gasp!

Grazie Luca per le preziose informazioni e anche per la pazienza di spiegarle! In realtà  avevo immaginato che tu usassi il nuovo sistema di stampa su baritata da file, ma immagino che sia ancora più costoso di quello che pratichi tu.
Ho visto una mostra in lambda 70x100 da 35mm assolutamente sorprendente come qualità , per cui un po' conosco le qualità  del sistema.
Nel mio piccolo ho provato anche io, una volta, a far fare una stampa "ibrida" di un negativo bn scansionato. Portato il file a un minilab a dire il vero un po' scrauso, mi sono visto restituire una stampa marroncina assolutamente inguardabile, per cui ho desistito da ulteriori tentativi.
Mi piacerebbe eccome vedere le stampe dal vero, ma purtroppo sono piuttosto fuorimano: vivo a Roma.
Ciao e grazie.

Ciao,
un comune amico (Renato Andreatta) ha segnalato su un altro forum che frequento la tua bella serie sugli alberi, scrivendo che sono stampe ottenute da scansione di negativi sviluppati in pirocatechina e riportate su carta "analogica".
Ci potresti dare qualche dritta sul procedimento?

Grazie a tutti e due per le dritte, sperando che se ne aggiungano delle altre. Proverà la diluizione 1+3, ma a questo punto non mi fido più di tanto.

Ciao a tutti, ieri ho avuto la mia prima esperienza con l'Xtol. Per i noti problemi di conservazione ho usato, per la preparazione dello stock, acqua demineralizzata e ho suddiviso i cinque litri in bottiglie riempite fino all'orlo e ben chiuse. Sviluppando il neopan400 per 9'45" a 20°, come vuole digitaltruth, mi è venuto un negativo all'apparenza molto bello e ben vispo; guardandolo meglio mi sono accorto che la densità  è un po' eccessiva, che in alcune foto le alte luci sono bruciate e che c'è un po' più grana di quanto mi aspettassi. Puà darsi pure che ci sia stato un problema di termostatazione... In ogni caso ho avuto la sensazione di uno sviluppo piuttosto energico.
Sono tentato a questo punto di provare la diluizione 1+3, almeno da 400 asa in giù: volevo chiedere, se c'è qualcuno che ha esperienza diretta con questo rivelatore per me nuovo, cosa andrei a perdere e cosa a guadagnare rispetto la diluizione classica 1+1, quali sono le pellicole che si abbinano meglio (io uso un po' tutte le non tabulari, di solito) e se avete consigli di utilizzo, dritte, varie ed eventuali.
Grazie per la pazienza e le risposte!

Come credo molti altri uso internet per chiacchierare, costume che mi pare stia andando in disuso nella vita reale. Internet rende estremamente facile trovare persone con cui si hanno argomenti in comune: nel mio e nel vostro caso la fotografia. Ho trovato molte persone affini, con cui in qualche caso ho iniziato frequentazioni ed amicizie non virtuali. Ho trovato alcune persone caratterialmente opposte e a volte addirittura ostili. Parlo, se così si puà dire, con le persone mentre aspetto che mi si apra un file o durante la pausa pranzo; constato con tristezza che lavoro, famiglia, impegni, stress, ostilità , diffidenza rendono sempre più difficili nella cosiddetta vita reale le relazioni umane positive, dalla chiacchiera all'amicizia alla condivisione.
So che con alcune persone che frequento su internet potrebbe nascere un'amicizia; ma perchè ciò accada c'è bisogno di fare un passetto in più, di mettersi in gioco un po' di più di quanto non lo si possa fare parlando di pellicole, di ingranditori o di filosofia fotografica. Da dietro un monitor l'amicizia rischia di essere tanto facile quanto inconsistente.
Grazie Floriano per il tuo prezioso spunto di riflessione e per aver usato una parola bella come "amicizia".

Un affresco di una qualità  incredibile. Altro che megapixel!!!

non so se è solo una mia impressione, ma mi pare che la procedura descritta da Fer corrisponda maggiormente alla realtà  dei minilab. Una volta ho fatto fare lo sviluppo rapido in un minilab e mi sono trovato sulle stampe da medio formato delle scalettature da pixel, inguardabili! I grandi service nazionali, tipo Photosì che serve un gran numero di negozi a Roma e nel centro Italia, mi sembra invece che ancora adottino una procedura totalmente analogica.

Credo che le cose che ho letto nella pagina segnalata sul problema della spontaneità /affettazione, sulla necessità  di "manico" e di esercizio, sul rapporto tra arte e natura possano essere tranquillamente rigirate alla fotografia.

in effetti messa così ci faccio pure la figura del "pulciaro", come si dice a Roma... il fatto è che non mi fido troppo a fare 12 rulli con un litro di soluzione; poi checchè ne dicano i bugiardini gli incrementi di tempo suggeriti oltre ad essere una seccatura tremenda sono anche piuttosto aleatori.
Peccato che il fratellino minore dell'Ultrafin Plus, l'ultrafin semplice, non sia neanche lontanamente all'altezza.
Intendo provare l'Xtol che ho già  comprato, e se non ne sarà pienamente soddisfatto prenderà di nuovo in considerazione il Tetenal.

15,5 euro è il suo prezzo, e sono tanti...

La mia era una sintesi più malconcia della tua. Quelle riflessioni zibaldonesche, che non conoscevo, mi sembrano informate a una intenzionalità  estetica molto precisa e, mi si passi il termine, molto moderna; non casualmente mi pare si tratti di una estetica anche molto fotografica. Non mi ero invece posto il problema del rapporto tra immagine poetica in Leopardi e immagine fotografica.
Comprerà lo Zibaldone.

Intanto grazie delle risposte.
Ultimamente faccio molto 6x6 e 6x7 e qualche 35mm. Le cose che ho maggiormente aprezzato nell'Ultrafin Plus sono la grana fine e compatta, la nitidezza, la plasticità  e soprattutto la gamma tonale, con una ottima differenziazione dei grigi scuri-neri nel famoso piede della curva, con una buona tenuta anche sulle alte luci. Caratteristiche che non ho trovato negli altri prodotti citati.
Riguardo all'agitazione mi ricordo che con quella mia abituale (10sec/min) e i tempi del bugiardino i negativi vennero piuttosto sovrasviluppati.

http://www.zibaldoni.it/archivio/numeri/01/zibaldoni/de_vivo.htm

Molto fotografico il Leopardi, non credete?

Carta Tetenal o Maco, inizialmente politenata (RC). Per i liquidi per iniziare vanno bene tutti, poi ti accorgerai delle differenze.
Il 10x15 è un formato troppo piccolo e scomodo secondo me, il 13x18 va meglio.
In bocca al lupo.

L'ho usato per un breve periodo è mi è sembrato il migliore tra tutti gli sviluppi provati (per il mio personale gusto). Il problema è che è carissimo e anche un po' difficile da usare, visto che i tempi di sviluppi sono calcolati per una agitazione non standard.
Qualcuno che lo ha provato puà dirmi se conosce sviluppi simili di analoga qualità ? Immagino l'Xtol, che proverà a giorni, ma ci dovrebbe essere anche altro.

Ciao Bavarese,
innanzitutto ti invito a considerare che, su web, dire a un altro che non ha capito potrebbe accendere un bel flame, e io non sono uno che si lascia sfuggire l'occasione di mettere i puntini sulle i... sprovveduto o presuntuoso? Non è la prima volta che ho la sensazione che tu ti erga a perfetto interprete del Vero Autentico Senso dei topic e censore di ciò che puà o non puà essere scritto, per poi perderti in decine di repliche basate non più sull'oggetto in questione ma su un gioco relazionale negativo con altri forumisti della serie "come puoi dire una cosa del genere" ecc. ecc. Ovviamente a me interessa parlare di fotografia per quanto ne so e soprattutto per quanto posso imparare e non di quanto sia simpatico o antipatico qualche forumista.

Conosco Deborah da anni nei suoi pregi e difetti, conoscevo lo "scherzetto" su Flickr da prima che lo postasse qui Deborah e ho espresso alcune mie personali valutazioni non tanto sull'oggetto del topic, ma piuttosto su alcune cose affermate nel suo sviluppo che non condivido, specie quelle che non contestualizzano HCB come autore ormai tanto storicizzato da sembrare facile o scontato.

Riguardo all'ultima parte del tuo discorso ho una mia personale opinione: credo cioè che i migliori giudici di una fotografia, quelli di cui mi interessa capire le preferenze quando mostro una mia foto e non sono interessato a un parere tecnico-linguistico-storico-artistico, siano quelli che di fotografia sanno il meno possibile; quelli che non solo non conoscono HCB ma che non conoscono neanche i luoghi comuni fotografici in stile fiaf o Nationa Geograohic o simili.

No, Deborah, ti prego... un'altra delle tue estenuanti precisazioni...

Alcune considerazioni sulle cose scritte:

1) è possibile, lecito e ancora non vietato non conoscere HCB.

2) sarei stato colto in fallo anche io se invece di HCB avessero preso una foto di chiunque altro

3) HCB non è stato un innovatore assoluto, come lui stesso ammette, ma l'uomo che più di ogni altro ha diffuso alcune innovazioni stilistiche e di senso della fotografia, collocandole in una prospettiva nuova.

4) il problema delle foto di HCB oggi, mi pare, è che siano state già  troppo viste, non che sono superate; se HCB non ci fosse mai stato forse (e sottolineo forse) non ci sarebbero stati nemmeno Koudelka, Salgado, Berengo, Nachtwey, Pellegrin, Zizola ecc. ecc.; se HCB non ci fosse mai stato e nascesse ora vedremmo le sue foto, sicuramente diverse da quelle dell'HCB storico, come una novità  assoluta. HCB è un monumento, un po' come Le Corbusier in architettura, e perciò le sue foto ricevono oltre a scontati atti di devozione anche critiche, fraintendimenti, diminuizioni, dimenticanze eccetera.

5) Non capisco cosa volessero dimostrare gli autori della natta, che come tutti i giochi non amo particolarmente. Volendo trarne delle conclusioni è he si puà fare benissimo fotografia, e non solo a livello amatoriale, senza la consapevolezza della storia, perchè ci troviamo proprio all'interno della storia: se non abbiamo visto la foto di Bresson abbiamo visto certo la tal pubblicità , il tal film, il tale fotografo flickriano che si sono ispirati più o meno consapevolmente alle sue immagini; e se non abbiamo visto neanche una di queste cose viviamo una concezione della fotografia che in una sua buona parte è ancora fortemente debitrice delle idee di HCB.

OT totale: scusa pluto, ma la tua 6x7 così leggera... sarà  mica la Mamiya 7???

Ringrazio Candidus (Floriano???) per essersi preso la briga di riportare il brano delle L.A., che fornisce un quadro chiarissimo di cosa intendesse Calvino per leggerezza, e di quanto per lui contasse che la leggerezza fosse abbinata alla precisione. Credo che non ci sia bisogno di ulteriori definizioni, la leggerezza calviniana è ciò che è descritto in quel brano e scritto in tutti i suoi romanzi; poi a ciascuno, come sempre, la possibilità  di dare la propria interpretazione, logica, verbale o visiva, del tema.