Per caso mi è capitata tra le mani una rivista di montagna: 'L' Alpe'.
Il numero attualmente in edicola, il 17° Inverno 2007-2008 è intitolato:'Fotografia e montagna'. Magari a qualcuno puà interessare. Tanti vecchi scatti in b/w anni '30 e seguenti. La rivista è impostata su alcuni articoli monotematici che 'attaccano' la montagna con lafotocamera al collo per 'vie diverse'.
[B][I]La certificazione del vero[/B]. In un contesto di splendida fantasia la fotografia si presentà con un alone di oggettività  e le sue riprese apparvero come un certificato probatorio che recitava con forza: <<quello che vedi è veramente accaduto, i luoghi sono quelli e le persone sono riconoscibili>>. E' come se il Mondo si contraesseall' improvviso: il lontano non è più così remoto, anche le montagnesono sotto i nostri occhi e la loro immagine non è più aleatoria. (Giuseppe Garimoldi)[/I]

La rivista semestrale è di gran formato e ben stampata costa 10,10 euro ed è edita da Priuli e Verluca Editori. Questo numero è stato edito in collaborazione con: Regione Piemonte, Regione autonoma Valle d' Aosta, Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Provincia Autonoma di Trento.

Guardando foto come quella a pag. 6 (Mietitrice di Torgon, 1926) oppure la semplice istantanea di pag. 13 o quella della vista del Colle di Nivolet del 1919 a pag. 15 si rimane 'pesierosi' a fare una ricerca poi su Flickr alla voce 'montagna'. La montagna è rimasta noostante tutto uguale nelle sue leggi, totalmente cambiato l' occhio dell' uomo che le guarda viziati forse anche dagli strumenti a disposizione oggi.

buona luce, alex

Ciao,
come iscritto mi arriva periodicamente la rivista del CAI e ogni tanto vado a curiosare nei siti di montagna dove sono filmati di ascenzioni e fotografie.
Peccato non poter riprodurre e poter presentare sul forum le foto delle riviste mentre qualche volta ho segnalato dei link che a me sono sembrati interessanti.
Il fatto e' che e' cambiata la cultura e l'attrezzatura fotografica di chi va in montagna. Chi scala, molto spesso cura anche di imparare a fotografare e a farlo bene, ha ormai un bagaglio culturale alle spalle cui fare riferimento, dei mezzi che si tengono con una mano sola, che molto spesso fanno tutto automaticamente tranne l'inquadratura.
Frequentando le sedi del CAI si vedono alle pareti grandi e splendide panoramiche nitidissime che si scopre fatte con minuscole digitali.
Si, le montagne anche se piu' spoglie di ghiacci sono sempre le stesse, forse quello che non c'e' piu' e' la meraviglia, l'avventura dell'ignoto, il pionierismo della scoperta. Nelle foto attuali non si avverte piu' questo spirito, le foto forse sono tecnicamente piu' belle, ma non possono raggiungere il fascino delle vecchie b/n ingiallite dal tempo.
Ciao,
Renzo