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Bar Formica

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23/6/2022 9:20
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Ho scattato questa foto in località Cesano alle porte di Senigallia in un giorno d’inverno nel 1981, così la gente locale chiamava quel luogo: il bar Formica.
Che fosse inverno lo dicono l’albero di Natale disegnato sul vetro dell’edicola e le ombre lunghe di una bella giornata di sole.
Mi aveva colpito quell'atmosfera di un tempo sospeso, l’assenza di persone davanti alla spiaggia che si intuisce dietro la mura, in cui d’estate sarebbe tornata la vita; la barca è in secca, il bar è chiuso ma l’edicola è aperta anche se con il vetro abbassato per mitigare la circolazione dell’aria fredda all’interno, qualcuno sarebbe passato.


Allega:



jpg  Bar-Formica_.jpg (986.08 KB)
2722_66a3d46edc102.jpg 1290X923 px

Inviato: Ieri alle 18:49
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Re: tre consigli di lettura per l'estate (poi a settembte vi interrogo)

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23/6/2022 9:20
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Grazie, già ordinato "La foto mi guardava", gli darò la precedenza su decine di libri che ho già e sono in attesa di lettura ma a settembre rispondo solo su questo .

Inviato: 22/7 11:00
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A proposito di Granchio Blu.

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23/6/2022 9:20
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Questa specie “aliena” che sta portando alla scomparsa delle vongole locali e non solo, viene data come originaria delle coste atlantiche dell’America sia del Nord che del Sud, ma leggendo la raccolta dei suoi viaggi ho incontrato questo interessante passo tratto dalla descrizione che James Cook fa nel racconto del suo primo viaggio (1768-1771). Si trovava davanti alla costa del Nuovo Galles del Sud (versante orientale dell’Australia) e dice che il naturalista Banks mentre stava pescando da una finestra del suo alloggio a bordo della mitica nave Endeavur (di cui Cook era il capitano e capo della spedizione) incontra una specie che dalla descrizione corrisponderebbe al granchio in questione, e se fosse, era già diffusa anche nel Oceano Pacifico del Sud.

….il sig. Banks stando dalla finestra della sua stanza pescò coll’amo, e colla lenza , ma il fondo era completamente coperto di granchi che prontamente mordevano l'amo, e vi si aggrappavano si fortemente colle loro zampe che non lo lasciavano prima che non fosse ben sollevato dalla superficie del mare, di questa fatta di granchi non se n’erano ancora da noi (in Inghilterra) veduti , e ce n’era di due specie: l’ una del più bel azzurro che possa immaginarsi ed eguale in tutto al (blu) oltremarino; le punte delle zampe, e le giunture ne erano più intensamente colorate , il ventre dell’animale candido, e cosi lustro , che potea paragonarsi al bianco delle antiche porcellane della Cina. L’altra specie portava del pari azzurre le punte delle zampe e le giunture, ma d’ una tinta più leggera , ed aveva sul dorso tre macchie brune, che presentavano la più leggiadra combinazione allo sguardo….

Inviato: 12/7 10:59
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Re: Presentazione libro Chiesa Nostra Signora del Cadore

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23/6/2022 9:20
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Congratulazioni Oscar.

Inviato: 11/7 9:58
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Re: forse rimedio una camera oscura,forse.

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23/6/2022 9:20
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Pur considerando da fotoamatore che con lo sviluppo e stampa digitali mi sono liberato dall’ansia di negativi macchiati di calcare o puntini bianchi sulla stampa, sviluppo non ottimale, esposizione in camera oscura non ottimale, vasche, vaschette, tank, termometri, focometri, timer, bottiglie e bottiglioni ecc. ecc., mi dà un po’ di tristezza leggere di professionisti che smantellano la loro attrezzatura.
E’ un altro pezzo del mondo che conoscevo, quello in cui ho vissuto (in generale intendo) che scompare. Ciò mi fa ricordare un professionista veneziano che aveva il negozio in Strada Nuova a Venezia, si chiamava Aguiari, che per l’età aveva smesso più di 40 anni fa. Non ci sarà più nessuno in grado di fare i ritratti e la relative stampe meravigliose, come le faceva lui; i piccoli ritocchi sulle ombre e luci li faceva direttamente sul negativo, praticamente invisibili e anche una semplice fototessera era un’opera d’arte, ne conservo alcune.
Ma se chi ha investito parecchio in attrezzature professionali oggi smantella, significa che non se ne vanno solo le attrezzature, ma anche la professionalità di chi le sapeva usare. E’ il mondo che conoscevo che oggi è soppiantato dalla velocità. Una volta tutte le famiglie avevano i ritratti di ciascuno fatti nello studio di un fotografo e sono ancora oggi bei ritratti, oggi sono sostituiti dai selfies, e spesso purtroppo da fototessera orribili di fotografi improvvisati.

Inviato: 10/7 10:46
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Il "boccolo" di S. Marco la rosa antica e la Rosa d'Oro.

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23/6/2022 9:20
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La tradizione del “boccolo” (bocciolo) a Venezia nel giorno di San Marco e probabile origine che poco ha a che vedere con la leggenda.

Un paio di leggende, una triste e l’altra più serena riguardano il tradizionale omaggio che mariti, padri, fidanzati, fanno alle donne della loro vita a Venezia nel giorno di San Marco. Non le riporto qui in quanto facilmente rintracciabili nel web, ma anche perché vi attribuisco scarso o nullo valore storico in quanto le considero estremamente fantasiose, non solo, non c’è traccia di queste negli studi di storici veneziani sulle usanze, riti, credenze, leggende del popolo.

Un’ origine, secondo me più probabile e concreta, si potrebbe far risalire ad una onorificenza che già dal medioevo veniva concessa dai papi a personaggi insigni.
Era la Rosa d’Oro la cui forma però differiva assai dalle rose quali i “boccoli” che conosciamo oggi, frutto di incroci botanici che risalgono ad un paio di secoli a questa parte.
La rosa antica e quindi la Rosa d’Oro della onorificenza, aveva 5 petali e tale compare nello stemma della antichissima nobile famiglia veneziana Donà dalle Rose (tutt’ora esistente, uno dei due rami dell’ antica famiglia Donà). Questa onorificenza venne assegnata ad un Antonio Donà da papa Sisto V nel 1476.
(Sulla origine della onorificenza: https://www.ilcattolico.it/rassegna-st ... a-rosa-doro-del-papa.html)

Che i maschi veneziani, probabilmente da secoli, regalino una rosa alle donne amate potrebbe avere origine nel gesto di omaggio (citato) ad una persona ritenuta estremamente importante per loro.
I cosiddetti “boccoli” in questa occasione costano parecchio, anche perché in genere buona parte dell’introito va ad associazioni benefiche, eppure il personaggio della foto, che apparentemente non si direbbe “benestante”, non ha mancato la ricorrenza.
© Pino Alessi aprile 2024




Allega:



jpg  rosa antica.jpg (308.81 KB)
2722_6650d37f701fe.jpg 816X1024 px

jpg  Stemma Donà dalle Rose.JPG (59.69 KB)
2722_6650d38eb436f.jpg 313X531 px

jpg  Boccolo di S. Marco.jpg (747.01 KB)
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Inviato: 24/5 19:54
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Re: Lamelle del diaframma più sono meglio è ?

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23/6/2022 9:20
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Luciano:
Citazione:
Come che sia, un daframma per quanto possibile circolare, certamante male non fa.


Concordo sicuramente.

Cromemax, intanto grazie per l'interessante link; nella mia "bizzarra" teoria intendo dire che un diaframma il più possibile circolare circoscrive la zona dell'obiettivo con precisione, mentre nell'esempio estremo di 3 lamelle ho una zona centrale che potremmo dire ad esempio corrispondente circa ad un F5.6, e 3 zone che mano a mano che si allontanano dal centro vanno da questo alla massima apertura come nel caso del mio obiettivo (nella foto dell'obiettivo che ho postato il diaframma è più stretto, ad occhio l'ho definito un F8, ma come dicevo, ho usato anche il 5.6). Nel caso di ottiche moderne di un certo livello capaci di dare la stessa qualità anche a tutta apertura o quasi, credo che non ci sia nessuna differenza fra un 5-6 lamelle e un 10-12, mentre questa potrebbe esserci in ottiche vintage meno corrette dove a diaframmi abbastanza aperti i vertici del pentagono vanno a cascare in zone leggermente più ampie. E' l'unica spegazione che dò al fatto che sui tripletti per medio formato che ho, ci sono sofisticati diaframmi a 10 lamelle.

Comunque l'esperimento con questo obiettivo mi ha incuriosito, devo provare dei ritratti, (visto che il mio cane è venuto bene).

Inviato: 20/5 20:29
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Lamelle del diaframma più sono meglio è ?

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23/6/2022 9:20
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Anni fa avevo abbandonato in una scatola un tripletto Meyer Domiplan 50/2.8 dopo il primo rullino che mi aveva convinto essere una ciofeca. Ho scoperto adesso che il motivo banalissimo era che tutte le foto le avevo scattate alla massima apertura, infatti il diaframma era bloccato e ho notato che ce ne sono in vendita per due soldi, dichiarati difettosi, probabilmente per lo stesso problema.

Ho voluto fare una prova per vedere se il numero di lamelle ha qualche influenza sull’immagine. Ce l’ha, cioè il numero di lamelle più alto è meglio definisce la zona (creando quasi un cerchio) attraverso cui passano tutti i punti che compongono l’immagine, se è un cerchio sono sicuro che la zona dell’ottica è perfettamente delimitata, se invece, per estremizzare, è a 3 (numero minimo per definirla) e usiamo un diaframma abbastanza aperto, le zone corrispondenti ai vertici del triangolo che si forma (invece di un pentagono, esagono ecc) vanno a pescare le zone periferiche dell’ottica introducendo nella immagine finale le eventuali aberrazioni che vi si trovano. Questo potrebbe valere quindi, pur se in misura minore, anche per un diaframma a 5 lamelle rispetto ad uno a 8 o a 10.

Ho fatto due prove, una corrispondente ad una apertura circa fra 4 e 5.6, l’altra circa tra 6,3 e 8.
Ad F 5,6 i vertici del triangolo arrivano fino al bordo dell’ottica e l’effetto si vede nella foto con i fiori, quella dello scooter è a F8 (ritagliata in alto per non farla pesare troppo, i lati sono originali). La foto del cane è con il diaframma più aperto (5,6 però ho ritagliato le zone periferiche per una migliore inquadratura sotto l’aspetto fotografico), la metto solo per far vedere che la zona centrale non ha difetti particolari ma anche perché è l’ennesima prova del meraviglioso effetto tridimensionale dei tripletti come sostenevo qui molti anni fa.

Il risultato riscontrato è che l’obiettivo può darmi delle immagini utilizzabili anche con sole 3 lamelle ma le zone periferiche sono sfaldate in maniera evidente tanto più quanto più aperto è il diaframma come si vede nella foto del vaso con fiori (non ritagliata), molto più, secondo me, che se fosse un diaframma 5,6 con perimetro circolare dove avrei la stessa resa su tutto il fotogramma mentre qui è un misto fra zona centrale e tre zone che arrivano fino alla estrema periferia dell’ottica.

Il caso di tre lamelle, come dicevo, è estremo, ma dimostra che più circolare è il foro, meglio è sotto alcuni aspetti come dimostrano certi tripletti nel formato 6x6 con diaframma a 10 lamelle (tipo l’ Apotar della Agfa Isolette o lo Zeiss Novar della Nettar, l’Ensar della Ensign Selfix 420 ecc.) che mi hanno dato belle foto (anche pubblicate qui con altro nikname fra il 2010 e 2012), pur essendo, per complessità ottica, meno performanti di ottiche a 6 e più lenti che correggono le aberrazioni anche nelle zone periferiche. Penso che non è un caso che ottiche chiaramente di minor costo di produzione rispetto ad altre più sofisticate avessero diaframmi piuttosto complessi invece del minimo sindacale a 5 lamelle. Oggi che si è diffusa l’abitudine di utilizzare ottiche d’epoca su digitali anche FF (come faccio abitualmente) è un aspetto che potrebbe essere tenuto in considerazione.

Allega:



jpg  Tre lamelle F8-circa.jpg (304.52 KB)
2722_664a3e9b0f6e8.jpg 640X640 px

jpg  Prova-F 5.6-circa.jpg (923.03 KB)
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jpg  Fiori F 5.6 circa.jpg (845.34 KB)
2722_664a3ef0ec209.jpg 1200X800 px

jpg  Prova-F8-circa.jpg (937.11 KB)
2722_664a3f085a6a3.jpg 1195X1200 px

jpg  Prova-F8-circa-crop.jpg (440.46 KB)
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Inviato: 19/5 20:04
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Re: Quanta RAM per post produzione foto/video?

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Se è un sistema Windows e lo usi soprattutto per fotografia e non abitualmente per assemblare lunghi filmati in 4K o 8K non serve tutta quella RAM, il mio computer ha ormai 5-6 anni e con 16 Giga DDR4 non ho mai avvertito carenza di RAM o rallentamenti nello sviluppo digitale e postproduzione di foto pesanti anche 150 Mb ciascuna. Penso quindi, che 32 Gb siano più che sufficienti (nel caso di video, per foto sono già anche troppi).
La velocità della elaborazione, comunque, non dipende da quanta RAM ci metti (a meno che, ad esempio, non hai 4 Gb di RAM quando il sistema operativo, i programmi in backround e quello con cui elabori le foto ne richiedano 6, in questo caso tutto quello che non ci sta nella RAM viene elaborato con scritture e letture sul disco con conseguente rallentamento). La velocità dipende dal modello di processore, dal tipo di RAM, dalla scheda grafica che può essere integrata o meno (comunque la mia Intel 530 integrata è più che sufficiente) e dal tipo di memoria di massa (Hard Disk o SSD). Quindi, sempre in un sistema Windows, quando hai una scheda madre che supporta le DDR5, 16 o 32 Gb di Ram, un processore recente supportato da Windows 11 (hanno tutti una velocità più che sufficiente), SSD, scheda grafica discreta, anche integrata, hai tutto ciò che ti serve e anche di più.

Inviato: 16/5 10:11
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The Winner

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Non è un fotomontaggio (di questi tempi bisogna specificarlo ).


Allega:



jpg  The Winner.jpg (690.82 KB)
2722_663f1cafe20fb.jpg 968X1290 px

Inviato: 11/5 9:23
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Re: L'autofocus più veloce del mondo (X neofiti).

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Metto un altro esempio (scatto di ieri, niente di chè) in cui si nota l’estensione della scena a fuoco e come (con questo “autofocus”) ho potuto cogliere un attimo di vita veneziana, quella vera, non quella del turismo.

A Venezia sono ormai rimaste poche e limitate zone dove ancora esiste un aspetto particolare di questa città, fra monumenti e palazzi antichi si possono trovare quelle scene che da secoli sono comunissime nei piccoli paesi di campagna, nei borghi di montagna dove tutti si conoscono e si fermano a scambiare due parole. Aspetto diverso dalle città moderne dove anche nello stesso palazzo gli inquilini a stento si conoscono e si salutano. La mancanza di strade trafficate, il fatto che sia praticamente una grande zona pedonale, favoriscono in queste oasi rimaste gli incontri fra le persone dello stesso quartiere (a Venezia “sestieri”).

La foto, oltre all’interagire fra le “comari” fissa nel tempo qualcosa di antico destinato anch’esso a sparire, sul “nizioleto” (lenzuoletto, così si chiamano le indicazioni dei luoghi scritte sui riquadri bianchi) in alto a sinistra c’è un toponomastico in dialetto veneziano che indica il luogo e dice “Rio terà barba frutariol” (Rivo interrato zio, o in generale persona anziana, fruttivendolo), e nello stesso luogo ancora esiste un fruttivendolo su quello che anticamente era un canale che interrato è diventato una calle (le strade veneziane si chiamano così).

Allega:



jpg  Barba-Frutariol.jpg (689.61 KB)
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Inviato: 4/5 12:39
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L'autofocus più veloce del mondo (X neofiti).

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Nella fotografia di strada colpo d’occhio e velocità di esecuzione sono fondamentali, una scena, un gesto, una espressione possono durare frazioni di secondo, quelle che passano mentre l’autofocus entra in azione (considerando che si perdono anche alcuni istanti per portare la fotocamera in posizione). Quando la fotocamera scatta, la scena è già cambiata. Un trucco noto a chi fa questo genere di fotografia è non mettere a fuoco e, se serve, inquadrare approssimativamente.

Lo strumento che permette ciò è l’obiettivo grandangolare, il migliore secondo me è il 35 mm di lunghezza focale che non è tanto spinta da distorcere le prospettive ma ha un angolo di ripresa abbastanza ampio per non perdere troppo tempo nella inquadratura , inoltre a diaframmi intermedi ha un’ ampia profondità di campo.

Detto ciò, a seconda della luminosità della giornata, basta impostare un diaframma fra 5.6 e 8 e una distanza sulla scala dell’obiettivo fra i 3 e i 5 metri, applicare due pezzi di nastro adesivo sulla scala delle distanze e su quella dei diaframmi affinché non si spostino accidentalmente e abbiamo tutto a fuoco praticamente da due passi a quasi l’infinito (istantaneamente meglio di qualsiasi autofocus) per la maggior parte delle situazioni.
Metto uno scatto di esempio fatto questa mattina, dove si nota quello che dico (anche se in questo caso avrei fatto in tempo a piazzare un cavalletto, non c'era urgenza), con il mio bellissimo Mir 37 1B su sensore FF, obiettivo russo acquistato una decina di anni fa ad una fiera per 25 €, quando pochissimi acquistavano ottiche russe perché si diceva che erano ciofeche, non è vero e posso dirlo perché ne ho molte, ciascuna con le sue caratteristiche a volte eccellenti, oggi viaggiano mediamente sui 90-100 € (sovietiche o no non mi interessa perché i miei obiettivi non hanno mai fatto politica e poi si potrebbe dire che certe ottiche famose sono state fabbricate da prigionieri dei campi di concentramento tedeschi).

Allega:



jpg  Mir-37-1B.jpg (660.92 KB)
2722_66352c40244e9.jpg 1290X888 px

Inviato: 3/5 20:26

Modificato da Pino su 3/5/2024 21:25:05
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Re: Creatività e intelligenza artificiale

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Come parte di un progetto fotografico, vorrei scattare foto di felicità. Come devo procedere? Per favore, sii il più creativo possibile.


La risposta della AI è quella che qualsiasi fotografo di street avrebbe dato da una novantina di anni a questa parte. Comunque è già qualcosa che abbia imparato che certi atteggiamenti ed espressioni possono comunicare felicità, e penso sia questo il senso del post.
Però per piacere, non facciamocelo suggerire da una macchina, non posso pensare che chi si occupa di fotografia non sappia tradurre in uno scatto ciò che la sua sensibilità ha colto in una situazione, un gesto, una espressione, una atmosfera, utilizzando a corredo del suo sguardo la tecnica che l’esperienza e lo studio gli hanno fornito nel suo percorso di fotografo.

Mxa lo ha premesso, non è sua intenzione che il thread venga dirottato in una discussione di altro genere, e penso si riferisca alle problematiche sulla applicazione della AI, ma ha fatto l’esempio sbagliato, il pericolo dell’ AI è proprio questo, la standardizzazione. Fino a che la si utilizza per avere un supporto tecnico, in qualsiasi campo, anche in quello della fotografia, ben venga, ma non può e non deve entrare nel campo del vissuto umano, dei sentimenti umani, e nel modo di guardare, che sono (per ora) vari ed infiniti per ciascuno degli otto miliardi di persone che abitano questo pianeta.

Perchè chiedere (se non solo per testare il suo grado di apprendimento come ha fatto Mxa) alla AI come posso fotografare la felicità, quando anche un bambino, ma anche un cane sanno benissimo leggere gli atteggiamenti che la esprimono? O dovremo attenerci a quelle che possono diventare regole? Può diventare l’eterno tentativo di omologare e standardizzare anche il pensiero (e quindi l’arte), oltre al comportamento, che regimi di destra e di sinistra per fortuna in gran parte scomparsi hanno fatto a suo tempo, potrebbe essere che ci penserà l’AI con il probabile esito che si discosta è fuori.
Quindi mi spiace di aver preso proprio la strada che che Mxa avrebbe preferito evitare e capisco che altri che hanno risposto hanno lo preso come una scaletta che può guidare, ma è proprio su certi aspetti che le persone e i governi democratici dovrebbero vigilare sempre.

Inviato: 22/4 19:45
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Re: Nebbia in Val Padana...2

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Parlando di nebbia in altre due discussioni contemporanee, ho detto in questa che in questa foto la nebbia ha dato una atmosfera particolare al cancello del mio giardino che vedo tutti i giorni nella sua banalità, devo scusarmi per questo? Ho infranto la regola che la foto non va spiegata? Asserzione tra l’altro inesatta perché spesso ho sentito fotografi presenti alla inaugurazione di una loro mostra spiegare le proprie foto. Quale critica devo accettare se uno mi dice che a lui la foto non dice nulla perché gli piacciono le foto con una nebbia come quella di Amarcord! E chi se ne frega, questa foto l’ho messa per dire ciò di cui sopra, per dire che la nebbia può cambiare l’atmosfera e i connotati di un luogo, non l’ho sottoposta alla giuria di un concorso, e neanche per dire guardate che bravo che sono, non pretendo un bravo, ma neanche una critica che non c’entra nulla, questo vale anche per il discorso dei titoli, che ho già spiegato. Tra l’altro non ho mai detto che preferisco la critica costruttiva, dopo 50 anni di fotografia (che piace a me) non ho bisogno di imparare a fotografare come piace a me.

Quando dico che vorrei ogni tanto portare il discorso sulla FOTOGRAFIA è questo che intendo, l’argomento non erano le mie foto, l’argomento sostanzialmente era la nebbia nella fotografia, di cui ho argomentato portando miei esempi.

Adesso è chiaro? Comunque non ho intenzione di proseguire questa discussione.

Inviato: 4/4 20:34

Modificato da Pino su 4/4/2024 21:26:53
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Re: Scansione negativi Medio Formato

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Citazione:

luciano ha scritto:
Lo scanner piano ci sarebbe. Un Epson 750 se ricordo bene il modello.
Ma ho sempre avuto un rapporto conflittuale con gli scanner.. O sono troppo lenti per i miei gusti, oppure - e questo è molto più grave ed è il caso più frequente - non riesco ad ottenere scansioni decenti. Coi negativi colore poi, peggio che andar di notte.
Capisco che la colpa sarà certamente mia. Ma sia come sia, tenderei ad escluderlo.


Si Luciano, capisco benissimo il desiderio di provare una strada diversa e più veloce e che la mia intrusione nel tuo entusiasmo assomiglia molto a quella di mia moglie quando cerca di smorzare il mio che spesso mi porta a prendere notevoli craniate, (o a quella della fatina con Pinocchio e concedimi questo sfoggio di background culturale, però adesso che ci penso non ho mai provato a vestirmi da fatina ).

Prima di imbarcarti in una avventura, che nel caso di fotografia a colori comporta anche la spesa per il software di conversione al positivo, se non hai già un altro sistema, prendi quel piccolo illuminatore che ho mostrato nella discussione sulla auto costruzione (25 €), è quasi della dimensione di un 6x6, ci appoggi sopra il negativo, lo copri con un vetro trasparente e fai delle prove (tenendo presente che vignetta un po’ ai bordi se è attaccato al negativo ma intanto vedi quali possono essere le problematiche nella acquisizione con fotocamera).

Quando stampi in analogico non ci sono problemi di micromosso perché non c’è un otturatore che scatta provocandolo.
Nella acquisizione con la fotocamera, dalle prove che ho fatto, il micromosso si elimina usando come fonte di illuminazione un flash (o tempi brevissimi con un illuminatore, ma nel tuo sistema ci vuole un illuminatore professionale che trovandosi a contatto del negativo dia una luce uniforme senza che ad esempio traspaiano le differenze negli spazi tra un led e un altro se a led) il flash o un normale illuminatore ad una certa distanza non li puoi usare a meno di non girare a 90 gradi il supporto della fotocamera e trovare poi il modo di fissare fuori dal piano dell’ingranditore il supporto del negativo e il flash, il tutto esattamente in asse con il sensore della fotocamera, problema che non c’è nell'auto-costruzione di un sistema dedicato, che però scarti a priori.

Morale della favola, con la fortuna di avere un gran bel scanner piano, il grillo parlante e/o fatina, ti consiglierebbero di sfruttare i professionisti della scansione a scanner che ci sono (momentaneamente occultati) in questo forum per metterne a punto l’utilizzo stesso (oltre a ciò che hanno detto a suo tempo qui). Tra l’altro, senza entrare nei meandri di software molto evoluti, quello in dotazione allo scanner Epson va già benissimo per una buona scansione a colori.
L’acquisizione con la fotocamera inoltre non è semplicissima se non si ha una buona pratica di postproduzione digitale.

Nel mio precedente post ho parlato di 6x6 omettendo che lo scanner piano ha in dotazione mascherine per formati 6x6, 6x9, diapositive, grande formato ecc. (forse a causa dell’orario, le 2 di notte).

Inviato: 3/4 11:38
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Re: Scansione negativi Medio Formato

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Ti suggerirei di prendere in considerazione, se non lo hai già, uno scanner piano soprattutto su pellicola a colori.

Tecnologia ICE che (funziona solo nel colore) elimina moltissimo strisci e polvere praticamente senza perdita di qualità.
Implementazione nativa della conversione colore (e non è poco) già con ottimi risultati.
Uso di maschere che coprono tutta la superfice dello scanner per la scansione di almeno 6 negativi per volta senza doverli posizionare uno per uno.
Illuminazione già ottimizzata.
Discreta velocità di lavoro.
Regolazioni delle curve, contrasto, luminosità, saturazione ecc. già prima della scansione una volta per tutto lo stesso rullino (dopo un preview che dipende da come è stato sviluppato il negativo) che riducono al minimo gli interventi in postproduzione sui singoli fotogrammi.

Mentre per uno scanner dedicato al medio formato si può andare fra i 2000 e i 5000 Euro usato, per un ottimo scanner medio formato che può dare già ottimi risultati finalizzati ad una stampa A3+ o A2 se ne spendono circa 1000 nuovo (Epson V850), un ottimo V800 - V700 usato costa circa 500 €, io ho avuto ottimi risultati con il Perfection 4990 Photo che ho ancora, pagato 200 € usato (le scasioni sono circa 5300 x 5300 pixel).

Inviato: 3/4 1:48
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Re: Nebbia in Val Padana...2

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Per quanto possa meritare il rispondere ad obiezioni di questo tipo, mi limito ad un paio di precisazioni. “Nebbia in Val Padana” e “Nebbia in Val Padana 2” non sono il titolo delle foto ma l’argomento della discussione che poi si è svolta sul fotografare con la nebbia, tant’è che le foto postate nella prima sono indicate con: “Nebbia 1, 2 ,3...” ecc. e nella seconda “Nebbia in giardino” che a loro volta non sono i titoli delle foto ma solo l’indicazione con cui le ho archiviate nel mio computer per rintracciarle e quando si postano questa indicazione viene riportata automaticamente. Non ho mai detto: - questa foto si intitola….-

Quanto al secondo post di Archifoto, sul fatto che non comunica lo spaesamento a cui si riferisce, ho già risposto.

Infine da anni (precedentemente con altri nikname) ho pubblicato qui decine e decine di fotografie, non mi interessa più di tanto ricevere un “bella”, “mi piace”, interessante ecc. li ricevo già abbondantemente fuori di qui, ma anche se non li ricevessi quello che faccio va bene a me e tanto basta, comunque una serie di 18 mie fotografie (sugli ombrellini delle ragazze cinesi) sono state pubblicate su un notissimo quotidiano che è anche online e i complimenti me li facevano quelli che incontravo per strada, fotografi e non.
Il mio è un tentativo quasi inutile e su cui mi ostino, di portare le discussioni sulla FOTOGRAFIA, non solo sulle attrezzature fotografiche e sulle tecniche di ripresa e sviluppo. Su questo ne parlavo con uno dei maestri della fotografia italiana (non era Berengo Gardin) ad una sua mostra e si diceva che la gente è più interessata a ciò che ho citato piuttosto che acquistare un libro di fotografie da cui imparare qualcosa.

Un altro aspetto è solo un dato statistico, che io ricordi in quasi 15 anni tre persone in un forum si sono sbilanciate a dirmi che una foto gli piaceva, diversi anni fa uno qui è stato Orso, un altro su un servizio ad una festa popolare veneziana ha detto che le foto erano bellissime ma nelle foto pubblicate erano tutti presi di spalle (vorrei vedere chi va a farsi fare una liberatoria da ciascuno per pubblicarle) e uno in un altro forum che frequentavo mi ha detto: - questa è una foto che vorrei aver fatto io..-.
Statisticamente questo mi dice che probabilmente ci sono motivi (che non mi interessa capire) che esulano dalla qualità della foto perché uno in un forum preferirebbe farsi tagliare i cogl…. piuttosto di sbilanciarsi a dire che una foto gli piace o gli dice qualcosa.

Direi anche che prima di esprimere pareri negativi basati solo sulla propria ottica, nell’ambito di un discorso riguardo il fotografare, chi li esprime si metta in gioco pure lui, si parla di nebbia, metta qualche sua foto che dica cosa la nebbia dice a lui, se ha senso restare per parlare di fotografia e tenerla viva nelle sue potenzialità espressive mentre al 99 % si sta riducendo a selfie.

Inviato: 30/3 13:46
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Televisore cinese 2023, spettacolo!

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Ho deciso di cambiare la TV con qualcosa di più recente senza imbarcarmi (per l’uso che ne faccio un paio di ore la sera dopo cena e/o MotoGP e F1 quando ci sono), in una spesa eccessiva, pagato circa 300 €.
Ho scartato subito gli schermi enormi che vanno per la maggiore (50, 55, 65 pollici) perché guardo a circa 2,5 m di distanza e mi piace avere tutto lo schermo entro il mio angolo di visione (circa 30 gradi), quindi ho optato per un Hisense 43 “ 43E77KQ del 2023. Sistema operativo VIDAAU6, (ultima versione) che permette di utilizzare anche i programmi di NOW TV, schermo QLED, 4K Ultra HD, HDR10+, Dolby Vision, Audio 14 Watt Dolby Atmos, doppio assistente vocale VIDAA e Alexa, sintonizzatore per TV satellitare, Timeshift e PVR. Queste ultime due funzioni sono impagabili e non si trovano su tutti i televisori, sono la messa in pausa di un programma in diretta e la registrazione programmata (richiedono l’inserimento di una chiavetta USB), buono l’angolo di visone senza che l’immagine sbiadisca, qualche altra caratteristica forse la dimentico ma basta guardare nel sito dell’azienda.

La prima cosa che ho notato mentre mi informavo nel web sulle caratteristiche e confronti ecc. su Youtube, è che tutti, e dico tutti, magnificano le doti di luminosità e contrasto dei televisori di qualsiasi marca, con il risultato che guardando con le impostazioni di fabbrica sembra che tutto sia un cartone animato ipersaturo e sparato. Non ha senso, credo siano pochi che si mettono in cucina una TV fra 43 e 65 pollici per guardare il telegiornale o altro di giorno, quando in un ambiente molto illuminato serve effettivamente della luminosità in più, invece per una visione di sera in un salotto con luce soffusa serve il contrario.

Ho preso una impostazione video qualsiasi fra quelle preimpostate e ho modificato i parametri, ad esempio ho abbassato al 4% la retroilluminazione (mi sembra che alla prima accensione era vicina al 100%, mi riservo di modificarla un po’ nei prossimi giorni), luminosità 45, contrasto 45, saturazione colore 35, nitidezza 15 su 50, temperatura colore freddo. Ci sono altre regolazioni avanzate (tipo una specie di maschera di contrasto per la nitidezza delle scritte ecc.),sempre nelle impostazioni ci sono funzioni che si possono lasciare alla AI che capisce che tipo di immagine si sta guardando ma non mi dilungo, specie parlando a dei fotografi che riconosceranno come i termini siano sostanzialmente quelli della fotografia.
Con queste regolazioni è come guardare una fotografia, neri spettacolari, immagini nitide, senza scia nel movimento, colori naturali.

Il suono, per essere un televisore è buono direi, ci sono opzioni già preimpostate, potenza più che sufficiente (non supero mai il 20 %), i dialoghi si intendono perfettamente in modo chiaro, la musica direi decente, comunque anche qui ci sono varie impostazioni, compreso un equalizzatore, ho acquistato delle cuffiette Bluetooth Jesebang BD86 e con quelle l’audio diventa veramente ottimo, (c’è anche la presa cuffia per jack 3,5 mm dietro al tv ma ci vogliono cuffie di buona qualità per apprezzare il suono).
Come tutte le TV attuali c’è la possibilità di collegare una Soundbar.
La reattività dei comandi è molto buona, veloce, pilotabile anche con il microfono del telecomando, ottimi il WiFi e il Bluetooth.

Pur essendoci un manuale, alcune cose le ho scoperte guardando alcuni tutorial della casa su Youtube, ne metto una qualsiasi per facilitarne la ricerca:
https://www.youtube.com/watch?v=ab_oCp7NqRA

Quello che non riesco a capire è come con una definizione nativa di trasmissioni in HD (1920 x 1080 pixel) si possa vedere con grande nitidezza una immagine che è circa un formato A1 a 2.5 m di distanza. Il televisore è un 4k, penso che nelle trasmissioni in HD faccia un Upscaling e se lo fa lo fa benissimo perché la visione risulta nitida e senza artefatti.

Con ciò al momento sono felicissimo dell’acquisto, il precedente era un Samsung di 15 anni, mai avuto un guasto e andava ancora benissimo ma non era smart, di questo ovviamente non posso sapere come andrà fra 15 anni, non voglio neanche fare paragoni con marchi più titolati quali LG, Samsung, Sony ecc. il cui costo medio è superiore, ma credo che, almeno per quanto riguarda la visione a parità di tecnologia QLED non ci siano differenze sostanziali, poi per quanto riguarda la durata non lo posso sapere, posso solo dire che mi piace e mi soddisfa appieno.

PS. Non sono un venditore di televisori e non ho parenti e amici che vendono televisori, queste sono solo le impressioni che ho io nell’utilizzo di questa TV, quindi non voglio suggerirne l’acquisto a chicchessia.






Inviato: 23/3 19:17
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Re: Nuove rogne con la Kodak T-Max 400

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Orso, se fossi in te, giusto per eliminare anche questa ipotesi, non metterei in frigo o in freezer le pellicole che ti porti, fosse mai che, magari messe in un sacchetto in una giornata umida, non condensasse al freddo l'umidità, bagnando l'emulsione di qualche rullino quando le tiri fuori. (Ormai non gareggio neanche più per la cena Luculliana, è una ipotesi qualsiasi come al gioco della pentolaccia, a furia di tirare mazzate a caso magari una ci prende).

Inviato: 22/3 13:40
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Re: Nuove rogne con la Kodak T-Max 400

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sander ha scritto:
la mia ipotesi di intrigo internazionale si consolida sempre più, ulteriormente suffragata dalla visita di ladri in casa due giorni fa,portato via niente ma rovistato ovunque. chiunque di noi sia collegato a Luciano ora è in pericolo,dobbiamo darci alla clandestinità. ovviamente scherzo,ma il furto c'è stato...erano già entrati a novembre,forse disturbati non han potuti completare l'opera, quindi hanno giocato i supplementari e,davvero, non era rimasto alcunchè da portar via.


Mi sono entrati in casa di notte parecchi anni fa avevo anche i bambini piccoli, per fortuna non si è svegliato nessuno (perchè c'è casi che ti prendi anche una coltellata) si sono volatilizzati un orologio Omega nuovo (equivalente all'epoca al Rolex) e 500.000 lire in contanti. Fortunatamente abbiamo il giardino e da allora abbiamo sempre tenuto (di notte in casa) in successione un dobermann che ha morso 13 persone in 12 anni, (che purtroppo non erano ladri, un paio erano in motorino, l'imbianchino, 2 nipoti, la figlia di un vicino ecc. ecc.) 1 pastore tedescho e attualmente un cane che pesa 56 Kg e che fa il putiferio solo se sente volare una mosca, nel frattempo ho anche circondato la casa di telecamere. Non ho il porto d'armi altrimenti piazzerei anche una mitragliatrice in corridoio

Inviato: 22/3 12:49

Modificato da Pino su 22/3/2024 13:32:18
Modificato da Pino su 22/3/2024 13:33:26
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