Risale a circa un anno fa, e credo sia rimasta confinata alla Francia, dove la griffe Harcourt ha certamente un livello di riconoscibilità da noi pressocchè assente.

A leggere l'articolo, sembra che per la prima volta siano stati applicati ad un prodotto industriale, una vettura per la precisione, ed italiana aggiungo io, le impostazioni e gli stilemi usualmente utilizzati dal celebre Studio Harcourt di Parigi ai ritratti di personaggi dello spettacolo, della cultura, talora della politica.

Immagico che il messaggio voleva suggerire una qualche appartenenza anche della vettura in questione allo star system. Non so se è risultato efficace o meno. Ma una certa originalità rispetto alle immagini delle usuali campagne pubblicitarie automobilistiche, mi sembra innegabile.

Si, in effetti e' un modo diverso di fotografare le auto, pero' personalmente preferisco una illuminazione che sottolinei le linee dell'auto, che me ne mostri ogni piu' piccolo particolare.
C'e' da dire che anche in Italia ora c'e' la tendenza, specie nei video, a mascherare tutto, a brevi flash che illuminano nel buio solo alcuni particolari, a far nascere la curiosita', pero' e' un sistema che puo' essere valido in fase di pre-lancio, poi le auto debbono essere riprese nel modo tradizionale.
Gia' che detesto il modo in cui vengono mostrate le auto in quasi tutti i listini, dove menano il can per l'aia senza fornire immediatamente le cose che interessano di piu', se poi anche nella presentazione si fa a nascondino io sono nervosetto e sono disposto anche a non prendere piu' in considerazione quell'auto. Se non mi danno immediatamente le informazioni vuol dire cha hanno piu' da nascondere che da mostrare...
Ciao,
Renzo

Bè... è vero. Ma sono due linee di comunicazione diverse.

Con le campagne di affissione, gli spot tele e cinematografici e le pagine sulle riviste, i "creativi" della Pubblicità costruiscono attorno al prodotto una atmosfera che naturalmente è studiata ad hoc per confermare una certa idea che il pubblico deve avere attorno ad esso. E allora lì abbondano i particolari nascosti, le linee suggerite, le immagini mosse...purchè funzionali a quella certa atmosfera.
Poi, sui cataloghi di vendita, le immagini sono generalmente improntate al massimo della leggibilità e chiarezza. Anche se sempre il prodotto è abbellito rispetto alla realtà, grazie agli effetti di luce, a qualche accorto ritocco, a colori particolarmente accattivanti, ai vetri oscurati, ecc.

Un andamento analogo del resto, lo si nota in tanti e diversi prodotti. Per esempio, anche nei depliant delle nostre amate digireflex, parlo di Nikon e Sony che conosco meglio: in copertina e nelle prime pagine spesso ci sono immagini dell'apparecchio immerso in giochi d'ombra o effetti che suggeriscono più che mostrare. Creano - o dovrebbero creare - il desiderio di possesso o almeno la curiosità.
Poi si passa alle pagine di spiegazioni e di caratteristiche tecniche; e qui le immagini sono improntate ad una molto maggiore o addirittura piatta evidenza e chiarezza. Penso anzi che ben difficilmente le due serie di immagini siano realizzate dallo stesso fotografo, come certamente non si saranno rivolti allo Studio Harcourt per le immagini che illustrano i listini vendita...
Pare che funzioni...