Ho scoperto l'esistenza di questa opera che viene considerata il testo di riferimento per chi lavora in CO negli Stati Uniti. Molti di voi ne saranno gia' a conoscenza, quindi mi scuso se propongo come "grande scoperta" qualcosa che io e magari pochi altri non sapevano gia'

Viene in una versione completa ed in una compatta. Quella compatta - se non sbaglio - e' di 700 pagine

Contiene ricettari a non finire, chimiche, processi, filtraggi, insomma proprio tutto e poi ancora di piu'. Da quello che ho potuto capire si ferma alla fine degli anni ottanta, perche' veniva aggiornata con regolarita' e l'ultimo aggiornamento e' della fine appunto degli anni ottanta. La versione integrale viene ad anelli e si aggiungevano / toglievano pagine con gli aggiornamenti.

Non ho modo di fare alcun paragone con il mitico Ghedina perche' non ho mai avuto il piacere di sfogliarlo.

Adesso la buona notizia: sul noto sito d'aste che tutti conosciamo ci sono dei "Compra Subito" a dieci dollari per una versione completa degli anni cinquanta. A questo aggiungete una quarantina di dollari di spedizione, con 35 euro piu' dogana (ma sui libri usati si paga dogana?) vi portate a casa un testo di riferimento.

Io ne ho scoperto l'esistenza perche' un mio corrispondente dagli USA mi ha mandato delle fotocopie di alcune pagine di questo libro con le ricette per sviluppare la carta da stampa invertendola. Questo mi permette di fare in bianco e nero quello che faccio con la Ilfochrome a colori, cioe' mettere carta da stampa nella 14x17, esporla, e svilupparla tirandoci fuori un positivo.

Forse - dico forse - per qualche mago della CO che c'e' nel forum che si piglia la briga di imparare i termini chimici anglosassoni e' un buon investimento di denaro (aspettando la ristampa del Ghedina...).

Se qualche esperto di CO conosce gia' questa opera o si informa su internet ci faccia poi sapere cosa ne pensa, sono curioso...

Ciao Marco

E' un testo molto "famoso", per lo più adatto (credo)ai laboratori industriali. L'ho visto sempre recensito ma non utilizzato.

L'unico inconveniente è l'essere piuttosto datato, come il Ghedina. Peccato che non ve ne sia una edizione aggiornata.

Mi interessa molto la possibilità  di invertire la carta B&N.
Anni addietro provai con delle formule Kodak ma il risultato non fu quello sperato. Ti va di farmi sapere di questo procedimento ?

Ti ringrazio per la segnalazione

Ferruccio

Grazie per la segnalazione , non conoscevo questo testo.

Citazione:

Anche a me interessa l'argomento.


Andrea

Ferruccio,

mandami in un PM un tuo indirizzo di email.

Ciao Marco

Ricevuto.

Quando farà delle prove ti terrà sicuramente informato dei risultati, ma anche per me il tempo è poco rispetto le cose da fare.

Per quanto sia minima la mia esperienza in merito alla inversione della carta, focalizzerei l'attenzione su due aspetti principali:

1) Scelta della carta. Quelle di oggi a basso contenuto di argento non sono equivalenti a quelle di 50 anni fa.

2)Scelta del primo sviluppo. Quello previsto è il Kodak D88 che contiene ben 24 gr di soda caustica per litro e solo idrochinone.

Grazie di nuovo.

Ferruccio

Ferruccio,

me la devi tradurre in italiano. Per me la soda caustica potrebbe essere utile a lavare le mani e l'idrochinone suona come un digestivo (ma ho il dubbbio che non lo sia...).

Dimmi perche' sembri - ahem - preoccupato?

Insomma, la morte avviene istantaneamente o dopo lunga agonia?

Citazione:

Ciao Marco

Lungi da me qualsiasi idea di essere ermetico.

Lo sviluppo consigliato dal Lab-Index è un prodotto molto specifico ad alto contrasto (idrochinone) e ad alta energia (soda caustica): è possibile che adoperando come primo sviluppo un altro rivelatore - ad esempio uno per carte, anche non diluito - non si ottengano gli stessi risultati, o quantomeno una "qualità " di immagine soddisfacente.

L'inversione della carta concettualmente non è un procedimento difficile - in pratica è la stessa procedura delle pellicole - solo che di solito si ottengono immagini positive con neri non profondi e alte luci (bianchi) velate, se non addirittura grigie.

Nasce da questo la necessità  di utilizzare come primo sviluppo un prodotto dalle caratteristiche peculiari, ma che potrebbe essere indispensabile variare - più che altro mettere a punto - in funzione del tipo di carta utilizzato.

Penso che la cosa migliore sia iniziare a fare qualche prova pratica utilizzando quello che si ha normalmente sottomano: non è detto che ci debbano essere per forza dei problemi. Buon lavoro.

Ferruccio

Purtroppo è un periodo in cui mi riesce difficile fare esperimenti: devo rimandare il tutto tra qualche mese.

Ad ogni modo, vorrei provare ad utilizzare uno sviluppo per carte a bassa diluizione, per togliermi ogni dubbio.

Sarebbe interessante capire con quele carta iniziare le prove: sicuramente una carta bella 'argentica' faciliterebbe le cose per ottenere un contrasto ed una resa tonale accettabili.

Devo tuttavia dire che per le mie esigenze particolari una resa pocco contrastata e piuttosto grigia sarebbe la benvenuta.


Andrea