direbbe Gianni Minà

questa fotografia mi è sempre piaciuta molto, tanto. Io non pratico street e reportage ma questa immagine mi ha sempre trasmesso il senso della fotografia di viaggio, di reporter, di macchine fotografiche, quelle di una volta, al collo, di tavoli luminosi e lentino...questi colori così tanto da pellicola e il sapore di quegli anni incredibili.


stupenda foto di uno di quei tanti ( bravissimi) fotografi sconosciuti al grande pubblico che probabilmente non ha mai firmato nessun manifesto di filati colorati.

Raghubir Singh (1942–1999), fotografo indiano

Monsoon Rains, Monghyr, Bihar - 1967. © Raghubir Singh.

Allega:

---

  01.jpg (155.51 KB)

Hai ragione a dire che se esponi nei manifesti pubblicitari di 150 paesi, ti firmi, e fai sottintendere che sei un artista, te e le tue foto, un minimo di notorietà la acquistano. Se poi la tua prima foto è geniale e riesci a replicare la tua unica idea per 1000 foto diverse, allora...

ma Raghubir Singh non è proprio ignoto. Credo che fosse nello staff del National Geographic, o comunque uno stretto collaboratore, ma soprattutto è un fotografo indiano al 100%.

Cosa significa? che molti fotografi indiani sono e sono stati contaminati dalla visione occidentale dell'India e del colore, mentre lui no. Il suo modo di fotografare i colori restituisce proprio i colori dell'india, e non i colori dell'india mediati da una sovrastruttura occidentale.

Lo conosco, anche se lo avevo riposto in un angolo remoto del cervello, perché delle sue fotografie mi sono intriso il cervello prima di un lungo viaggio in India. Poi, alla fine, la mia percezione dell'India è stata completamente diversa da quello che comunicano le sue foto, ma almeno ci ho provato.

Citazione:

Prima o poi dovrei rimettere le zampe al tavolo luminoso, lucidare il lentino e selezionare un monte di dia da scansionare. Se vuoi darmi una mano, potresti ritrovare il sapore di quegli anni incredibili. E un po' di muffa.