Con qualche giorno di ritardo, vorrei ricordare il grande Douglas Kirkland che ho avuto la fortuna di conoscere ed incontrare in diverse occasioni quando veniva a tenere i suoi WS in Toscana.

Era una persona che, sebbene già avanti con gli anni, mostrava una vitalità straordinaria ed un esuberante entusiasmo "infantile" (nel senso buono del termine, nel senso cioè di quasi illimitato) per la ricerca dello scatto, della luce, della foto. Senza alcuna riserva nell'affrontare le sfide del passaggio al digitale: noi "giovani" rimanevamo attaccati alla pellicola, quando lui, ultrasettantenne, ci mostrava con che perizia sapesse già utilizzare Photoshop (la prima tavoletta grafica in vita mia, credo proprio di averla vista nella sue mani).

Naturalmente, in tutti gli articoli ed interventi che gli hanno dedicato non hanno mancato di ricordare la mitica "Sessione con Marilin" giustamente famosa e celebrata.
Tuttavia sarebbe davvero limitante considerarla come esclusicamente emblematica di una carriera che si è snodata nei decenni e che vanta un archivio quasi mostruosamente ampio e che, solo per rimanere in ambito celebrities, può mostrare credo oltre 600 ritratti.

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R.I.P. Douglas

Ho avuto il piacere di stringergli la mano, qualche anno fa, e apprendo solo ora leggendoti, Luciano, della sua scomparsa.
Ha lasciato un'opera per la quale sarà giustamente ricordato.