Qualcuno ha capito con precisione come funziona lo schema di micro lenti e specchi? Qualcosa c'era scritto sul dpreview, ma non sono sicuro di aver capito bene.

Metto l'immagine dello schema presente su Dpreview:



Non ho capito bene a cosa servono le microlenti, mentre i Dichroic mirror presumo siano specchi che fanno passare solo uno dei 3 primari?!!?

Questi schemi si riferiscono al brevetto del futuribile full-color, il full-frame appena presentato sulla D3 e' invece un CMOS "normale".
Provo a dare la mia interpretazione.

Le microlenti sono utilizzate in tutti i sensori CMOS per raccogliere e concentrare la massima quantita' di luce possibile sui fotoricettori. Questo perche' i CMOS hanno parecchia circuiteria sulla superficie e di conseguenza i fotoricettori non possono sfruttare tutto lo spazio.
In questo progetto mi sembra si parlasse di CCD, comunque il dato di fatto e' che qui i fotoricettori, essendo tre per pixel, sono molto piccoli e quindi c'e' bisogno anche qui di un convogliatore di luce.

Per il resto questi specchi dicroici funzionano separando una componente dalle altre. Il primo fa passare il blu sul primo ricettore e devia il verde e il rosso verso il secondo specchio. Che devia il verde verso il secondo ricettore, mentre fa passare il rosso verso il terzo specchio. Il quale semplicemente devia il rosso sul terzo ricettore (e pertanto potrebbe anche essere uno specchio normale). In linea di principio quindi non si butta via nulla per cui l'efficienza quantica (elettroni/fotoni) dovrebbe risultare abbastanza alta, superiore allo schema Bayer, che si limita a scartare le due componenti filtrate per ogni fotosito.

Mi sembra pero' di poter intravedere qualche effetto collaterale del progetto. La prima cosa che mi viene in mente e' che essendo i ricettori cosi' piccoli ci possa essere un problema di dinamica, ovvero che le singole componenti cromatiche possano facilmente andare in saturazione. Mentre gli eventuali problemi di rapporto S/N, dovuti anch'essi alle dimensioni ridotte dei ricettori, dovrebbero essere compensati dalla alta efficienza quantica del sistema.. almeno credo..
E mi ronza nella testa un possibile problema diffrattivo a valle delle microlenti (in pratica si cerca di determinare con una precisione molto alta sia la posizione che la quantita' di moto dei fotoni, il che ha dei limiti posti dal principio di indeterminazione) ma probabilmente sono solo rigurgiti di una "educazione fisica" mal digerita..

Mah, a me, oltre alle cose da citate, lascia perplesso il fatto che il segnale prima di giungere al recettore passi da degli specchi...mi ricorda un po' le ottiche catadiottriche .

Mah, passare da degli specchi/filtri come qui o da dei filtri tout-court come il Bayer non credo che cambi molto. La composizione spettrale viene comunque manipolata.

Ulteriore aggiunta. Tutti i dubbi che ho espresso nell'ultima parte ovviamente decadono se viene adottato un pixel pitch grande a sufficienza per avere dei fotositi di dimensioni paragonabili agli attuali.
Tipo limitarsi a una decina di MP sul full-frame ovvero cinque sull'APS. Questo sarebbe comunque un rovescio della medaglia.
Pero' prima di fare altre congetture a casaccio, prometto che mi rileggo l'articolo da cima a fondo (dopo pranzo, che ora devo far da mangiare..)