non è mia intezione imitare chi prima di me ha già  postato delle deliziose immagini di Camaldoli, ma siccome ci sono andato pure io, e siccome mi sono portato dietro tutte le mie scatoline e scatolette volevo farvi vedere qualche visione distorta del luogo

L'eremo:






il monastero

Hehehe, non pensare di cavartela così a buon mercato, mi sono appena arrivate dalla sviluppo le pellicole scatatte a Camaldoli

Mi piacciono molto le tue immagini comunque, con quale "scatoletta" hai scattato?

Ciao e grazie, nello specifico, per scattare le foto sopra, ho utilizzato questa:

Ma è fantastica! Sembra fatta con quei blocchi di legno colorati con cui giocavo da bambino

ciao samuele...
mi dici lo spirito con il quale scatti tutte queste simpatiche ed anche, per me, strane (nel senso positivo, di ricerca di una visuale diversa) foto?
alla fine mi sembra di capire che con queste "scatolette" cole le chiami tu ci sia parecchio da divertirsi, ma a notevolissimo scapito di qualità  e controllo.

questo è un bellissimo argomento di cui però non ho mai parlato! Provo a rispondere. Premessa: essenzialmente sono un'istintivo, molto probabilmente provo ad esse un anticonformista, sicuramente curioso e sperimentatore.

Innanzi tutto in questo tipo di foto, quelle anamorfe, non hai nessun tipo di controllo, nessuno (solo "l'otturatore" è digitale, cioè usi le dita per muoverlo su e giù). Generalmente la sensazione che provo è quella di solitudine (quella positiva, quella che ti spinge ad affrontare nuove sfide), come quando mi trovo di fronte ad una cascata di ghiaccio, alle spalle uno strapiobo di 500 metri, armato solo di ramponi e piccozza, il resto lo devi mettere te. Flash-back e ti ritrovi con in mano (meglio sul cavalletto) una scatola (è davvero una scatola di cartone pressato) con avvolta una pellicola ed un foro non perpendicolare ad essa!!! cosa verrà  fuori? nessuno puà saperlo, anche se l'esperienza aiuta, la realtà  è che non lo sai mai fino a quando il rullo non è sviluppato, con la sostanziale differenza dalla pellicola tradizionale che non sai nemmeno interamente quello che hai inquadrato. E' come se ogni volta fosse la prima volta che scatti una foto con una nuova macchina fotografica. Se con le "normali" macchine fotografiche a foro stenopeico, anche senza mirino, più o meno riesco a capire quello che verrà  fuori dalla foto (le variabili impazzite rimangono "solo" l'esposizione ed il mosso), nell'altra è tutto una variabile, e siccome nel casino si sguazzo alla grande (mi piace pure avere torto), quando esce fuori qualcosa di buono sono salti di gioia. La foto è completamente tua, davvero tua.

capisco che la qualità , nella concezione comune del termine, non è minimamente all'altezza delle più blasonate macchine fotografiche (che non disprezzo affatto, anzi, ho pure quelle) però ho fatto alcune considerazioni più o meno opinabili. Nel mio caso mi sono accorto che più cerco la qualità  e più mi standardizzo in canoni già  esplorati, risultati già  scontati, strade obligatorie da percorrere (sensazioni), tutto a scapito della creatività  ma soprattutto con la totale mancanza dell'imprevisto che trasforma una foto in una creazione, una vera opera d'arte che ti colpisce il cuore perchè fuori dai canoni. In linea di principio sono della corrente di pensiero che vede la creatività  inversamente proporzionale alla complessità  del mezzo utilizzato. Non ho ancora avuto il coraggio di fare foto con il palmo della mano però...