Utente: Ospite
Cerca nel sito
Login
Nome utente:

Password:

Ricordami



Password persa?

Registrati ora!


Naviga in questa discussione:   1 Utenti anonimi



« 1 (2)


Re: Séclier e "La lunga strada di sabbia": critica fotografica o fotografia critica?

Iscritto il:
25/8/2005 8:38
Messaggi: 3481
Offline
Candidus, le tue sono perle di assoluta saggezza... grazie. Mi spiace, ma dato che condivido il 100% di quello che dici non possiamo cominciare una dicussione animata

---

Marco,
non e' vero che la fotografia e' il testo (o magari ho capito male io). La fotografia e' il testo per il critico, ma la realta' davanti al fotografo/operatore, per usare un termine di Candidus (e di dietro al fotografo, e gli odori ed i suoni attorno, e quello che l'obiettivo non cattura) e' il suo testo. Quindi l'operatore della immagine ed il critico della immagine agiscono su due spartiti diversi. Di cui il secondo e' una mappatura del primo, quindi conserva molto dello spartito originale ma ne nasconde anche alcune componenti e ne distorce altre.

O no?


Inviato: 6/5/2007 19:01
Trasferisci l'intervento ad altre applicazioni Trasferisci


Re: Séclier e "La lunga strada di sabbia": critica fotografica o fotografia critica?
Utente non più registrato
Se andiamo alla radice etimologica della parola "testo", essa deriva dal lat. TEXTUM da TEXERE, cioè significa tessuto, intreccio, "plot".
In qusto senso, si, la fotografia è un testo. Qualsiasi forma d'arte, o artistica, è, in fondo, un atto comunicativo, e da esso non puà prescindere, quindi è, necessariamente, un "intreccio", un insieme di "relazioni" interne ed esterne ad essa.

Non voglio rispondere al posto di Marco....ma ho trovato la tua affermazione interessante e mi ha fatto riflettere...

Perchè dici che la fotografia non è un testo? Forse perchè non è un "testo scritto".....

ciao,
Ale

Inviato: 6/5/2007 19:42
Trasferisci l'intervento ad altre applicazioni Trasferisci


Re: Séclier e "La lunga strada di sabbia": critica fotografica o fotografia critica?

Iscritto il:
25/8/2005 8:38
Messaggi: 3481
Offline
Citazione:

Roots ha scritto:

Perchè dici che la fotografia non è un testo? Forse perchè non è un "testo scritto".....

ciao,
Ale


Perche' e' il mio modo di scrivere da deficiente.

Quello che volevo dire e' che "non e' vero che la fotografia e' il testo per il fotografo e per il critico, ma solo per il critico. Il testo per il fotografo e' la realta' che circonda il momento della cattura della immagine, con i suoi odori, etc etc etc"


Inviato: 6/5/2007 20:12
Trasferisci l'intervento ad altre applicazioni Trasferisci


Re: Séclier e "La lunga strada di sabbia": critica fotografica o fotografia critica?

Iscritto il:
8/10/2006 17:44
Da Torino
Messaggi: 1461
Offline
Mxa/Marco, ogni cosa che diciamo la diciamo in riferimento ad alcuni presupposti, sia di natura esperienziale che di modelli più o meno scientifici. Provo a spiegarmi...con testo intendo quello che intende la semiotica contemporanea e cioè un unità  comunicativa che si regge su codici, ecc, ecc.
Ma mi sembra che tu in realtà  non metta in dscussione il concetto in se, ma affermi che la fotografia non é il testo, cercando poi di spiegare che testo é per il fotografo la realtà  con la quale si confronta.
Certo che è anche cosi, (per quanto anche la realtà  é già  "semiotizzata" cioè resa significativa da pratiche individuali e sociali che tendono ad attribuirgli un senso, profondamente diverso da quello che gli attribuiscono i pigmei, per fare un esempio). Ma ciò non toglie che anche la fotografia stampata o a video, é un testo; semmai accogliendo la tua lettura si puà dire che non é l'unico testo ad entrare in gioco in quel processo che chiamerei "atto fotografico" e che puà iniziare dall'idea, alle diverse prove (quanti testi ci sono ...), allo sviluppo, alla stampa o nel digitale alle diverse lavorazioni, all'esposizione, ecc, ecc. Ma personalmente mi sembra, se si vuole parlare di fotografia, sia più proficuo partire dalla fotografia come prodotto e considerarla lo snodo, il punto d'equilibrio dell'intero processo.
Questo non vuol dire che tutto ciò che viene prima é privo di senso (fotografo anch'io...), ci mancherebbe, ma penso che in realtà  sia orientato alla produzione di quel testo, che poco sopra ho chiamato fotografia, e non é fine a se stesso. Se così fosse farei altro, che so, farei della meditazione (é solo un esempio), farei un attività  di esplorazione dei miei sensi per conoscerli, arricchirli...(altro esempio).
Che poi fotografo e critico (invito anche ad uscire dalla logica del critico, la fotografia é vissuta come esperienza principalmente da milioni di persone che non sono critici, e l'invito non é rivolto un po a tutti) lavorino su spartiti diversi, si é anche vero nella scansione dell'atto fotografico, ma quando il fotografo ha realizzato il suo prodotto fotografico quello diventa il punto di riferimento per entrambi. E la domanda che mi faccio é se il fotografo é riuscito a "dire" ciò che "vedeva" e "sentiva".
bs
marco


Inviato: 6/5/2007 20:25
La fotografia non si domina: corre da sola e l'uomo la segue in ritardo e mai come oggi.
A. Gilardi

www.mbphoto.it
www.flickr.com/photos/marcofluens

..................
Trasferisci l'intervento ad altre applicazioni Trasferisci


Re: Séclier e "La lunga strada di sabbia": critica fotografica o fotografia critica?

Iscritto il:
25/8/2005 8:38
Messaggi: 3481
Offline
Allora la fotografia e' il testimone di una staffetta, che passa dalla mano del fotografo --- che con la creazione della fotografia (e con questo includo tutto il processo di stampa) cessa la sua funzione --- alla mano del critico e in generale di colui che la guarda --- che con la creazione della fotografia inizia la sua funzione. O e' troppo a compartimenti stagni?

Io, ripeto, non vedo della grande osmosi tra il prima (il regno del fotografo) ed il dopo (il regno del critico), due periodi anche lunghi definiti dallo spartiacque dell'immagine che si rivela irreversibilmente sulla carta.






Inviato: 6/5/2007 20:49
Trasferisci l'intervento ad altre applicazioni Trasferisci


Re: Séclier e "La lunga strada di sabbia": critica fotografica o fotografia critica?

Iscritto il:
8/10/2006 17:44
Da Torino
Messaggi: 1461
Offline
Puà essere...senza vederla troppo a "...compartimenti stagni..." come dici. Diciamo che in generale puà essere così, ma ci sono diversi casi, ne abbiamo parlato in un altro topic, dove alcune persone entrano in gioco anche nella fase creativa e non sono fotografi, talvolta sono anche critici.
Però di osmosi personalmente non parlo, ne tantomeno credo che debba essere una condizione del fotografare, che invece dal punto di vista del suo processo, si caratterizza nella fase progettuale e creativa in modi molto liberi, perlomeno come processo.

Allo stesso tempo mi sembra che in diversi 3ad ci sia la volontà  - ma potrebbe essere una mia interpretazione - di sottolineare la dimensione autoriale come una dimensione legata all'individuo, il fotografo, in modo quasi esclusivo.
Personalmente credo, anche perchè ne faccio esperienza, che quando si pensa ad ua foto o ad un progetto é vero, siamo liberi, e allo stesso tempo siamo costantemente dentro circuiti di senso che arrivano da altre persone, autori a loro volta e non solo fotografici; anche qui é un gioco atalenante, o meglio una tensione tra pensiero creativo proprio e le diverse condizioni degli ambienti nei quali operiamo.
bs
amrco

Inviato: 7/5/2007 0:03
La fotografia non si domina: corre da sola e l'uomo la segue in ritardo e mai come oggi.
A. Gilardi

www.mbphoto.it
www.flickr.com/photos/marcofluens

..................
Trasferisci l'intervento ad altre applicazioni Trasferisci






Puoi vedere le discussioni.
Non puoi inviare messaggi.
Non puoi rispondere.
Non puoi modificare.
Non puoi cancellare.
Non puoi aggiungere sondaggi.
Non puoi votare.
Non puoi allegare files.
Non puoi inviare messaggi senza approvazione.

[Ricerca avanzata]


Partners





Mercatino
Utenti Online
76 utente(i) online
(68 utente(i) in Forum)Iscritti: 0
Ospiti: 76
altro...
Sito ottimizzato per una risoluzione di 1024x768 px o superiore
     
Privacy Policy