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mi sono innamorato di un'assassina

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26/5/2005 15:12
Da Orsay (Parigi)
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Una storia incredibile: I fell in love with a female assassin
ciao
f

Inviato: 30/3/2008 16:11
http://photo.busdraghi.net

La gente crede nella realtà della fotografia ma non a quella della pittura; il chè dà un enorme vantaggio ai fotografi. Sfortunatamente, però, anche i fotografi credono nella realtà della fotografia. D. Michals, 1976...
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Re: Intervista a Fabiano Busdraghi

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hola!

Citazione:
mi piace il tuo essere onnivoro e irrequieto... confesso di invidiarti un po' proprio l'irrequietezza: te lo dice un "pigro".


come dicevo ne farei spesso volentieri a meno...

Citazione:
Risalendo la corrente, ho dato un'occhiata a "camera obscura", che non vedevo da un bel pezzo, e l'ho trovato piacevolmente aggiornato: mi spiace solo di non avere il tempo di leggere gli articoli in questi giorni, ma lo farà sicuramente in futuro.


grazie! diciamo che tendenzialmente ci sono 1 o 2 articoli nuovi ogni settimana. ho un sacco di interviste iniziate di cui aspetto pazientemente la risposta, spero che nei prossimi mesi arrivino.

Citazione:
Certo che leggere la tua luuunga intervista su design radar in un monitor a 1600x1200 px è una prova dura eh!


se è un problema di lunghezza della riga basta ridimensionare la finestra del browser, se di caratteri, se hai firefox premi ctrl++, nel senso ctrl e il tsto +.

Citazione:
In bocca al lupo per la tua recente "carriera fotografica"!


crepi!
ciao ciao e grazie del commento
f

Inviato: 27/3/2008 21:31
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intervista a cristina mian e marco frigerio

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ciao
questi due li conoscete, ma se leggete l'intervista li conoscerete ancora meglio!
è un lavoro che abbiamo iniziato tempo fa e che è passato attraverso diverse vicessitudini, ma alla fine è venuto fuori uno dei migliori pezzi che sono su camera oscura. volevo quindi ringraziare in maniera particolare marco e cristina per la passione, competenza e impegno che hanno messo nel rispondere a tutte le domande, e che hanno trasformato questa intervista in qualcosa di più. grazie ragazzi
ciao ciao e buona lettura a tutti gli altri
f

Inviato: 27/3/2008 18:42
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Intervista a Fabiano Busdraghi

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Ciao,
mi permettete di darmi un po' di arie? per una volta non sono stato io a intervistare un fotografo, ma sono stato intervistato. L'intervista a fabiano busdraghi è l'ultimo articolo su design radar.
ciao ciao
f

Inviato: 27/3/2008 10:32
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Re: The Nature of Photographs, Stephen Shore :-(

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Ottimo post mxa!
in parte mi ha fatto pensare ad un'intervista a sandro iovine che ho visto oggi, pubblicata su idee in bianco e nero.
Nella due parti dell'intervista si parla sia del fatto che tutti abbiamo ricevuto un'educazione letteraria ma non all'immagine, sia del giappone che ti è caro e della sue visone differente.
Per quanto mi riguarda è vero che è un peccato che la maggior parte dei grandi filosofi della fotografia siano appunto filosofi e non fotografi, però per fortuna i fotografi in genere non sanno scrivere e fanno un sacco di belle fotografie. La parte intellettuale è sicuramente importante, però prediligo chi riesce a far passare qualcosa su di un piano che non sia puramente concettuale/filosofico, e questo è uno dei motivi per cui ho iniziato a prendere in mano la macchina fotografica, per comunicare senza dover per forza scrivere e parlare.
Per questo invidio da morire i musicisti, che sono anche molto più fighi di noi fotografi.
Ancora grazie per l'ottimo spunto
f

Inviato: 24/3/2008 21:49
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Re: Stampe "digitali" al platino/palladio - Dick Arentz

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Il problema è che la fotografia è un mezzo ibrido e bastardo. Per sua natura e per uso secolare si comprende entità  profondamente diverse da loro, tanto sul piano pratico che teorico.
Se cerchi di definire in modo univoco la fotografia vai incontro a tanti paradossi. se sei largo sei costretto a inserire in fotografie tante cose che nel senso comune non lo sono, se invece sei stretto non riesci a includere tantisisme altre che sono considerate iperfotografiche anche dal più talebano della camera oscura, e ti ritrovi che le uniche foto in senso puro, scritte con la luce, sono le fotografie esposte ma non sviluppate e fissate.
è curioso poi che indichi come non fotografiche delle fotografie su cui dipingi e poi ci parli di demachy. è esattamente quello che faceva! non solo grattava la gomma, o la sottosviluppava, ma se guardi bene le alte luci delle sue stampe spessissimo c'è sopra qualche bella pennellata di tempera per ravvivarle. senza contare i dettagli coperti nelle ombre con qualche bella mano di pittura scura.
allora, è fotografia, non è fotografia? chi se ne frega, sono delle bellissime gomme di demachy! tutti sanno (o almeno dovrebbero) che cos'è il pittorialismo, che filosofia e che metodologia usava. tutti sono liberi di dire: ehi, ma questa non è fotografia! ma a me sembra un peccato.

il mio discorso sul risultato e i mezzi ha questo senso: visto che tanto disquisire su cosa sia o meno fotografia è una questione oziosa, perché non dedicare tutto questo tempo sprecato per, invece, realizzare belle immagini, di qualunque natura esse siano?
ciao
f

Inviato: 5/3/2008 11:43
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Re: consiglio stampa da 35mm

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Ciao,
ho già  visto delle splendide stampe di un metro fatte da dia 35mm. la mancanza di dettaglio non è un grosso problema fino a che lo scanner ti tira fuori un bel grano secco e definito. praticamente la grana rimpiazza l'assenza di dettaglio. certo, non è che puoi andare a frugare nella foto come faresti con una grande formato, è una cosa diversa, il dettaglio non c'è e non te lo puoi inventare, ma la resa visiva comlessiva è ottima, la sensazione dell'immagine dico. se la grana invece è morbida invece per me si perde un sacco. una botte di sharpen per renderla più secca è ancora una volta auspicabile.
quindi secondo me ti dovresti far fare una scansione da un vero professionista con una macchina veramente buona.
in questo caso puoi tranquillamente stampare un metro.
io la vedrei bene in lambda o c-print e poi montata in diasec, bordo al vivo.
ciao
f
p.s bella anche la foto...

Inviato: 4/3/2008 9:59
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Re: Stampe "digitali" al platino/palladio - Dick Arentz

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Da Orsay (Parigi)
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Citazione:
Ehhhh....caro Fabiano,
Ho l'impressione che si continui a confondere il mezzo con il fine. Ed anche essere abbagliati dal concetto di qualità .


intanto se rileggi il passaggio di DA vedi che nella frase "qualità " è sinonimo di "caratteristiche" senza nessun riferimento a pregio o no. lui dice che con questo nuovo metodo ottiene risultati comparabili a quello vecchio.

per quanto riguarda la tua domanda no, per quanto mi riguarda le caratteristiche tecniche e la qualità  ortodossa hanno perso significato già  da molto tempo. quando le caratteristiche formali sono funzionali al messaggio le applico, quando non lo sono faccio come mi pare.
pero' esiste ancora tanta gente, non che insegue la qualità , ma che sceglie un mezzo piuttosto che un altro sulla base di (posso dirlo?) pregiudizi, oppure maschera la propria inefficenza dietro scelte formali. fa una foto di un albero che è una ca*$%$ta pazzesca, ma visto che è fatta con una macchian grande formato 70x100 e poi stampata alla gomma bicromata con 25 strati indipendenti diventa un'opera d'arte.
quello che mi sembrava notevole è che un personaggio come DA, che ha passato la vita a cercare tutta una serie di certe caratteristiche delle stampe, riesce ad essere contento con una digitalina, ok di lusso, ma rispetto a quello che usa resta una digitalina.
la lezione da trarne è che:
a) il digitale è sufficientemente sufficientemente sviluppato da dare risultati che passano i criteri di qualità  di uno dei migliori stampatori del mondo.
b) se non abbiamo risultati decenti col digitale è più probabile che sia perché non lo sappiamo usare bene
c) solita tiritera: conta il fine e non i mezzi

Citazione:
Qual'è lo scopo della fotografia PER TE?


posso glissare per il momento? è una domanda difficile e ci devo pensare. magari apriamo un 3d dedicato. già  qui si andrà  nel OT più puro. dobbiamo aprire un altro 3d anche per il resto della conversazione?

Citazione:
Per me è testimonianza attraverso il processo fotografico. La "fotograficità ", per me, va "garantita" attraverso l'uso di un processo integralmente fotografico che diventa estensione temporale di una combinazione visiva piuttosto che riproduzione e ricostruzione.


per me non è assolutamente testimonianza, non esiste la testimonianza e la documentazione, manco so se esiste la realtà , come posso pretendere di documentarla con un mezzo poi infinitamente ibrido e distorsivo come la fotografia. nessun processo poi è integralmente fotografico, salvo le immagini esposte e non sviluppate.

Citazione:
Il processo digitale ricostruisce le immagini, le acquisisce tramite dei sensori calibrati e le ricostruisce punto per punto su un supporto che ha la stessa fisicità  delle immagini catturate. Non fissa. Non immortala. Al contrario quando i processi sono fotografici si passa attraverso una serie di proiezioni che riflettono la realtà  in maniera diretta e la fissano senza decomposizione in elementi primi e ricostruzione.


interessante. Se non sbaglio a interpretare il tuo pensiero mi ricorda la tesi di Dubois in "L'acte photographique". Si diceva infatti che una caratteristica costituente della fotografia è la sua sincronicità . l'autore diceva in fatti che l'immagine della televisione è profondamente diversa perché l'immagine viene costruita punto per punto spazzando lo schermo. se non sbaglio dici che la grossa differenza rispetto col digitale è questa.
fermo restando che dal punto di vista pratico queste questioni filosofiche per me non hanno la ben minima importanza, dal punto di vista teorico rifiuto comunque questa tesi. l'otturatore di fatto scorre sulla pellicola impressionando, quindi si ha un processo di ricostruzione-decostruzione dell'immagine. la sola differenza è che con l'otturatore si ha una somma continua per sovrapposizione, mentre nel digitale è quantizzato.
ma ripeto, per mia personale scelta, sono discussioni colte senza alcun interesse fotografico reale.
ai fini pratici, una foto scattata da un giornalista in analogico i in digitale ha esattamente lo stesso valore di testimonianza intesa nel senso pratico del termine.

Citazione:
E per finire ti chiedo un'ultima cosa perchè mi ha incuriosito la tua affermazione: ma cosa c'entra il "full frame" con "la qualità " ? Forse dipende dal fatto che abbiamo una diversa idea di qualità , sono curioso.


per quanto mi riguarda niente. a parte la difficoltà  stessa di definire qualità , per quanto mi riguarda non la cerco nei parametri standard come nitidezza, assenza di rumore e compagnia.
la frasè solo dovuta al fatto che le macchine digitali professionali sono full frame, e spesso si sente dire con un certo disprezzo che con un captore che non compre nemeno la superficie di un 35mm non si riescono a ottenere stampe di qualità  decente che superino il 10x15cm. insomma, stavo facendo dell'ironia.
ciao
f

Inviato: 3/3/2008 11:23
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Re: Stampe "digitali" al platino/palladio - Dick Arentz

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Grazie per l'articolo, lettura interessante. Mi ha particolarmente fatto ridere questo passaggio:

Citazione:
When converted to 360 ppi (my preferred resolution to feed to the printer), the 10.5-megapixel file gave me a 7.3 x 10.9-inch image at true resolution. For the final print, I set my limit at 12 x 18 inches, an upsampling of approximately 160%. Using Photoshop CS2, bicubic smoother resampling and judicious sharpening, I found that I could essentially duplicate the qualities of a 12 x 20 print made from an in-camera negative.


In pratica una persona che ha passato la vita a fotografare in grande formato, stampare per contatto con una delle tecniche più pregiate della storia della fotografia, inseguire toni, resa, dettaglio delle stampe, ci sta dicendo che con una digitale, manco full frame per altro, ottiene la stessa qualità  che con un negativo analogico 30x50cm!
io gli credo, è uno dei più grandi stampatori del mondo.
meditate gente, meditate.
ciao
f

Inviato: 3/3/2008 9:16
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Sabine Pigalle

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http://www.sabinepigalle.com/

Settimana scorsa ho visto la sua mostra in una galleria di Parigi. Alcuni suoi lavori artistici sul corpo mi piacciono veramente da impazzire.
ciao
f

Inviato: 2/3/2008 18:57
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Re: Ho perduto il feeling con la Epson 1200

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un giorno la epson 2100 ha smesso di centrarmi le immagini. dopo un bel po' di fogli sprecati e incazzature ho scoperto che se levo il segno di spunta a "centra immagine" nella finestra di stampa di photoshop tutto fila liscio.
sembra quindi che a volte driver epson e finestra di stampa ps vadano in conflitto. prova ad armeggiare con le opzioni di stampa di fotoshop e vedi se trovi una soluzione
ciao
f

Inviato: 2/3/2008 16:35
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Re: Quando scattare diventa un rischio...

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Ciao Luciano e tutti gli altri,
ho molto apprezzato il tuo intervento e devo dire che sono daccordo su molti punti. Inoltre capisco benissimo che non ce l'hai con me come nessun altro che ha patecipato a questa discussione, come io non ce l'ho con nessuno di voi rispetto le vostre opinioni anche se questo non mi impedisce di discuterle se non le condivido. Mi dispiace anche di aver offeso qualcuno con il termine "pippe" spero che si sia capito il significato dell'espressione.

Alcune preciazioni.
In primo luogo vi dico che, in quello che scrivo, sto sempre un po' calcando la mano, per renderlo enfatico, per provocare un po' e per smuovere la discussione. Nei fatti, nella vita di tutti i giorni, sono molto rispettoso nei confronti del prossimo, o almeno mi pare o cosi' mi vede chi mi sta attorno. Se a volte puo' sembrare che pontifico è perché mi appassiono alla discussione, sono una persona passionale è vero, ma sono molto aperto ad accettare critiche e non pretendo di avere ragione o pensare che tutte le altre visioni siano sbagliate. Anzi. Questa discussione è stata fonte continua di riflessioni, anche lunghe, è stato un modo per aiutare a capire come la penso e porre molte questioni su me stesso e il mio comportamento.

Chiarito ciò, devo dire che per quanto riguarda il mio pensiero ci sono due linee distinte, che si sono mischiate nella discussione.
Da una parte il mio fotografare o meno una persona per strada, dall'altra l'accettazione di questa persona dello scatto, l'atteggiamento di rifiuto nei confronti del farsi fotografare. 7 questa seconda parte soprattutto che critico.

Per quanto riguarda la prima tematica, come dicevo non fotografo mai nessuno se dichiaratamente non vuole farsi fotografare, un po' se vogliamo per rispetto, un po' diciamolo pure per paura di buscarle, un po' per la contingenza della situazione.
Pero' se vedo qualcosa che mi interessa fotografo, se poi vengono fuori casini, cerco di spiegarmi e se non è possibile, come mi è capitato in alcune occasioni, me la do a gambe.
In tutte le foto che ho fatto, magari mi sbaglio, mi pare di non aver sfruttato mai la situazione di inferiorità  di un mendicante. In ogni caso reazioni negativi non le hai solo dai barboni (con cui fra parentesi mi fermo spesso a chiacchierare e che mi danno meno problemi delle persone "abbienti" che camminano per strada) ma tendenzialmente da tutti. Tipo fare foto a dei bimbi in un parco, come la famosa foto dei bimbi che giocano ai giardini di lussemburgo innevati, oggi equivale ad un invito al linciaggio da parte di mamme borghesi, molto più ricche di me. Mi pare quindi che i diversi livelli sociali non siano il succo della cosa.

Ho riflettutto molto in questi giorni su quello che ha detto Renzo. La mia incapacità  a vedere lo scatto come qualcosa che possa danneggiare è che la violenza cui accenna io non riesco neanche a capacitarmela, quando fotografo qualunque cosa, dal vecchietto, al sasso, al mare, per me non è mai uno stupro, ma sempre sempre un atto d'amore.
Forse sono candido e ingenuo, e di questo chiedo scusa al mondo, ma non mi è mai capitato di dirmi "ah, che figo che sono stato, ho acchiappato anche questa bella foto". mai. quello che faccio tutti i giorni è guardare il mondo con stupore, fantasia amore e cercare di mettere quello che vedo, questo stupore pascoliniano, nelle mie foto. e quello che vedo comprende tanto i bei paesaggi come i barboni, perche' entrambi fanno parte del mio mondo e entrambi li amo profondamente.

Per quanto riguarda la questione economica. Non mi vergogno a dire che ho pochi, pochissimi soldi. Ho abbandonato la mia carriera lavorativa per fare il fotografo, anzi, il fotografo artista, che è molto peggio econmicamente. per ora faccio sacrifici uno dietro l'altro, guadagno pochissimo (ma sono contento). sinceramente se fossi un fotografo famoo e pieno di soldi preferireri divertirmi a fotografare le top model del momento nude che farmi inseguire per strada da una mamma incazzata cui ho fotografato il figlio.
quindi forse anche per questo non mi sembra di derubare nessuno, quando si hanno le tasche vuote e l'unica cosa che conta è la fotografia non mi pare di sfruttare nessuno. tanto piu' che dei soldi guadagnati fino ad ora con la fotografia non c'è nessun esempio di street photography.

Certo, mi potete dire che io sono io ma che altri possono sfruttare le persone. non lo so, secondo me è difficile che sia un'eventualità  reale. Qualcuno che voglia fare pubblicità  ha infinitamente meno grane e complicazioni a pagare un modello professionale che a fare corri e fuggi con i passanti che si incazzano e poi ti mandano le lettere dell'avvocato.
Gli unici che "guadagnano" con le foto di strada son forse i giornalisti, che pero' li giustificate con il dirittto all'informazione. l'amatore che guadagna 100 euro di primo premio al concorso del fotoclub di Monculo sull'arno non so se vale un processo, e a chi lo intenta mi verrebbe da dire di smettere di fare la guerra fra i poveri.

Non so, forse mi sbaglio, ma mi pare che non sia veramente la questione economica la sorgente del rifiuto a farsi fotografare. Mi pare qualcosa di molto più viscerale, irrazionale, come dicevo, medieovale.
E questo dato di fatto mi da rammarico.
Ed è questo il secondo punto che vi dicevo. tutta l'enfasi dei miei messaggi precedenti non voleva essere sul mio atteggiamento, diritto di fare quello che voglio, di scattar e le foto che voglio. Tutta l'enfasi voleva invece essere su questo mio grosso dispiacere per constatare che la gente non voglia farsi fotografare, per motivi che ai miei occhi, al mio giudizio completamente parziale (magari anche sbagliato, ma in questo caso aiutatemi a trovare una spiegazione razionale), mi sembrano non basati su fatti reali e soprattutto controproducenti per la memoria collettiva, le testimonianze di questo tempo, la storia stessa della fotografia.
my2cents
f

p.s. la foto non ho modo di dimostrare che sia reale, pero' è una scena che ho visto per strada a Roma verso luglio del 2007. Il senso di irrealtà  è forse dado dal ritocco pesantissimo. fra le altre cose ho aumentato molto la luminosità  su mani e volti, scurendo il resto, cercando appunto l'effetto di luce dei quadri antichi. Questo forse da una sensazione di pulizia che di fatto non c'era. Le macchie sul vestito poi sono state pazientemente spuntinate.

Inviato: 1/3/2008 20:15
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Re: Quando scattare diventa un rischio...

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ciao
sempre di corsa quindi ho appena appena letto il 3d. vedo che si son formate due linee parallele, anche interessanti. cerchero' di seguirle meglio settimana prox.
anche io mi sento sdoppiato e dubito dell'informazione e del documento, quindi questo e' un tema che mi e' abbastanza caro.
per quanto riguarda il tema originale della foto:
il concorso di fotografia, anche se lo vinco, non mi fara' guadagnare premi in denaro, perche' allepoca in cui ho scattato la foto e inviato il file ancora non avevo aperto la partita iva e quindi ero ancora amatore.
l'unica cosa che posso guadagnare e' in curriculum, quindi un guadagno c'e', anche se non cocnreto, e lo considero frutto di sforzi, impegno e lavoro piu' che della faccia della zingara.
per le foto di cui e' previsto uno sfruttamento commerciale in ogni caso c'e' una legislazione vigente che gestisce questi casi e di fatto i fotografi chiedono la liberatoria quando intendono sfruttare un'immagine.
in ogni caso vi ricordo che la situazione da cui eravamo partiti e' quella di un'aggressione di una persona fotografata, indipendentemente dal fatto che poi la sua immagine venisse sfruttata commercialmente. e' questo atteggiamento che a me dispiace, un rifiuto aprioristico della possibilita' di esser fotografati.
Per i soldi, devo comunque ammettere che non ci avevo pensato. sara' che ritengo che se un fotografo fa soldi con la mia faccia e' merito suo piuttosto che mio. in ogni caso, se la motivazione a non farsi fotografare delle persone e'puramente economica mi pare ancora piu' meschina (sempre opinione personale chiaro) dello spettro della paura.
ciao ciao
f

Inviato: 28/2/2008 17:32
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Re: Quando scattare diventa un rischio...

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Ciao
come al solito certe discussioni andrebbero fatte di persona e con il tempo di farle, non di corsa mentre si viaggia. chiedo scusa ma sono ancora a barcellona, quindi sono ancora di corsa. On ogni caso la mia era chiaramente una provocazione, sapevo che vi sareste inc*^¿?ati ma a volte smuovere gli animi fa bene.

Alcune precisazioni. Parlero' di me, perche' non ho la presunzione di dire il giusto o di imporre il mio modo di vedere sugli altri:

Non ho mai detto che scatto una foto se so che il soggetto non vuole farsi riprendere, ma semplicemente che se vedo una foto che mi piace la faccio e poi al limite scappo. Vi puo' sembrar poco ma c'e' una grande differenza. Le foto ad una persona che so che non voule non le faccio, e questo e' il mio modo di rispettarla. Allo stesso tempo non chiedo prima, e questa in certo caso possiamo dire che e' la mia forma di forzare le cose, per cui non ho nessuna giustificazione, salvo che lo faccio in nome della bellezza e che e' un sopruso molto piu' piccolo di quello cui siamo tutti i giorni testimoni.

Uno dei motivi per cui non chiedo e' quello di non rovinare l'attimo, la posa e l'espressione.
In genere non fotografo piu' per strada e soprattutto non fotografo piu' la gente, in parte perche' ne ho piene le scatole dei casini che vengono fuori, a mio parere stupidi e ingiustificati, e me ne rammarico. Ma qualche esempio di foto scattata a gente per stradace l'ho.
La foto per esempio che ho chiamato gypsy madonna l'ho scatta per strada. Se avessi chiesto alla tipa se potevo fotografarla alla meglio mi avrebbe detto di si e alla peggio avrei perso la posa. quindi ho scattato e basta, senza chiedere.
Questa foto rientra pienamente nella categria citata poco sopra:

Citazione:
Le fotografie peggiori che ho visto non sono i banali tramonti, campi di girasoli, etc. tutte uguali da non distinguerle l'una dall'altra, ma le foto di disabili, mendicanti, senza tetto, marginali, riprese en passant, furtivamente, senza nessun senso, nessuna progettualità  che vada oltre alla voglia di portarsi a casa un trofeo; ritengo queste immagini del tutto prive di etica ed assolutamente inutili, perché tutte uguali.


Nemmeno io la considero uno dei miei scatti migliori, pero' e' stata selezionata fra le dieci finaliste del http://www.worldphotographyawards.org/ quindi forse proprio terribile non e', adesso vediamo se Martin Parr, Nan Goldin e compagnia la sceglieranno fra le prime 3.
Ora questa foto non avrei dovuto farla. Una mendicante, una donna, una bambina... eppure ditemi in che modo offendo questa persona. Una volta una persona mi scrisse tutta una mail entusiasta in cui mi diceva come quest'immagine era una rappresentazione moderna della madonna, era intensa, dolce, brillante, etc. Al che cambiai il titolo da "mendicante" a appunto "gypsy madonna". Anche perche', mi ricordo bene, quando la vidi pensai ad un dipinto caravaggesco, quindi l'idea della santita' era nell'aria. Ma a seguire la linea di pensiero che sembra trasparire da questo 3d questa e' una foto immorale.

Peccato.
L'unica cosa che riesco a sentire e' veramente rammarico. Rammarico che nel nostro paese/cultura/mondo occidentale, basato sul pensiero dei greci antichi e in cui l'illuminismo e' passato l'altro ieri ci sia questo atteggiamento inquisitorio nei confronti dell'immagine fotografica.
Ci ho pensato in questi giorni, che danno potrebbe arrecarmi un'immagine che mi viene scattata per strada? Per quanto mi sforzi non riesco proprio a trovare una situazione nella quale un'immagine di me possa danneggiarmi in alcun modo, e come me mio fratello andicappato, mia moglie, mio figlio che gioca nel parco. Che, mio fratello si deve vergognare di essere sulla sedia a rotelle? Se uno fotografa mio figlio di 3 anni che cavolo potra' mai succedere? Che io sappia i pedofili scambiano foto pornografiche di minori, non allegri bambinelli al parco. E se anche p`roprio fosse, cosa di cui dubito, cosa me ne potrebbe venir e di male?
Naturalmente parlo per me, ma faccio fatica ad immaginare come possano venir danneggiate le persone che si vedono per strada. E questo e' un punto importante, la strada. La strada e' un ambito pubblico, in cui si e' esposti allo sguardo altrui per definizione. Le foto di cui si parla in questo 3d non si riferiscono ad un'intrusione nella mia intimita', in casa mia, mentre tr*&%$·o con mia moglie o simili. Semplicemente a foto fatte per strada. A mio personalissimo modo di vedere, se hai il coraggio di uscire per strada con la faccia che ti ritrovi per coerenza non cambia nulla se vieni fotografato o meno. A mio personalissimo modo di vedere, temere le foto in tale ambito pubblico, equivale ad un atteggiamento paranoico, o detto in slang, a pippe mentali. Poi naturalmente si puo' tornare all'epoca della caccia alle streghe, ma io penso che le donne siano una delle pie' belle invenzioni di questo presunto nostro signore, e che non siano il diavolo. Un regalo della Bellezza, proprio come la fotografia.
Che poi, alla fine, chi ci rimette e' proprio la fotografia. Non se lo chiedono mai le persone che vengono fotografate, che magari la persona che sta dietro l'obiettivo sta creando una delle immagini piu' belle della storia, una di quelle che segnano la memoria collettiva per un periodo intero? Beh, non so voi, ma se io vengo fotografato da uno sconosciuto che e' il futuro Cartier Bresson dell'XXI secolo, beh, riesco a sentirmi solo onorato.
Quelloc he mi rattrista di piu' pero' non e' vedere le eprsone per strada che temono la fotografia come se fosse stregoneria, l'ignoranza purtroppo sara' sempre un male diffuso. Quello che mi rattrista di piu' e' vedere nei fotografi lo spettro di quest'idea che la fotografia sia invasione e arma nociva. Se noi stessi la pensiamo in questo modo, come faremo a far capire alla gente che siamo li per la bellezza e per neint'altro?

Naturalmente sono pensieri miei, non pretendo che nessuno li condivida o li ritenga giusti. Magari se ne riparla meglio quando torno.
Spero solo che il mio pensiero sia piu' chiaro e soprattutto che per quanto mi riguarda il rispetto sta nell'atto concreto, nel produrre immagini di bellezza, piu' che in una forma di autocensura.
ciao ciao
f

Inviato: 27/2/2008 16:28
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La gente crede nella realtà della fotografia ma non a quella della pittura; il chè dà un enorme vantaggio ai fotografi. Sfortunatamente, però, anche i fotografi credono nella realtà della fotografia. D. Michals, 1976...
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Re: Quando scattare diventa un rischio...

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per quanto mi rigaurda se vedo una foto che mi interessa scatto e al limite scappo.
pace se non è consentito per legge o per morale come diceva ferre, "la morale è sempre la morale degli altri".
quello che mi sembra un peccato non è tanto il fatto che esista il diritto alla privacy, ma il fatto che la gente abbia il terrore della macchina fotografica e non voglia farsi fotografare. in che modo puoi venire danneggiato? certo, se esci con la ganza e poi il fotografo spedisce le foto a tua moglie son cacchi, ma il 99,999999% delle foto che ti possono venir scattate nel corso della tua vita sono assolutamente innoque.
ribadisco che è un punto di vista puramente personale e so che quasi nessuno lo condivide, pero' il diritto a non voler esser fotografati e la paura di esser in uno scatto a mio vedere sono pippe mentali prive di ogni fondamento logico.
la cosa più triste, come diceva qualcuno sopra, è che con queste fisime ci perdiamo le foto più belle che potrebbero esser fatte della nostra epoca.
linciatemi pure se volete, sono abituato a correr via veloce.
ciao
f

Inviato: 21/2/2008 21:33
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Per chi pensa che i fotografi di guerra siano cinici senza cuore

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Qui un slide show e per chi non capisce il francese qui un riassunto della storia
ciao ciao
f

Inviato: 10/2/2008 21:32
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Re: Tutorial Sharpen e NoiseReduction foto molto rumore e dettaglio contemporaneamente

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Citazione:
ho registrato in azioni il tuo tutorial e adesso premo il tasto F9...e dopo pochi secondi ho già  pronti i livelli Noise e Sharpen...


Giusto, le action! ho messo online il mio set, noise&sharpen così sono disponibili per chiunque.
grazie per il suggerimento
f

Inviato: 3/2/2008 11:26
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Re: Tutorial Sharpen e NoiseReduction foto molto rumore e dettaglio contemporaneamente

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ciao maestrale
fatta l'aggiunta del layer sfuocato in blending option colore. ti ho citato, ma se hai un sito personale ti metto anche un link.
ciao e ancora grazie
f

Inviato: 2/2/2008 13:45
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Re: pareri durst da900 e istruzioni

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Ciao,
mi ha contattato una persona con questa domanda:

Citazione:
I found your address at some italian forum. I don't understand Italian a bit but you
were talking something about DA900 enlarger.

I have the same enlarger and it's been for years now that I'm looking for the two
steel tapes that hold the head of the enlarger. I can't find them! Can you help me?
Maybe on that forum? Please?


non ne ho idea, qualcuno puà aiutarlo?
ciao
f

Inviato: 26/1/2008 11:29
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Re: Cyanotype Rex

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Citazione:
comunque seguirà il tuo consiglio e se non indispensabile provvederà ad evitarla. Come diceva Ford "quello che non c'è non si rompe"


esatto, è proprio questa l'idea. nei vari siti, trattati e libri di tecniche antiche c'è sempre scritto che epr fare la stampa x devi assolutamente preparare la carta nel modo y, x, w, poi usare il prodotto pipo assolutamente insieme a papo, etc etc.
tutti baggianate. quando uno prova deve partire dal più semplice, se poi fallisce usa la letteratura per trovare la via che risolve il problema, partire con una tecnica iper raffinata è masochismo.
una delle cose belle del ciano è che funziona praticamente su qualunque carta, quindi vai traquillo.

Citazione:
Stà cercando da molto tempo un libro di Alphonse Poitevin " Traite de l' impression photographique sans sel d' argent" Parigi 1862, e visto che sei in quei paraggi chiedo se ne hai "notizia".


mai sentito, mi spiace, ma se viene fuori te lo dico.
ciao ciao
f

Inviato: 24/1/2008 18:39
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