Vorrei segnalare sul portale (credo si possa chiamare tale, sito per www.jumper.it mi sembra riduttivo) un intervento di Luca Pianigiani, il quale in questa occasione, dismessi i panni del pellicoclasta, solleva un problema a mio avviso assai corretto nella sostanza e intelligentissimo come provocazione:

Una legge, sin dal 1992, prevede che nelle transazioni connesse a supporti di registrazione magnetici ed ottici, come audiocassette (a trovarne), CD, DVD, hard disk di computer... insomma tutto quanto possa fisicamente "contenere opere dell'ingegno", venga prelevato, applicando tariffe all'origine - ...e versato alla SIAE... - un contributo detto "Diritto di copia" che prevede come detto l'applicazione di tariffe all'origine su tutti i prodotti che consentono di registrare opere protette, per farne una copia privata.
Di recente, la faccenda è stata estesa persino alla capacità  di registrazione da parte di cellulari, penne USB, DVD BlueRay, lettori (con memoria) MP3, memorie flash, ecc.

NON E' UNA TASSA! Questi importi dovrebbero, nell'intento del legislatore, andare a compensare i diritti d'autore "bypassati" dalle copie private. Quindi, vanno distribuiti fra gli aventi diritto che sono, naturalmente, prima di tutto le maggiori Case discografiche... ma anche, per legge, gli Autori che hanno realizzato i contenuti. Quali che essi siano, anche fotografie.

Stando alla lettera della norma, tutti gli Autori (e non solo i mandatari SIAE) avrebbero diritto alla partecipazione in quotaparte a tali proventi. Chiunque di voi abbia venduto in vita sua una fotografia "creativa", dunque una foto di reportage, uno still life con la composizione e la disposizione delle luci pensata creativamente dal fotografo, o anche solo un ritratto, che poi è stato pubblicato - (non van bene le riproduzioni di francobolli e quadri e simili - perché queste sono riproduzioni tecniche che in teoria non possono essere distinte l'una dall'altra, se fatte da fotografi altrettanto bravi - o le "semplici fotografie" come il panorama di Roma scattato dal Gianicolo con una compatta, potenzialmente indistinguibile da quello fatto da qualsiasi turista nella stessa occasione) - teoricamente in quanto autore avrebbe diritto a un rimborso.

In che modo? Di che entità ? In che tempi? C'è un limite temporale oltre il quale scatta una sorta di prescrizione?

Anche se si tratta probabilmente di una questione di principio piu' che quantitativamente significativa (la quotaparte per l'insieme di tutti gli Autori divisa per ciascuno sara' probabilmente a dir poco marginale), Pianigiani propone acutamente di "aprire il caso" ufficialmente inoltrando una regolare ed ufficiale richiesta, che in quanto tale andrà  inesorabilmente evasa e protocollata.

Ma andatelo a leggere di persona su www.jumper.it : nella pagina di apertura in alto a sinistra c'è un pupazzetto che rinvia all'articolo.
L'esposizione di Pianigiani è a tratti un poco confusa, cosa in realtà  perdonabilissima dato che non è un tecnico del settore né un fiscalista; ma non fatevi fuorviare dal tono sporadicamente garibaldino e un po' caotico con cui articola il discorso, perché la faccenda ha un senso eccome e a mio avviso il vulcanico Pianigiani ha visto assolutamente giusto. Non è una sparata gratuita, tutt'altro.

Non dimentichiamo che di recente, riconosciuta come tassa (e non tariffa come tentavano di sostenere le Aziende municipalizzate e non della nettezza urbana) l'AMA di Roma e le sue colleghe sono state condannate a risarcire, su richiesta, tutta l'IVA pagata da noi sinora sulle cartelle esattoriali della nettezza urbana!
Già , perché se era un contratto su base tariffaria, l'IVA sulla raccolta dell'immondizia ci stava pure, ma una volta riconosciuta come tassa, la Corte di Cassazione ha sentenziato che non si puà tassare una tassa...