In effetti non e' tanto una sensazione di insicurezza quella che si prova, ma comunque di disagio a confronto con tanta umanita' cosi' malridotta.

Per Jekoz, ho appena aggiornato il messaggio precedente con qualche piccola immagine. E' tutto quello che sono riuscito a fare stasera, avevo provato seriamente a finire il lavoro di selezione e pubblicare almeno le immagini del Nordovest, ma sono crollato addormentato sulla tastiera. C'e' ancora un po' di sfasamento di orari, ora per esempio sono sveglio come un grillo.

Si', il giro ha preso un taglio quasi esclusivamente urbano, specie per il NW. A Kaua'i almeno una visita al Gran Canyon di Waimea l'abbiamo fatta (mentre abbiamo dovuto rinunciare alla Napali Coast per via della pioggia battente)

Di Vancouver colpisce il clima rilassato, la vicinanza con la montagna e le foreste. Oltre alla bellezza della baia e delle spiagge sull'oceano.

Notevolissimo il Museo di Antropologia dell'Universita', dove sono conservate fondamentali testimonianze della cultura delle tribu' native dell'area.

E in prossimita' del museo si accede alla spiaggia, con il suo aspetto selvaggio, le stelle colorate lasciate dalla marea, e dove ci e' capitato di scambiarci reciproche curiosita' con una foca che incrociava poco al largo.




Abbastanza frequente l'avvistamento della bald eagle, simbolo degli USA, ma che in 4 casi su 5 ci e' capitato di incontrare proprio in Canada.




Luce magica al tramonto sul porto:




Ritorno verso Seattle attraverso la Whidbey Island, con la visione in lontananza della Olympic Peninsula e i suoi monti innevati, il nostro maggior rimpianto.

Riprendo il racconto del viaggio, pero' piuttosto che metter giu' una pappardella di tutte le cose viste, che poi sono piu' o meno quelle scritte sulle guide, vorrei cercare di dare risalto agli aspetti che piu' ci hanno colpito dei vari posti visitati.

Incominciamo allora con Seattle che anche cronologicamente e' stata la prima meta visitata.
La location e' molto bella, la citta' si estende su colline e collinette intorno a un grande lago e affaccia notoriamente su una profonda insenatura dell'oceano, con un articolato sistema di isole.

Bello lo skyline visto dalla baia, interessanti le strutture portuali. Immancabili, ma nel senso che proprio sarebbe difficile mancarli, il Pike Market col caratteristico mercato del pesce + di tutto un po', e il waterfront coi ristoranti, l'acquario, i traghetti per le varie destinazioni e i battelli da crociera.

Al waterfront mi sono esercitato col 24 TS nuovo di zecca, ed e' risultata una location molto fotogenica.

Contesto sociale e urbano non immacolato. Anche rispetto ai ricordi che avevo di altre grandi citta' tipo San Francisco o Chicago di una diecina di anni fa, nelle vie del centro ci siamo imbattuti in una quantita' di homeless, mendicanti, alcoolizzati davvero notevole. Forse negli ultimi anni si sono aggravate le condizioni delle classi povere, non so, magari Giulio puo' avere qualche info al riguardo.

Ottime le esperienze culinarie, soprattutto a base di pesce, anche se la seconda sera gia' mi sentivo cosi'-cosi' ed ho dovuto lasciare li' mezza cena tibetano/himalaiana allo University District. E che io lasci qualcosa nel piatto e' da considerarsi evento assolutamente anomalo se non addirittura epocale..

Stasera conto, se Morfeo non mi rapisce nel frattempo, di terminare la selezione di tutte le foto e di mettere on line almeno quelle di Seattle e di Vancouver (v. prossimo post)

Senza parole..

Eccomi dunque a furor di popolo a fare un resoconto del viaggio, cercando di essere molto stringato, primo per non stufare e secondo perche' mi aspetta una gran mole di immagini da scegliere e sistemare (quindi per ora solo chiacchiere)

L'itinerario e' stato abbastanza modificato in corso d'opera.
I primi due giorni (2-3 maggio) in giro per Seattle visitando le cose tipiche e smaltendo un po' di Jet-lag. Nel corso del secondo giorno abbiamo ridefinito il finale della vacanza e aquistato un pacchetto di quattro notti alle Hawaii (vedi oltre)

Il terzo giorno era prevista una sortita alle St. Juan Islands alla ricerca delle mitiche Orche, e una successiva discesa alla Olympic Peninsula.

Arrivati al porticciolo di Anacortes, si presentava la seguente situazione:
1) Nessuna nave in partenza per le Islands
2) Il mio stato di forma fisica molto al disotto del 100%
3) Pioggia implacabile

Dopo qualche attimo di smarrimento, su idea di Maria Paola, abbiamo riconsiderato i nostri scopi e optato per una meta che faceva parte della rosa iniziale, ma era stata scartata per dare spazio alle Hawaii : Vancouver, Canada.

Li' abbiamo trascorso due bellissime giornate con anche il conforto di una sufficiente dose di raggi solari, poi siamo rientrati al SeaTac di Seattle per prendere un volo, la mattina del 7, alla volta di Honolulu con destinazione finale Lihue, isola di Kaua'i.

Dove, tra una pioggia tropicale e l'altra, abbiamo azzeccato una mezza giornata di sole giusta giusta per sposarci sulla Shipwreck Beach di Poipu


Alla fine della fiera, lungo rientro a Roma con scalo di mezza giornata ad Amsterdam, dove e' sempre piacevole farsi un giro anche con svariate ore di sonno perso e una non ben definita time-zone nella testa.

Questo per quanto riguarda i fatti nudi e crudi.
Nei prossimi post qualche dettaglio/commento su quanto visto/fatto.
A seguire, quando saro' riuscito a sistemare il materiale fotografico, mettero' una selezione sul mio pseudo-sito.

Ciao Giulio, sto per postare giusto un mini-resoconto.
Nel frattempo pero' sto anche combattendo con tutto il materiale scattato, cosi' non concludo ne' l'una ne' l'altra cosa.

Ti avevo mandato un messaggio e-mail ieri dalla vecchia versione del forum, ma mi sa che non ti deve essere arrivato niente..

Io per ora sono rimasto al 'tutto in memoria', dato che non utilizzo il RAW (mi manca un buon convertitore sotto Linux
).

A questo giro mi ha detto bene che e' piovuto parecchio e quindi mi sono 'limitato' (poco piu' di 800 scatti, di cui circa 300 scartati on-the-fly, cogli altri 500 ci sto combattendo adesso.. ). Cosi' me la sono cavata con 'soltanto' 1.75 G di Compact Flash.

Dato che, teoricamente, si dovrebbero trovare dei microdrive Transcend da 2.2 G a cifre ragionevoli (poco piu' di 200 euro - pero' ho cercato di comprarne uno da Fotodigit prima di partire, senza successo), penso che la soluzione piu' pratica sia farsene una piccola scorta e sopravvivere con quelli.
Questo ancor piu' in prospettiva futura, contando sulla discesa dei prezzi.

Oopss.. ero io

Raffaello

Galago is back !

Rispondo velocemente qui, in attesa di ripristinare il collegamento sul forum nuovo.

Mi scuso subitissimo con Giulio per non essermi fatto vivo, ma poi i piani sono cambiati per una serie di motivi che andro' a dettagliare, e a Seattle siamo rimasti solo i primi due giorni, che non sono stati neanche i peggiori come clima.

Il viaggio nel complesso e' stato molto bello, ci sono varie cose da raccontare, e una certa mole di foto da sistemare.

Ci risentiamo ASAP, ciao a tutti

Beh, comunque sulle reflex digitali il ritardo e' quasi accettabile, decisamente meglio che sulle compatte.

E poi c'e' digitale e digitale, sicuramente quella di Bufo Bufo in quanto a velocita' e' allo stato dell'arte: puoi sentire le sue impressioni, visto che fino ad ora ha lavorato con le reflex tradizionali, e che anche lui e' molto interessato alle foto naturalistiche. Penso che dopo questo fine settimana un report ce lo potra' fare.

Il problema non e' tanto il numero di scatti al secondo, che in macchine come la EOS 1D Mark II e' molto alto ed e' in larga misura indipendente dalla velocita' della memoria (dato che viene utilizzato un buffer interno alla macchina molto piu' veloce). Piuttosto e' il tempo di risposta dal momento in cui si preme il pulsante a quello in cui l'immagine viene acquisita che e' un po' piu' alto che nel sistema tradizionale. Si parla di pochi centesimi di secondo, pero' in situazioni critiche possono fare la differenza.

Addirittura il mitico NG, no dai..

Per le foto di movimento, con la digitale ci vuole anche un briciolo di fortuna in piu' perche' tra il momento in cui si decide di scattare e lo scatto effettivo passa un po' tanto tempo, e la 300D in particolare non e' proprio un fulmine.

Sull'itinerario, quello che abbiamo escogitato finora lo puoi vedere nei post sulle location: in 'Seattle - segue', lo stato delle cose a oggi, compreso un recente report di adjgiulio, mentre nel thread piu' vecchio 'Seattle e dintorni', una serie di suggerimenti dati da Marco per i possibili giri.

Essendo appassionato di natura, capirai con quale aspettativa mi prefiguro il giro alla ricerca di orche e balene !

In effetti non avevo calcolato che a te magari potesse anche non piacere il pesce, ti ringrazio dell'extra mile che hai fatto per darmi le info.

La mia partenza e' esattamente tra 24 ore, sperando che le piste di Fiumicino siano sgombre da manifestanti..

Grazie anche del contatto telefonico, me lo puoi lasciare sul messenger ? Cosi' ci troviamo e andiamo a farci una scorpacciata di ostriche ...

Se vedi sotto i miei post, qui sotto per esempio, c'e' il bottone del www.
Non e' un vero sito, e' solo un rudimentale repository con qualche immagine che ho fatto con la 300D.

Come al solito metto le mani avanti per dire che non c'e' nessuna pretesa di arte: in linea con la mia posizione di apprendista - anch'io - fotografo, sono esercitazioni e prove tecniche.. Inoltre non ci sono foto di paesaggio, spero di portare a casa qualcosa di buono al ritorno dal mio imminente giro negli USA.

PS. sono felice di averti dato un suggerimento che hai ritenuto utile seguire. Non per insistere con le zuccherosita', pero' la tua photo (& wildlife) gallery mi sembra davvero eccellente, e si capisce che dietro c'e' molto lavoro e molta dedizione.

Una domanda a Giulio, di carattere non troppo fotografico..

Hai qualche consiglio per ristoranti di pesce a Seattle, anche posti alla buona ma con materiale di prima scelta ?
Sai, dobbiamo sostentarci come si deve prima di intraprendere i nostri giri...

Grazie Giulio delle indicazioni.

Per quanto riguarda Orche e Balene, penso che ci sposteremo leggermente piu' a nord, e ci agganceremo a uno di quei giri specializzati che partono da Anacortes o da qualcuna delle isolette lì davanti.

Per altre varie info, cerchero' di avere un qualche collegamento a Internet in albergo, quindi all'occorrenza ti chiedero' ragguagli qui sul forum, cosi' facciamo un po' di invidia in tempo reale ai nostri amici..

Quanto pesi ?

Allora il Fortunello in fabula e' spiritualmente preparato all'avventura (parto sabato).
Restano ancora da definire un po' di itinerari, ma sicuramente verranno inclusi la Olympic Peninsula, isole e isolette con relative riserve indiane ed escursioni in battello all'avvistamento di Orche e altre creature, anche piu' grandi se possibile (dovrebbe essere periodo di balena grigia).
Mount Rainer e' sotto inchiesta, bisognera' verificare sul momento se e quanto e' accessibile.

C'e' una grande area grigia riguardante il Canada. A parte la baia di Vancouver, che e' facile, si ipotizza anche di spingersi piu' a nord, alla ricerca delle riserve indiane meno contaminate, dove si dovrebbero trovare ancora i famosi Totem Poles.

Il tutto condito poi da un finale a sorpresa alle Hawaii (gia' che siamo li' a un passo..), dove conterei su qualche giorno in camicia a fiori, tanto per rendere l'idea.
Certo considerando che abbiamo solo dieci giorni pieni a disposizione, sara' un po' dura farci stare tutto..

Ed ecco lo schieramento:

Canon EOS 300D con 17-40 f4 L + UV
50 f2.5 Macro + anello prolunga 12 mm
80-200 f2.8 L
Kenko 300 Pro 1.4x
Flektogon 20 f2.8 M42 & adattatore
Treppiedi Manfrotto 190D e testa 141 RC + scatto remoto
Speedlite 420 EX + Softbox Lumiquest + cavo prolunga
Memoria Q.B. (per ora 1.25 G, ma ne devo aquisire almeno altri 2)
Batterie Q.B

And, last but not least.. squillo di trombe !
TS-E 24 f3.5 L , preso nuovo da BH, arrivato fresco fresco alla mia dolce meta' che mi precede a Seattle.

Ho qualche dubbio sullo zaino. Il Nature Trekker e' bellissimo, articolatissimo (tra l'altro un manualetto di istruzioni non guasterebbe), ma pesa un po' piu' di quello che mi sarei aspettato. Faro' il possibile per far stare tutto nel Mini Trekker, includendo un kit di sopravvivenza, domani faccio una prova di carico e decido.

Tra l'altro il clima pare che non sia male, nei giorni scorsi ci sono state anche delle belle giornate, cross fingers..

Se si parla di emozioni, beh io allora mi fermo un passo prima.
Quello ancora lo devo scoprire in che modo si possono evocare e soprattutto trasmettere. Per ora mi tengo sul tecnico..

Comunque anche col digitale c'e' una bella differenza tra quello che si riesce a intuire dal misero LCD a quello che si potra' poi ottenere a video e dopo ancora a stampa. Quindi lo spazio per le sorprese, anche se ridotto, c'e' sempre..

Su come il digitale si possa anche 'ritorcere contro' chi lo adotta, e' divertente questo articolo:

http://www.robgalbraith.com/bins/multi_page.asp?cid=7-6453-6821

Se si seguono tutti e tre i capitoli selezionabili dalla finestra in alto, ci si puo' fare un'idea di un workflow tutto digitale e di come si lavora in una rivista USA

Diciamo che per quanto mi riguarda il rapporto tra foto indimenticabili e foto dimenticabili si puo' aggirare su 1:100, e che delle 100 dimenticabili magari 10 possono essere buone e 10 pessime. Le altre 80 servono per fare esperienza..
Con l'esperienza si impara sicuramente a commettere meno errori, e a guardare 'con gli occhi della pellicola' - ovvero quelli del sensore.

Ci sono tanti fattori che concorrono a produrre un risultato diverso rispetto a quello che vedono gli occhi, o meglio il cervello (che a sua volta interpreta). Dalla tridimensionalita', alla prospettiva, al colore e soprattutto la luce.

Per l'adattabilita' di occhio e cervello alle diverse intensita' e colorazioni della luce, tendiamo a vedere tutto 'bene'. Per la macchina fotografica non e' la stessa cosa, e il risultato puo' essere drasticamente diverso da quello che ci si aspetta.

Fondamentale e' la corretta esposizione, ma non e' sufficiente. Spesso sono proprio i rapporti di illuminazione all'interno dell'immagine che la rendono confusa e scarsamente leggibile. Solo in condizioni di illuminazione controllate, ad esempio in studio, e' possibile avere sempre una ragionevole certezza del risultato.

Tutto questo ovviamente trascurando le variabili aleatorie quando si vanno a fotografare soggetti in movimento oppure nei ritratti..

E a proposito di variabili aleatorie, puo' anche succedere che una foto risulti migliore di quanto ci si aspettasse. Quando capitano queste fortune, e' sempre bene soffermarsi ad analizzare il risultato e le sue cause : magari si e' fatta una scoperta ! :p

Comunque tornando ai tuoi scatti, non conta quanti errori puoi aver fatto, perche' quello che poi hai scelto e messo sul web e' ottimo e, IMHO, rivela un occhio notevole !
Se proprio vuoi una critica, altrimenti c'e' il rischio-diabete, io ridurrei le immagini dei presidenti del Mt. Rushmore, dato che il soggetto e' piu' una colossale curiosita' che altro..