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Re: Diverso comportamento di D700 e D300 con il 14-24 Nikon

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Falcopardo ha scritto:
Ritorno sull'argomento perche' ho fatto alcune prove che mi lasciano perplesso. In controluce spinti noto nel mirino della D700 evidenti riflessi. Per evidenziarli ho fatto in modo da farli cadere in aree scure, ma con grande sorpresa non appaiono piu' nell'immagine finale, al massimo qualche leggerissimo alone.
E' quindi via software che vengono eliminati oppure i riflessi si formano nel pentaprisma o comunque lungo il percorso di riflessioni dell'immagine fino al mirino e non esistono effettivamente nell'immagine che arriva al sensore?
In effetti in live view non si vedono.
Ciao,
Renzo

Credo dipenda dalle lenti del mirino. E' capitato anche a me, soprattutto quando uso il mirino angolare (altre lenti aggiunte...)

Ho dato un'occhiata alle foto della discussione che hai riportato, e confesso che non so spiegarmi la cosa.
L'immagine, con tutti i suoi riflessi tra le lenti, è fatta dall'obiettivo... che è sempre lo stesso.
Come possa un sensore registrare certi riflessi e un altro no, non saprei spiegarlo. Tranne che quelli registrati in un caso siano riflessi che si formano per riflessioni tra l'ultima lente e la superficie (generalmente lucida) del sensore, e che nell'altro caso il sensore sia più "opaco" in virtù di microlenti o filtro AA diversi...
(prendi con le molle questa teoria perchè potrebbe essere un'emerita sciocchezza)

Inviato: 19/2/2011 21:36
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Re: Camera chiara e oscura per B&W medioformato

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No, non ho messaggi(ma anch'io sono una schiappa in queste cose...)

Comunque, come ho già detto nell'altra discussione, non sono un utilizzatore di stampanti (per ora) ma solo un osservatore di tecniche e risultati
La qualità ottenibile col sistema ibrido, che intriga moltissimo anche me, dipende sia dallo scanner che dalla stampante. Però per quantificare i contributi ci vuole un utilizzatore esperto.
Io credo che una pellicola medio formato dia risultati differenti attraverso un Epson V700 o un Coolscan o un Imacon. Poi dipende da come viene fatta la scansione. Allo stesso modo, poi, la stampa su un plotter a 12 colori potrebbe essere meglio di quella ottenuta con una stampante casalinga a 8 canali. Ma dipende molto se tutto è profilato bene, dipende dal tipo di carta che si usa... insomma le variabili sono tantissime.
Mi è capitato di vedere lavori fatti da professionisti, e li ho trovati veramente belli.
Però per un confronto vero bisognerebbe osservare la stessa stampa fatta in analogico e in digitale.
Idem per il BN. Credo che il top si ottenga con stampanti a pigmenti di carbone. Ma anche lì bisognerebbe fare confronti con la stessa stampa fatta in CO...
In teoria, il sistema inkjet ha sorpassato il sistema chimico sia come gamut sul colore, che come Dmax sul BN.
Sulla durata, stando coi pigmenti, non dovrebbero più esserci problemi.
Come varietà di carte il confronto non è neppure proponibile: col digitale la scelta è vastissima.
I costi a mio avviso sono ancora troppo alti, ed è quello che frena.
Speriamo intervenga qualche utilizzatore a portare testimonianze dirette...

Inviato: 17/2/2011 23:49
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Re: Epson R3000 o 3880?

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Claudio53 ha scritto:
Come costi non ci sarebbero problemi, sono i 2pl e i 5760dpi che mi tentano,

E' una cosa che incuriosisce anche me...
Ho visto da vicino stampe da plotter con 3,5 o 4 pl e 2880 dpi e mi pare che il punto di stampa risulti invisibile. Cosa darebbero in più queste caratteristiche?
Qualcuno ha avuto modo di fare confronti?

Inviato: 17/2/2011 14:34
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Re: Un saluto a tutti!

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Felice di trovarti anche "di qua", in fondo sei un... Multi-Formatista.

Inviato: 17/2/2011 14:28
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Re: Camera chiara e oscura per B&W medioformato

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Nick ha scritto:
Prendo spunto da una “vivace” discussione sul sito gemello

Avendo già ampiamente contribuito a "vivacizzare" la suddetta discussione, ritengo doveroso astenermi...

Inviato: 17/2/2011 14:24
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Re: Telaietti per Dia

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Nel primo intervento mi sono confuso.
I Gepe che uso sono quelli tutti in plastica, come quelli che usa Ganz, cioè l'art. 7001.

Invidio tutti quelli che non hanno problemi di planeità coi senza vetro. Io generalmente ne ho, eccome.
Ma coi vetri avevo problemi peggiori di polvere e poi di muffe, per cui li ho abbandonati tantissimo tempo fa.

Inviato: 9/2/2011 11:54
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Re: Cinque 50mm a confronto con la Sony NEX-5

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Io sono letteralmente sbalordito dal Nikkor 55. Sicuro che il diaframma non fosse bloccato a f/5,6 ?
(scherzo... )
Ne ho sempre letto giudizi che andavano dal "nato male" al "peggior normale di casa Nikon"... Bòh...
Il comportamento del Nikkor 50/1,4 invece non mi sorprende.
Dopo averlo avuto in sostituzione dell'AiS 1,8 mi sono affrettato a venderlo e ricomprarmi il fratellino molto più nitido anche se un pelo meno luminoso.

Comunque complimenti per il confronto che mi pare fatto in modo molto accurato.


Inviato: 9/2/2011 11:46
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Re: manutenzione Durst M805

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Non saprei risponderti perchè è un incoveniente che sul mio non si è mai verificato.
In compenso, se ti può interessare, visto che ne ho uno in vendita completo di tutto, posso scannarti/scansirti/scansionarti/scannerizzarti il manuale (in italiano) e inviartelo per e-mail.

Inviato: 4/2/2011 22:15
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Re: Telaietti per Dia

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Come Claudio, e stessa pressa (e anche taglierina Gepe).
Uso quelli da 2mm con rinforzo metallico, e li metto sui caricatori lineari LKM da 80.
Ovviamente la planeità, coi telaini senza vetro, è quella che è...

Inviato: 4/2/2011 22:08
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Re: alla ricerca di tutorial stil life

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Ti consiglierei di leggerti questo: http://www.canonclubitalia.com/public ... ife-secondo-me-t9468.html
Ludovico è uno still lifer professionista molto bravo con capacità didattiche veramente rare.
Sullo stesso sito, nella sezione still life, trovi in evidenza altra roba sua.

Inviato: 17/1/2011 18:08
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Re: Obiettivi super luminosi su digitale: servono veramente?

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Citazione:

GIALLO ha scritto:
Ok, grazie Orso; trovo i tuoi interventi estremamente chiari e con ottime capacità divulgative.
M'è parso di comprendere(perdonami la semplificazione) che, fondamentalmente, il problema sia proporzionale all'altezza delle "pareti" entro le quali il sensore - piatto - è posto, per cui la quantità di luce che lo colpisce è intercettata dalle pareti stesse, che meccanicamente quindi riducono o annullano l'utilità del contributo di coni di diametro maggiore (diaframmi aperti) al contrario della pellicola, i cui grani possono ricevere utilmente i raggi da angolazioni molto più ampie.
Fin qui spero d'aver capito, anche se non mi sono espresso bene.

Hai capito benissimo e l’hai anche sintetizzato bene.



Citazione:

GIALLO ha scritto:
Quindi - di conseguenza - il sensore ccd della M9 (tra l'altro con lenti disassate per mitigare l'effetto dei raggi che raggiungono le aree più periferiche del formato), avendo strutturalmente delle "pareti" meno alte del sensore della D700 dovrebbe garantire una migliore apprezzabilità del contributo delle ottiche più luminose.

Credo proprio di sì; anche LL seppur di sfuggita sostiene questo.
Tieni comunque presente che il fenomeno della vignettatura del sensore e i metodi utilizzati per contrastarlo non c’entrano con l’argomento di cui si parla.
Conviene ragionare sempre su pixel centrali del sensore che per definizione sono esenti da vignettatura, in modo da concentrarci sul tema della discussione.




Citazione:

GIALLO ha scritto:
A questo punto, però, mi sorge una domanda (perdonami l'ingenuità se non c'entra niente): a parità di formato, D700 e M9 hanno una diversa quantità di pixel, e perciò, quelli della D700 hanno una superficie assai maggiore. Ora, questo significa - stando all'esemplificazione graditissima delle pentole, che la D700 ha sì dei tegami, ma la base di essi è assai più larga rispetto a quella delle padelle della M9. Voglio dire, anche la dimensione del singolo pixel conterà qualcosa, in questo senso, o no?

Certo che sì.
Infatti se guardi il primo grafico dell’articolo di LL, che riguarda tutti sensori Cmos costruiti dalla stessa casa (Canon), quindi credo (o meglio suppongo) tutti con la stessa altezza delle pareti, noterai che la perdita di luminosità è più o meno inversamente proporzionale all’area attiva dei singoli pixel.

Per quanto riguarda D700 vs M9, l’unico dato che conosco è la dimensione della base dei pixel, 8,45 micron la prima e 6,8 la seconda (un 20% più piccoli), ma non ho dati sull’altezza delle pareti dei “tegami Cmos” della Nikon né delle pareti delle “padelle Ccd” della Leica, per cui non saprei che dire. Ma se ad esempio (azzardo) per ragioni tecnologiche che non conosco l’altezza dei Ccd fosse la metà dei Cmos, i pixel della Leica (20% più stretti ma 50% più bassi) sarebbero fortemente avvantaggiati rispetto a quelli della Nikon




Citazione:

GIALLO ha scritto:
Ed è anche per quello che, dagli scatti che ottenevo con la D700 non mi sembrava che lo sfocato a f:1,4 rispetto a f:2 fosse poco apprezzabile. Probabilmente lo sarebbe stato di più se la D700 avesse 18 mpxl come la M9.
Oppure sono andato in confusione e non ho compreso bene il concetto iniziale.

No, no, non sei andato in confusione.
Però, per evitare confusioni o meglio conclusioni errate, ci terrei a rimarcare un concetto già espresso da Fer e anche da me nei messaggi precedenti.

Il modellino delle “pentole” che ho descritto e Falcopardo ha disegnato, serve a capire qual è l’origine fisica del fenomeno in questione, ma niente di più. Non è affatto un modello teorico del fenomeno, in quanto nella realtà le cose sono molto più complesse per via del filtro antialiasing, del filtro di Bayer, delle eventuali lentine sui pixel, della diffrazione di Fresnel sui bordi del pixel, ecc. ecc.
Se si guarda solo il disegnino schematico che abbiamo messo, si è indotti a pensare che le cose vadano bene e linearmente fino ad una certa apertura, poi continuando ad aprire il diaframma sembra che la luce rilevata dal pixel rimanga costante. I dati sperimentali dimostrano che non è così. Cioè, non c’è questo taglio netto, ma un calo graduale.

Nell’esempio della Canon 7D (una delle più sfigate in quanto ha pixel molto piccoli) che con un’ottica f/1,2 a TA perde circa 1 diaframma (dati di LL), dal nostro disegnino sembrerebbe che fino a f/1,8 vada tutto liscio, e da lì continuando ad aprire fino a f/1,2 la luminosità effettiva rimanga costante a f/1,8.
Si verifica invece un calo graduale a partire da aperture più chiuse di f/1,8 fino ad arrivare alla perdita di un intero diaframma quando l’obiettivo è a f/1,2. Quindi, contrariamente da quanto sembrerebbe dal disegnino, nel passare ad esempio da f/1,4 a f/1,2 i pixel registrano ancora un piccolo incremento di luminosità.

E quindi non mi stupisce affatto che con la tua D700 noti un incremento di sfocato nel passare da f/2 a f/1,4.
Ma la domanda è: su pellicola otterresti lo stesso incremento?
E soprattutto: a f/1,4 otterresti lo stesso sfocato?

Inviato: 30/12/2010 0:05
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Re: Obiettivi super luminosi su digitale: servono veramente?

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GIALLO ha scritto:
Al di là delle formule, qualcuno dispone di qualche esempio, qualche foto intendo, che in concreto consenta di apprezzare "de visu" l'entità e la gravità del problema su un'immagine?

L'esempio postato alla risposta n.13 di MXA consente, eccome consente...


Citazione:

GIALLO ha scritto:
ho detto solo che ho fotografato con piena soddisfazione anche con la D700 ed ottiche luminose: vuol dire che sono di bocca buona.

L'unico effetto per ora certo è la perdita di luminosità alle aperture maggiori.
Non sei di bocca buona, semplicemente l'effetto ti è stato nascosto da un incremento di sensibilità applicato in automatico dalla tua macchina senza che tu (e nessuno) lo sapesse.
Vedi il terzo grafico dell'articolo su LL.

Inviato: 29/12/2010 17:33
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Re: Un altro interessante confronto digitale/pellicola

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Fer ha scritto:

La cosa interessante è che ha stampato tutto in modo analogico, usando un ingranditore Leitz V35 (con obiettivo Schneider 40/2.8).



Solo quelle da negativo, l’altra è stampata inkjet.
Il fatto che le stampe dai due negativi sono fatte con ingranditore e obiettivo chiuso a f/11, non le penalizza rispetto a quella digitale fatta con la 3800 ?

Se ha osservato 160 lp/mm sul negativo (al microscopio ?) vuol dire che l’Elmar 24 a f/5,6 ne risolve di più… Non conosco l’obiettivo in questione, ma può avere tale potere risolutivo? Mi sembra molto alto…

Interessante articolo, comunque.

Inviato: 26/11/2010 21:55
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Re: Penna con inchiostro "archiviabile"

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La butto lì, penne tipo Rotring a inchiostro di china...?

Inviato: 23/11/2010 21:59
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Re: scanner dedicato 24x36

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Qualche 5000 usato ogni tanto si trova... io me ne sono accaparrato uno

Inviato: 23/11/2010 21:55
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Re: Obiettivi super luminosi su digitale: servono veramente?

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Citazione:

Fer ha scritto:
Orso ma è evidente che il fenomeno del calo della luminosità esiste, è reale e non è neppure tanto contenuto, non lo sto certo negando, anzi!

Beh..., questo non l'ho mai messo in dubbio, ci mancherebbe... il "tu" che ho usato nel mio precedente post non voleva certo indicare "tu Fer" ma "tu utente" (generico)

Inviato: 23/11/2010 21:50
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Re: Obiettivi super luminosi su digitale: servono veramente?

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Citazione:

Fer ha scritto:
Temo che ci sia un vizio di fondo in queste discussioni... siamo troppo vincolati allo schema esemplificato da Falcopardo, dove i raggi periferici del cono di luce vengono tagliati dalle pareti del fotodiodo.
Si va alla conclusione che tutti quei raggi vanno persi e quindi fanno perdere luminosità, contributo allo sfocato etc.

Innanzitutto farei un bel distinguo tra “luminosità” e “contributo allo sfocato”.
Sulla perdita di luminosità mi sembra che non ci sia altro da dire. C’è. In alcuni casi anche pesante. Tutte le misure lo dimostrano.
A questa perdita di luminosità non è detto che corrisponda anche una perdita del contributo allo sfocato.
Teoricamente non credo si possa predire. Aspettiamo valutazioni sperimentali significative.





Citazione:

Fer ha scritto:
Intanto così ragioniamo in termini di ottica geometrica, ma con le dimensioni in gioco per i fotodiodi, non è possibile trascurare gli effetti dell'ottica ondulatoria.
La diffrazione introdotta dalla bocca del fotodiodo deformerà il campo elettromagnetico seguendo grosso modo l'equazione di Fresnel. Diventa veramente difficile prevedere cosa succede.

Sono d’accordo con te.
In realtà le cose sono molto più complesse di come suggerisce il disegnino del post n.12. Non solo la diffrazione di Fresnel, ma l’eventuale riflessione delle pareti interne della “pentola”, il contributo delle lentine qualora presenti sopra i pixel, e soprattutto il fatto che i raggi non convergono in un punto infinitesimo ma in un cerchiolino funzione della risolvenza dell’obiettivo, le cui dimensioni spesso sono paragonabili a quelle dei pixel dei sensori più densi.

Ma non dimentichiamo che il disegnino semplificato di Falcopardo non è stato fatto per prevedere teoricamente un fenomeno, ma per tentare di spiegare un fenomeno misurato sperimentalmente.
È cosa ben diversa.
E per questo scopo mi pare adatto.
Se c’è una perdita di luminosità solo ai diaframmi più aperti, mi pare chiaro che ad essere persi siano proprio i raggi più esterni del cono di luce che l’obiettivo proietta sul sensore per ogni punto immagine.
Non può essere altrimenti.
E il disegnino spiega proprio questa cosa.





Citazione:

Fer ha scritto:
Ma anche restando inizialmente su considerazioni geometriche, non tutti quei raggi vanno persi.
Lo schema è incompleto: mancano i fotodiodi adiacenti.
Parte dei raggi intercettati dalle pareti del fotodiodo "giusto" finiranno a riflettersi sulle pareti del fotodiodo "sbagliato" (adiacente), dando comunque un qualche contributo di luminosità, sia pure minore, e allo stesso tempo un'aberrazione cromatica dovuta ad un errore di offset nel mosaico CFA.

Anche qui in linea teorica concordo.
Ma dobbiamo considerare che abbiamo dati sperimentali che ci dicono, ad esempio, che su una Canon 7D con un obiettivo f/1,2 si registra una perdita di luminosità di 0,95 EV, su una Nikon D700 con un obiettivo f/1,4 si registra una perdita di luminosità di 0,35 EV (vedi grafici su LL).
Quel diaframma e quel terzo di diaframma, vengono realmente perduti. Nel caso della 7D, ben la metà della luce che passa attraverso un obiettivo f/1,2 a tutta apertura viene perduta. Non finisce sui pixel adiacenti (nel qual caso darebbe ugualmente contributo di luminosità, oltre ad aberrazione cromatica), ma finisce sui circuiti che stanno attorno al fotodiodo vero e proprio, cioè sulla parte di pixel non fotosensibile, e viene inesorabilmente perduta, come dimostrano le misure sperimentali.
Per cui, ai fini della luminosità, quando monti un 50/1,2 sulla 7D, hai in realtà un 50/1,8.

Il costruttore, che lo sa ma preferisce che tu non lo sappia, aumenta tacitamente la sensibilità in modo che tu non te ne accorga.
A me non sembra proprio una cosa bellissima...

Inviato: 23/11/2010 19:08
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Re: Obiettivi super luminosi su digitale: servono veramente?

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Citazione:

palmerino ha scritto:

Lo so che non c' entra la vignettatura o le dimensioni del sensore, diametro bocchettone (teoricamente),

Sì, tu lo sai, ma molti no.
Ho dato un’occhiata alle discussioni su altri forum che hai linkato, e mi pare che molti partecipanti continuino imperterriti a parlare di vignettatura e di altre cose che si sapevano da tempo.

Se immaginiamo di costruire un obiettivo perfettamente telecentrico, con una bella lentona posteriore montato su un bocchettone enorme davanti ad un sensore piccolo, la vignettatura dovuta al sensore scomparirà del tutto. La caduta di luce di cui stiamo parlando, invece, non diminuirà neanche dell’1%.
Un obiettivo ideale perfettamente telecentrico, manderà raggi di luce perfettamente perpendicolari al sensore su ogni suo pixel, anche quelli negli estremi angolini. Ma questi raggi di luce in realtà sono sempre dei coni di luce. E tali coni avranno sì l’asse perfettamente perpendicolare al sensore in ogni punto di esso, ma quando, alle massime aperture di diaframma, l’angolo al vertice di tali coni supererà l’angolo massimo che ogni singolo pixel può accettare, si tornerà ad avere la caduta di luce di cui si parla.
Tale angolo massimo (è l’angolo segnato in verde nel disegno del post n.12) dipenderà solo dalla struttura del singolo pixel, a grandi linee dal rapporto tra l’area attiva e la sua profondità.
Ovviamente sensori con pixel grandi e più o meno della stessa profondità soffriranno meno di questa caduta di luce (vedi anche diagrammi sperimentali sull’articolo di LL).

Per quanto riguarda gli altri forum che frequenti, personalmente ti suggerirei di indicare il link a questa discussione piuttosto che riportarne un singolo intervento, così che chi è interessato possa farsi un’idea più completa sull'argomento.


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gatto ha scritto:
Un'ultima domanda per l'orso, ti sembra che le foto che ho pubblicato sullo sfocato confermino una minore differenza tra f/1.4 e f/1.6 rispetto a f/2.5 e f/2.8?

Boh…, potrebbe essere, ma non è sufficiente per trarre conclusioni certe.

Apprezzo il tuo sforzo, ma le prove che hai fatto a mio avviso peccano in tre punti. Punti che tendono a minimizzare l’effetto che si sta cercando di valutare, rendendo difficoltosa la valutazione.
Innanzitutto hai usato un obiettivo di apertura massima 1,4. La caduta di luce di cui discutiamo si manifesta ad aperture molto spinte, per cui sarebbe meglio andare a f/1,2 o a f/1 per metterla bene in risalto. Cosa aspetti a comprarti 4 o 5 superluminosi (un minimo di statistica ci vuole...) e fare 'ste prove?
Il righello trasparente che hai fotografato inclinato non è il massimo, in quanto l’ombra delle righe sul retro confonde parecchio nella valutazione dello sfocato.
Per ultimo, ma molto importante, le foto sono fatte a breve distanza di messa a fuoco.
L’apertura massima dichiarata per gli obiettivi, è tale con messa a fuoco ad infinito. A distanze brevi, di fatto si riduce, nel senso che si riduce proprio l’angolo al vertice del cono di luce che l’obiettivo proietta sul sensore per ogni singolo punto immagine.
Nel disegnino di Falcopardo, più si mette a fuoco vicino e più le aree azzurre si riducono, quindi la nostra caduta di luce diminuisce.
La prova col “bastone” che avevo suggerito, mirava proprio a valutare lo sfocato non solo al centro del sensore per mettersi al riparo da artefatti dovuti alla vignettatura, ma anche su un soggetto (lo sfondo, non il bastone) all’infinito, dove la caduta di luce è massima.

Io non sono affatto dell’idea che i superluminosi siano concepiti per il ritratto.
I Nikkor DC sono concepiti per il ritratto. I Rodenstock Imagon anche. Ma sui normali superluminosi mi pare che i costruttori facciano i salti mortali con lenti asferiche per minimizzare l’aberrazione sferica residua, quindi credo siano concepiti per rendere al meglio (al meglio che si può) anche alle massime aperture e anche all’infinito.
Coi sensori attuali mi pare dimostrato (misure di LL, prova di Mxa, prove tue) che tali obiettivi diventano di fatto meno luminosi ai diaframmi più aperti. Cioè, ad esempio, un 50/1,2 Canon si comporterà come un 50/1,8 su una 7D, come un 50/1,4 su una 5D, come un 50/1,6 su una 1D, ecc.
Sarebbe interessante stabilire se questa caduta di luminosità comporta anche una caduta quantitativa di sfocato.
E’ praticamente impossibile stabilirlo per via teorica (o meglio, io non ne sarei capace), e piuttosto impegnativo da valutare sperimentalmente, in quanto mentre differenze sull’esposizione di mezzo diaframma saltano immediatamente all’occhio (vedi le immagini di Mxa), le differenze quantitative di sfocato dovute a mezzo diaframma in più o in meno, sono davvero piccole.

Inviato: 23/11/2010 12:06
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Re: Obiettivi super luminosi su digitale: servono veramente?

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Vedo che questa discussione più che allungarsi si allarga.

Come ho già detto nel mio ultimo post, non sapevo che titolo mettere.
Ho messo quello meno appropriato di tutti.
Ho sbagliato, e chiedo venia.

Vorrei ricordare ancora una volta che l’oggetto di questa discussione voleva essere, almeno nelle mie intenzioni, l’articolo su LL. Leggendolo, si scoprirà che:
Non si parla di vignettatura.
Non si parla di esposimetri in difficoltà.
Non si parla di formati pieni o ridotti.
Non si parla di centro e di bordi.
Non si parla di bocchettoni grandi o piccoli.
Non si parla di crop o immagini intere.
Non si parla di peculiarità dei superluminosi.
Ecc. ecc. ecc…..

Si parla d’altro.

Personalmente, da un punto di vista teorico non credo di avere altro da aggiungere; quel che sapevo l’ho detto e anche ripetuto. E purtroppo, ahimé, ho anche poco tempo da dedicare al forum.
Da un punto di vista pratico, non possedendo ottiche luminose non posso contribuire a misure sperimentali.
Se ne verranno fatte di nuove, sullo sfocato, le guarderò e mi toglierò una curiosità.
Una semplice curiosità e nient’altro, essendo (per dirla con Musica) “un fotografo felice con un bel gruzzolo di soldi in tasca” da oltre trent’anni.

Inviato: 20/11/2010 0:09
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Re: Obiettivi super luminosi su digitale: servono veramente?

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gatto ha scritto:
Devo ammettere di aver provato a fare uno schema anche io ma con pessimi risultati eccolo, sono partito dalla base di falcopardo.
Si vede come i raggi rossi fuori fuoco non vengono catturati dal diodo che invece riesce a registrarne solo la porzione verde, questo fa si che la zona irradiata sia alla fine il diametro di un cerchio più piccolo, ho messo in verde il punto di luce che dovrebbe essere registrato e in rosso quello che invece fa arrivare l'ottica sulla superficie del sensore.
Correggetemi se lo schema non è così. Se fosse giusto si vedrebbe come lo sfocato diminuisce a causa della struttura a pozzo dei fotodioti.


Non è così semplice fare un modellino grafico che faccia vedere la diminuzione dello sfocato...
Il disegno che hai fatto tu spiega solo come la caduta di luminosità di cui stiamo parlando ci sia anche nelle zone sfocate dell'immagine, cosa per altro abbastanza ovvia.
Quel pixel, anzichè dare un segnale elettrico proporzionale al cerchietto rosso come dovrebbe, lo da proporzionale al cerchietto verde, quindi meno intenso.

Per spiegare una diminuzione dello sfocato bisogna considerare diversi pixel vicini. Infatti la luce proveniente da un punto immagine a fuoco dovrebbe cadere all'interno di un singolo pixel, mentre la luce proveniente dallo stesso punto, se fuori fuoco, cade anche su molti altri pixel attorno a quello centrale. Ovviamente il cono dei raggi che arriva sul sensore è sempre lo stesso (stesso angolo), ma viene intersecato dal sensore non sul vertice ma prima o dopo, e l'intersezione non è più un punto ma un cerchietto all'interno del quale stanno diversi pixel. I raggi più periferici del cono (più angolati) arriveranno sui pixel più lontani da quello centrale che ancora ricevono luce dal punto immagine in questione. Inoltre su questi pixel arriverà pure la luce da altri punti immagine contigui.
Come se non bastasse, bisogna considerare che questi disegnini non tengono conto dei filtri e di eventuali lentine sopra i pixel, e non sono in scala, per cui prevedere se ci sarà anche una diminuzione dello sfocato è pressoché impossibile.

L'unico modo è di fare delle prove.
Il difficile è farle in modo che siano significative, cioè evitare tutte le possibili fonti di errore.
La foto al bastone che suggerivo nel precedente post, potrebbe forse fornire qualche dato significativo.
Ma probabilmente Fer escogiterà qualcosa di meglio.

Inviato: 18/11/2010 22:10
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