Ciao a tutti, mi chiamo Ugo.
Invitato da Marco, cui faccio i complimenti per il ricco sito da lui curato, sono approdato su questi lidi dove procedo subito a una domanda, da niubbo del grande formato.
Ho intenzione di impostare il mio workflow in modo ibrido, ovvero sviluppare le dia, scandirle, ritoccarle in Ps e farle stampare in laboratorio.
Sul forum di LFP.info mi hanno consigliato di utilizzare pellicole poco dense come Fuji Astia, o negative. Questa seconda opzione però non mi convince, non voglio procedere con una rimozione magari non perfetta della "orange mask" e vorrei avere una dia anche per avere un confronto, nella fase di editing digitale, della resa cromatica.
Posto che nelle stampe finali vorrei ottenere i colori "à  la Velvia" (pellicola che mi è stata sconsigliata perchè troppo contrastata e densa, inadatta per le scansioni), anche voi consigliate l'Astia? E la Kodak E100G?

Grazie a tutti.

Ciao
Benvenuto

Non ho risposta alla tua domanda, perchè non ho mai sperimentato la via ibrida, non almeno in questi termini.
Inoltre ho quasi del tutto abbandonato le diapositive. Certo la Astia è, o meglio era, la mia preferita. Ma non la userei per ricavarci colori "alla Velvia"...

ma utilizzare la velvia per ottenere i colori "à  la Velvia"?
io non la scarterei senza aver prima fatto qualche prova di scansione
per un moderno tamburo o flatbed professionale l'elevata densità  delle ombre della velvia è ancora un problema?

Ciao Ugo e benvenuto sul forum, è un piacere incontrarti anche qui !

Ho scandito la Velvia 50 per tanti anni, sia con flatbed consumer come l'Epson 4990 piuttosto che con scanner a tamburo, e da quella che è la mia esperienza posso dirti che se la dia è ben equilibrata, esposta correttamente, senza eccessivi contrasti, ottieni magnifiche scansioni anche con la Velvia e che non ti pongono neppure particolari problemi nella postproduzione in Photoshop, a maggior ragione poi se ti affidi ad un servizio di scansione professionale che utilizza scanner a tamburo o flatbed pro di ultimissima generazione come DFI, a cui ci rivolgiamo anche io e Cristina.
Certo la Velvia, per le sue caratteristiche intrinseche, a volte richiede l'applicazione di alcune procedure più sofisticate di postproduzione in Photoshop, però ripeto, se la dia originale non presenta particolari "problemi" si ottengono ottimi risultati con la Velvia, ed è l'unico modo per avere quel "look" lì, nessuna altra emulsione si avvicina ed è molto difficile replicarne i risultati in PS.

Negli ultimi 2 anni invece abbiamo utilizzato unicamente Astia 100F nel formato 8x10", essendo una dia più "morbida", meno contrastata, con una latitudine di posa maggiore rispetto alla Velvia, va da se che ti "perdona" di più rispetto alla Velvia e puà essere utilizzata in un maggior numero di situazioni di scatto (leggi situazioni di luce), per cui anche l'approccio alla scansione, specie con un originale con qualche "peccatuccio", pone qualche problema in meno, specialmente a livello di postproduzione, rispetto alla Velvia 50, però posso ribadire anche che, per quelle che sono le mie capacità  in PS, e pur avendo sempre sostenuto che la Astia 100F "vede" il mondo cone la Velvia 50 (cioè ha una dominante gialla rispetto a quella magenta della Velvia 100F) non riuscirei mai ad ottenere la resa, il tipico "look" della Velvia.

Grazie a tutti,
ho comprato 2 pacchi di Velvia su eBay (48 euro compresa spedizione dall'Austria, non male), vi mostrerà i risultati appena possibile!