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Byrne, Eno, Gabriel e la decostruzione musicale
Utente non più registrato
Mi piaceva l'idea di riaprire una discussione di un po' di tempo fa, riguardava più o meno il fatto di "mettere le mani" su foto/opere non proprie (L'ho cercata, ma non la trovo).
Il tutto nasce da una cosa che mi ha fatto vedere l'ormai troppo citato marito Francesco.

Nel 2006 "My life in the bush of ghosts" un album del 1981 di David Byrne e Brian Eno è stato rimasterizzato. I due musicisti hanno ne lanciato in rete due brani completi di tutte le tracce, per i seguenti scopi: (copio dal sito)


In keeping with the spirit of the original album, Brian Eno and David Byrne are offering for download all the multitracks on two of the songs, through signing up to the user license, and in line with creative commons licenses, you are free to edit, remix, sample and mutilate these traks however you like. Add them to own song or create a new one. This is the first time complete and total access to original tracks with remix and sampling possibilities have been officially offered on line. Visitors are welcome to post their mixes or songs that incorporate these audio files on site for others to hear and rate.


In linea con lo spirito dell'album, Brian Eno e David Byrne hanno messo a disposizione per il download le tracce di due brani. Accettando la licenza d'uso, che si ispira alle licenze "creative commons", sei libero di editare, mixare, campionare o mutilare queste tracce a tuo piacimento. Aggiungerle ai tuoi brani o creare un brano ex novo.
E' la prima volta che in rete viene offerta ufficialmente la possibilità  di accedere alle tracce originali di un brano, con la possibilità  di remix e campionamento. i visitatori sono invitati a postare in questo sito tutti i loro lavori in cui queste tracce siano state usate.

Contemporaneamente, Peter Gabriel in maniera un po' meno eclatante, offre la possibilità  di fare il download dei file sorgente di alcuni brani "made in Real World" tra cui il suo "shock the monkey",
Gabriel, verso la fine degli anni '90, dice chiaramente "di sentirsi a suo agio nel vedere le sue opere decostruite" (non ricordo a memoria le parole, ma ricordo che il senso è addirittura più ampio)

Il campionamento e la "citazione" sono una tendenza che ha preso abbastanza piede in campo musicale.
E in campo fotografico sarebbe mai possibile???
Me lo chiedo sia dal punto di vista tecnico (possibile produrre qualcosa di valido usando "campioni" fotografici) che da quello caratteriale: l'"artista fotografo" potrebbe secondo voi essere simile all'"artista musicista" nell'accettare e, anzi, promuovere, la decostruzione delle proprie opere?


sito di bush of ghosts remix
sito real world remix


Gaia

Inviato: 7/9/2006 13:50
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Re: Byrne, Eno, Gabriel e la decostruzione musicale
Utente non più registrato
Non sono a conoscenza di precedenti legati alla volontà  di concedere le proprie immagini per una reinterpretazione, ma so che la maggior parte dei siti di file hosting fotografico sono tutti legati dalla licenza creative commons, e quindi potrebbe diventare un fenomeno popolare anche nel mondo fotografico, visto la grande mole di immagini disponibili.

Inviato: 7/9/2006 17:45
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Re: Byrne, Eno, Gabriel e la decostruzione musicale
Moderatore
Iscritto il:
8/2/2005 19:08
Messaggi: 5349
Offline
Penso che sia assolutamente possibile operare lo stesso processo nell'arte fotografica.
Io sarei onorato, se qualcuno volesse reinterpretare, decostruire, ristrutturare , rivivere una mia opera.
Non avrei nessuna difficoltà  a permetterlo, anzi, apprezzerei. Quello che invece non farei è intervenire sull'opera altrui: personalmente preferisco utilizzare il mio tempo a cercare mie forme globali di espressione; poi capita che queste si inseriscano, ovviamente, all'interno di un gusto, di una corrente, a volte possano quasi essere l'omaggio ad un autore... ma la ricerca dell'originale, del mio modo di vedere ed esprimere la realtà  non passa la decostruzione del lavoro altrui.


Andrea

Inviato: 8/9/2006 12:56
sono moderno, non contemporaneo
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Re: Byrne, Eno, Gabriel e la decostruzione musicale
Moderatore
Iscritto il:
11/3/2004 9:36
Messaggi: 4470
Offline
E' da quando Gaia ha postato questo 3ad che vorrei intervenire, poi i cronici problemi di tempo me lo hanno impedito, e volevo intervenire non solo perchè My life in the bush of ghosts è uno dei miei alum preferiti di sempre (ricordo ancora la "folgorazione" che ebbe su di me quando uscì!!), ma perchè mi permette di parlare di un tema a me molto caro, cioè quello della "autorialità ", o meglio dello smantellamento e decostruzione del concetto di autore...

E' vero, nella musica i campionamenti di brani musicali composti da altri ed inseriti nelle proprie composizioni come strumenti di creatività  personale è operazione oramai comune, è una "pratica" che tanto deve alla pop art ma che mi piace pensare sia anche debitrice di un approccio alla musica che è stato indagato molto bene proprio da Brian Eno, che ha sempre cercato di "scomparire" dietro le sue composizioni, di togliere e sottrarre il più possibile la sua presenza e la sua personalità  dai processi compositivi, come se lui non fosse l'autore di alcunchè...cioè mi piace pensare che il concetto di "decostruzione" vada a braccetto con quello di "sottrazione" di autorialità , mettendo quindi in crisi e sgambettando la definizione di autore, rimarcando una scoperta neanche tanto recente in ambito filosofico, cioè che nessuno è autore di nulla, che crediamo di parlare ed invece siamo parlati, crediamo di pensare ed invece siamo pensati, e quindi non rimane che l'oblio e lo smarrimento dell'io, la sperimentazione da contrapporre all'anamnesi, la decostruzione di quello stesso io autoriale - autoritario che nell'accezzione comune è fondante l'opera d'arte...lo stesso teatro di Carmelo Bene, i suoi straordinari Amleti realizzati sminuzzando ed amputando ed assemblando vari testi, da Laforgue a Shakespeare, sono una lucidissima testimonianza di questa ricerca...ma sto divagando!!! ;) ...

Gaia ci chiede se è possibile effettuare queste decostruzioni in ambito fotografico, decostruzioni in cui tra l'altro l'intervento di "terze persone" rispetto all'artista possano stravolgere l'opera e portarla a livelli e a versioni nuovissime ed inattese, lontanissime dalla volontà  dell'autore, esautorando così di fatto la sua "autorità ", ed instaurando invece un rapporto nuovo e "pericoloso" con gli strumenti espressivi, il concetto di autore e le opere d'arte...sappiamo che nelle arti visive questo è gia avvenuto, abbiamo addirittura artisti contemporanei che mettono le proprie opere, perlopiù sculture e lavori digitali multimediali, nelle mani degli spettatori della mostra affinchè possanomanipolarle e stravolgerle come meglio credono (un esempio fra tutti le sculture "ad personam" di Carla Mattii, in cui l'opera esposta è un passaggio intermedio non il risultato finale ed ognuno puà ricreare, manipolando le componenti della scultura, la propria natura morta), per non parlare poi degli artisti Neen, che stanno letteralmente massacrando il concetto di autore affidando la realizzazione delle proprie idee e progetti artistici ad amici, passanti, chicchessia...io penso che questa ricerca sia possibile, ed addirittura auspicabile, anche in fotografia, tecnicamente non vedo grossi problemi nel "campionare" immagini altrui, anzi io aggiungo che, data la natura del mezzo, più duttile e versatile rispetto alle fotocamere "tradizionali" ed al lavoro in CO, secondo me dovrebbe essere proprio la direzione in cui la fotografia digitale e tutti gli artisti "digitali" dovrebbero muoversi e sperimentare, così da svincolarsi definitivamente dagli stilemi ed i paletti imposti dalla fotografia tradizionale, e creare finalmente un linguaggio proprio, nuovo ed innovativo, penso sarebbe una bella sfida da raccogliere...




Inviato: 12/9/2006 15:51
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