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Re: La Fotografia in Italia

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8/10/2006 17:44
Da Torino
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x Ermes,
dicendo che un Ghirri e un Mulas valgono quanto un Becher, intendo solo questo e nulla di più. Mi riferisco solo a loro, non ad un seguito che non c'è, concordo, ne a fondazioni che fanno bene o male un certo lavoro, concordo anche qui.
I Becher sono riconosciuti in ogni dove, certo, ma talvolta al di la del valore riconosciuto, credo anche che esistano specifiche lobby soprattutto per chi ne é seguito, se si parla poi di quotazione nei marcati d'arte ancora di più. Ma d'altra parte anche il potere nel mercato dell'arte indica lo stato di salute di una cultura.
Ma in sostanza non si dicono cose molto dissimili. Quello che voglio sottolineare é che non credo che la fotografia in Italia sia ad un livello inferiore a quella di altri paesi, nella sua storia e nella sua attualità , non credo che lo sviluppo culturale oggi sia a livelli così disperati (non so cosa ne pensi, ma la storia della fotografia italiana edita da Einaudi, e arrivata ad oggi, credo proprio che sia un ottimo prodotto, solo per fare un esempio), ecc, ecc.
Che poi la cultura in Italia soffra di alcuni limiti storici e contingenti, legati all'incapacità  di pensare alla propria contemporaneità  (vedi il caso delle città !!) é un fatto del quale soffre anche la fotografia, ma meno di altre forme di comunicazione e di arte, come ad esempio il cinema che se paragonato ad altre cinematografie...vabbè lasciamo perdere.
Non c'è dubbio che alcuni paesi, come la Francia per quanto riguarda il reportage, presentino panorami diversi e ben più ricchi, ma, ripeto, credo ingiusto considerare il panorama italiano solo sotto una luce negativa, e mi riferisco più in generale a quello che si legge in questa discussione.
bs
marco

Inviato: 26/11/2007 1:24
La fotografia non si domina: corre da sola e l'uomo la segue in ritardo e mai come oggi.
A. Gilardi

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www.flickr.com/photos/marcofluens

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Re: La Fotografia in Italia
Utente non più registrato
Forse e dico forse è la stessa mancanza di coraggio che rende debole l'imprenditoria italiana a far sì che sia la terra delle occasioni mancate.

La cultura inglese del rischio dell'investimento è fortemente affermata almeno dalla prima rivoluzione industriale. E si accompagna proprio all'industria ed al progresso tecnologico (vedi connessioni intime con un arte "tecnica" come la fotografia). In Italia le cose sono molto diverse. Gli imprenditori che apparentemente rischiano di più sono quelli che hanno visto delle soluzioni già  applicate all'estero e credono che possano funzionare in Italia. Analogamente con la fotografia. Se sono cose che vedono all'estero allora le accettano qui in Italia (ed accettano così solo visioni che nel panorama mondiale appaiono come "già  viste") ma se qualcuno presenta innovazione, chi si prende il rischio se manca anche una forte cultura di fondo? Quando questa cultura c'è ci sono anche le gallerie e le mostre (vedasi Contrasto e Grazia Neri) ma sono poche (numericamente) rispetto al panorama Parigino, New Yorkese, Olandese, etc etc etc etc

Saluti,
Alessandro

Inviato: 26/11/2007 23:22
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Re: La Fotografia in Italia
Moderatore
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11/3/2004 9:36
Messaggi: 4470
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Scusate l'OT ma è un periodo che, quando sento parlare dei Becher, e della Scuola di Dusseldorf, mi viene in mente l'immagine di Duane Michals intitolata "A Gursky Gerchin", ovviamente rigorosamente da stampare 3 metri x 4 metri :


http://www.robertkleingallery.com/gallery/main.php?g2_itemId=17997


Beninteso, sono stato un grandissimo ammiratore dei Becher e dei loro allievi, Gursky, Struth e Ruff su tutti, ne sono stato profondamente influenzato e sono d'accordo con ermes nel riconoscergli tutti i meriti che gli spettano sia per la coerenza/profondità  della loro ricerca, sia per l'indubbia influenza che hanno avuto, ed ancora hanno, sulla fotografia contemporanea, però quando comincio a sentire le parole "scuola" e "caposcuola" scappo a gambe levate!, perchè così siamo già  in una linea rigida/molare, è già  sistema, è già  cancrena, significato condiviso, abecedario della rappresentazione di stato, mentre per me l'arte vitale, quella che interessa a me (e non è assolutamente obbligatorio condividere le mie idee), è sempre quella che è linea di fuga, arte "minore", scoperta d'ignoto, che ci trascina inevitabilmente verso l'a-significante e l'a-soggettivo, "codesto solo oggi possiamo dirti, ciò che non siamo, ciò che non vogliamo" (Montale)...

Scusate l'OT, ma era solo per ribadire la necessità  di una rigorosa "criticità " che dobbiamo avere sempre nei confronti di quello che ci viene offerto dalla cultura ufficiale, dalla critica ufficiale e dal mercato dell'arte ufficiale (un pò come diceva samuel), solo per ribadire "chapeau" ai Becher, a Gursky e a Struth, ma secondo me oggi le pulsioni più vitali, innovative e "rigeneranti" dell'arte e della fotografia sono da cercarsi altrove (per quanto mi riguarda il fenomeno più interessante è Neen), è questa attenzione a ciò che è "sotterraneo", "marginale", che non deve mancarci mai, pur con tutto il rispetto per i grandi maestri e la necessità  di confrontarci con loro...







Inviato: 27/11/2007 10:09
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Re: La Fotografia in Italia
Utente non più registrato
Non condivido. Vengo dalla storia dell'arte e faccio un esempio. Posso dire che Giotto ha lasciato un segno nell' arte italiana, il Bergognone no. Potrei anche dire che personalmento preferisco il Bergognone ma questo nel bene o nel male non ha importanza. L'arte è un linguaggio ma anche un meta-linguaggio; artisti che si parlano, che si stimano, che si rispondono, che si scavalcano nella loro arte e non con le parole. La storia dell'arte (e della fotografia di arte) è questo, le stime personali non contano. Ecco perche' la scuola di Dusseldorf e' a mio avviso ...la scuola... insieme agli f64 ai photo secessionist e pochi altri.
Non é una cricca di potere o di personaggi che sfruttano il nome del proprio maestro. Se non si danno certi criteri credo che saremo sempre qui a dirci a me piace quest'altro senza capire poi come mai gli altri espongono al Moma ( ed in piu' vendono a 300000 euro le foto)
er

Inviato: 27/11/2007 18:29
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Re: La Fotografia in Italia

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8/10/2006 17:44
Da Torino
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Mi sembra che si dicano due cose leggermente diverse...marco si pone nei confronti delle scuole con un atteggiamnto critico e fa il suo discorso, ermes legge la realtà  storica del sistema fotografia di alcuni paesi valutandone i pesi; in questo senso sono due discorsi diversi, o sbaglio?
Poi sul fatto che ci sia una scuola, nei casi citati niente da dire e che i padri di questa scuola valgono quel che valgono niente da dire, ma su quelli che sono venuti dopo, si potrebbe dire qualcosa, come sul fato che le quotazione nascono dentro un mercato dell'arte che non necessariamente premia il valore in se dell'opera.
bs
marco

Inviato: 27/11/2007 21:54
La fotografia non si domina: corre da sola e l'uomo la segue in ritardo e mai come oggi.
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Re: La Fotografia in Italia
Utente non più registrato
In effetti la cosa per me piu' importante e' evitare ogni tipo di valutazione personale. Per questo sono sempre molto scettico quando sento un discorso sull'arstista marginale e sconosciuto che il qualche modo appaga pero' la nostra personale visione delle cose. Poi vi e' la questione delle scuole (a volte sono anche un po' dei centri di potere non lo nego) ma e' molto importante pero' capire che un artista di valore ( questa e' la mia opinione) nasce da una linea di pensiero che inevitabilmente lo oltrepassa, gli passa letteralmente attraverso, nasce prima di lui e gli sopravvive. Una delle frasi piu' shoccanti che il mio professore di st dell'arte contemporanea mi disse e' stata: ricorda che un artista se dipinge un albero non guarda un albero ma guarda l' albero che altri artisti prima di lui hanno dipinto. Questa frase ancora oggi non mi convince ma ogni giorno che passa mi sembra piu' vera. Quando guardo una foto di J Wall ( artsista che non amo, per la cronaca) posso immaginare che dentro il suo scatto vi siano mille riflessioni su tutta la fotografia contemporanea e questo lo rende di fatto unico. Quando vedo uno scatto di un giovane fotografo che ha intuito e freschezza ma nulla piu' mi sembra sempre di sentire il vuoto dietro all'immagine (a volte anche piacevole). Detto questo spero di aver dato nuova linfa alla discussione, ad ogni modo tenete presente che ieri era luna piena ed il mio umore ( e le mie considerazioni) ne risentono. Amichevolmente.
er

Inviato: 27/11/2007 22:30
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Re: La Fotografia in Italia
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11/3/2004 9:36
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ermes, scusa la fretta ma oggi purtroppo non posso dedicare molto tempo al forum .

Quoto in toto quanto ha detto samuel, stiamo facendo due discorsi molto diversi, non ho mai sostenuto la priorità  della valutazione personale sul pensiero critico, sul linguaggo e meta-linguaggio di cui parli tu (anzi condivido quanto tu dici), ma ho parlato solo di di linee rigide/molari che si "innestano" nel tessuto del divenire reale (ed un "caposcuola" ed una "scuola" lo sono), ed ho fornito delle superficialissime nozioni di carattere filosofico a questi temi (in neretto per sottolineare la diversa formazione, e punto di vista, da cui provengono i nostri rispettivi discorsi, a rimarcare che stiamo parlando di due cose diverse)...


Così come quando parlo di arte "minore" non sto certo, banalmente, riferendomi all'artista sconosciuto che "appaga la nostra personale visione delle cose", ci mancherebbe, mi riferisco ad un divenire minoritario, un divenire impercettibile, ad un modo del non-essere, o meglio del dis-essere, così ben individuato da Artaud, o da Kafka, o dagli Azionisti Viennesi, che sfugge continuamente alle linee rigide/molari di cui sopra, senza però poterne mai fare a meno, nutrendosi una dell'altra...scusa ma mi è molto difficile essere più chiaro nella esposizione, il "rischio" è quello di scrivere un trattato e non vorrei infliggere questa noia mortale agli amici del forum , ti lascio però, lascio a voi tutti, un paio di riferimenti bibliografici nel caso qualcuno voglia approfondire questi temi, che sono centrali nella speculazione filosofica contemporanea e dell'approccio all'arte da una prospettiva "filosofica" (mamma mia che brutta frase, sorry!)...il primo è "Kafka. Per una letteratura minore" di Gilles Deleuze/Felix Guattari, il secondo (che però occhio che è un librone di 800 pagine!!), è "Millepiani. Capitalismo e schizofrenia" sempre di Deleuze/Guattari, anche se in questo caso, volendo, si potrebbe leggere solo il capitolo intitolato "Come farsi un Corpo senza Organi?", da "completarsi" però poi con "Francis Bacon. Logica della sensazione", del "solo" Gilles Deleuze...





Inviato: 28/11/2007 9:33
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Re: La Fotografia in Italia
Utente non più registrato
Grazie per la bibliografia, mi ci adopero.
er

Inviato: 28/11/2007 18:35
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