bianco e nero sia solo quello...In sostanza, a secondo delle estetiche che si hanno cambiano i criteri di valutazione. (per inciso, questo vale anche in altri campi, come nelle scienze umane...ad esempio, a secondo del modello che usi puoi leggere le cose in modi diversi). Per cui quando parla di bellissimi b/n puà parlare di estetica e non di tecnica. Personalmente ho delle foto di danza nelle quali alcuni bianchi sono bruciati, anche sul corpo del danzatore, ma fotografi e critici di un certo peso non hanno avuto niente da ridire e onestamente se un adepto di AA mi dice che non vanno bene, non me ne frega un granchè. Ma allo stesso tempo quando faccio alcun paesaggi, mi piacerebbe farli alla AA.
Una seconda cosa, quel portfolio é vario, nella sua articolazione. Cose molto diverse tra loro e dunque facilmente alcune possono piacere e altre no.
Terza cosa, hai toccato il tema della relazione tra espressione e tecnica. In altre occasioni l'ho già  detto, su questo forum (quando postavo di più) ma anche in altri forum. Ma sembra che in questo paese, costantemente diviso, sia impossibile parlare di creatività , espressività , arte e contemporaneamente parlare di tecnica e tecnologia. Dal mio punto di vista sono talmente legate queste due cose (il che vuo dire che si puà fotografare anche in assenza di un bagaglio tencico sia chiaro, puà essere una scelta, leggere cosa dice AA a proposito di Weston), soprattutto nella fotografia che mi sembra normale parlane di entrambe. Ma anche qui, in questo forum ci sono le fazioni, più sfumate, certo. E più in genrale risulta difficile fare un discorso che le comprenda contemporaneamente.
Oltretutto, é nella miglior tradizione dell'arte e dell'espressività , assumere una visione globale dove dentro ci stanno tutte e due i livelli. Un saggio di critica d'arte assume la tecnica come componente fondamentale. Nella fotografa contemporanea no, ma pensa!
spero di averti un pò risposto.
marco

Inviato: 28/10/2009 19:16
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Re: Chiude l'agenzia Grazia Neri

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Onestamente, questa gio67 mi sembra una di quel esagerazioni.... Insisto, guardarsi un po intorno. E' meglio.
C'è una tendenza al catastrofismo, ben svilupata anche all'interno di diversi blog italiani che si lamentano un po di tutto, della cultura italiana, della crisi della fotografia, della qualità ...e certamente questo approccio non aiuta ne sul piano individuale, ne sul piano dello svilupo della cultura fotografica.
bs
marco


Inviato: 25/9/2009 10:59
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Re: Chiude l'agenzia Grazia Neri

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Scusate ma da almeno 7/8 anni cosa vi aspettavate? da un lato il digitale, sto sfogliando certi numeri di Zoom e Photo degli anni 2000/2002, ed é interessante leggere dell'avanzata del digitale...ma il mondo non poteva restare immutato con tutta quella roba li che si stava affacciando. In sostanza é successo un cataclisma e tutti l'hanno raccontato come una grande conquista. Certo che lo é, ma dei morti che ci sarebbero stati nessuno ci ha raccontato nulla (curiosa storia questi che dei morti nessuno mai racconta prima. Solo dopo). Dall'altro lato la crisi economica, altro cataclisma, che non ha solo un anno di tempo, ma qualcuno in più, la GN ha perso solo nell'ultimo anno il 40% del fatturato, cioè la media di molte aziende in questo paese (alla faccia del nano). Questa sera chiaccheravo con un tipografo con cui lavoro e i dati che mi forniva suoi e di molti suoi clienti si attestano tra il 30% e il 40% di perdita (la sua tipografia nel giro di un anno non ha più 10 collaboratori/dipendenti).
E c'è un altro aspetto, sempre economico e forse culturale, la GN rappresentava il reportage, in particolare, era un po l'agenzia legata a quel mondo; é da anni che il mondo del reportage non é più quello di "un tempo". Aggiungiamo forse una struttura organizzativa un po sfasata con i tempi, autoreferenziale come dice Rictro, e la chiusura era li che aspettava.
La fotografia al suo apparire ha mandato a casa un po di lavoratori, come il trattore e qualche altra diavoleria. Ce l'ha già  nel dna..!! Appunto, cosa vi aspettate.
Ma quando le grandi agenzie francesi si sono sfaldate/vendute sono nati i collettivi di fotografi e a tutt'oggi la Francia presenta tra le più interessanti agenzie di reportage al mondo. Forse c'è bisogno di stupirsi e rammaricarsi molto poco - benchè ovviamente dispiace per il grande patrimonio di ben 12 ml di scatti analogici e 6 ml di scatti digitali, per la sua storia, ecc, ecc - e c'è bisogno di iniziare ad inventare qualcosa, sistemi di produzione, uscire dai propri orticelli e guardarsi un po in giro. Dentro e fuori dall'Italia.
bs
marco

Inviato: 24/9/2009 0:06
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Re: digitale e luminosità

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E' che il salvadanaio fotografico stenta a riempirsi....ma tengo duro!! L'impressione positiva avuta con il 18-24 forse e' proprio dovuta al fattore sviluppo tecnologico, come dice Mxa. Certo e' che il passaggio al digitale di un certo livello e' oneroso e ci metto dentro anche la parte computer/ software/formazione. Sono poi del parere che come facevo e faccio con la pellicola, anche per il digitale posso rivolgermi ad un bravo tecnico, ma quattro cose quattro si devono comunque sapere.
Insomma bisogna ragranellare qualche soldino...
bs
Marco

Inviato: 8/9/2009 15:47
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Re: digitale e luminosità

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Mi date qualche buona ragione per continuare a sborsare qualche dindino (quando ci sono). Sull'uso delle vecchie, relativamente, ottiche, concordo Falco. Sebbene avendo provato una D700 con il 14-24/2.8, mi ha lasciato una voglia...
Sto portando avanti un paio di progetti fuori dal contesto spettacolo, più da reportage e mi trovo tante volte a fotografre anche qui con luci basse o comunque in condizioni sempre un po al limite. E la coppia d700 (sono nikonista..!!) + grandangoli luminosi mi solletica, considerando anche quello che dice Fer, stiamo pure a 200 asa.
Quando invece si fotografa spettacoli allora posso andare su asa spinti e stare comunque tranquillo. Vabbe, vediamo che fare (i dindini in questo momento scarseggiano).
Grazie a tutti,
bs
marco

Inviato: 8/9/2009 0:41
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Re: digitale e luminosità

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Grazie Luciano,
comunque per specificare meglio, mi riferisco all'uso di macchine con sensori full-frame.
Gli altri tipi di macchine li prendo per come le fanno, uso una piccola panasonic e così é, punto. La domanda me la pongo quando devo comperare un ottica per una reflex full-frame. Costano, e se con la pellicola, facendo fotografie con basse luci, (spettacoli e danza contemporanea in particolare) aveva un senso orientarsi su focali con buona/ottima luminosità , anche per l'uso dello sfocato, con il digitale non trovo una ragione tecnica, se non quelle che valevano con la pellicola. Vanno ancora bene, ce ne sono altre? questo é un pò il succo della domanda.
Comunque grazie
a presto,
marco

Inviato: 7/9/2009 19:59
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digitale e luminosità

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salve a tutti,
una domanda a chi ci capisce.
Con il digitale quanta importanza ha la luminosità  delle ottiche? si leggono diverse cose, che non serve più di tanto insistere su ottiche luminose, oppure che invece serve sempre anche per la loro qualità ...
Se qualcuno ha qualche idea, grazie per le risposte.
bs
marco

Inviato: 7/9/2009 10:07
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Re: Gita in Olanda

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In genere da quando sono in fotoavventure e ora in effequattro (sebbene posti poco) non ho mai fatto OT di questo tipo, ma in questo caso una cosa voglio dirla, scusandomi sin d'ora. Cristiano, non credo faccia bene far troppi paragoni tra un paese e l'altro , tra le presunte libertà  in uno o nell'altro. In genere in questo paese si sta abbastanza bene, personalmente lo amo, ma vorrei che si provasse a vestire i panni di un immigrato in Puglia nei periodi dove si lavora in agricoltura. Non vedresti ne l'Italia della devastazione urbanistica, ne quella delle meraviglie artistiche (del passato), vedresti un'altra Italia, che noi abbiamo la fortuna di non provare ne vedere, nella nostra quotidianità . Credo che un paese che tratta persone che vorrebbero semplicemente lavorare per campare, peggio di come si tratta la peggior bestia, non stia troppo bene e rischia di perdere parte della sua civiltà . Parlare con i medici che lavoro nell'assistenza a queste persone t'incazzi perchè semplicemente t'incazzi. Questo paese resta meraviglioso, ma non é ne il migliore ne il peggiore. Sta male come tanti, perchè una sua parte si é smarrita.
E scusate l'OT, ma é il primo del genere che faccio in quattro anni.
bs
samuel

Inviato: 16/7/2009 23:12
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Re: bimbi

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Curioso, non ci sono quasi mai i visi.
So della difficoltà  nel fotografare bambini. Ho un progetto aperto da un paio d'anni sull'infanzia e ci si rende conto abbastanza alla svelta di cosa vuol dire non cadere nello sterotipo, nella retorica. Se poi si vuole provare a fare un discorso sul bambino, é ancora più complicato.
Queste foto mi piacciono, anche se vi ritrovo un certo sapore da stock, di qualità . Sono belle perchè c'è una grande naturalezza nel fotografarli, sono colti in atteggiamenti "naturali". Abituato a vedere alcuni cataloghi di abbigliamenti per bambini, queste immagini evocano comunque un approccio fotografico professionale e direi un po commerciale. Ti prego di non prenderlo come un'offesa, perchè non lo é, semplicemente le trovo fotograficamente molto ben fatte, ma l'occhio fotografico sembra educato a certe forme professionali.
E credo che il colore giochi una parte preponderante in questa valutazione.
Complimenti.
bs
marco



Inviato: 1/7/2009 19:56
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Re: La voglio!!! Olympus Pen digitale!!!

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Avessi i soldi la comprerei. Per due motivi, per l'affetto che nutro nei confornti della OM1 e dell'Olympus di quel periodo (tutt'ora funzionante e con una diapo dentro è un bel fotografare) e perchè é un bell'oggetto. Le altre cose mi sembrano che valgano come quelle di altre macchine, poco più, poco meno. Il bello della fotografia é che c'è di mezzo anche un oggetto, che, é chiaro, puà diventare anche un ossessione, ma con quest'aspetto ci si puà ragionare.
bs
marco

Aggiungo che ci sono poche analisi sul rapporto tra fotografo e apparecchio, analisi che vadano oltre agli aspetti tecnici e che invece riescano ad identificare l'intimo rapporto che nasce tra lo specifico apparecchio fotografico e il fotografo. Che puà anche caratterizzarsi per il disinteresse, ma che rappresnta anch'esso un tipo di rapporto.

Altra questione, sollevata da...(mi sfugge il nome) è quella dell'evoluzione degli apparecchi nell'era digitale, specchio, mirino, e via dicendo. Interessante questione che, peccato, nessuno apre come topic. A me mancano le conoscenze tecniche per farlo, ma l'avverto come un tema del breve futuro (in realtà  già  presente, guardare la Red...)

Inviato: 18/6/2009 16:17
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Re: Chiude definitivamente la rivista Around Photography

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In qualche modo é quello che dicevo prima riguardo alla scelta di seguire un approccio specifico alla fotografia d'arte. Probabilmente quello più "di tendenza", ma allo stesso tempo limitato nei numeri, dal punto di vista della vendita.
Il mercato della fotografia se é veramente grande dal punto di vista della vendita di macchine e armenicoli vari, si riduce notevolmente per quanto rigurda l'interesse alla fotografia dal punto di vista culturale e artistico. Come dire, una gran quantità  di persone mangia la pasta, ma molto, molto meno mangia fusion.
E per quanto si sia allargato il consumo culurale nelle sue diverse manifestazioni, non vuol dire che per quanto riguarda questo specifico aspetto della fotografia ci siano i numeri sufficienti a "vendere" il prodotto.
Se oi si aggiunge il fatto che quella rivista seguiva con maggior attenzione certe cose piuttosto che altre, le conclusione sono presto fatte. Sarebbe interessante capire quali elemnti del mercato li hanno convinti a fondare la rivista, al di la di un legittimo e indiscutibile desiderio di dire qualcosa sulla fotografia e di affermare una propria visione e lettura dei fatti fotografici come AP faceva. Ma anche per questo puoi incontrare i favori come le criticità  di un pubblico. Già  limitato.
Insomma non é per nulla facile la faccenda.
Anche un altra bella rivista, interamente dedicata al reportage come Private è diventata "francese".
bs
marco

Inviato: 10/6/2009 10:11
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Re: Chiude definitivamente la rivista Around Photography

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ciao Osvi, mi permetto un osservazione non fotografica.
Se ti interessa ti consiglio la lettura del rapporto annuale del Censis (lo trovi su www.censis.it e iscivendoti lo scarichi), in particolare la sezione "comunicazione", nella quale si entra nel merito del rapporto comunicazione e media e del consumo culturale. Lo scenario che ne emerge non é così drammatico, anzi le proposte e le occasioni di cultura di qualità  sono aumentate così come la fruizione, sicuramente in termini d quantità .
Cià non significa che siamo nel bengodi culturale, ma che, con più probabilità , la situazione si disegna estremamente sfacettata, dove convivono situazione di degrado e corruzione a situazioni di grande dinamicità  culturale. Cosa non strana in un paese caratterizzato proprio da una simile dinamica, in molti suoi settori.
Se torniamo alla scena culturale legata alla fotografia, credo che anche qui si faccia fatica a rintracciare una tendenza omogenea. Per altre ragioni me ne sono interessato e mi sembra proprio che in questi anni siano cresciute molte iniziative (si potrebbe fare un elenco e si vedrebbe quali sono e dove sono), pensa solo al circuito dei festival della fotografia.
Detto questo, anche in questo caso, non é tutto uguale, dovunque e per chiunque. Tutt'altro, ma non griderei al disastro, sebbene in alcuni forum, anche accreditati, pare sia lo sport più diffuso.
Questo é un paese contradditorio, e per questo da leggere con estrema attenzione senza facili rappresentazioni schematiche o stereotipate. Perchè quando meno te l'aspetti, ti sorprende.
bs
marco


Inviato: 9/6/2009 19:04
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Re: Chiude definitivamente la rivista Around Photography

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ciao Marco,
credo che la chiusura di Around possa essere letta in diversi modi.
Innanzi tutto, e fuor di polemica, per quanto riguarda anche questo ossevatorio il numero di riposte e di letture la dice lunga sull'interesse che suscita la notizia. Prendo atto e non discuto, ma se proiettassimo questa situazione più in generale (é solo un esempio) posso credere perchè chiuda.
Per diverso tempo ho comprato AP, trovando assolutamente interessante, anche perchè non parlava solo di fotografia, ma allo stesso tempo l'ho trovata "limitata", mi si passi il termine, ad un approccio molto specifico, non tanto sulla fotografia, ma quanto puttosto sul tipo di approccio artistico. Certo, é quello che "funziona" all'interno del mercato, o che rappresenta meglio alcune tendenze, ma credo, che ci sia bisogno di andare oltre, anche nella fotografia artistica, di mettere in campo la pluralità  della fotografia.
E' anche uno dei motivi per cui non mi stimolava all'acquisto. E non credo di essere uno che non guarda agli aspetti artistico-culturali della fotografia e dell'espressione. Detto questo, dispiace sempre che chiuda una rivista fatta con la passione.
a presto,
bs
marco


Inviato: 9/6/2009 11:07
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Re: Esposizione e WB perfetti, come?

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Grazie, Fer. Infatti era un interesse legato sia alla chiarezza delle terminolgie (che secondo me possono creare confusione...), sia ad una maggior comprensione dell'applicazone dei concetti al digitale. E mi hai risposto. Sull'HDR infatti non ho grande interesse semplicemente perchè faccio una fotografia dove raramente potrebbe essere usato. So che c'è, e che fornisce anche quel risultato, tanto mi basta.
E dunque, grazie ancora
bs
marco


Inviato: 4/6/2009 12:47
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Re: Esposizione e WB perfetti, come?

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Ok, ho capito, anche dove sbagliavo nel ragionamento, almeno credo.
Ultima cosa, così facendo si estende la gamma tonale?
E' tardi, lo so...
grazie
bs
marco

Inviato: 4/6/2009 0:04
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Re: Esposizione e WB perfetti, come?

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Grazie Fer. E sin qu ci siamo.
Quello che sostenevo però é che dal punto di vista del significato della frase, quando si usa la pellicola "esporre per le alte luci" non vuol dire esporre bene le alte luci? se si, vuol dire che sottoespongo le basse luci, No?

Se così é, allora "esporre a destra" vuol dire sovresporre, cioè esporre per le basse luci (cioè espongo bene le basse luci).
E' qui il nodo terminologico!!
Sai cos'è, é che ci ho fatto una discussione interminabile l'altra sera, non tanto sul concetto di "esporre a destra", ma su quello di "esporre per le alte luci"...
Per la risposta, pensa in pellicola!
grazie ancora
bs
marco

poi mi é chiaro perchè peli ancora di più le alte luci...


Inviato: 3/6/2009 20:20
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Re: Esposizione e WB perfetti, come?

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Entro nella discussione con grande rispetto...sapendo poco di digitale. Ma, dovendomene occupare mi interessa capire quattro cose, quattro.

Domanda 1. Esporre per la zona destra dell'istogramma, da quel che ho capito, vuol dire avere una certa quantità  di alte luci, arrivando, almeno così leggo da diverse parti, al limite della bruciatura delle alte luci stesse. Se così é, direi che questa stuazione significa che ho sovresposto e dunque non ho esposto per le alte luci. Mi confermate?

Domanda 2. Quando si dice "esporre per le alte luci" cosa si dice in realtà ? si dice le alte luci vengono correttamente esposte, che significa però che ho sottoesposto le basse luci, no? Mi confermate?

Domanda 3. Se così é allora le definizioni "esporre per le alte luci" ed "esporre a destra" dell'istogramma non stanno bene insieme. Perchè esporre a destra, se ho ragione alla domanda 1, vuol dire sovraesporre e per questo rendere leggibili le ombre, che é il contrario della domanda 2, cioè esporre per le alte luci. Mi confermate?

Credo che ci sia un uso diverso delle stesse parole.
Ditemi se prendo cantonate.
bs
marco

Inviato: 3/6/2009 19:15
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Re: L'ottimo Magnabosco

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Opinione personale, il 6x6 funziona benissimo con composizione "centrate" che non. Poi dipende anche come si centra. La fotografia della suora con intorno quel muro che definisce linee curve (a proposito, qual'è il soggetto?) é molto diversa dalla foto con la tipa seduta sul divano, collocata perfettamente al centro, con dietro un muro bianco. Credo che ci sia molto "spazio fotografico" in un 6x6.
bs
marco


Inviato: 2/6/2009 12:46
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