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Re: Il nostro sito è online
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8/1/2005 22:33
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Mi permetto di dare una mia opinione personale circa la domanda sulla tipologia di soggetti affrontati da Marco e Cristina.
Prima di tutto è però doverosa una premessa. Non mi permetterei mai di avere la supponenza di capire il percorso di crescita creativa ed artistica che ha portato Marco e Cristina alla scelta di tali soggetti sulla base della semplice visione di una manciata di immagini e senza una conoscienza profonda delle persone in questione. Gli argomenti che vado ad esporre sono solo il frutto di mie sensazioni personali scaturite osservando il loro lavoro. Quindi prendetele con le pinze e, Marco se dico qualche castroneria sei vivamente pregato di farmelo notare.
Ed eccoci al dunque. Io ho la sensazione che i soggetti rappresentati siano un tramite, un "veicolo per....." che deve condurre l'osservatore verso qualcosa di più profondo, più intimo. Se lo scopo fosse semplicemente quello di illustrare il degrado industriale si tratterebbe di splendide foto documentaristiche e/o di denuncia sociale e niente di più. Invece l'atmosfera che le permea, il tipo di composizione, la scelta dei dettagli trascende tali aspetti. Oserei dire quasi che a tratti il soggetto rappresentato perde la sua "centralità ", non è più soggetto, nel senso di protagonista, ma in un certo qual senso diventa oggetto, ossia mezzo, strumento o meglio tramite che vuole e deve "condurre a". Passatemi il paragone: é come in un viaggio. Quando si parte si ha solitamente una meta; ecco, i soggetti immortalati nelle foto di Marco e Cristina non sono la meta ma la strada che porta alla meta. I soggetti rappresentati diventano quindi importanti non per quello "che sono" ma per le sensazioni che comunicano e per la funzione di ponte e tramite che svolgono; tramite verso quel "sovvertimento delle consuetudini e sgambettamento delle categorie formali verso aspetti ignoti della percezione del reale" come ha scritto lo stesso Marco in un altro post su questo forum. Per certi aspetti mi torna alla mente un'altra discussione apparsa sul forum che riguardava Misrach e le sue opere sul deserto. Vi si diceva che per lui il deserto non è semplicemente un luogo fisico ma più che altro uno spazio mentale che "usa per"; e Falcopardo aggiungeva: " penso che non abbia alcuna intenzione di rappresentare il deserto. Secondo me il deserto e' un mezzo per dare corpo alle sue sensazioni." Io sono portato ad accostare a questa filosofia anche le opere di Marco e Cristina, non so..............ci vedo una grande similitudine nel modo di porsi e nel fine che perseguono.
Ciao a tutti

Marco(pamar5)

Inviato: 24/2/2005 20:32
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Re: Chi mi spiega il sensore Foveon?
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Ho letto anche io di questo nuovo sensore. Posso dirti quello che so. In un sensore CCD o CMOS tradizionale l'elemento compositivo base è il diodo fotosensibile che ha un compito sostanzialmente simile alla pellicola fotografica, ossia la luce va a colpire il fotodiodo che la trasforma in informazione digitale. Il fotodiodo non è però in grado di rilevare la differenza di colore ma solo l'intensità  luminosa. E'necessario allora un sistema per "distinguere i colori". Tale sistema si basa sulla codifica RGB. Si indirizza ad un singolo fotodiodo uno solo dei tre colori fondamentali escludendo gli altri due. Per fare questo si applica ad ogni fotodiodo un filtro colorato (esempio: un filtro rosso lascerà  passare solo la luce rossa). Facendo così al fotodiodo non è richiesta la capacità  intrinseca di identificare il colore della luce che lo colpisce ma deve solo leggerne l'intensità  essendo deputato a leggere solo uno dei tre colori fondamentali. Se ad un diodo che legge il rosso si affianca uno per il verde e uno per il blù si è in grado di leggere l'intera scala cromatica in quel punto, In tal modo con un gruppo di tre fotodiodi si ha la completezza dell'informazione. Si arriva alla conclusione che per ogni pixel letto dal sensore servono almeno tre diodi. Almeno tre, perchè in realtà  essendo la matrice del sensore quadrata i diodi sono raggruppati in gruppi di quattro a dare una forma appunto quadrata al reticolo; il quarto pixel solitamente è per il blù o verde perchè l'occhio umano è più sensibile a tali colori. Ne consegue che un singolo fotodiodo puà catturare l'informazione riguardante una singola componente cromatica delle tre fondamentali che compongono la luce, inoltre i singoli fotodiodi non sono perfettamente adiacenti gli uni con gli altri per evitare interferenze microelettriche e questo aumenta la dispersione luce/informazione. questo processo richiede inoltre a valle una interpolazione software.
Nel nuovo sistema invece di deputare i fotodiodi a uno dei tre colori con un filtro, si sfrutta la capacità  del silicio di lasciar passare i tre colori cromatici in maniere selettiva a seconda di quanto spessore di silicio la luce debba attraversare. Si hanno allora tre strati fotosensibili sovrapposti annegati in una matrice silicea; ogni strato a seconda della profondità  a cui è posto rileva uno solo dei tre colori. In tal modo un singolo "punto" capace di rilevare l'informazione luminosa completa occupa un'area di 1/4 rispetto ai sensori CCD poichè viene a mancare la disposizione obbligata a quadrato in orizzontale di quattro fotodiodi che è l'unità  base del sensore CCD, con conseguente minore dispersione del segnale. Comunque non tutto mi è chiaro in proposito, ci sono secondo me alcuni punti un poco oscuri............

Inviato: 23/2/2005 21:54
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Re: Nuovo viaggio...Need help!!!!!!
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Shasa ha scritto:
Avrei due alternative: il sigma 170 – 500 5.6\6.3 (circa 1.100 euro) o il Minolta 400 / 4.5 (circa 2.300 euro).
Cosa mi consigliereste????



Io vado controcorrente. Secondo me dovresti valutare le comodità  e la versatilità  che puà darti uno zoom in situazioni quali un viaggio fotografico in Africa. Una focale fissa puà farti rischiare di "perdere l'attimo". Il pur breve tempo necessario per cambiare l'ottica della tua macchina fotografica potrebbe voler dire uno scatto perso. Questo sempre che naturalmente tu non voglia dedicarti solo ai paesaggi ma voglia scattare anche foto di wildlife. Uno zoom con un'escursione di 170-500 mm penso possa risultare molto comodo anche se, di contro, è decisamente meno luminoso del 400 mm fisso. Per quanto riguarda la qualità  ottica dei due vetri da te presi in considerazione non posso aiutarti perchè non li conosco.
Buon viaggio

Marco(pamar5)

Inviato: 22/2/2005 20:50
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Re: Il nostro sito è online
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Citazione:

Desert ha scritto:
Ecco qua: un adepto Marco e Cristina l'hanno già  creato.... mi hanno attaccato il virus dei dinosauri meccanici!!!
Un magnifico esemplare di meccasauro che bruca paciosamente sabbia al tramonto!


Caspita! Questa immagine che hai postato mi piace
Secondo me ha un grande punto di forza, il contrasto fra il soggetto rappresentato e l'ambientazione data dall'istante in cui l'hai immortalato. L'effetto dato dal tramonto quasi "romantico", perdonami il termine, contrasta appunto con il soggetto dando al tuo scatto una forza che non avrebbe avuto in modo così rilevante se ripresa in altre condizioni di luce. L'atmosfera che pervade questa fotografia è particolare e suggestiva, giocata su tale contrapposizione soggetto/ambientazione. Complimenti!!!!! La tua immagine colpisce nel segno
Ciao
Marco(pamar5)

Inviato: 20/2/2005 22:21
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E' in arrivo L'erede della Canon EOS 300D
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Per tutti gli utenti di digital reflex. Sembra sia in arrivo l'erede della 300D di Canon. Sensore da 8megapixel, nuova tecnologia CmosII e funzioni comparabili alla sorella maggiore Eos20D.
Ecco un link
http://www.pma-show.com/review/canon/001_EOS_digital_rebel_xt.html

Marco(pamar5)

Inviato: 18/2/2005 0:40
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Re: Il nostro sito è online
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Citazione:


Marco, Renzo, sarà  un onore ed un piacere mostrarvi le stampe di persona, e sono sicuro che potrà  avvenire anche in tempi brevi, magari sarà  un pò più facile per Marco che vive a pochi km da noi e con cui c'è già  un mezzo accordo (anzi, Marco, ci sentiamo sicuramente nei prossimi giorni)



Contaci
Ci sentiamo per accordarci

Inviato: 17/2/2005 21:22
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Re: Il nostro sito è online
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Finalmente possiamo vedere qualcosa di più del vostro lavoro. Gli ho dato una rapida occhiata. Al più presto gli dedicherà il tempo che merita e sarà felice, se lo vorrete, di parlarne e commentarlo con voi.
Complimenti
Ciao
Marco(pamar5)

Inviato: 16/2/2005 22:04
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Re: Digitale e tridimensionalità
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Citazione:

Marco ha scritto:

Sai invece cosa è la cosa che a me comincia un pò ad infastidire?
Vedere che a certi livelli, e parlo delle gallerie, vengano accettate stampe dai contenuti qualitativi e tecnici veramente scadenti



Caspita, che delusione, io non me ne intendo molto di gallerie ma pensavo che a un certo livello non fossero tollerate simili mancanze di professionalità ...........
Marco

Inviato: 8/2/2005 19:09
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Re: Digitale e tridimensionalità
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Citazione:

Falcopardo ha scritto:
...e siete entrambi dei replicanti!!!!


...e non mi rispondete che sono uno zombo....


Cavolo .............ci ha scoperti!!!!!!!!!!!!!

Inviato: 7/2/2005 18:54
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Re: Digitale e tridimensionalità
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Jekoz, sono PERFETTAMENTE d'accordo con te.
La mia domanda era semplicemente una curiosità . Penso che il vero, solo e unico fine sia la fotografia, la passione nello scattare, l'emozione e la soddisfazione nell'ottenere un buon risultato, la ricerca del soggetto e la creatività  del fotografo. L'attrezzatura è solo un mezzo. Se un'immagine mi da emozioni sinceramente l'ultima cosa a cui penso è con quale macchina sia stata ottenuta. Reputo l'attrezzatura solo un mezzo per ottenere il risultato. Se per ottenere quello che voglio devo usare il digitale va bene, se devo usare la pellicola va bene, se è preferibile il grande formato va bene. Ognuno esprime la propria creatività  usando come "tramite" il mezzo che ritiene migliore, senza per questo sminuire le scelte altrui. Devo dire che una caratteristica che mi ha fatto amare questo forum è proprio la grande competenza dei partecipanti , la loro eterogeneità  riguardo ai gusti e alle tecniche usate, ma SEMPRE unita ad un grandissimo rispetto per le scelte e le opinioni altrui. E chiunque abbia provato a frequentare altri siti o forum on line sa benissimo che purtroppo questa è una felice eccezione piuttosto che la prassi.
Insomma......una volta si diceva "il mondo è bello perchè è vario" Non sarebbe triste e monotono se tutti facessimo le stesse cose o se usassimo tutti lo stesso tipo di attrezzatura? Ne risulterebbe una sorta di "appiattimento". Inoltre il bello è che si puà sempre imparare e trarre idee vantaggiose confrontandosi con chi usa tecniche e apparecchi o ha idee diverse dalle nostre.
In ecologia si parla di biodiversità  ossia di varietà  e ricchezza di un ecosistema come di un bene da conservare e difendere. Permettetemi il paragone azzardato ma io proporrei il termine di "fotodiversità " ossia ricchezza di idee fotografiche, di "fantasia" e creatività  e di varietà  e ricchezza nel modo di ottenere "belle immagini" con attrezzature diverse. Semmai la nota triste è che ultimamente le leggi del marketing stanno facendo estinguere tutta una serie di tipologie di attrezzature fotografiche che hanno ancora una loro ragione di esistere.
Sarà  progresso, o impoverimento travestito da progresso?

PS jekoz, anche io uso con piena soddisfazione una EOS 300D

Ciao a tutti
Marco(pamar5)

Inviato: 7/2/2005 18:48
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Conservazione delle stampe
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Dal basso della mia scarsa conoscenza in materia chiedo il vostro aiuto per quanto riguarda la conservazione delle stampe fotografiche inkjet. Quali sono le modalità  di archiviazione e di esposizione per conservarle inalterate il più a lungo possibile? Ho trovato qualcosa in rete ma vorrei qualche consiglio.
Grazie anticipatamente
Marco

Inviato: 5/2/2005 20:11
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Re: Digitale e tridimensionalità
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Grazie mille per le vostre opinioni
Ciao

Marco

Inviato: 4/2/2005 18:17
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Digitale e tridimensionalità
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Ciao a tutti. Avrei bisogno di una vostra opinione/valutazione. Un mio amico fotografo sostiene che le macchine fotografiche digitali producono immagini che, rispetto alla pellicola, peccano in tridimensionalità . Ossia risultano più "piatte", la "profondità " dell'immagine risulta inferiore (Non la profondità  di campo, spero di essermi spiegato). Cosa ne pensate? C'è un fondo di verità ? O è solo una sua sensazione personale?
Io sinceramente non sono in grado di dare una valutazione. Grazie
Ciao
Marco(pamar5)

Inviato: 3/2/2005 19:19
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Re: Foto Cammino Santiago de Compostela in bici
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Grazie per aver condiviso con noi attraverso le tue immagini e il tuo racconto questa bellissima esperienza che hai vissuto.

Ciao
Marco(pamar5)

Inviato: 2/2/2005 20:27
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Re: Misrach e i Canti del deserto
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Se devo dirti la verità  anche io ho guardato prima le sue opere, solo dopo ho letto la sua biografia e le sensazioni che mi hanno dato non sono state "influenzate" dalle parole scritte su di lui. Comunque io penso che il bello dell'arte è che suscita emozioni diversificate in chi l'ammira, e non esisono impressioni e sensazioni giuste o sbagliata, corrette o meno. Sono tutte "vere" e belle se nascono dal proprio io.

Ciao

Marco(pamae5)

Inviato: 31/1/2005 22:55
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Re: Misrach e i Canti del deserto
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Falcopardo ha scritto:
Con Misrach ci tappezzerei la casa!!!! Lui non fotografa, dipinge!


Su questo punto sono in perfetta sintonia con Falcopardo.
Per quanto riguarda le osservazioni di Marco.........bé il discorso penso non sia semplice.
Definirei Misrach un fotografo "da meditazione", dove invece un Burtinsky lo descriverei come "subito pungente". Mi spiego: indipendentemente dal fatto che piacciano o meno, le opere di Burtinsky vuoi per le tematiche, vuoi per il tipo di composizione che obbliga l'osservatore a focalizzarsi sul soggetto nudo e crudo che vi è rappresentato, danno "sensazioni" immediate. Tali sensazioni possono essere interesse, curiosità , disgusto, angoscia....e chi più ne ha più ne metta. Comunque tali "sensazioni" sono sollecitate immediatamente, visionando la fotografia. Certo, poi subentra una seconda fase di rielaborazione concettuale e di assimilazione e riflessione......ma vi è subito un impatto emotivo, positivo o negativo che sia. Queste sensazioni così preponderanti penso possano spingere chi ne vede le immagini per la prima volta a rimanerne subito colpito o a giurare di non volerci più avere a che fare.
Misrach è ..........diverso al primo impatto (ma forse molto simile a lungo termine), sicuramente non colpisce, nel senso fisico del termine, "forte e cattivo" come Burtinsky. Come dicevo è "da meditare", a una prima visione le sue opere, almeno i paesaggi desertici, possono correre addirittura il rischio di venire velocemente sorvolate con uno sguardo che poi passa oltre, alla ricerca di altro, altre immagini, altri colori che non sono i suoi. E'strano........come faceva notare Marco non vi sono centri di interesse evidenti, non vie di fuga che guidano l'occhio verso il "dettaglio fondamentale" o un elemento principale. La regola compositiva dei terzi non è rispettata, spesso il cielo e la terra occupano la stessa quantità  di fotogramma, senza dare così prevalenza o importanza superiore a nessuno dei due elementi, le immagini sono sovente tagliate in due metà  quasi identiche dall'orizzonte, i colori sono tenui. Prendete a esempio l'immagine chiamata "Battelground point2" l'orizzonte divide la scena in due metà  uguali, quattro segni di pneumatici sul terreno, paralleli, senza incroci, che portano a cosa? a un centro di interesse fondamentale? no! verso un'insignificante collinetta che esserci o no non cambia molto. Ancora più emblematica "Battleground point1" per non parlare di "battleground point65" che è totalmente priva di centri che guidino lo sguardo verso qualcosa.
Caspita! ma allora questo Misrach non ha niente da dire! Potrebbe nascere questa affermazione da un rapido sguardo ai suoi lavori. Ma come dicevo prima è un artista da meditazione, se si va oltre ad un primo impatto ha molto da dire. Personalmente le sue immagini mi hanno fatto provare angoscia. Il trovarmi di fronte ad una fotografia priva di punti di riferimento immediati prima mi ha lasciato interdetto e quasi quasi ho pensato di andare a guardare qualcosa d'altro di più interessante........ma soffermandomici sopra ancora un poco i miei occhi continuavano a cercare quello che non c'è. E questa ricerca infruttuosa mi ha lasciato senza punti di riferimento, quasi indifeso, privo di quegli elementi basilari che fanno di una fotografia di paesaggio una fotografia di paesaggio canonica; elementi abituali e familiari, quasi "puntelli" o "postulati" talmente abituali da risultare oramai essenziali. L'occhio spazia e spazia, cerca e ri-cerca, corre in lungo e in largo e scava in lontananza ma....non trova ciò a cui mira e allora si perde e sorgono sensazioni, pensieri, smarrimento; è angosciante, per me. E'come avere fatto centinaia di viaggi sempre con gli stessi compagni dei quali si conosce ogni cosa e trovarsi all'improvviso soli in un paese straniero, senza di loro. E'questa secondo me la "forza nascosta" nelle opere di Misrach., toglire sicurezze e certezze andando a colpire con l'assenza (e qui cito ancora Marco)di quegli elementi "necessari" in una fotografia di paesaggio. Questo rende "perso" l'osservatore che si vede mancare ciò che si aspetta di trovare. Che differenza abissale con un Fatali! Siamo agli antipodi. Fatali rappresenta il paesaggio in modo visionario (?) ma sempre di paesaggio canonico si tratta. Chi mai potrebbe provare angoscia o smarrimento di fronte a una sua opera? Misrach mina le nostre sicurezze, spiazza, è interamente concettuale. E.......forse filosoficamente è molto più vicino lui, pur nella diversità  dei soggetti, ad un Burdinsky piuttosto che altri. Come al solito voglio precisare che queste sono mie personalissime impressioni e come tali possono benissimo essere una massa di str...

Ciao

Marco(pamar5)

PS a questo link si puà leggere un'intervista a Misrach di John Paul Caponigro
http://www.johnpaulcaponigro.com/dial ... _a-m/richard_misrach.html

Inviato: 31/1/2005 21:57
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Corrie McCluskey
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Vorrei proporre un portfolio di questa straordinaria artista. Si intitola "Living in the Shadows of the Past"
Sono immagini forti, che fanno rivivere grazie ad inquadrature basate sui dettagli, più che sul contesto generale, una delle pagine più nere della storia recente dell'uomo. Personalmente mi hanno "toccato" profondamente. E'incredibile come singoli elementi e particolari possano, se ripresi con maestria, "raccontare" meglio di un intero filmato o di mille parole

http://www.photoeye.com/gallery/forms ... rtfolio2&Gallery=2&Page=0


Marco(pamar5)


Inviato: 30/1/2005 22:56
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Re: fotografia
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Bé ma se non fai partire la lavastoviglie i forestali non dovrebbero dirti niente.............scherzo, scusa la battuta

Ciao

Marco

Inviato: 27/1/2005 22:30
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Re: fotografia
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Su un libro di caccia fotografica ho letto di un famoso fotografo che come capanno usava uno scatolone di cartone tipo quelli degli imballi degli elettrdomestici (lavastoviglie), i supermarket li cedono gratis. Diceva che sono abbastanza grandi da accogliere una persona seduta, che ritagliando una finestrella si è abbastanza "invisibili" alla preda e che possono essere mimetizzati in vari modi e ............se poi si lasciano sul campo per qualche giorno e vengono distrutti non è una grossa perdita.

ciao

Marco

Inviato: 27/1/2005 22:16
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Re: fotografia
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Per fotografare dall'automobile puà essere utile questo accessorio della LL Rue, si chiama Groofwin.
ecco due link
http://www.birdsofoklahoma.net/Car-mount.htm

http://www.rue.com/supports.html

serve per sostenere la fotocamera fissandola al montante del finestrino e ci si puà fissare anche una testa a sfera.

Marco

Inviato: 27/1/2005 21:54
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